IPOTESI DI CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO INTEGRATIVO DEL CCNL DELL'8 GIUGNO 2000 DELL'AREA DELLA DIRIGENZA MEDICO - VETERINARIA In data 7 maggio 2003 ha avuto luogo l'incontro per la sigla dell' ipotesi di CCNL integrativo del CCNL dell' area della dirigenza medica e veterinaria del SSN stipulato l'8 giugno 2000, nelle persone di; Per l'ARAN: avv. Guido Fantoni (Presidente) ....................Firmato Per i rappresentanti sindacali le seguenti Organizzazioni e
Confederazioni sindacali: Al temine della riunione le parti sopraindicate sottoscrivono
l'ipotesi di accordo nel testo che segue: IPOTESI DI CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO INTEGRATIVO DEL CCNL
DELL'8 GIUGNO 2000 DELL'AREA DELLA DIRIGENZA MEDICO - VETERINARIA TITOLO I - NORME GENERALI Capo II - DIRITTI SINDACALI
Capo II - Cause di sospensione del rapporto di lavoro Capo III - Mobilità Capo IV - Formazione Capo V - Disposizioni di particolare interesse
CAPO II - Integrazioni ed interpretazioni dei CCNL dell'8 giugno 2000 TITOLO IV - DISPOSIZIONI PARTICOLARI E FINALI Capo I - Disposizioni particolari Capo II - Conciliazione ed arbitrato Capo III - Dirigenza delle Agenzie regionali per la protezione
dell'ambiente (ARPA) Capo IV - Disposizioni finali Allegato 1: DICHIARAZIONI CONGIUNTE IPOTESI DI CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO INTEGRATIVO DEL
CCNL DELL'AREA DELLA DIRIGENZA MEDICA E VETERINARIA STIPULATO L'8 GIUGNO
2000 TITOLO I NORME GENERALI Capo I Art. 1 Campo di applicazione e finalità 1. Il presente contratto si applica a tutta la dirigenza destinataria del CCNL stipulato l'8 giugno 2000 ed ha le seguenti finalità : a) completare il processo di trasformazione della disciplina del
rapporto di lavoro, riconducendo alla disciplina pattizia gli istituti
non ancora regolati dai contratti collettivi vigenti; 2. Per quanto riguarda i riferimenti normativi e le abbreviazioni, si
richiama l'art. 1 del CCNL dell'8 giugno 2000, precisando che tali
riferimenti si intendono comunque comprensivi di tutte le modificazioni
ed integrazioni nel frattempo intervenute. In particolare, i riferimenti
al D. Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29 sono da intendersi aggiornati in
conformità agli articoli del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165
(Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche), nel quale sono confluiti. Nel presente
testo, gli articoli del D. Lgs. 29/1993 saranno riportati unicamente con
il riferimento al D. Lgs. 165/2001. La legge 30 dicembre 1971, n. 1204 e
successive modificazioni ed integrazioni, l'ultima delle quali
introdotta con la legge 8 marzo 2000, n. 53 sono confluite nel D. Lgs.
151/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di
tutela e di sostegno della maternità e della paternità). Capo II Diritti sindacali Art. 2 Diritto di assemblea 1. I dirigenti hanno diritto a partecipare, durante l'orario di lavoro, ad assemblee sindacali, in idonei locali concordati tra le organizzazioni sindacali e le aziende, per n. 12 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione. 2. Le assemblee che riguardano la generalità dei dirigenti o gruppi di essi possono essere indette, con specifico ordine del giorno, su materie di interesse sindacale e del lavoro, singolarmente o congiuntamente da una o più organizzazioni sindacali rappresentative nell'area della dirigenza medico veterinaria ai sensi dell'art. 1, comma 5 del CCNQ del 27 febbraio 2001 sulle prerogative sindacali. 3. Per quanto non previsto e modificato dal presente articolo, resta ferma la disciplina del diritto di assemblea prevista dall'art. 2 del CCNQ 7 agosto 1998 sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali. 4. E' disapplicato l'art. 94 del D.P.R. 28 novembre 1990, n. 384.
