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NEWS (documenti, iniziative sindacali e resoconto incontri) |
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ANNO 2004 |
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24 settembre 2004
Comunicato stampa
di Nicola Preiti Coord. Nazionale Medicina Generale FPCGIL Medici Maurizio
Marchionne Resp. Nazionale Assistenza Primaria FPCGIL Medici
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le foto della manifestazione... |
17 marzo 2004
VILE
ATTENTANTO AL RESPONSABILE DELLA CGIL MEDICI DI GIOIA TAURO -
Com. stampa Segr. Naz.le Fp Cgil
03 marzo 2004
veRTENZA SALUTE
- TUTTI I PROFESSIONISTI DELLA SANITA' UNITI NELLA PROTESTA
16 gennaio 2004
La
Cgil Medici esclusa dagli incontri del Ministero della Salute
sulla blue tongue - Lettera di protesta
17 marzo 2004
VERTENZA SANITA': SPOSTATO LO SCIOPERO DEL 22 MARZO -
SCIOPERO E MANIFESTAZIONE A ROMA IL 24 APRILE 2004
con
le mobilitazioni di medici, veterinari
e dirigenza STPA
09 marzo 2004
CODE CONTRATTUALI:
I CONTEGGI DEGLI ARRETRATI DELLA PARTE ECONOMICA
08 marzo 2004
Dichiarazione
di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici - Sciopero dei medici,
adesione alta (circa 70%) e disagi contenuti.
Adesso ci
aspettiamo le dovute risposte dal Governo pronti a scioperare nuovamente il 22
marzo, questa volta per 24 ore
03 marzo 2004
dichiarazione di massimo cozzA - SEGR. NAZ. FP MEDICI - "ANCORA
SENZA RISPOSTE, SIAMO COSTRETTI A NUOVI SCIOPERI SIRCHIA HA
SCRITTO STO CON I MEDICI, PAROLE NON SEGUITE DA FATTI
03 marzo 2004
DEcise le prossime
iniziative della vertenza salute: l’8 ed il 9 Marzo, il 22 marzo
ed il 24 aprile 2004 le mobilitazioni di medici, veterinari e
dirigenza STPA
20 febbraio 2004
2 MARZO 2004 SEMINARIO NAZIONALE Cgil - Spi - Fp Cgil Medici
10 febbraio 2004
DIRIGENZA
MEDICO-VETERINARIA: FIRMATE LE CODE CONTRATTUALI
09 febbraio 2004
MEDICI E DIRIGENZA STPA: GRANDE ADESIONE ALLO SCIOPERO DEL 9
FEBBRAIO -
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL
Medici
05 febbraio 2004
MEDICI E DIRIGENZA STPA:
CONFERMATO PER LUNEDI' 9 FEBBRAIO LO
SCIOPERO DI TUTTI I DIRIGENTI DEL S.S.N. - ININFLUENTE L'INCONTRO CON SIRCHIA
05 febbraio
2004
Prima
riunione del tavolo tecnico economico tra SISAC e OO.SS
nell'ambito del
rinnovo degli ACN
per l'assistenza primaria
23 gennaio
2004
ACCORDO
SISAC
22 gennaio 2004
Dichiarazione
di Maurizio Marchionne (responsabile
nazionale per l'assistenza primaria della FPCGIL Medici) -
Nuova bozza Sisac: impostazione generale in gran parte condivisibile, ma ancora
troppe ombre, in particolare sulla parte economica
16 gennaio 2004
Indetto
lo sciopero del 9 febbraio della dirigenza medica e veterinaria,
tecnica, sanitaria, professionale e amministrativa
-
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici -
Anno
nuovo, nulla cambia anche ai
medici della CGIL non rimane che scioperare il 9 febbraio
- Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici -
Pdl
maggioranza: un danno per i cittadini e per i medici
NO all’innalzamento dell’età pensionabile 70 anni
di Nicola Preiti, coordinatore nazionale medicina generale FP CGIL Medici
Una conclusione frettolosa e confusa dopo quattro anni di ritardo, nel rinnovo della convenzione di medicina generale, sarebbe una iattura per medici e cittadini.
Rimangono molti i nodi irrisolti nella strada del rinnovo, e sono i nodi fondamentali.
E’ vero, si sono toccati tutti i
punti, si potuta apprezzare la capacità e la sensibilità della Sisac e si é
condiviso un metodo; ma al di la del confronto fra i vari punti di vista, le
soluzioni sui nodi cruciali del rinnovo sono tutte da venire.
Quindi proseguiamo il lavoro ma con calma e con chiarezza.
Vediamo le problematiche legati ad alcuni di questi nodi
Nodo economico:
Chiariamo che comunque andrà non ci sarà da brindare. Le OO.SS. sono attestate
su posizioni di ragionevole mediazione, indotta dal senso di responsabilità
verso la categoria, ma il contesto negativo determinato dalla politica
governativa e fatto di penalizzazione economica, di sottofinanziamento del
sistema sanitario, di assenza di investimenti in sanità, di destrutturazione del
SSN, unito al procedere della legge di riforma sulla devolution condizionano
comunque il rinnovo. Le ragioni della “Vertenza sulla salute” che ha determinato
vari giorni di sciopero sono ancora tutte in piedi.
Non si può ad esempio dimenticare che il calcolo degli arretrati avviene sull’inflazione programmata (4,8) e non su quella reale (7,6) con una perdita secca per gli anni 2001-2003 del 2,8 %, oltre 120 milioni di euro. Analogo discorso per il 2004, che volge al termine, e per il 2005 dove si parla appunto di inflazione programmata e non di inflazione prevedibile quando è a tutti noto che il livello di inflazione programmata è irrealistico.
Permane inoltre la pretesa di distribuire gli aumenti solo sulla quota regionale. Non si può accettare per vari motivi ma soprattutto perché non si può compromettere il valore nazionale della convenzione.
D’altra parte si è registrata una disponibilità delle Regioni a concedere, analogamente al comparto, un incremento per il 2004-2005 dello 0,40 circa e la disponibilità a fare la propria parte, se il Governo la farà, per venire incontro alle nostre richieste di coprire l’incremento degli oneri previdenziali enpam..
Ci sono quindi segnali positivi ma anche ostacoli ancora da superare in un contesto negativo. Da ciò potrà scaturire una soluzione dignitosa, ma senza euforie. Bisogna che anche le OO.SS. mantengano un realistico equilibrio del tono dell’umore.
A fronte di questa ragionevolezza
economica non può mancare una piena soddisfazione normativa che rafforzi il
sistema e consenta pari dignità e pari opportunità di sviluppo a tutti i
professionisti.
Nodi normativi:
Rapporto ottimale e massimale per l’assistenza primaria
La FP CGIL Medici ritiene un
grave errore l’incremento dell’ ottimale (oggi 1000) e del massimale degli
assistiti per medico (oggi 1500). Se passassero queste richieste si otterrebbe
una grave limitazione degli accessi nel settore per anni. Non è accettabile
restringere in Italia le possibilità di fare il medico di medicina generale, non
si possono spingere i giovani medici verso attività marginali o costringerli in
ruoli di frustrazione professionale. Se questa dovesse delinearsi come l’unica
possibilità allora preferiranno andare all’estero piuttosto che fare in Italia i
sottoproletari della medicina. E questo sarebbe uno spreco di energie
intellettuali e di risorse per tutti.
Peraltro questa chiusura protezionistica del settore, porterebbe inevitabilmente
al peggioramento delle condizioni di vita e della qualità della assistenza
fornita oggi dai medici di famiglia ai cittadini. Sarebbe svalutata l’attività
svolta dal medico di famiglia che dovrebbe fare i conti con un ulteriore
aggravio di attività. Se negli ultimi anni i medici di famiglia si sono ridotti
di numero ciò dipende dal mancato rispetto di alcune regioni, in testa la
Lombardia, della normativa nazionale: cioè non pubblicano le zone carenti nel
numero previsto dalla legge nazionale. Di certo in Italia non mancano i medici
che vogliono fare questo lavoro.
Non può essere questa una risposta al sottofinanziamento del rinnovo: ci si
chiude in se stessi e si lavora di più e peggio per guadagnare di meno.
Rapporto ottimale per la guardia medica.
Siamo nettamente contrari a
fissare un rapporto ottimale a livello nazionale. Sembra un pò contraddittorio
che le regioni, tendenti in ogni dove a salvaguardare le loro autonomie, si
trovino d’accordo per fissare un numero che valga per tutto il territorio
nazionale senza nessuna considerazione per le realtà, la storia e le esigenze
locali che cambiano anche all’interno della stessa regione.
Questo numero non c’è mai stato e non ha alcun senso parlare di numero ottimale
per un servizio che è organizzato per territorio e non per assistiti. Il
problema è che fissando il numero 1 /5000 abitanti si riducono i medici
sensibilmente in alcuni territori e non si aumentano in altri dove è
svantaggioso andare a lavorare.
Formazione.
Secondo la fp cgil medici la
formazione obbligatoria, necessaria per acquisire i crediti formativi
indispensabili per poter esercitare la professione devono essere a carico del
Sistema, invece nella proposta si parla di una garanzia, a carico del pubblico,
“fino al 70%”. Ciò consentirebbe a qualche regione non in linea con i conti
perfino di non fare formazione scaricando l’onere sul medico, con conseguente
aggravio di spesa ed esposizione alle non sempre disinteressate lusinghe delle
case farmaceutiche. E poi che qualità si si potrebbe garantire quando la
formazione potrebbe anche risultare avulsa dalle necessità del servizio e del
sistema. Per la FP CGIL Medici le Regioni dovranno garantire la formazione
necessaria per acquisire il 100% dei crediti formativi.
Continuità dell’Assistenza per 24 ore e per 7 GG a settimana.
C’è su questo argomento tanta confusione ed un polverone non casuale. Precisiamo e cominciando a distinguere i medici di continuità assistenziale dal servizio di ca.
