Esclusività
del rapporto di lavoro della dirigenza medico sanitaria. Effetti delle
modifiche proposte in Finanziaria sul fondo di esclusività e sulle
penalizzazioni economiche del personale a rapporto non esclusivo; le
ripercussioni sulla dirigenza infermieristica.
In corso di approvazione
della legge Finanziaria per il 2003 è stato presentato dall'On. Alfano
un emendamento teso alla abolizione dell'irreversibilità della opzione
del rapporto esclusivo per il personale della dirigenza medico
veterinaria e dell'obbligo al rapporto esclusivo ai fini del
conferimento di incarichi di direzione di struttura. Nello stesso
emendamento è stato previsto per il personale a rapporto non esclusivo
l'obbligo di versare alla propria azienda una cifra complessiva di 5000
€ per potere svolgere la libera professione extramuraria. Poiché
l'emendamento, nonostante sia stato bocciato dall'aula, dovrebbe essere
ripresentato al Senato, come affermato dallo stesso Ministro della
salute On. Sirchia, è indispensabile procedere ad un analisi tecnica
per accertare se vi siano le condizioni indispensabili per una sua
ammissibilità con particolare riferimento a quelle relative alla
necessaria copertura economica e quali siano le conseguenze sul
personale in servizio una volta approvato, restante personale del ruolo
sanitario compreso. Nel nostro intervento cercheremo dunque di dimostrare tale asserzione tralasciando le considerazioni, già largamente espresse relative ai contenuti della proposta emendativa; è ampiamente nota infatti la nostra assoluta contrarietà ad introdurre modifiche nel quadro legislativo così come delineato dal DLL 229/99 e recepito dal CCNL del 8 giugno 2000. Ci soffermeremo invece sulle inevitabili conseguenze che questo determinerebbe sul personale del ruolo sanitario. Prima di entrare dunque
nel merito delle valutazioni economiche, basate si badi bene sulla
contabilizzazione formulata dall'ARAN ed inviata alla Corte dei Conti ai
fini della certificazione dei costi contrattuali, riteniamo opportuno,
ai fini di un corretto inquadramento del problema, e per un giusto
richiamo agli impegni liberamente sottoscritti dalle parti, ricordare
gli articoli contrattuali istitutivi dell'indennità e quelli relativi
alla corresponsione economica della stessa CCNL della dirigenza medico veterinaria: Articolo 42 quadriennio normativo 1998-2001 e primo biennio economico e Articolo 11 secondo biennio L'indennità di
esclusività del rapporto di lavoro della dirigenza medico veterinaria,
prevista dal DDL 229/99 è stata definita contrattualmente dall'articolo
42 quadriennio normativo e primo biennio economico del CCNL della
dirigenza medico sanitaria. L'articolo 11 del CCNL
secondo biennio (primo comma) ha chiarito due aspetti fondamentali
dell'istituto: l'indennità è stata istituita in quanto compensativa di
una opzione che modifica in modo irreversibile la sfera giuridica dei
dirigenti sanitari; è evidente dunque che questa ha un senso solo in
caso di persistenza della limitazione giuridica imposta; l'indennità
rappresenta caratteristiche di stabilità e nel primo biennio trova la
garanzia di finanziamento nei risparmi derivanti dai processi di riforma
e razionalizzazione dei servizi sanitari in corso. L'istituto va quindi
rifinanziato ad ogni biennio successivo con apposite risorse; nel merito
di questo secondo punto è tuttavia necessario ricordare come i risparmi
auspicati non siano stati assolutamente realizzati ma come anzi si sia
verificata una crescita sostenuta nella spesa sanitaria tale da portare
del tutto recentemente ad un vero scontro istituzionale tra governo e
regioni e provincie autonome.
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Tabella
1: Il finanziamento dell’indennità di esclusività del rapporto di
lavoro della dirigenza medico veterinaria.
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Complessivamente
il fondo nazionale , per la parte di spettanza alla Dirigenza Medica e
veterinaria, risulta costituito da una somma pari a lire 3.893 Miliardi
al lordo degli oneri riflessi e a lire 2.953 Miliardi al netto di
questi.
Le risorse economiche del fondo, per comune decisione in sede di contrattazione, sono state rese disponibili, tramite un meccanismo di ripartizione della quota spettante nel 1999, a partire dall'anno 2000 e 2001 per un importo annuo al lordo degli oneri riflessi di 1946,5 e al netto degli stessi di lire 1476,5 miliardi. Il numero stimato di aventi diritto è stato poi calcolato in 72.473 unità al primo anno ed in 76.923 unità al secondo anno. Nel merito delle voci di
finanziamento che hanno concorso alla costituzione del fondo è tuttavia
assolutamente importante richiamare , a dimostrazione della estrema
delicatezza della materia disciplinata, come parte significativa del
finanziamento della indennità fosse stato possibile tramite lo storno
di risorse precedentemente finalizzate a specifici progetti di
assistenza nei confronti di soggetti particolarmente deboli ( malati di
mente, malati terminali , tossicodipendenti , affetti da malattie rare).