Contributi sindacali 1. I dirigenti hanno facoltà di rilasciare delega a favore dell'organizzazione sindacale da loro prescelta per la riscossione di una quota mensile dello stipendio per il pagamento dei contributi sindacali nella misura stabilita dai competenti organi statutari. La delega è rilasciata per iscritto ed è trasmessa dal dirigente all'azienda ed all'organizzazione sindacale interessata o da quest'ultima direttamente all'azienda. 2. La delega ha effetto dal primo giorno del mese successivo a quello del rilascio. 3. Il dirigente può revocare in qualsiasi momento la delega rilasciata ai sensi del comma 1 inoltrando la relativa comunicazione all'azienda di appartenenza ed all'organizzazione sindacale interessata. L'effetto della revoca decorre dal primo giorno del mese successivo alla sua presentazione. 4. Le trattenute operate dalle singole aziende sulle retribuzioni dei dirigenti in base alle deleghe ricevute sono versate con cadenza mensile alle organizzazioni sindacali interessate. Con l'azienda stessa sono, altresì, concordate le modalità che consentano il monitoraggio degli iscritti, dei cancellati o dei trasferiti nel rispetto delle norme vigenti. 5. Le aziende sono tenute, nei confronti dei terzi, alla segretezza sui nominativi del personale delegante nonché sui versamenti effettuati alle organizzazioni interessate. 6. Con l'entrata in vigore del presente contratto è definitivamente
disapplicato l'art. 12 del CCNL 5 dicembre 1996. A tale proposito, le
parti, in via di interpretazione autentica, confermano che la
disapplicazione del citato art. 12, era stata disposta per mero errore
materiale dall'art. 65, comma 1, lettera A del CCNL 8 giugno 2000 come
già rilevato e rettificato dall'ARAN a norma dello stesso art. 65,
comma 3. Art. 4 Patronato sindacale 1. I dirigenti in attività o in quiescenza possono farsi rappresentare dai sindacati ammessi alle trattative nazionali, ai sensi dell'art. 43 del D. Lgs. 165/2001 o dall'istituto di patronato sindacale, per l'espletamento delle procedure riguardanti prestazioni assistenziali e previdenziali, davanti ai competenti organi dell'azienda. 2. E' disapplicato l'art. 101 del D.P.R. 384/1990.
TITOLO II Disciplina del rapporto di lavoro Capo I Struttura del rapporto di lavoro Art. 5 Determinazione dei compensi per ferie non godute 1. Il compenso sostitutivo delle ferie non fruite, nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, è determinato, per ogni giornata, con riferimento all'anno di mancata fruizione, prendendo a base di calcolo la retribuzione di cui all'art. 26, comma 2, lett. c); trova in ogni caso applicazione la disciplina di cui al comma 3 del medesimo art. 26. 2. Nei casi di mobilità volontaria, il diritto alla fruizione delle
ferie maturate e non godute è mantenuto anche con il passaggio alla
nuova azienda, salvo diverso accordo tra l' azienda di provenienza ed il
dirigente per l'applicazione del comma 1.
Riposo compensativo per le giornate festive lavorate 1. Ad integrazione di quanto previsto dall'art. 22 del CCNL 5
dicembre 1996, l'attività prestata in giorno festivo infrasettimanale -
a richiesta dei dirigenti indicati all'art. 16, comma 1 del CCNL 8
giugno 2000 da effettuarsi entro trenta giorni - dà titolo a
equivalente riposo compensativo per le ore di servizio prestate o alla
corresponsione del compenso per lavoro straordinario con la
maggiorazione prevista per i giorni festivi. Art. 7 Lavoro notturno 1. Svolgono lavoro notturno i dirigenti tenuti ad operare su turni a copertura delle 24 ore. 2. Per quanto attiene alle limitazioni al lavoro notturno, alla tutela della salute, all'introduzione di nuove forme di lavoro notturno, ai doveri del datore di lavoro, anche con riferimento alle relazioni sindacali si applicano le disposizioni del D. Lgs. 532/1999 e successive modificazioni ed integrazioni. Quanto alla durata della prestazione, rimane salvaguardata l'attuale organizzazione del lavoro dei servizi assistenziali operanti nei turni a copertura delle 24 ore. 3. Salvo che non ricorra l'applicazione dell'art. 29 del CCNL 5 dicembre 1996, che regola il passaggio ad altra funzione per inidoneità fisica del dirigente, nel caso in cui le sopraggiunte condizioni di salute comunque comportino l'inidoneità alla prestazione di lavoro notturno, accertata dal medico competente, ai sensi dell'art. 6, comma 1 del D. Lgs. 532/1999, è garantita al dirigente l'assegnazione ad altra attività o ad altri turni di servizio da espletarsi nell'ambito della disciplina di appartenenza. 4. Al dirigente che presta lavoro notturno sono corrisposte le
indennità di cui all'art. 8. 5. L' articolo si applica dall'entrata in vigore del presente
contratto, fatto salvo il comma 4.