Non c’è modello organizzativo,
processo di integrazione o sperimentazione varia e vaga che possa negare il
diritto di questi 12000 medici di avere un loro contratto nazionale. Inteso come
garanzia nazionale di inquadramento (e quindi tempi e criteri d’accesso unitari
nazionali), di definizione del ruolo e dei compiti a salvaguardia della
professionalità e del suo sviluppo. Ci deve essere insomma l’individuazione
nazionale dell’apporto che questi professionisti danno al sistema ed al quale è
collegata la remunerazione. La convenzione dovrà garantire che questo rapporto
non possa essere sovvertito da nessun modello organizzativo, altrimenti non
sarebbe una convenzione nazionale. Dovrà invece consentire la completa
possibilità di valorizzazione e sviluppo di questi professionisti finalizzata al
raggiungimento degli obiettivi del sistema nelle varie forme organizzative che
le regioni si vorranno dare.
Per quanto riguarda il
servizio.
Garantire l’assistenza continuativa per 24 ore per sette giorni a settimana è un
bell’obiettivo ma è del Sistema non del medico o di più medici: il PSN
stabilisce che “la contiunuità delle cure sia garantita con la presa in carico
da parte dei servizi e delle Istituzioni allo scopo di coordinare tutti gli
interventi……….” La Riforma sanitaria stabilisce che è il Distretto il luogo di
organizzazione e coordinamento di tutte le cure primarie. Si applichi quanto
previsto dalla legge, già nella attuale convenzione le equipes territoriali
erano state previste solo nelle more dell’organizzazione distrettuale del
servizio in applicazione alla 229/99.
Non si può scaricare tout court questa grande ed impegnativa missione al medico
di medicina generale fornendo in compenso un allentamento dei vincoli
organizzativi e contrattuali, con conseguente indebolimento del sistema.
Cosi si rischia solo di creare
aspettative che non potranno essere soddisfatte. Se il sistema vuole garantire
questo obiettivo bisogna dire chi fa cosa e chi finanzia. Non risultano
investimenti in convenzione e quindi la convenzione non può decidere su ciò che
non finanzia.
E non si può confidare su forme organizzative sperimentali indefinite, per le
quali tutti, sisac compresa, condividono il principio dell’adesione volontaria.
Insomma rinviare le norme convenzionali all’eventuale creazione di forme
organizzative, sperimentali, con adesione volontaria e senza che il
finanziamento ad hoc, non presente in convenzione, e che non si identifica bene
dalle nebbie del fondo sanitario nazionale, è come chiudere bottega: si perde
l’unitarietà del Sistema e si perde la garanzia nazionale di erogazione dei LEA
territoriali, e si arriverebbe alla “assistenza virtuale” . Ma questo siamo
sicuri non lo vuole nessuno e tanto meno la parte pubblica. Bisogna puntare a
strutturare il territorio, non a renderlo virtuale; e bisogna strutturare
l’assistenza territoriale pubblica, che è nei distretti non in aggregazioni più
o meno autonome dal servizio pubblico
Riequilibrio economico
Su questo punto, condiviso da
tutti come principio ma che produrrà qualche screzio quando i principi dovranno
trovare applicazione, la FP CGIL ha presentato intanto una proposta di diversa
pesatura della quota capitarla. Formando degli scaglioni di 150 e 200 assistiti
e pesando di più i primi scaglioni e meno gli ultimi.
Si ottiene così una facilitazione dei medici che iniziano l’attività e devono
sostenere tutte le spese di studio senza nessuna perdita per chi è massimalista
e senza aggravi di spesa.
Sarà poi necessario che le percentuali di aumento siano maggiori per i medici di guardia medica e di emergenza, altrimenti la forbice si allarga di più in assoluto. Infine riteniamo assolutamente necessario che venga applicato il dpr 532 del 26/11/99 per le attività usuranti e per le attività notturne con particolare attenzione alla definizione di specifiche garanzie di sicurezza del lavoro in particolare in guardia medica
Questi sono alcuni dei nodi cruciali del rinnovo, destinati a definire il profilo del nuovo medico di medicina generale e dell’assistenza territoriale. La tutela della salute dei cittadini dipende molto da come sapremo definire questi profili.
Roma, 19 ottobre 2004
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Per il contratto chiediamo aumenti
certi,
l’equiparazione ai dirigenti pubblici, la valorizzazione della esclusività
La proposta dell’Aran - presentata questa mattina nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici – di legare una parte rilevante (circa il 40%) degli aumenti alla parte variabile della retribuzione è inaccettabile.
Rivendichiamo la certezza per i medici di ricevere gli aumenti dovuti per il primo biennio economico, già scaduto il 31 dicembre 2002, senza doverli legare a variabili locali.
Chiediamo di arrivare alla equiparazione economica del tabellare con gli altri dirigenti pubblici, fermo restando l’obbiettivo di valorizzare l’indennità di esclusività con le risorse che si renderanno disponibili per il passaggio di medici in extramoenia e l’aggiunta dell’aggettivo di “temporanea”, trattandosi, alla luce della nuova legge sulla reversibilità, non più di una scelta irreversibile.
Roma, 14 ottobre 2004
Comunicato stampa
Procede a ritmi serrati la trattativa con la Sisac per il rinnovo della convenzione di Medicina Generale ormai scaduta da quattro anni.
Negli ultimi due giorni si è lavorato ad oltranza per affrontare tutti i problemi sul tappeto.
Il confronto è stato molto utile e proficuo. La parte pubblica ha dimostrato sensibilità e capacità di ascolto.
Nella sostanza si sono definiti in dettaglio i principi che dovranno fungere da guida per la successiva stesura dell’articolato.
A fronte di molti punti di convergenza tra parte pubblica ed OOSS, si sono registrate alcune diversità di vedute che necessiteranno futuri approfondimenti.
Fra i punti irrisolti c’è il nodo economico. La Sisac ha riproposto la precedente offerta, mentre le OOSS hanno richiesto un ulteriore incremento del 2% alla luce anche del previsto aggravio previdenziale ENPAM. La parte pubblica si è riservata di rispondere dovendo porre il problema al Comitato di Settore.
Per quanto riguarda gli articoli da trasferire alla negoziazione regionale, la Sisac ha accolto pressoché interamente le richieste formulate unitariamente dai sindacati.
E’ stata accolta la richiesta di FP CGIL Medici di mantenere la differenziazione dei singoli settori appartenenti all’area della Medicina Generale.
Buona convergenza si è registrata su alcuni principi relativi alla Assistenza Primaria, quali: definire graduatorie ed accessi a livello nazionale, al fine di garantire l’unitarietà del sistema e, contestualmente, consentire graduatorie aziendali solo per incarichi a tempo determinato.
Sulla formazione permanente, la FPCGIL Medici ha richiesto con forza che sia garantita equamente a tutte le figure professionali nella misura del 100% dei crediti formativi annuali (ECM).
Sulla proposta sisac di rinviare la definizione dell’ottimale di AP a livello regionale, ferma è stata la opposizione della FPCGIL Medici che ha chiesto che l’ottimale venga definito a livello nazionale, rifiutando anche qualsivoglia proposta di innalzamento dello stesso.
Inoltre la FPCGIL Medici ha chiesto di non introdurre ulteriori deroghe al massimale rispetto a quelle attualmente presenti.
Non crediamo si possano prendere decisioni che neghino per anni la possibilità di accesso all’area a tanti medici precari.
Una discussione approfondita si è fatta, e con qualche timido ma promettente risultato, sulle forme associative e sulle fantomatiche UTAP. Ma ancora resta molto da definire.
Ad ogni modo è stata accolta la richiesta della FPCGIL Medici di prevedere, a livello nazionale, l’adesione volontaria dei medici alle UTAP o ad altre forme associative.
Inoltre, abbiamo sottolineato l’esigenza di salvaguardare la professionalità dei medici di Continuità Assistenziale senza scivolare verso forme di subordinazione o peggio di dissoluzione del servizio all’interno delle UTAP.
Su tutte queste questioni ancora aperte molte risposte verranno dalla Sisac che riformulerà gli articoli sulla scorta di quanto emerso dalla trattativa.
Infine, vanno nella direzione giusta le proposte avanzate dalla Sisac relativamente ai settori della Medicina dei Servizi e dell’Emergenza Sanitaria che accolgono buona parte delle nostre richieste.
Al termine dell’incontro odierno, il Presidente della Sisac Luigi Covolo ha annunciato la convocazione per mercoledì prossimo del Comitato di Settore da cui dovranno arrivare risposte certe su compatibilità e disponibilità normative ed economiche.
L’incontro si è chiuso in un clima positivo di proficua collaborazione nella convinzione che il dibattito, sviluppatosi a volte in modo serrato, sia una buona premessa per un rapido e soddisfacente rinnovo convenzionale, sempre che si sciolgano i nodi politici di fondo.
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Aggiornamento sulla trattativa del 30-9-2004
La Sisac, dopo aver distribuito ai rappresentanti delle OOSS la nuova revisione della parte seconda della loro proposta, ha ricapitolato l’offerta di parte pubblica riguardo la parte economica del futuro contratto, sostanziando le risorse come segue:
· 254 milioni di euro come quota di recupero inflattivo una tantum per il triennio 2001-2003
· 254 milioni di euro per il 2004
· 78 milioni euro come quota montante sul 2004 dal 1 gennaio 2005 (inflazione programmata per il 2004 1,7%)
· 70 milioni euro come montante sul 2005 dal 1 gennaio 2006 (inflazione programmata per il 2005 1,5%)
per un totale complessivo di 648 milioni di euro. Tutte le rappresentanze sindacali hanno manifestato perplessità riguardo alla scarsità delle risorse destinate al rinnovo dell’accordo, sia in considerazione dei nuovi compiti che potrebbero gravare sui medici che richiederebbero congrui investimenti strutturali, sia tenendo conto della necessità contingente di aumentare la percentuale di ritenute previdenziali a favore dell’ENPAM. La parte pubblica, sentito il Comitato di Settore, si è riservata di valutare le compatibilità economiche derivanti dal disposto della nuova finanziaria, ricercando ove possibile le fonti da destinare all’incentivazione dei nuovi istituti.