Tutto questo nella previsione che l'istituto avrebbe comportato
favorevoli ricadute in termini di maggiore efficacia e qualità sullo
stesso terreno dell'assistenza; a testimonianza di quanto faticoso fosse
stato il compromesso raggiunto tra le parti, lo stesso articolo 11 al
Comma 2 aveva previsto, come norma di garanzia che, nel caso in cui
ulteriori norme di legge sopravvenute dovessero modificare il quadro
normativo relativo all'esclusività del rapporto di lavoro, il contratto
sarebbe disdettato immediatamente per la presente parte e le parti si
sarebbero incontrati per l'apertura del negoziato entro 30 giorni. Articolo 5 secondo biennio: Indennità di esclusività del rapporto di lavoro . L'articolo 5 del secondo biennio ha fissato gli importi economici dell'indennità di esclusività del rapporto ( fissa , ricorrente , pensionabile e corrisposta per tredici mensilità) per tutti i dirigenti sottoposti al rapporto esclusivo nelle misure annue lorde riportate di seguito : 1) Dirigente di struttura complessa : £ 31.994.000 ( £ 34.660.165 con 13^) 2) Dirigente con incarico
art 27 3) Dirigente con incarico
art 27 4) Dirigente con
esperienza Gli emolumenti percepiti dunque hanno rappresentato una parte fondamentale nel processo di allineamento dei salari dei medici alla media europea, ma inevitabilmente hanno suscitato le giuste rimostranze delle altre categorie della che non hanno potuto contare sul medesimo trattamento. Queste considerazioni meritano grande attenzione in quanto ogni modifica al compromesso faticosamente raggiunto per la dirigenza medica avrà ripercussioni immediate sul restante personale di tutto il ruolo sanitario che in caso contrario subirebbe una intolleranza discriminazione . Le penalizzazioni
economiche sul personale a rapporto non esclusivo nel calcolo dall'ARAN
ai fini della certificazione di costi da parte della Corte dei Conti. In sede di certificazione dei costi contrattuali ha assunto particolare rilievo il calcolo esatto delle penalizzazione economiche operate sul personale a rapporto non esclusivo. Le somme in questione derivavano dal taglio del salario di risultato (100%) e della riduzione ( 50% ) del salario di posizione parte variabile in applicazione di quanto previsto dalla legge 448/98 Art. 72 c. 4 ,5 e 12. Gli importi relativi a tali somme, lungi dal rappresentare una parte trascurabile, hanno in realtà concorso in maniera significativa alla costituzione del fondo per l'esclusività. Le risorse acquisite infatti , come evidenziato dalla tabella 1, sono state pari a 257 miliardi per il 1999 e a 407 miliardi per il 2000 e 2001. L'importo dovuto mediamente da ogni singolo professionista è facilmente derivabile dividendo il totale delle somme acquisite (407 miliardi) per il numero stimato di medici in rapporto non esclusivo ( Tabella 2). Questi per brevità di calcolo possono essere calcolati in circa 20.000 ( rappresentando il 20% dei circa 100.000 presenti in servizio nel SSN). L'importo che deriva dalla divisione è così definibile in 20 milioni circa di vecchie lire pari quindi a circa 10.000 €. Le diverse qualifiche allora presenti nel SSN ( Assistenti,aiuti e primari ) hanno tuttavia contribuito in maniera assai diversa tra loro alla costituzione del fondo in quanto diversi erano gli importi della variabile di posizione e di risultato su cui operare i tagli come può essere desunto dalla tabella 2. Tabella 2 :Stime
ammontare penalizzazioni anno 2000 e seguenti su personale a tempo pieno |
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Dalla tabella si
evidenzia chiaramente come gli importi delle penalizzazioni sono
progressivamente e proporzionalmente maggiori per le qualifiche più
elevate e come questo può essere facilmente evidenziato sulla base del
seguente calcolo: E' dunque del tutto evidente che i maggiori beneficiari del provvedimento proposto sarebbero stati i professionisti con incarico di direzione di struttura. Questi non soltanto avrebbero potuto mantenere le funzioni anche optando per il rapporto non esclusivo, ma avrebbero subito una penalizzazione economica estremamente più contenuta e pari a circa a un terzo rispetto al regime attuale. La perdita dell'indennità di esclusività poi sarebbe stata largamente compensata dalla possibilità di svolgere la libera professione senza vincoli e regolamentazione . Per un ragionamento inverso è invece altrettanto evidente come il vantaggio per il personale senza incarico di struttura sarebbe stato minore e non sufficiente a compensare le eventuale perdita dell'indennità di esclusività. Il provvedimento dunque lungi dal presentare un pizzo era salutare alle finanze delle lobbies dei primari e assimilati ma estremamente oneroso per le casse delle ASL . In tal senso il provvedimento non avrebbe dovuto nemmeno essere giudicato ammissibile in quanto privo dei requisiti richiesti di adeguata copertura finanziaria. Tale ragionamento è dunque valido nel caso in cui lo stesso emendamento fosse testardamente ripresentato al Senato. Le ripercussioni sul restante personale del ruolo sanitario Una eventuale modifica del rapporto di esclusività di lavoro della dirigenza medica non potrebbe non avere conseguenze importanti sul restante personale del ruolo sanitario. E' infatti del tutto evidente che qualora venisse meno il motivo che ha determinato l'introduzione dell'indennità per il solo personale della dirigenza medico sanitaria, ovvero la perdita irreversibile di uno Status giuridico precedente al D.Lgs. 229, ne verrebbe meno anche la necessità di indennizzo. Non sarebbe infatti più giustificabile la corresponsione di somme di tali entità alla sola dirigenza medica e si renderebbe necessario estendere l'indennità al restante personale che condivide con i medici un pari impegno nella struttura pubblica. E' allora doveroso
stimare le risorse che sarebbero necessarie per tale adeguamento.