Indennità per servizio notturno e festivo 1. Ai dirigenti di cui all'art. 16, comma 1 CCNL 8 giugno 2000, il cui servizio si svolga durante le ore notturne spetta una "indennità notturna" nella misura unica uguale per tutti di £. 4.500 lorde (pari a € 2,32) per ogni ora di servizio prestato tra le ore 22 e le ore 6. 2. Per il servizio prestato nel giorno festivo compete un'indennità di £. 30.000 lorde (pari a € 15,49) se le prestazioni fornite sono di durata superiore alla metà dell'orario, ridotte a £. 15.000 lorde (pari a € 7,75) se le prestazioni sono di durata pari o inferiore alla metà dell'orario di servizio, con un minimo di 2 ore. Nell'arco delle 24 ore del giorno festivo non può essere corrisposta più di una indennità festiva per ogni singolo dirigente. 3. Il presente articolo non si applica ai dirigenti di struttura complessa, per i quali, non essendo previsto un orario di servizio, la retribuzione di posizione e di risultato deve tenere conto anche delle eventuali particolari condizioni di lavoro. 4. E' disapplicato l'art. 115 del D.P.R. 384/1990 CAPO II Cause di sospensione del rapporto di lavoro Art. 9 Assenze per malattia 1. Dopo il comma 6 dell'art. 24 del CCNL 5 dicembre 1996 è inserito il seguente comma : "6 bis. In caso di patologie gravi che richiedano terapie
salvavita ed altre ad esse assimilabili secondo le indicazioni
dell'ufficio medico legale dell'azienda sanitaria competente per
territorio, come ad esempio l'emodialisi, la chemioterapia, il
trattamento per l'infezione da HIV - AIDS nelle fasi a basso indice di
disabilità specifica (attualmente indice di Karnosky), ai fini del
presente articolo sono esclusi dal computo dei giorni di assenza per
malattia i relativi giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital ed
i giorni di assenza dovuti alle citate terapie, debitamente certificati
dalla competente Azienda Sanitaria Locale o struttura convenzionata. In
tali giornate il dirigente ha diritto in ogni caso all'intera
retribuzione prevista dal comma 6, lett. a). Per agevolare il
soddisfacimento di particolari esigenze collegate a terapie o visite
specialistiche, le aziende favoriscono un'idonea articolazione
dell'orario di lavoro, ove prevista, nei confronti dei soggetti
interessati. La procedura per il riconoscimento della grave patologia è
attivata dal dirigente ed il beneficio riconosciuto decorre dalla data
della domanda di accertamento, ove l'esito sia favorevole". Art. 10 Aspettativa 1. Al dirigente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato che ne faccia formale e motivata richiesta, compatibilmente con le esigenze di servizio, possono essere concessi periodi di aspettativa per esigenze personali o di famiglia senza retribuzione e senza decorrenza dell'anzianità, per una durata complessiva di dodici mesi in un triennio. 2. Il dirigente rientrato in servizio non può usufruire di un altro periodo di aspettativa per motivi di famiglia, anche per cause diverse, ovvero delle aspettative di cui al comma 8, lettere a) e b), se non siano intercorsi almeno quattro mesi di servizio attivo, fatto salvo quanto previsto dal comma 8, lett. c). 3. Ai fini del calcolo del triennio di cui al comma 1, si applicano le medesime regole previste per le assenze per malattia. 4. L'aspettativa di cui al comma 1, fruibile anche frazionatamente, non si cumula con le assenze per malattia previste dagli artt. 24 e 25 del CCNL 5 dicembre 1996 e si ritiene fruibile decorsi 30 giorni dalla domanda, salvo diverso accordo tra le parti. 5. Qualora l'aspettativa per motivi di famiglia venga richiesta per l'educazione e l'assistenza dei figli fino al sesto anno di età, tali periodi - pur non essendo utili ai fini della retribuzione e dell'anzianità - sono utili ai fini degli accrediti figurativi per il trattamento pensionistico, ai sensi dell'art. 1, comma 40, lettere a) e b) della legge 8 agosto 1995, n. 335 e successive modificazioni ed integrazioni e nei limiti ivi previsti. 6. L'azienda, qualora durante il periodo di aspettativa vengano meno i motivi che ne hanno giustificato la concessione, invita il dirigente a riprendere servizio con un preavviso di 10 giorni. Il dirigente, per le stesse motivazioni e negli stessi termini, può riprendere servizio di propria iniziativa. 7. Nei confronti del dirigente che, salvo casi di comprovato impedimento, non si presenti per riprendere servizio alla scadenza del periodo di aspettativa o del termine di cui al comma 6, il rapporto è risolto, senza diritto ad alcuna indennità sostitutiva di preavviso, con le procedure dell'art. 36 del CCNL 5 dicembre 1996. 8. L'aspettativa senza retribuzione e senza decorrenza dell'anzianità è altresì concessa al dirigente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a domanda, per : a) un periodo massimo di sei mesi se assunto presso la stessa o altra