La SISAC ha chiarito poi che in futuro il rinnovo degli accordi sarà diversificato in una parte normativa che avrà un più lungo periodo applicativo (almeno quattro anni) e una parte economica da rinnovare ogni due anni.
Si è poi passato all’esame dettagliato della proposta, dettagliando quanto debba passare alla trattativa regionale; a tal riguardo, la SISAC ha recepito numerose proposte avanzate dalla FPCGIL Medici e dalle altre OOSS a garanzia della unitarietà del sistema sanitario.
Riguardo l’art. 1 (campo di applicazione) è stata accolta la proposta di FPCGIL Medici d differenziare i settori della Medicina Generale (Assistenza Primaria, Continuità Assistenziale, Medicina dei Servizi ed Emergenza Territoriale).
In merito alla formazione delle graduatorie per l’accesso, la Sisac si è riservata una riflessione sulla richiesta FPCGIL Medici di mantenere attiva la graduatoria regionale per il conferimento degli incarichi a tempo indeterminato e graduatorie aziendali per il conferimento degli incarichi provvisori. E’ rimasta tuttora sospesa la proposta di contemplare una graduatoria unica per tutti i settori o una graduatoria indipendente per l’Emergenza Territoriale.
Nei confronti della sospensione parziale del rapporto convenzionale (per allattamento, adozione di minore, assistenza a minori non autosufficienti, assistenti a familiari invalidi) si è deciso di procedere a riscrittura della norma armonizzandola con altre normative già operanti in altri contratti.
Per quanto attiene l’art. 8 (Formazione continua), la FPCGIL Medici ha richiesto che le Aziende e le Regioni garantiscano la possibilità di conseguire il 100% dei crediti a tutte le figure professionali dell’area, fatta salva la facoltà e non l’obbligo del singolo medico di provvedere a proprie spese al conseguimento di una percentuale massima del 30% dei crediti previsti.
Sul tema della rappresentatività sindacale, si è registrata l’assoluta sintonia di tutte le sigle sindacali nel pretendere che i firmatari del nuovo accordo nazionale e chi è dotato di rappresentatività a livello nazionale possa partecipare sia ai comitati che alle trattative regionali con le OOSS rappresentative a quel livello. La Sisac si è riservata di rispondere nel merito.
Sul problema del rapporto ottimale, la FPCGIL Medici ha chiesto che tale rapporto sia mantenuto nell’ambito della trattativa nazionale senza nessun aumento dello stesso, come richiesto da altre OOSS. La FPCGIL Medici ritiene che l’innalzamento del rapporto ottimale provocherebbe un’inaccettabile chiusura dell’accesso all’area per anni con evidente grave danno per tutti i medici che attualmente si trovano in graduatoria. Anche su questo si è in attesa di una pronuncia definitiva della Sisac.
In merito all’orario d’apertura degli studi dei medici di assistenza primaria, la lunga discussione ha portato al superamento dell’”orario congruo”, fissando un minimo di 5 ore per 500 assistiti, 10 ore per 1000 assistiti, 15 ore per 1500 assistiti.
Riguardo ai massimali di scelta, alcune sigle hanno avanzato proposte di varie tipologie di delega; contro tale logica la FPCGIL Medici ha richiesto di impedire qualunque deroga al massimale. La Sisac ha rimandato la risposta definitiva.
Approfondita e ampia discussione si è svolta sull’art. 31 relativo ai compiti del medico di Medicina Generale, ottenendo che nel preambolo siano chiaramente distinti compiti e funzioni a carico di tutti i medici dell’area rispetto a quelli specifici di ogni figura professionale. Il testo di tale articolo sarà rivisto dalla Sisac in base a quanto emerso dalla discussione che ha toccato tutti i punti di questo fondamentale pilastro della convenzione. Si è ottenuto anche l’inserimento di un richiamo più dettagliato alle forme associative già operanti ex 270/00 (medicina di associazione, medicina in rete, medicina di gruppo), sottolineando che mentre la partecipazione a sperimentazioni di equipes territoriali è da intendere come obbligatoria nei territori dove queste sono state attivate, mentre l’adesione alle UTAP è sicuramente da intendere come volontaria.
Grande discussione, sospesa su questo argomento alle 4 del mattino, si è svolta attorno al problema della Continuità Assistenziale riguardo al suo rapporto con le nuove forme associative (vedi UTAP) che dovrebbero contemplare un coinvolgimento dei medici di CA senza che però sia emerso un preciso orientamento normativo. Su questo argomento, la FPCGIL Medici ha sostenuto con energia che la nascita di queste nuove forme associative non può ipotizzare la scomparsa della figura della CA e la sua dissoluzione nell’interno del gruppo con un rapporto di parasubordinazione o di sfruttamento da parte del medico di AP nei riguardi del collega di CA. A tal fine l’articolato definitivo dovrà essere formulato in maniera tale da garantire quanto previsto dal 270/00.
La FPCGIL Medici si è poi opposta alla proposta di definire su base nazionale un numero ottimale di medici di CA (1 a 5000) in quanto tale proposta non tiene conto della enorme disomogeneità geografica del territorio nazionale fatto da realtà rurali, montane o da piccoli centri abitati; si è quindi richiesto che la definizione del fabbisogno di incarichi avvenga eventualmente a livello regionale.
Sul problema dei massimali di CA, la FPCGIL Medici ha proposto di utilizzare le 4 ore di plus orario per attività da svolgersi esclusivamente in ambito territoriale e distrettuale, così come di estendere l’orario fino alle 38 ore da destinare in attività sul territorio. Entrambe le proposte sono state sostanzialmente accolte dalla Sisac.
Questa mattina si è tenuto un
nuovo incontro nell’ambito della trattativa per il rinnovo della convenzione. Si
è registrato un accordo generale sull’impostazione di fondo e sui principi che
devono ispirare la nuova organizzazione della medicina generale anche alla luce
della nuova realtà federativa definita dalle modifiche al Titolo V della
costituzione.
Durante l’incontro odierno, presso la sede della Sisac, si è deciso di riunire
le parti sindacali attorno ad un tavolo tecnico per consentire la stesura di una
bozza di articolato, da proporre per le parti da rinviare alla definizione
regionale, in risposta a quello proposto ieri dalla parte pubblica.
Si è cominciato ad entrare nel merito di alcune delle questioni fondamentali che
caratterizzano il rinnovo convenzionale allo scopo di sciogliere i nodi politici
ed interpretativi sottesi a temi quali le incompatibilità, la libera
professione, i compiti e le funzioni dei medici di assistenza primaria, il
rapporto ottimale e le problematiche legate all’associazionismo ed alle nuove
forme sperimentali di organizzazione dell’assistenza primaria nel territorio.
Si è evidenziata una sostanziale concordanza fra i sindacati sui temi citati e
una buona disponibilità della Sisac a rivedere concordemente l’articolato sulla
base dei rilievi posti.
Più in particolare, riguardo alla libera professione, la parte pubblica si è
dichiarata disponibile a consentire la libera professione “occasionale”, fatta
salva la puntuale applicazione degli accordi pattuiti in merito a compiti,
modalità organizzative dell’attività ambulatoriale, ecc.
In merito a compiti e funzioni ex art. 31, si sono sottolineate alcune forzature
dell’articolato di parte pubblica quali:
• l’estensione obbligatoria della tenuta di una scheda sanitaria su supporto
informatico che al momento pare poco praticabile per diversi motivi sia
economici che tecnologici e anche di natura formativa, soprattutto nei riguardi
dei medici prossimi al pensionamento;
• l’affermazione dell’obbligo da parte dei mmg di garantire l’assistenza h24 7
giorni su 7, senza indicare le figure professionali implicate in questo
processo, le rispettive attribuzioni, mansioni, i reciproci rapporti
professionali. Da parte della FPCGIL Medici si è sottolineata la necessità di
pattuire in dettaglio già nell’art. 1 dell’accordo la tipologia delle figure
impegnate ad applicare il nuovo accordo (medici di assistenza primaria,
continuità assistenziale, emergenza territoriale), i rispettivi ambiti
professionali, compiti, funzioni e garanzie.
• il tentativo di portare tout court nell’ambito dei compiti compensati a quota
fissa, attività oggi ricomprese in quelli a quota variabile, come l’assistenza a
soggetti in fin di vita o da assistere domiciliarmente, le vaccinazioni come l’anti-influenzale,
alcune certificazioni come quella per attività sportiva non agonistica nei
soggetti fino ai 18 anni. Il riposizionamento di tali compiti porterebbe ad una
notevole modifica dell’attuale composizione della retribuzione.
Si è poi esaminato il problema del rapporto ottimale, rispetto al quale i
sindacati hanno avanzato diverse proposte:
modifica del rapporto ottimale per l’assistenza primaria, portando il rapporto
a 1 a 1300, stanti le modifiche demografiche che si stanno verificando nella
popolazione italiana
considerazione del problema dell’accesso alla convenzione, attraverso una
politica di revisione delle attribuzioni degli incarichi per la continuità
assistenziale con rinvio alla trattativa regionale per il conferimento degli
incarichi.
Ultimo argomento trattato è stato
quello legato alla medicina associativa, su cui tutti i sindacati hanno
sottolineato la necessità che a livello nazionale sia confermata la validità
delle attuali forme di associazione (medicina in associazione, medicina di
gruppo e medicina in rete), riconoscendo a tali esperienze un sicuro valore per
i professionisti e un vantaggio per i cittadini, mentre altre eventuali forme
sperimentali e volontarie siano definite, organizzate e normate a livello
regionale. Su tale punto la parte pubblica si è dichiarata disponibile al
riesame della bozza proposta.