Poiché il personale del ruolo sanitario è costituito da circa 300.000
unità una indennità approssimativamente di circa 516 € mensili ( un
milione di vecchie lire) corrispondenti a 6708 € annuali comporterebbe
una spesa annuale pari a circa 2 miliardi di € e quindi 4 mila
miliardi di vecchie lire. In premessa avevamo indicato che non saremmo entrati nel merito dell'emendamento respinto dalla Camera e sicuramente ripresentato al Senato perché la nostra posizione è nota a riguardo. Non è tuttavia possibile omettere delle brevi considerazioni. Il tentativo di modificare il rapporto di lavoro va inquadrato nella volontà chiaramente espressa dal governo di procedere verso una sempre maggiore privatizzazione del servizio sanitario; è infatti chiaro che il titolare di una struttura che può svolgere la sua attività presso una clinica privata sarà inevitabilmente portato a privilegiare quest'ultima per i chiari vantaggi che questo comporta dal punto di vista economico. Il dirottamento del paziente verso le strutture private non sarebbe tuttavia privo di conseguenze. E' infatti noto che le aziende ospedaliere ed il privato accreditato continuano ad essere remunerati sulla base delle prestazioni rese e che pertanto la scelta da parte di un paziente di un erogatore privato o accreditato comporta un decremento nel finanziamento della struttura pubblica sotto forma di mancato introito della prestazione. Un livello di finanziamento adeguato delle strutture è in realtà fondamentale non solo per una corretta gestione della stessa ma anche e soprattutto per la possibilità di effettuare i necessari investimenti in termini di ammodernamento delle dotazioni tecnologiche . La complessità della attuale pratica clinica rende infatti indispensabile l'adeguamento delle strutture sanitarie a standard di qualità inevitabilmente gravati da costi di notevole entità. Di pari passo è indispensabile predisporre finanziamenti adeguati per fare decollare la medicina del territorio e l'organizzazione dei distretti che rappresentano un punto dolente nel nostro servizio nazionale. Una tale carenza è particolarmente grave in quanto di fatto impedisce una ristrutturazione dell'assistenza ospedaliera che pertanto continua spesso ad essere gravata di compiti impropri; né può essere accettabile ,in mancanza di alternative valide, la semplice riduzione di posti letto o ancora peggio la chiusura di ospedali perché questo comporterebbe un arretramento tout court dei livelli di assistenza. Rimane poi un ultimo aspetto da considerare che però riveste una importanza ancora maggiore rispetto a quanto discusso finora: la questione etica e la crisi di valori che si verificherebbe in caso di approvazione della modifica legislativa. La possibilità di svolgere una libera professione in aperta concorrenza con la struttura pubblica e all'infuori di un sistema di regole , tuttavia è bene dirlo anche allo stato attuale estremamente carente, andrebbe ad istituzionalizzare un doppio canale di accesso ai servizi. I cittadini che sono in grado di pagare al professionista la parcella privata avrebbero un trattamento differenziato e un accesso facilitato al servizio. Questo rappresenterebbe un vero vulnus intollerabile ai principi di eguaglianza e universalità del servizio sanitario e contribuirebbe a defidelizzare i paziente dalla struttura pubblica e rendere così più facile l'accettazione a breve di un regime assicurativo. Sono questi gli aspetti che ci vedono fortemente contrari nei confronti dei numerosi progetti che in questi ultimi mesi si sino susseguiti, finora senza risultati , per modificare in peggio l'attuale sistema di esclusività. La nostra azione ha
contribuito a determinare che questo finora non avvenisse e con pari
determinazione ci impegneremo per il futuro in questa battaglia che è
fondamentale per il mantenimento del servizio sanitario e quindi del
livello di civiltà raggiunto dal nostro paese. Roberto Polillo Roma, 14 novembre 2002
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