azienda ovvero ente o amministrazione del comparto, con rapporto di
lavoro a tempo indeterminato ed incarico di direzione di struttura
complessa, ai sensi degli artt. 15 e segg, del D. Lgs. 30 dicembre 1992,
n. 502; 10. Il presente articolo sostituisce l'art. 19 del CCNL 8 giugno 2000
dalla data di entrata in vigore del presente contratto. Si conferma la
disapplicazione dell'art. 47 del D.P.R. 761/1979. Art. 11 Altre aspettative previste da disposizioni di legge 1. Le aspettative per cariche pubbliche elettive e per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo restano disciplinate dalle vigenti disposizioni di legge e loro successive modificazioni ed integrazioni. Le aspettative ed i distacchi per motivi sindacali sono regolati dai CCNQ sottoscritti, rispettivamente, il 7 agosto 1998, il 25 novembre 1998 ed il 27 febbraio 2001. 2. I dirigenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato ammessi ai corsi di dottorato di ricerca ai sensi della legge 13 agosto 1984, n. 476 e successive modificazioni, oppure che usufruiscano delle borse di studio di cui alla legge 30 novembre 1989, n. 398, sono collocati, a domanda, in aspettativa per motivi di studio senza assegni per tutto il periodo di durata del corso o della borsa, fatta salva l'applicazione dell'art. 52, comma 57 della legge 448 del 2001. 3. Il dirigente con rapporto a tempo indeterminato, il cui coniuge o convivente stabile presti servizio all'estero, può chiedere una aspettativa senza assegni per il tempo di permanenza all'estero del coniuge, qualora non sia possibile il suo trasferimento nella località in questione in amministrazione di altro comparto. 4. L'aspettativa concessa ai sensi del comma 3 può avere una durata corrispondente al periodo di tempo in cui permane la situazione che l'ha originata. Essa può essere revocata in qualunque momento, con preavviso di almeno 15 giorni, per imprevedibili ed eccezionali ragioni di servizio o in difetto di effettiva permanenza all'estero del dirigente in aspettativa. 5. Il dirigente non può usufruire continuativamente del periodo di aspettativa per motivi di famiglia ovvero per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di quelli previsti dai commi 2 e 3 senza avere trascorso un periodo di servizio attivo di almeno 6 mesi. La disposizione non si applica alle altre aspettative previste dal presente articolo, nonché alle assenze di cui al D. Lgs. 151/2001. 6. Sono disapplicati gli artt. 47 e 79 del D.P.R. 761/1979.
L'articolo decorre dal 31 dicembre 2001 con eccezione del comma 5 che
entra in vigore con il presente contratto. Art. 12 Tutela dei dirigenti in particolari condizioni psico-fisiche 1. Allo scopo di favorire la riabilitazione ed il recupero dei dirigenti a tempo indeterminato nei confronti dei quali sia stato accertato, da una struttura sanitaria pubblica o convenzionata in base alle leggi nazionali e regionali vigenti, lo stato di tossicodipendenza o di alcoolismo cronico e che si impegnino a sottoporsi a un progetto terapeutico di recupero predisposto dalle predette strutture, sono stabilite le seguenti misure di sostegno secondo le modalità di sviluppo ed esecuzione del progetto : a) il diritto alla conservazione del posto per l'intera durata del
progetto di recupero, con corresponsione del trattamento economico
previsto dall'art. 24, comma 6 del CCNL 5 dicembre 1996 ; i periodi
eccedenti i 18 mesi non sono retribuiti ; 2. I dirigenti i cui parenti entro il secondo grado o, in mancanza, entro il terzo grado, ovvero i conviventi stabili si trovino nelle condizioni previste dal comma 1 ed abbiano iniziato a dare attuazione al progetto di recupero, possono fruire dell'aspettativa di cui all'art. 10, comma 8, lett. c), nei limiti massimi ivi previsti. 3. Qualora risulti - su segnalazione della struttura che segue il progetto - che i dirigenti di cui al comma 1 non si sottopongano per loro volontà alle previste terapie, l'azienda dispone, con le modalità previste dalle norme vigenti, l'accertamento dell'idoneità allo svolgimento della prestazione lavorativa. 4. Il dirigente deve riprendere servizio presso l'azienda nei 15 giorni successivi alla data di completamento del progetto di recupero. 5. E' disapplicato l'art. 89 del D.P.R. 384/1990. Art. 13 Tutela dei dirigenti portatori di handicap 1. Allo scopo di favorire la riabilitazione ed il recupero dei dirigenti a tempo indeterminato nei confronti dei quali sia stato accertato, da una struttura sanitaria pubblica o convenzionata in base alle leggi nazionali o regionali vigenti, la condizione di portatore di handicap e che debbano sottoporsi ad un progetto terapeutico di riabilitazione predisposto dalle predette strutture, sono stabilite le seguenti misure di sostegno secondo le modalità di sviluppo ed esecuzione del progetto : a) il diritto alla conservazione del posto per l'intera durata del