Al termine della riunione si sono fissati due nuovi incontri per il 29 e 30
settembre; in tale occasione la Sisac si è impegnata a produrre un testo
corretto che recepisca quanto oggi proposto, mentre i sindacati elaboreranno
comunemente un articolato che dovrà semplificare l’esame degli altri punti della
convenzione futura.
24/9/2004
RINNOVO ACN MEDICINA GENERALE: Comunicato stampa FP CGIL MEDICI
Ancora da migliorare la nuova
proposta formulata dalla parte pubblica per il rinnovo dell’ACN della Medicina
Generale scaduto ormai da quattro anni.
Il confronto fra le parti si svolge in un clima pesantemente caratterizzato
dall’estrema ristrettezza delle risorse messe a disposizione dal Governo.
Nonostante tutto, ci sono le condizioni per andare avanti nella trattativa anche
se c’è ancora molta strada da fare e i problemi irrisolti rimangono molteplici.
La giornata di domani sarà dedicata alla dettagliata disamina delle proposte per
cercare una base concreta per procedere verso il rinnovamento dell’accordo.
Le modifiche accolte dalla parte
pubblica dimostrano buona volontà, ma risultano ancora insufficienti.
I principi contenuti nella prima parte della proposta della SISAC sono
condivisibili, ma non trovano poi sufficiente riscontro nella parte applicativa,
anzi vi è un rimando generico agli stessi principi che si dovrebbero invece
concretizzare.
In particolare:
• non vengono dettagliati in maniera corretta i principi nazionali per le
modalità e i contenuti da rinviare alla trattativa regionale
• mancano i criteri e riferimenti nazionali a garanzia dell’applicazione dei LEA
della medicina generale e delle garanzie su funzioni e compiti a tutela di ogni
figura professionale
• non si specificano regole certe per l’accesso e per la formazione delle
graduatorie, a garanzia del rapporto di lavoro nazionale.
• Non emerge appieno il profilo nazionale della convenzione
Molte incertezze si riscontrano sulla Continuità Assistenziale. Per questi medici dovrà essere garantito il livello nazionale del contratto di lavoro, non si accetterà una riduzione dell’organico, una precarietà dell’incarico e dei meccanismo di accesso, nonché la vaghezza dei compiti che risulterebbero dispersi nell’ambito di formule organizzative del tutto indefinite variamente denominate.
Per i settori della Medicina dei Servizi e della Emergenza Sanitaria si delinea una parziale apertura nella direzione da noi più volte auspicata, ma saranno da definire meglio i compiti, le funzioni e le garanzie professionali e di carriera.
Roma 22.09.2004
Trattativa medici:
l’esclusività deve essere valorizzata,
no a guardie e a prestazioni aggiuntive fuori orario
Nell’odierno incontro per il rinnovo del contratto della dirigenza medica presso l’Aran abbiamo rinnovato la richiesta di valorizzare l’esclusività sia dal punto di vista economico che normativo.
Infatti se l’indennità di esclusività non sarà incrementata economicamente, mentre aumentano le altre voci della retribuzione che valgono anche per chi va in extramoenia, nei fatti verrebbe paradossalmente penalizzato dal rinnovo contrattuale chi sceglie l’esclusività.
Sarebbe inoltre doveroso che le risorse destinate all’esclusività fossero ricompresse nell’ambito del monte salari, garantendo nel futuro un suo incremento.
Abbiamo con chiarezza chiesto che l’orario di lavoro delle 38 ore sia confermato nella sua attuale articolazione (34+4) ed abbiamo ribadito la nostra contrarietà a prestazioni e guardie aggiuntive al di fuori dell’orario, comunque vengano remunerate.
Infatti se si cade nella “trappola” di scambiare orario aggiuntivo con prestazioni e guardie aggiuntive, le risorse economiche, al di là della formulazione concordata, nei fatti verrebbero sottratte ai fondi contrattuali. Il risultato sarebbe che l’orario di lavoro aumenterebbe a discapito sia della qualità del lavoro che dell’assistenza, e senza alcun effettivo corrispettivo.
Nel caso remoto in cui risorse extracontrattuali fossero disponibili, riteniamo che invece di utilizzarle per la libera professione aziendale e per pagare le guardie extra orario, dovrebbero essere utilizzate per nuove assunzioni. In questo modo si potrà garantire una migliore qualità del lavoro medico e dell’assistenza per i cittadini, dando contemporaneamente una risposta al problema della disoccupazione medica.
Roma, 20 settembre 2004
ARAN: TERZO INCONTRO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI MEDICI E VETERINARI
Si è tenuto questa mattina all’ARAN il terzo incontro della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici e veterinari dipendenti del SSN.
Particolarmente importanti gli argomenti trattati: esclusività di rapporto, orario di lavoro, mobilità, intorno ai quali si è sviluppato un articolato confronto.
Riguardo all’esclusività di rapporto si è evidenziato un accordo di massima da parte delle sigle sindacali, pur con qualche distinguo, per una impostazione contrattuale che tenda a promuovere sul piano economico la scelta dei dirigenti che optano per il regime di esclusività
Il costo degli eventuali incentivi economici, oltre a gravare sull’incremento economico già disponibile potrebbe essere coperto anche attraverso un riutilizzo delle indennità di esclusività dei dirigenti che optano invece per l’extramoenia; quest’ultima soluzione non sembra abbia trovato l’accordo della delegazione di parte pubblica, che ha manifestato scetticismo riguardo alla sua possibilità di concreta realizzazione.
Altro momento di confronto è stato quello relativo all’orario di lavoro e alle prestazioni aggiuntive eccedenti l’orario.
Mentre riguardo al mantenimento dell’attuale impostazione dell’orario articolato su 34+4 ore tutte le sigle sono risultate d’accordo, le posizioni sono apparse maggiormente diversificate riguardo alle prestazioni aggiuntive. In merito la FP CGIL Medici ha sostenuto una impostazione tendente a limitare quanto più possibile il ricorso alle prestazioni aggiuntive, la cui copertura, se non eccezionale, deve essere risolta dall’azienda non mediante aumenti del carico di lavoro dei dipendenti (variamente o per nulla retribuiti) o esternalizzazioni, ma attraverso i necessari incrementi della pianta organica.
Infine riguardo alla mobilità, l’ARAN ha preannunciato una modifica del testo vigente, in attuazione di quanto previsto nell’atto di indirizzo, in base al quale i nuovi assunti e coloro che seguono a spese dell’azienda corsi di aggiornamento siano poi esclusi per due anni dalla mobilità volontaria.
Il prossimo incontro è previsto per il 7 ottobre. Si parlerà di valutazione degli incarichi, recesso, Comitato dei Garanti, ECM, assicurazione professionale.
Roma, li 21/09/04
Comunicato stampa
FpCGIL Medici di
Nicola Preiti Coordinatore nazionale Medicina Generale FPCGIL Medici
Maurizio Marchionne Responsabile Nazionale Assistenza Primaria FPCGIL Medici
Si è svolto in data odierna il primo dei quattro incontri concordati tra SISA e OOSS per iniziare ad affrontare i nodi dell’articolato del nuovo accordo che dovrà rinnovare la convenzione nazionale per la Medicina Generale.
I rappresentanti sindacali di FIMMG, SNAMI e FPCGIL Medici, avendo già provveduto all’invio alla parte pubblica delle proprie bozze di articolato, hanno ampiamente esposto nel corso del dibattito le proprie posizioni e le proprie proposte di massima riguardanti il futuro della Medicina Generale.
Si sono registrati diversi punti di contatto fra le varie proposte, soprattutto circa la necessità di stabilire la “cornice” legislativa che individui la natura del rapporto giuridico che riguarda la figura dei sanitari impegnati nella medicina generale.
Da più parti si è sottolineata l’esigenza di stabilire un protocollo d’intesa che consenta di normare i principi politici di base del nuovo accordo, consentendo un successivo riesame particolareggiato dell’articolato del DPR 270/2000 che tutti ritengono essere una base condivisa e tuttora valida su cui procedere alle innovazioni derivanti dalle mutate condizioni politiche e legislative.
La FPCGIL Medici ha illustrato la propria proposta, sottolineando che l’interesse primario è quello di riaffermare il principio dell’unitarietà del SSN. E’ stata posta la necessità di valorizzare il distretto come punto centrale e pubblico dell’erogazione dell’assistenza sanitaria di base nel cui ambito devono essere strutturate tutte le attività sul territorio, da quelle dell’assistenza primaria, alla continuità assistenziale, all’emergenza territoriale e della medicina dei servizi, sottolineando fra l’altro come pregiudiziali la necessità di garantire un moderno sistema di acquisizione di crediti formativi per tutte le figure sanitarie dell’area e di tutelare lo sviluppo professionale in particolare dei medici della Continuità Assistenziale e del 118.
A fronte dei punti di convergenza, sono comunque emersi differenti orientamenti di fondo sul metodo da seguire nel prosieguo delle trattative, tenuto conto di questa situazione l’assessore Covolo ha proposto di rinviare i lavori a mercoledì 22 settembre, consentendo alla parte pubblica di esaminare nel dettaglio le varie proposte, formulandone una nuova che tenga conto di quanto presentato dalle OO.SS.
Trattativa medici:
i contratti atipici devono essere
regolamentati, la contrattazione nazionale non si tocca, le relazioni sindacali
aziendali devono essere garantite
Nell’odierno incontro per il rinnovo del contratto della dirigenza medica presso l’Aran abbiamo chiesto una regolamentazione del lavoro atipico, ed in particolare dei contratti libero professionali, che vedono sempre di più coinvolti i medici.
Abbiamo ribadito che il contratto nazionale non si tocca, considerata la deriva del processo di devolution in sanità, e che le relazioni aziendali devono essere garantite, considerato che in diverse Asl ancora devono essere stipulati i contratti integrativi.
Il livello regionale deve svolgere una funzione di coordinamento per la contrattazione aziendale,
e non deve rappresentare un decentramento del contratto nazionale.