progetto di recupero, con corresponsione del trattamento economico
previsto dall'art. 24, comma 6 del CCNL 5 dicembre 1996 ; i periodi
eccedenti i 18 mesi non sono retribuiti ; 2. I dirigenti, i cui parenti entro il secondo grado o, in mancanza, entro il terzo grado, ovvero i conviventi stabili si trovino nelle condizioni previste dal comma 1 ed abbiano iniziato a dare attuazione al progetto di recupero, possono fruire dell'aspettativa di cui all'art. 10, comma 8, lett. c) nei limiti massimi ivi previsti. 3. Qualora risulti - su segnalazione della struttura che segue il progetto - che i dirigenti di cui al comma 1 non si sottopongano per loro volontà alle previste terapie, l'azienda dispone, con le modalità previste dalle norme vigenti, l'accertamento dell'idoneità allo svolgimento della prestazione lavorativa. Il dirigente deve riprendere servizio presso l'azienda nei 15 giorni successivi alla data di completamento del progetto di recupero. 4. Durante la realizzazione dei progetti di recupero i benefici previsti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104 in tema di permessi non si cumulano con quelli previsti dal presente articolo. 5. E' disapplicato l'art. 90 del D.P.R. 384/1990. Art. 14 Congedi per eventi e cause particolari 1. I dirigenti hanno diritto ai permessi e ai congedi per eventi e cause particolari previsti dall'art. 4, comma 1 della legge 53/2000. 2. Per i casi di decesso del coniuge, di un parente entro il secondo grado o del convivente stabile, pure previsti nel citato art. 4 della legge 53/2000, trova invece applicazione la generale disciplina dei permessi di lutto, contenuta nel comma 1, seconda alinea dell'art. 23 del CCNL 5 dicembre 1996. 3. Resta confermata la disciplina dei permessi retribuiti contenuta
nell'art. 23 del CCNL del 5 dicembre 1996, con la precisazione che il
permesso retribuito di quindici giorni consecutivi in occasione del
matrimonio può essere richiesto anche entro i trenta giorni successivi
all'evento. Art. 15 Congedi dei genitori 1. Al dirigente si applicano le vigenti disposizioni in materia di tutela della maternità e della paternità contenute nel D. Lgs. 151/2001. 2. Oltre a quanto previsto dalla legge di cui al comma 1, ai fini del trattamento economico le parti concordano quanto segue : a) nel periodo di astensione obbligatoria, ai sensi degli artt. 2, 16
e 17, comma 1 del D. Lgs. 151/2001, alla dirigente o al dirigente -
anche nell'ipotesi di cui all'art. 28 del citato decreto - spettano
l'intera retribuzione fissa mensile di cui alle tabelle 1 e 2 del CCNL
II biennio economico 2000-2001 sottoscritto l'8 giugno 2000, ivi
compresa la R.I.A., ove in godimento ; 3. Ferma restando l'applicazione dell'art. 7 del D. Lgs. 151/2001, qualora durante il periodo della gravidanza e per l'intera durata del periodo di allattamento si accerti che l'espletamento dell'attività lavorativa comporta una situazione di danno o di pericolo per la gestazione o la salute della lavoratrice madre, l'azienda provvede al temporaneo impiego della medesima e con il suo consenso in altre attività, nell'ambito di quelle disponibili, che comportino minor aggravio psicofisico. 4. La presente disciplina sostituisce quella contenuta nell'art. 26
del CCNL 5 dicembre 1996, dalla data di entrata in vigore del presente
contratto. CAPO III Mobilità Art. 16 Mobilità interna 1. Nell'attuale sistema degli incarichi dirigenziali, la mobilità all'interno dell'azienda dei dirigenti in servizio può essere conseguenza del conferimento di uno degli incarichi previsti dall'art. 27 del CCNL 8 giugno 2000 in struttura ubicata anche in località diversa da quella della sede di precedente assegnazione, nel rispetto dell'art. 13, commi 9 e 12 dello stesso contratto. 2. La mobilità a domanda si configura come richiesta di un nuovo e diverso incarico, anche se alla dotazione organica della sede prescelta ne corrisponda uno di pari livello a quello rivestito dal richiedente con riguardo alla tipologia e alla graduazione delle funzioni. L'accoglimento della domanda segue, pertanto, le procedure di conferimento degli incarichi previste dall'art. 28 del CCNL 8 giugno 2000. 3. Prescinde dall'incarico attribuito la mobilità interna di urgenza, che avviene, nell'ambito della disciplina di appartenenza, nei casi in cui sia necessario soddisfare le esigenze funzionali delle strutture interessate in presenza di eventi contingenti e non prevedibili, ai quali non si possa far fronte con l'istituto della sostituzione di cui all'art. 18 del CCNL 8 giugno 2000. 4. La mobilità di urgenza, ferma restando la necessità di assicurare in via prioritaria la funzionalità della struttura di provenienza, ha carattere provvisorio, essendo disposta per il tempo strettamente necessario al perdurare delle situazioni di emergenza e non può superare il limite massimo di un mese nell'anno solare salvo consenso del dirigente, espresso sia per la proroga che per la durata. La mobilità di urgenza - ove possibile - è effettuata a rotazione tra tutti i dirigenti, qualsiasi sia l'incarico loro conferito. Agli interessati, se ed in quanto dovuta, spetta l'indennità di trasferta prevista dall'art. 32 per la durata dell'assegnazione provvisoria. 5. Qualora la necessità di provvedere con urgenza riguardi
l'espletamento dell'incarico di direttore di dipartimento o di struttura
complessa e sempre nei casi in cui non possa farsi ricorso all'art. 18,
commi 1 e 2 del CCNL 8 giugno 2000, le aziende possono affidare la
struttura temporeanamente priva di titolare ad altro dirigente con
corrispondente incarico nella stessa o in disciplina equipollente, ai
sensi del citato art. 18, comma 8. 6. Nei casi di mobilità interna per effetto di ristrutturazione aziendale, ai fini del mantenimento dell'incarico rivestito o del conferimento di un nuovo incarico, si tiene conto dei principi stabiliti dagli articoli 31, comma 1 del CCNL 5 dicembre 1996 e 39, comma 8 del CCNL 8 giugno 2000, nell'ambito delle procedure da questo definite nell'art. 4, comma 2, lettera F. 7. Nei confronti dei dirigenti sindacali indicati nell'art. 10 del CCNQ del 7 agosto 1998 ed accreditati con le modalità ivi previste, fatta salva la mobilità d'urgenza, la mobilità conseguente al conferimento dell'incarico deve essere esplicitamente accettata dal dirigente, ai sensi dell'art. 13, comma 12 del CCNL 8 giugno 2000, previo nulla osta della organizzazione sindacale di appartenenza o della corrispondente R.S.A. ove il dirigente ne sia componente, ai sensi dell'art. 18, comma 4 del medesimo CCNQ. 8. Sono disapplicati l'art. 39 del D.P.R. 761/1979 e l'art. 81 del
D.P.R. 384/1990. L'articolo si applica dall'entrata in vigore del
presente contratto. Art. 17 Passaggio diretto ad altre amministrazioni dei dirigenti in eccedenza 1. E' confermata la disciplina degli accordi di mobilità di cui all'art. 31 del CCNL del 5 dicembre 1996, che a decorrere dal presente contratto possono essere stipulati anche tra amministrazioni di comparti diversi. 2. In relazione a quanto previsto dall'art. 33 del D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, conclusa la procedura di cui ai commi 3, 4 e 5 dello stesso articolo, allo scopo di facilitare il passaggio diretto del dirigente dichiarato in eccedenza ad altre aziende del comparto ed evitare il collocamento in disponibilità del dirigente che non sia possibile impiegare diversamente nel proprio ambito, l'azienda interessata comunica a tutte le aziende operanti nell'ambito regionale l'elenco dei dirigenti in eccedenza distinti per disciplina, ai sensi dell'art. 20, comma 1 del CCNL 8 giugno 2000, per conoscere la loro disponibilità al passaggio diretto di tutti o parte di tali dirigenti. 3. Le aziende del comparto comunicano, entro il termine di 30 giorni dalla richiesta di cui al comma 2, l'entità dei posti vacanti nella dotazione organica per i quali, tenuto conto della programmazione dei fabbisogni, sussiste l'assenso al passaggio diretto dei dirigenti in eccedenza. 4. I posti disponibili sono comunicati ai dirigenti in eccedenza che possono indicare le relative preferenze e chiederne le conseguenti assegnazioni. 5. Analoga richiesta a quella del comma 2 viene rivolta anche agli altri enti o amministrazioni di diverso comparto di cui all'art. 1 del D. Lgs. 165/2001 presenti a livello provinciale e regionale, al fine di accertare ulteriori disponibilità di posti per i passaggi diretti. Le predette amministrazioni, qualora interessate, seguono le medesime procedure. 6. Ai trasferimenti del presente articolo, la cui disciplina decorre
dall'entrata in vigore del contratto, si applicano i commi 3 e 4
dell'art. 20 del CCNL 8 giugno 2000.