Roma, 15 settembre 2004
Rinnovo del CCNL dirigenti Medici e Veterinari: secondo incontro all’ARAN
Si è svolto questa mattina all’ARAN il secondo incontro della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro dell’area della dirigenza medica e veterinaria.
Seguendo il programma di lavoro definito nella scorsa riunione si è proceduto oggi all’esame delle problematiche connesse ai primi dodici articoli del vecchio contratto, per registrare le posizioni ed eventuali richieste di emendamenti delle OOSS in merito agli istituti contrattuali definiti nelle medesime.
I principali argomenti di discussione sono stati i seguenti:
Tutte le OO.SS. hanno posto il problema dell’esigenza di inserire nel campo di applicazione anche il personale di IRCCS, Aziende miste SSN Università e contratti atipici, considerate le problematiche che queste tipologie lavorative hanno sul territorio, E’ stata evidenziata la necessità di predisporre nel contratto, quanto meno, strumenti efficaci che consentano alle rappresentanze sindacali di intervenire validamente su queste particolari realtà lavorative, che, specie nel caso del lavoro atipico, coinvolgono oramai un elevatissimo numero di medici veterinari .
Di massima tutte le sigle, pur con diverse sfumature, sono d’accordo nella difesa del doppio livello negoziale, opponendosi in modo deciso al rinvio di materie negoziali dal livello nazionale a quello regionale previsto dall’atto di indirizzo.
E’ stato invece auspicato un maggiore ruolo regionale nelle attività di coordinamento e di indirizzo della contrattazione integrativa aziendale pur nel pieno rispetto delle prerogative di autonomia aziendale stessa.
In proposito la FP CGIL Medici ha individuato quale testo di riferimento quello dell’art. 7 del CCNL del comparto sanità 2002-2005
A tale proposito, inoltre , le OO.SS hanno richiesto di inserire nel contratto strumenti che consentano ai sindacati maggiore coinvolgimento e partecipazione al livello regionale, dal quale oggi sono del tutto esclusi.
Alcune delegazioni sindacali hanno richiesto di
procedere ad una modifica del sistema delle relazioni sindacali, in particolare
allargando il numero delle materie oggetto di concertazione ed eliminando o
modificando in modo sostanziale l’istituto dell’informazione rivelatosi del
tutto inefficace. Riguardo a quest’ultimo è stato in particolare richiesto che
qualora ritenuto insostituibile, divenga almeno obbligatorio e preventivo per un
numero molto maggiore di casi, per consentire maggiore trasparenza.
I prossimo incontri sono previsti per martedì 21/09 e per giovedì 7/10 : il 21 si parlerà di orario di lavoro.
Roma, 15 settembre 2004
Si sono svolti ieri, 21 luglio, all’ARAN, i primi incontro delle nuove tornate contrattuali per il rinnovo dei CCNL della dirigenza medica e veterinaria e di quella STPA.
Dopo il saluto del Presidente dell’ARAN Avv. Fantoni, la dr.ssa Dragonetti capo delegazione ARAN, ha proceduto ad una dettagliata illustrazione dell’atto di indirizzo.
Successivamente hanno preso la parola le delegazioni sindacali.
La FP CGIL Medici e la FP GCIL hanno manifestato il proprio apprezzamento per l’inizio della contrattazione, esprimendo al contempo forti perplessità in merito ad alcuni contenuti dell’atto di indirizzo. Sul tavolo dei medici è stato inoltre richiesto di procedere ad una notifica alle delegazioni delle OO.SS. delle percentuali di rappresentanza attuali, essendo ad oggi ufficializzate soltanto alla loro consistenza nel 2000. In merito il Presidente Fantoni si è impegnato per una rapida soluzione del problema.
E’ stato infine concordato il metodo di lavoro ed è stata definita la data del prossimo incontro che sarà l’8 settembre per tutti e due i tavoli.
Il Segretario Nazionale FP CGIL
Medici Per la Segreteria FP CGIL Nazionale
Massimo
Cozza Rossana Dettori
FIRMATI GLI ATTI DI INDIRIZZO DELLA DIRIGENZA MEDICA, VETERINARIA E STPA.
Mercoledì 21 luglio il primo incontro all'Aran
Il 16 luglio scorso il Consiglio dei Ministri ha finalmente firmato gli atti di indirizzo relativi ai rinnovi dei contratti della dirigenza medica e veterinaria, di quella sanitaria, tecnica professionale ed ammnistrativa e dei medici convenzionati del SSN
La firma dell’atto è stata accompagnata da due raccomandazioni: la prima è che gli aumenti concessi non vadano a determinare ricedute economiche superiori al previsto (5,66%); la seconda ribadisce invece il fatto che i livelli di contrattazione rimangono due, nazionale ed aziendale, pur nel rispetto del mutato assetto istituzionale conseguente al federalismo.
Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri si apre finalmente la fase della contrattazione che porterà, in tempi che ci si augura siano brevi, alla stesura ed approvazione dei nuovi contratti.
L’ARAN sembra aver accolto questa esigenza ed ha convocato le OO.SS della dirigenza medica, veterinaria e STPA per il prossimo 21 luglio.
Roma, 19 luglio 2004
VERTENZA SALUTE: Confermati gli scioperi del 3 e 4 giugno della dirigenza medica, veterinaria ed SPTA e dei medici convenzionati del SSN
I dirigenti medici, veterinari, SPTA del SSN ed i medici convenzionati sciopereranno rispettivamente il 3 ed il 4 giugno come preannunciato. E’ fallito anche il tentativo del Ministro Sirchia di impedire, indicendo una tardiva quanto maldestra riunione con regioni e sindacati, gli scioperi indetti nell’ambito della vertenza salute a difesa del SSN e per l’apertura dei tavoli contrattuali.
La maggioranza delle sigle sindacali, FP-CGIL Medici e FP CGIL in testa, hanno infatti disertato l’incontro, come d’altronde le Regioni. Il risultato dell’iniziativa del Ministro è stato un colloquio tra Sirchia ed uno sparuto gruppo di sigle ( 8 su 42 aderenti all’intersindacale), dal quale è scaturito un verbalino che non impegna in nessun modo il Governo né il Ministro stesso alla soluzione della vertenza .
Davanti a questo nulla tutte le altre sigle dell’intersindacale hanno ribadito le proprie decisioni, confermando, pertanto, anche lo sciopero del 3 e 4 giugno.
In
concomitanza con lo sciopero del 3, inoltre, avrà luogo davanti al
Ministero dell’Economia, dalle 10.00 alle 14.00, un sit-in di protesta al
quale parteciperanno i dirigenti nazionali dei sindacati della dirigenza
del SSN.
Roma, 1 giugno 2004
MEDICI E DIRIGENZA DEL SSN SCIOPERANO IL 3 ED IL 4 GIUGNO
Il perdurante ed ostinato silenzio dell’esecutivo continua ad essere l’unica risposata alle grandi manifestazioni che la dirigenza del SSN ed i lavoratori del pubblico impiego hanno messo in atto il 24 aprile ed il 21 maggio.
L’unica risposta giunta fino ad oggi è stata l’approvazione del D.L. n. 81 che, introducendo la reversibilità dell’esclusività di rapporto ha inferto un ulteriore grave colpo alla funzionalità del SSN, già pesantemente sotto attacco da parte dell’esecutivo e minacciato nella sua sopravvivenza.
S’impone quindi la necessità di proseguire le iniziative della vertenza salute con ulteriori mobilitazioni.
E’ stato pertanto indetto un nuovo sciopero di 24 ore (dalle 00.01 alle 24.00) che avrà luogo il 03/06/04 per medici, veterinari e dirigenti del SSN, mentre un analogo sciopero sarà attuato il giorno successivo, 4 giugno, da parte dei medici convenzionati.
In occasione dello sciopero potranno essere attivate su base locale iniziative di informazione e sensibilizzazione in merito alle motivazioni ed agli obiettivi della vertenza salute.
SCIOPERO E MANIFESTAZIONE DEL 21 MAGGIO...............
PARTECIPIAMO!
Care compagne e compagni,
la scadenza del 21 maggio rappresenta un ulteriore importantissimo momento nel dipanarsi della lunghissima vertenza che sta contrapponendo da tempi oramai inaccettabili i dirigenti del pubblico impiego ed il Governo.
A nulla sembrano essere servite le mobilitazioni realizzate fino ad oggi in tutti i settori della dirigenza pubblica, ivi comprese quelle dei dirigenti della sanità, che hanno trovato il loro acme nella straordinaria manifestazione del 24 aprile a Roma.
Perdura infatti il silenzio del Governo riguardo alla nostre richieste, mentre si moltiplicano i segnali sempre più allarmanti dell’esecutivo dai quali traspare con grande evidenza l’intenzione di barattare il diritto dei lavoratori ad ottenere il loro contratto con la necessità di coprire il disavanzo economico provocato da una riduzione del carico fiscale di sapore tutto elettorale.
Al tempo stesso, giustificata con esigenze di bilancio, prosegue la politica di lenta asfissia del settore pubblico, che porta ad una riduzione dell’efficienza dei servizi resi al cittadino e quindi dei suoi diritti. Lo sappiamo molto bene noi che operiamo
nel settore della Sanità, nel quale l’attacco al SSN si sta manifestando in modo continuo e devastante sia attraverso la riduzione delle risorse che mediante il rifiuto al rinnovo dei contratti.
Lo sciopero del 21 maggio riguarda quindi a maggior ragione anche la dirigenza medica, veterinaria ed STPA del SSN ancora in attesa dell’apertura del tavolo contrattuale per il primo biennio economico, ed è necessario garantire la massima partecipazione per mantenere alto il livello di pressione sul Governo fino al raggiungimento degli obiettivi della vertenza.