Formazione Art. 18 Formazione 1. In materia di formazione è tuttora vigente l'art. 33 del CCNL 5 dicembre 1996, che prevede la formazione obbligatoria e facoltativa. In tale ambito rientra la formazione continua, comprendente l'aggiornamento professionale e la formazione permanente, di cui all'art. 16 bis. e segg. del D. Lgs. 502/1992, sulla base delle linee generali di indirizzo dei programmi annuali e pluriennali concordati ai sensi dell'art. 4, comma 2, lett. C) del CCNL 8 giugno 2000. 2. Nelle linee di indirizzo saranno privilegiate le strategie e le metodologie coerenti con la necessità di implementare l'attività di formazione in ambito aziendale ed interaziendale previste dall'art. 16 bis e seguenti del dlgs. 502 del 1992, anche favorendo metodi di formazione che facciano ricorso a mezzi multimediali al fine di ottimizzare le risorse disponibili per il più ampio possibile coinvolgimento di destinatari. 3. Al fine di favorire con ogni possibile strumento il diritto alla formazione e all'aggiornamento professionale del dirigente, sono in particolare previsti, oltre quelli esistenti, gli istituti di cui agli artt. 19 e 20, per i quali è possibile la fruizione di speciali congedi. 4. Alla formazione continua sono destinate annualmente le risorse
previste dalla circolare del Ministro della Funzione Pubblica n. 14 del
24 aprile 1995, integrate da eventuali altri fondi stanziati allo scopo
sulla base delle vigenti disposizioni nonché le altre risorse di cui
all'art. 33 citato al comma 1, qualora confermate dalla contrattazione
integrativa sulla base dei criteri fissati nel regolamento aziendale
sulla libera professione intramuraria, di cui all'art. 57 del medesimo
CCNL del 2000. Art. 19 Congedi per la formazione 1. Al fine di consentire la sua partecipazione ad attività formative diverse da quelle obbligatorie, il dirigente a tempo indeterminato con anzianità di servizio di almeno 5 anni maturata presso la stessa azienda, ovvero senza soluzione di continuità presso altre aziende ed enti del comparto ai sensi dell'art. 12, comma 3, lett. a) del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico 2000-2001, può chiedere una sospensione del rapporto di lavoro per la formazione per un periodo non superiore ad undici mesi, continuativi o frazionati, nell'arco dell'intera vita lavorativa. 2. Durante il periodo di congedo per la formazione, il dirigente conserva il posto di lavoro e non ha diritto alla retribuzione. I congedi per la formazione sono concessi nella misura complessiva del 10% del personale della presente area dirigenziale in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, calcolato sulla base della consistenza dei dirigenti al 31 dicembre di ciascun anno. 3. Per la concessione dei congedi di cui al presente articolo, i dirigenti interessati ed in possesso della prescritta anzianità devono presentare all'azienda o ente una specifica domanda, contenente l'indicazione dell'attività formativa che intendono svolgere, della data di inizio e della durata prevista della stessa. Tale domanda va presentata almeno 30 giorni prima dell'inizio delle attività formative. 4. La contrattazione integrativa di cui all'art. 4, comma 2, lett. C) del CCNL 8 giugno 2000 individua i criteri da adottare nel caso in cui le domande presentate siano eccedenti rispetto alla percentuale. 5. Al fine di contemperare le esigenze organizzative dei servizi ed uffici con l'interesse formativo dei dirigenti, qualora la concessione del progetto possa determinare un grave pregiudizio alla funzionalità del servizio, non risolvibile durante la fase di preavviso di cui al comma 3, l'azienda può differire motivatamente, comunicandolo per iscritto, la fruizione del congedo stesso fino ad un massimo di 6 mesi. Su richiesta del dirigente, tale periodo può essere più ampio per consentire la utile partecipazione all'attività formativa richiesta. 6. Al dirigente, durante il periodo di congedo si applica l'art. 5, comma 3 della legge 53/2000. Nel caso di infermità previsto dallo stesso articolo, relativamente al periodo di comporto, alla determinazione del trattamento economico e alle modalità di comunicazione all'azienda, si applicano le disposizioni contenute negli artt. 24 e 25 del CCNL 5 dicembre 1996. 7. Il dirigente che abbia dovuto interrompere il congedo formativo ai sensi dei commi 5 e 6 può rinnovare la domanda per un successivo ciclo formativo con diritto di priorità. 8. Per quanto non normato nel presente articolo, la cui applicazione
decorre dalla data di entrata in vigore del contratto, si fa riferimento
all'art. 5 della legge 53/2000. Art. 20 Comando finalizzato 1. Oltre ai congedi dell'articolo precedente, il dirigente può chiedere il comando finalizzato per periodi di tempo determinati presso centri, istituti, laboratori ed altri organismi di ricerca nazionali ed internazionali che abbiano dato il loro assenso, e si ritiene fruibile entro trenta giorni dalla domanda, salvo diverso accordo tra le parti. 2. Il periodo di comando non può comunque superare i due anni nel quinquennio e non può essere cumulato con i congedi cui all'articolo precedente e con le aspettative per motivi personali di cui all'art. 10. 3. In relazione all'interesse dell'azienda che il dirigente compia studi speciali o acquisisca tecniche particolari, indispensabili per il miglior funzionamento dei servizi, alla stessa spetta stabilire se, in quale misura e per quale durata al dirigente possa competere il trattamento economico in godimento. 4. Il periodo trascorso in comando è comunque valido ad ogni effetto ai fini dell'anzianità di servizio. 5. Sono disapplicati i commi da 4 a 7 dell'art. 45 del D.P.R.
761/1979, nonché i commi 5 e 7 dell'art. 33 del CCNL 5 dicembre 1996.