Roma, 12 maggio 2004
Roberto
Polillo, Segretario Nazionale della Funzione Pubblica Cgil Medici, è
stato chiamato ad assumere nell’ambito del dipartimento del Welfare
della Cgil l’incarico confederale di Responsabile delle politiche per la
salute.
Si
è pertanto dimesso dalla segreteria nazionale della Funzione Pubblica
Cgil Medici, dopo oltre tre anni di direzione dei medici della Cgil, che
hanno portato ad un importante riconoscimento della categoria sia in
termini di iscritti (oltre 5.000 con oltre il 7% di rappresentatività)
che di risultati contrattuali, che hanno visto in particolare l’accordo
sulla esclusività con oltre un milione di lire al mese per i medici e la
definitiva equiparazione degli ex
assistenti.
La
F.P. Cgil Medici ha avviato un percorso di riorganizzazione della sua
presenza in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere, e tra i medici di
famiglia, che vedrà nei prossimi mesi il rinnovo degli organismi
regionali e nazionali, e la nomina del nuovo segretario nazionale della
F.P. Cgil Medici da parte del prossimo Consiglio Nazionale, alla presenza
del Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani.
Roma,
28 febbraio 2003
07 ottobre 2002
Relazione di
Roberto Polillo - Convegno SPI-Cgil "La Sanità sotto il segno
della controriforma"
26 giugno 2002
I Livelli essenziali
di assistenza in sanità: analisi e considerazioni critiche -
documento di Roberto Polillo - Segretario Nazionale Fp Cgil Medici
- (documento in Word formato
ZIP)
26 aprile 2002
Importante
documento redatto da Pierandrea Salvo, nostro responsabile regionale Fp
Cgil del Veneto.
La decisione assunta dal TAR del Veneto
che si allega e' un importante vittoria per la nostra O.S. che va ben
oltre l'ambito territoriale in cui e' stata pronunciata, confermando con
la massima chiarezza il ruolo che la concertazione riveste e
l'esigibilità di quanto pattuito in sede istituzionale.
18 marzo 2002
Il
rapporto di lavoro della dirigenza medico veterinaria: il Contratto
Collettivo nazionale, le competenze di riserva dello Stato ed il ruolo
delle regioni
15 marzo 2002 I
contratti a tempo determinato per la dirigenza medico veterinaria: i
riferimenti legislativi e le norme contrattuali attualmente vigenti di
Roberto Polillo, Segretario nazionale Fp Cgil Medici
08 gennaio 2002
La
rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali
della Dirigenza Medico Veterinaria sulla base dei dati al
31/12/2000
02 gennaio 2002
Accordo
quadro per la tutela assicurativa dei dirigenti del SSN
"LINEE GUIDA
PER LA PREDISPOSIZIONE DELL'ATTO AZIENDALE" E SU
"LINEE GUIDA
PER L'ORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE"
ACCOLTO IL RICORSO DEI SINDACATI MEDICI
Il
rapporto di lavoro della dirigenza medico veterinaria: il Contratto
Collettivo nazionale, le
competenze di riserva dello Stato ed il ruolo
delle regioni
(18.3.2002)
Le
proposte del ministro della Salute G. Sirchia di modifica dello stato
giuridico della dirigenza medico veterinaria e sanitaria del SSN, il
conflitto insorto con le OOSS
aderenti alla Intersindacale e per ultimo, ma non per importanza, con
parte delle regioni, sollevano problemi assai complessi
circa gli ambiti di competenza dello stato, delle regioni
e della negoziazione tra le parti. Tali ambiti, per noi
abbastanza ben definiti come cercheremo di dimostrare, meritano una
loro esatta individuazione anche alla luce della legge Costituzionale n°
3 di modifica del capo V della Costituzione e dei recenti ed importanti
impegni in materia assunti dal governo nel protocollo d’intesa
sul pubblico impiego siglato il 4 febbraio tra il ministro Frattini e le
confederazioni; la
definizione quanto più condivisa dei
rispettivi livelli di competenza e responsabilità è infatti
propedeutica ad una corretta conduzione del tavolo di
trattativa a tre ( governo, regioni e OOSS della dirigenza)
istituito nell’incontro del giorno 13 febbraio
tra le stesse OOSS della dirigenza
e la conferenza dei presidenti
delle regioni e delle
provincie autonome.
Nel
nostro intervento dunque, prima di entrare nel merito delle questioni e
definire la posizione della
FP CGIL Medici, si procederà
ad una ricognizione della legislazione vigente a partire dalla legge
421 del ’92, nell’auspicio che questo possa essere utile a fare
chiarezza e fugare perplessità.
·
La
Legge 23 ottobre
1992 n° 421 affida,
come ampiamente noto, al governo
la delega per la razionalizzazione e la revisione delle discipline
in materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e finanza
territoriale. I decreti legislativi da questa derivanti sono rappresentati
per quanto riguarda la
sanità dal D.Lgs. 502/517 e successive modificazioni ed integrazioni (D.Lgs
229/ 99; D.Lgs 168/2000; D.Lgs. 254/2000) e per quanto riguarda il
pubblico impiego dal D.Lgs 29/93 novellato in D.Lgs 165 del 30 marzo 2001.
L’articolo 2 della
stessa legge 421 recante il titolo di
“Pubblico Impiego”
autorizza il governo a prevedere tramite uno o più decreti tra le
diverse materie da disciplinare
quelle concernenti: il rapporto di lavoro, affinchè
“I rapporti di lavoro
e di impiego dei
dipendenti delle amministrazioni dello stato e degli altri enti di cui
agli art. 1 primo comma e 26 primo comma della legge n° 93 siano
ricondotti sotto la disciplina del diritto civile e siano regolati
mediante contratti individuali e collettivi”. ( lettera a) ;la
contrattazione affinchè vengano identificati i due livelli:
nazionale e decentrata ( lettera i). Il comma 1 lettera c
dello stesso articolo identifica
a sua volta le materie che devono essere regolate “con legge ovvero
sulla base della legge o nell’ambito dei principi dalla stessa posti,
con atti normativi o amministrativi”, riservandole quindi alla
esclusiva competenza dello stato; esse sono:
1.
le responsabilità giuridiche attinenti ai singoli
operatori nell’espletamento
di procedure amministrative;
2.
gli organi,
gli uffici, i modi di conferimento della titolarità dei medesimi;
3.
i principi
fondamentali di organizzazione degli uffici;
4.
i
procedimenti di selezione per l’accesso al lavoro e di avviamento al
lavoro;
5.
i ruoli e le
dotazioni organiche nonché la loro consistenza complessiva. Le dotazioni
complessive di
ciascuna qualifica sono definite previa informazione alle organizzazioni
sindacali interessate maggiormente rappresentative sul piano nazionale;
6.
la garanzia
della libertà di insegnamento e l’autonomia professionale nello
svolgimento dell’attività didattica, scientifica e di ricerca;
7.
la disciplina
delle responsabilità e delle incompatibilità tra l’impiego pubblico ed
altre attività e i
casi di divieto di
cumulo di impieghi e incarichi pubblici.
Sono
dunque queste le uniche
materie che, in
virtù della riserva di legge, sono sottratte, nel processo di
privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, alla
contrattazione tra le parti; tale norma trova ulteriore conferma nell’articolo
69 comma 1
dello stesso D.Lgs. 165/2001.
·
IL
Decreto legislativo 29/93 novellato come D.Lgs.
165 /2001 detta “Norme generali sull’ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche”. L’articolo 2 comma 2 definisce che
“i rapporti dei lavoro dei dipendenti delle P.A. sono disciplinati dalle
disposizioni del
capo 1,titolo II del libro V del codice civile e delle leggi
sui rapporto di lavoro
subordinato nell’impresa…Eventuali
disposizioni di legge, regolamento, statuto che introducono
discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità
sia limitata ai dipendenti delle P.A. o
a categorie di essi possono essere derogate dai successivi
accordi collettivi”. (Il contratto di lavoro diviene quindi fonte
giuridica primaria come tale capace di disapplicare dispositivi
legislativi riguardanti
il personale della specifica area contrattuale, a meno che non esista
espressa riserva di legge in senso contrario ). Lo stesso articolo
disciplina poi che “
i rapporti individuali di lavoro di cui al comma 2
sono regolati contrattualmente e che
“I contratti collettivi sono stipulati secondo i criteri e le
modalità previste
nel titolo III del presente decreto”. A tal proposito la Legge
delega 419/98 riconferma ulteriormente, se mai
ce ne fosse stato bisogno, tale disposizione, inserendo tra i
principi e i criteri delegati
quello di prevedere all’articolo 2 comma 1 lettera p che
“in attuazione dei decreti legislativi 3 febbraio 1993 n° 29 e
successive modificazioni e 31 marzo 80 l’estensione del regime di
diritto privato
del rapporto di lavoro della dirigenza sanitaria”. L’articolo
40 del D.Lgs. 165 definisce gli ambiti di contrattazione;
in base al comma 1 “La contrattazione collettiva si svolge
su tutte le materie relative al rapporto di lavoro ed alle
relazioni sindacali; la contrattazione collettiva disciplina in
particolare, in coerenza con il settore privato, la durata dei contratti
nazionale ed integrativi, la struttura contrattuale
e i rapporti tra i diversi livelli. La contrattazione integrativa
si svolge nelle materie e nei limiti
stabiliti dai contratti
collettivi nazionali,
tra i soggetti e
con le procedure
negoziali che questi ultimi prevedono; essa può avere ambito territoriale
e riguardare più amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni non
possono sottoscrivere in
sede decentrata contratti integrativi
in contrasto con
i vincoli risultanti
dai contratti
nazionali o che comportino
oneri non
previsti..”(comma 3). “Resta fermo per l’area
contrattuale della dirigenza del ruolo sanitario quanto previsto
dall’articolo 15 del decreto 502 e successive modifiche ed
integrazioni” ( comma 2). L’articolo 10
entra nel merito delle relazione alle Relazioni sindacali stabilendo che"
I CCNL
disciplinano i rapporti sindacali e gli istituti della partecipazione
anche con riferimento agli atti
interni di organizzazione
aventi riflessi sul rapporto di lavoro "
·
L’accordo
governo parti sociali 23 luglio 1993 prevede
nella II parte che
gli assetti contrattuali siano articolati in:
-
Contratto
collettivo nazionale di lavoro di durata quadriennale per la materia
normativa e biennale per la materia retributiva
-
Secondo
livello di contrattazione, aziendale o alternativamente territoriale
riguardante materie ed istituti diversi e non ripetitivi rispetto a quelli
retributivi propri dei CCNL. Le erogazioni del livello di contrattazione
aziendale sono strettamente correlate ai risultati conseguiti nella
realizzazione di programmi concordati tra le parti aventi come obiettivo
incrementi di produttività di qualità e altri elementi di competitività
di cui le aziende dispongono…; la contrattazione aziendale o
territoriale è prevista secondo le modalità e negli ambiti di
applicazione che saranno definiti nel contratto nazionale.
·
La
Legge costituzionale 18 ottobre 2001 N° 3 Modifiche al capo V della parte
seconda della Costituzione nell’articolo 3 sostituisce
l’articolo 117 della Costituzione . Nella nuova formulazione
“la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle
regioni nel rispetto della Costituzione nonché dai vincoli derivanti
dall’ ordinamento
comunitario e dagli obblighi internazionali. Sono affidate alla
legislazione esclusiva dello stato numerose materie tra cui, per quanto
concerne il nostro ambito : “Ordinamento ed organizzazione
amministrativa dello stato e degli enti pubblici nazionali” ”( lettera
g), intendendosi
con questo, sulla base della dottrina prevalente
le norme concernenti il rapporto di lavoro ed il sistema
contrattuale; queste restano
dunque disciplinate secondo l’impianto precedente
previsto dal D.Lgs. 165 e dall’accordo del 23 luglio 1993 .
Rientrano invece tra le
materie di legislazione concorrente tra Stato e regioni quelle
concernenti “tutela e
sicurezza del lavoro…tutela della salute, alimentazione”; il testo
dunque risulta privo di qualsiasi
riferimento circa l’ affidamento alle regioni di poteri di
normazione sul rapporto di lavoro; il dispositivo è rivolto invece ad
attribuire alle stesse piena titolarità nella gestione, organizzazione e
programmazione dei servizi e nelle strategie necessarie alla realizzazione
delle azioni di tutela loro affidate.
·
L’accordo
del giorno 8 agosto 2001 tra Governo , regioni e le Province autonome do
Trento e Bolzano reca
integrazioni e modifiche agli accordi sanciti il 3 agosto 2000 e il 22
marzo 2001. Nell’articolo 9 punto e le parti si impegnano
,anche attraverso un nuovo approccio alla problematica degli incrementi
contrattuali, a dare indicazioni al comitato di settore affinché le
risorse finalizzate ai rinnovi vengano avviate a rinegoziazione su due
livelli così riferibili
-
centrale per
le risorse finalizzate alla tutela del potere di acquisto del personale
dipendente così come definito nell’Intesa sul costo del lavoro del 23
luglio 1993.
-
regionale
/aziendale, per le risorse rivolte alla remunerazione degli incrementi di
produttività o al raggiungimento di progetti obiettivi , comprese le
maggiori risorse finanziarie legate alla crescita.
·
Il
protocollo d’intesa Governo –Sindacati del 4 febbraio
conferma integralmente per la stagione contrattuale 2002/2005 i contenuti
dell’accordo sulla politica dei redditi del 23 luglio 1993, l’impianto
contrattuale nonché il sistema di relazioni sindacali
complessivamente definito con il decreto 165/2001. In tal senso
rappresentano punti di particolare importanza dell’intesa raggiunta
quelli indirizzati al rispetto dei seguenti principi:
-
Gli
assetti contrattuali restano fermi nel: a) Contratto collettivo nazionale
di categoria; b) Secondo livello di contrattazione aziendale.
-
Viene
mantenuto il principio di una chiara ripartizione di ambiti
tra legge ed atti pubblicistici da un lato e contrattazione
collettiva dall’altro. Resta altresì confermato per il contratto di
lavoro la natura di fonte giuridica primaria ovvero la sua capacità di
derogare eventuali disposizioni di legge che introducano discipline del
rapporto di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai pubblici
dipendenti o a categorie di essi .
-
Viene
riaffermato l’ impegno del governo ad evitare anche nel rapporto con il
parlamento che si producano
interventi in
ambiti di competenza della contrattazione, nonché per quanto attiene
alla contrattazione di secondo livello
a procedere a una modifica dell’articolo 17 della legge
finanziaria per il 2002 al fine di contemperare il principio
dell’autonomia dei contratti integrativi con quello della compatibilità
degli stessi con i
vincoli di bilancio dei
quali sono responsabili le singole amministrazioni.
-
Le risorse
finanziarie necessarie per i rinnovi del contratto e per il
mantenimento del potere di acquisto
vengono rideterminati nella misura atte a garantire un incremento
medio complessivo annuo
del 5,56% incrementando dunque dell’1,11% quanto previsto in
Finanziaria 2002.
-
Viene assunto
dal governo l’impegno
ad assicurare
le condizioni per la realizzazione di iniziative di formazione e
valorizzazione delle professionalità e si conferma la provenienza
extracontrattuale delle risorse destinate a tali iniziative coerentemente
con quanto previsto dalla direttiva 13 /12/2001 della Funzione pubblica.
Il
rapido excursus sulla normativa vigente e sugli impegni sottoscritti
liberamente tra governo e sindacati delinea in maniera netta la cornice
legislativa ed il modello di contrattazione e di relazioni sindacali che
devono caratterizzare anche l’attuale stagione contrattuale a partire
dal 1/1/2002. La nostra posizione dunque, in coerenza con il quadro
delineato può essere sintetizzata nei seguenti punti:
1.
Restano di
competenza esclusiva della contrattazione in sede nazionale le norme
relative al rapporto di lavoro. Il termine usato dal Ministro di
“stato giuridico” per il personale dipendente dal SSN non
riveste oltretutto più alcun significato in quanto è riferibile ad un
epoca in cui i
contratti venivano assunti sotto forma di DPR. E’ mai possibile che il
Prof. Sirchia ignori che
il DPR 761/79 è ormai quasi
totalmente disapplicato con la sola eccezione della declaratoria sui
ruoli?
2.
Riteniamo
utile l’istituzione della nuova cabina di regia ( governo,
regioni, OOSS) in cui le OOSS
sono chiamate a concertare le modifiche legislative in atto, fermo
restando le diverse responsabilità
delle parti e nella netta riaffermazione del valore erga omnes di quanto
in essa definito.
3.
Il modello contrattuale deve restare fermo a quanto stabilito
nell’accordo del luglio 93 e nel D.Lgs. 165/2001 come ribadito con forza
nel protocollo del 6 febbraio che taluni, ai diversi livelli
istituzionali, fingono di ignorare.
4.
Le regioni
non hanno titolo alcuno a contrattare nei loro ambiti aspetti
riconducibili al rapporto di lavoro. Il contratto nazionale ha già
affidato di fatto alle regioni la gestione totale di tutti gli istituti
concernenti la produttività, la qualità del servizio, la realizzazione
di progetti assistenziali legati allo specifico contesto regionale e la
disciplina della libera professione. Il contratto nazionale è di fatto
limitato alla declaratoria di principi fondamentali e alla definizione dei
minimi retributivi che le regioni e le loro aziende sanitarie possono
ampliare a loro insindacabile piacimento.Nulla pertanto deve essere
ulteriormente sottratto alla trattativa nazionale o essere diversamente
allocato, rappresentando questo, come più volte ricordato, un aspetto
pregiudiziale per la nostra organizzazione
5.
Le regioni
sono titolari a pieno titolo della tutela della salute dei loro cittadini.
Questo conferisce loro il dovere diritto di
programmare e definire i loro modelli di servizi sanitari,
introducendo a loro discrezione elementi di competizione tra erogatori
pubblici e privati al fine di implementare la qualità della performance
complessiva del sistema.
6.
La necessità
da parte delle regioni di rispettare i vincoli di bilancio imposti dal
patto di stabilità non può tradursi in una politica di risparmi sul
personale che si
traduca a sua volta in una riduzione dei
diritti e nella perdita della
autonomia professionale.
7.
Le regioni
devono invece sapere sviluppare
politiche orientate alla appropriatezza delle prestazioni adottando
strategie di razionamento esplicito che vedano nella loro definizione il
concorso di tutti i soggetti interessati. Ciò vuol dire elaborare modelli
assistenziali non imposti ma condivisi
dai cittadini e dalle loro associazioni, dagli enti locali
e dagli operatori. In particolare massima attenzione dovrà essere
rivolta alla gestione delle risorse umane in quanto solo un coinvolgimento
pieno delle categorie professionali potrà rendere possibile coniugare il
rispetto delle disponibilità finanziarie con un livello di eccellenza
nella qualità
delle prestazioni rese.
Roberto
Polillo
Segretario Nazionale - FP CGIL Medici.
15 marzo 2002
(08012002)
La
rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali
della
Dirigenza Medico Veterinaria sulla base dei dati al 31/12/2000
La
comunicazione da parte dell’ARAN a ciascuna delle OOSS della dirigenza
medico veterinaria dei dati sulla rappresentatività in riferimento al
numero di iscritti risultanti
nell’anno 2000, consente di valutare il peso di ciascuna sigla
firmataria del CCNL del 8 giugno 2000; il raffronto dei dati con
quelli del triennio 1996
/1998 ( per il 1999, l’Aran non ha infatti proceduto ad alcuna
rilevazione), permette inoltre
di valutarne anche l’andamento in un arco di tempo significativo.
I
dati , pur potendo subire
qualche modifica, ininfluente
peraltro rispetto al risultato complessivo, sono
altamente significativi, essendo stati regolarmente comunicati
dalla quasi totalità delle
amministrazioni interessate.
Rispetto
al passato il tasso di sindacalizzazione della categoria subisce una lieve
flessione, invertendo il trend positivo registrato precedentemente; il
numero delle deleghe complessive infatti
si riduce da 73.270 del 1998 a 71.509 del 2000.
Si
conferma come sindacato più
rappresentativo l’ANAAO
Assomed che tuttavia subisce una ulteriore flessione. La Cimo Asmd
registra invece un incremento dei propri consensi che tuttavia appare
sicuramente inferiore alle attese e dovuto in larga parte alla confluenza
in essa della UGL.
Si
conferma la crescita complessiva dei sindacati aventi come riferimento le
confederazioni che passano nel totale dal 24% al 27,6%; La FP CGIL Medici
continua il suo ininterrotto trend di crescita confermandosi il terzo
sindacato ( dopo Anaao e Cimo ), rispetto alle altre singole sigle anche
se facenti parte di associazioni.
Importante anche la crescita di Federazioni Medici dovuta anche essa in
larga parte alla confluenza
di associazioni minori. La CISL rimane
stazionaria pur registrando una lievissima crescita.
I
dati riportati nella tabella
n° 1 ed espressi tanto in
valori percentuali che in valori assoluti rispetto a ciascuno dei tre anni
1996,1997, 1998, consentono di analizzare la situazione di ciascuna O.S.
La
FP CGIL Medici
registra un incremento
tanto in numero assoluto di deleghe che in percentuale; il numero di
iscritti passa dai 5.257 registrati nel 1998 ai 5.356 nel 2000 ; in valori
percentuali la sigla si attesta al 7,49% rispetto al 7,11% precedente e
mantiene il terzo posto in classifica. Il trend di crescita è
costantemente positivo rispetto al precedente triennio. La difesa ad
oltranza della riforma sanitaria ter e dei principi dell’esclusività
del rapporto di lavoro si traduce dunque
in un ulteriore presa sulla categoria, nonostante l’isolamento
oggettivo in cui spesso la FP CGIL medici si è trovata ad operare non
solo al tavolo contrattuale ma anche a quello più propriamente politico.
L’ANAAO
registra una ulteriore flessione nel numero di iscritti continuando
il suo trend negativo già registrato nel precedente triennio. Rispetto al
1998 il numero di iscritti passa da 18.155 a 15.823 ed in termini
percentuali dal 24,7% al 22,13%. Il sindacato tuttavia si conferma come il
più rappresentativo della categoria.
La
CIMO ASM
evidenzia una crescita
rispetto al 1998 dovuta anche alla
confluenza in essa della UGL che porta in dote circa 700 deleghe ( pari in
percentuali a 1,09). La sigla con il 15,8 % e con un numero di iscritti
pari a 11.355 (10.037
del 1998) mantiene il secondo
posto, invertendo anche il trend negativo che l’aveva caratterizzata nel
triennio precedente.
La
CISL COSIME,
mostra una buona tenuta registrando una crescita in termini percentuali
dal 7,17% al 7,39%; per quanto riguarda invece il numero complessivo di
deleghe, la situazione resta
praticamente stazionaria risultando
gli iscritti in numero di 5.281
rispetto ai 5.260 del 1998.
La
Umsped ( AAROI,AIPAC e
SNR)
, presenta una lievissima flessione nel numero complessivo di deleghe che
passano da 9.049 a 8.897; in termini percentuali, rispetto all’ultima
determinazione, l’associazione cresce di qualche decimale passando in
virtù del minore tasso di sindacalizzazione dal 12,33% al 12,44%.
La
Fesmed
presenta un andamento simile alla Umsped; pur presentando in termini
assoluti una lieve
contrazione nel numero di iscritti che passano da 5.465 a 5.385 , in
termini percentuali la sigla mantiene lo stesso valore di 7,4% rilevato
nel 1998.
Da
segnalare tuttavia che il trend di crescita cha aveva caratterizzato
questa OS nel precedente triennio subisce una netta inversione diventando
di segno negativo.
Federazione
Medici
registra una crescita tanto in valori assoluti da 7.182 deleghe a 9.308,
tanto in termini percentuali dal 9,8% al 12,75%. E’ tuttavia da
segnalare che tale crescita è fondamentalmente dipendente dal confluire
in codesta OS di numerose sigle
minori che hanno allo stato attuale raggiunto il ragguardevole numero di
16.
L’ANPO
continua a mostrare una flessione
in termini di consenso. Se il
calo registrato nel 1998 rispetto al 1996 era stato pari a –13% con una
perdita di 511 unità , nel 2000 si registra una ulteriore perdita di 116
deleghe che riconferma anche
per questa tornata contrattuale la mancanza dei requisiti minimi per la
rappresentatività al tavolo negoziale. La sigla infatti con il suo 4,45 %
( 4,63% nel 1998) non raggiunge la soglia del 5% prevista dal D. Lgs 165,
indispensabile per essere ammessi alla trattativa. In realtà anche per la
precedente tornata contrattuale l’ARAN aveva escluso l’ANPO tal tavolo
negoziale in quanto priva del requisito richiesto.
Il
provvedimento tuttavia era stato impugnato dall’associazione dei
primari tramite ricorso al giudice del lavoro che aveva concesso la
sospensiva, in attesa della discussione
del merito. Ben difficilmente tuttavia
l’ANPO potrà contare di nuovo su ulteriori salvataggi da parte
della magistratura; è bene
ricordare infatti che il giudice del lavoro, in precedenti situazioni
analoghe, si è sempre espresso a favore del rispetto della norma
approvando nel merito le deliberazioni assunte dall’ARAN.
Il
Civemp ( SIVEMP, SIMET)
mostra un una flessione nel
numero di iscritti ,che passano da 6.449 del 1998 a 5.998 del 2000. In
termini percentuali la sigla si assesta al 8,39% regredendo rispetto al
precedente 8,8%.
Per
la segreteria Nazionale
FP CGIL Medici
ROBERTO POLILLO
(02012002)
Accordo
quadro per la tutela assicurativa dei dirigenti del SSN
La commissione paritetica ex articolo 24 del CCNL del 8 giugno 2000, costituita da una rappresentanza delle regioni e dalle OO.SS. della dirigenza con l’obiettivo di pervenire ad una omogenea quanto generalizzata copertura assicurativa per i dirigenti medici e veterinari dipendenti dal SSN, ha terminato i propri lavori.
Gli elaborati della commissione, saranno ora presentati, su nostra specifica richiesta, alla conferenza dei presidenti delle regioni per ottenere l’impegno ufficiale delle regioni alla realizzazione di quanto in essi previsto.
Le polizze, che le regioni dovranno obbligatoriamente sottoscrivere per garantire detta tutela non potranno discostarsi da una polizza tipo che la commissione ha predisposto, e che sarà pubblicata successivamente, fermo restando la possibilità per il singolo Ente di apportare alla stessa gli ulteriori miglioramenti che riterrà opportuno.
Viene così realizzato il primo obiettivo che la commissione si era posto: quello di garantire una omogenea applicazione dell’istituto su tutto il territorio nazionale.
Per ottenere questo, in sostituzione del fondo unico nazionale previsto dal CCNL inattuabile , a fronte della attuale trasformazione federale dello Stato, verranno costituiti appositi fondi regionali con le risorse già stanziate dalle singole aziende e con gli apporti economici, a carico dei singoli dirigenti ( £ 50.000) previsti dal CCNL ( per quanto concerne la cosiddetta polizza del dirigente).
Le polizze che le regioni dovranno sottoscrivere con le compagnie assicurative rientrano in due diverse tipologie; a) una polizza cosiddetta aziendale finalizzata a tenere indenne l’assicurato , azienda e dirigente da ogni somma che questi debba risarcire a terzi in conseguenza di fatti colposi – connessi ai rischi per i quali è stipulata l’assicurazione,che determinano responsabilità ai sensi di legge; b) una polizza del dirigente finalizzata a garantire il dirigente dalla azione di rivalsa esercitata dalla azienda nei loro confronti per fatti commessi per colpa grave nell’ambito della propria attività anche se prestata in regime libero professionale; sono altresì compresi i danni derivanti per attività di progettazione, e direzione lavori e per danni patrimoniali provocati a terzi e/o alla stessa azienda . Per la copertura di questi e di eventuali ulteriori rischi ( dolo) le risorse necessarie sono a carico dei dirigenti fino alla concorrenza dell’importo pro capite previsto dal CCNL .
Principi di riferimento delle due polizze sono: la validità temporale della assicurazione, la definizione di massimali adeguati per sinistro,la definizione delle cause di recesso dal contratto e la definizione degli obblighi reciproci tra compagnia e assicurato in merito alla gestione dei sinistri . La sottoscrizione della seconda polizza, quella del dirigente, pur essendo considerata da parte della commissione assolutamente opportuna per tutti i dirigenti, non ha tuttavia caratteristiche di obbligatorietà e pertanto lascia liberi i singoli dirigenti che possono rifiutarsi di aderirvi e di versare quanto dovuto.
La commissione ha inoltre elaborato una scheda per una corretta gestione del rischio, tesa a trasformare le aziende sanitarie da soggetti passivi a protagonisti capaci di operare le scelte più opportune a tutela delle aziende stesse , dei professionisti assicurati e dei cittadini danneggiati, nel rispetto delle normative vigenti.
In ogni singola regione viene istituita una apposita commissione di vigilanza con poteri di intervento per correggere comportamenti difformi che però potrà operare anche nella prima fase di allineamento delle scadenze contrattuali delle singole aziende .
Chiude il percorso della commissione la previsione di un Osservatorio Nazionale con funzioni di vigilanza sulla applicazione omogeneo della clausola contrattuale e di monitoraggio continuo dell’andamento del fenomeno.
Per la Segreteria Nazionale
FP CGIL
Medici
Roberto Polillo.