Disposizioni di particolare interesse Art. 21 Ricostituzione del rapporto di lavoro 1. Il dirigente che abbia interrotto il rapporto di lavoro per proprio recesso o per motivi di salute può richiedere alla stessa azienda, entro due anni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, la ricostituzione dello stesso. 2. L'azienda si pronuncia entro 60 giorni dalla richiesta; in caso di accoglimento, il dirigente è ricollocato, previa stipulazione del contratto individuale, nella qualifica dirigenziale, posizione economica iniziale. Allo stesso è attribuito il trattamento economico iniziale previsto dalle Tavole 1 e 2 del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico, punto 4, con esclusione della retribuzione individuale di anzianità (R.I.A.) a suo tempo eventualmente maturata, fatto salvo quanto previsto dal comma successivo. 3. Nei confronti del dirigente che abbia favorevolmente superato il quinquennio di servizio prima della cessazione del rapporto di lavoro, l'azienda può conferire un incarico ai sensi dell' art. 27, comma 1, lettere b) e c) del CCNL 8 giugno 2000, I biennio economico. 4. La stessa facoltà di cui al comma 1 è dato al dirigente, senza limiti temporali, nei casi previsti dalle disposizioni di legge relative all'accesso al lavoro presso le pubbliche amministrazioni in correlazione al riacquisto della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione Europea. 5. Nei casi previsti dai precedenti commi, la ricostituzione del rapporto di lavoro è, in ogni caso, subordinata alla disponibilità del corrispondente posto nella dotazione organica dell'azienda ed al mantenimento del possesso dei requisiti generali per l'assunzione da parte del richiedente nonché all'accertamento dell'idoneità fisica se la cessazione del rapporto sia stata causata da motivi di salute. 6. Qualora il dirigente riammesso goda già di trattamento pensionistico si applicano le vigenti disposizioni in materia di ricongiunzione e di divieto di cumulo, ove previsto. Allo stesso, fatte salve le indennità percepite agli effetti del trattamento di previdenza per il periodo di servizio prestato prima della ricostituzione del rapporto di lavoro, si applica l'art. 34. 7. E' disapplicato l'art. 59 del D.P.R. 761/1979 Art. 22 Clausole speciali 1. Per ciascun dirigente, l'ufficio del personale dell'azienda di appartenenza conserva in apposito fascicolo tutti gli atti e documenti prodotti dall'azienda o dallo stesso dirigente ed attinenti all'attività da lui svolta e ai fatti più significativi che lo riguardano. 2. Relativamente agli atti e documenti conservati nel fascicolo personale è assicurata la riservatezza dei dati personali secondo le disposizioni vigenti in materia. Il dirigente, a richiesta, può prendere liberamente visione del proprio fascicolo personale e richiedere copia, a proprie spese, di tutti o parte dei documenti ivi inseriti. Sono esonerate dal pagamento le copie richieste per le procedure concorsuali o di conferimento degli incarichi presso la stessa azienda. 3. Al dirigente cui durante il servizio è fatto obbligo di indossare una divisa o indumenti di lavoro e calzature appropriate in relazione al tipo delle prestazioni provvede l'azienda, con oneri a proprio carico. Ai dirigenti addetti a particolari servizi sono, inoltre, forniti tutti gli indumenti e mezzi protettivi contro eventuali rischi ed infezioni, tenendo conto del D. Lgs. 626/1994 e delle leggi in materia antinfortunistica e di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. 4. L'azienda, con oneri a proprio carico, può disciplinare per
speciali esigenze connesse al particolare tipo di mansioni svolte da
categorie di dirigenti previamente individuate l'uso di alloggi di
servizio. Art. 23 Diritti derivanti da invenzione industriale 1. Qualora il dirigente, nello svolgimento del rapporto di lavoro, effettui una invenzione industriale, si applicano le disposizioni dell'art. 2590 Cod. Civ. e quelle speciali che regolano i diritti di invenzione nell'ambito dell'impresa. 2. In relazione all'importanza dell'invenzione rispetto all'attività
istituzionale dell'azienda, la contrattazione integrativa può
individuare i criteri ai fini della corresponsione di speciali compensi
per la produttività nell'ambito delle risorse destinate alla
retribuzione accessoria. Art. 24 Mensa 1. Le aziende, in relazione al proprio assetto organizzativo e compatibilmente con le risorse disponibili, possono istituire mense di servizio o, in alternativa, garantire l'esercizio del diritto di mensa con modalità sostitutive. 2. Hanno diritto alla mensa tutti i dirigenti, ivi compresi quelli
che prestano la propria attività in posizione di comando, nei giorni di
effettiva presenza al lavoro, in relazione alla particolare
articolazione dell'orario di lavoro. 4. Il costo del pasto, determinato in sostituzione del servizio mensa, a carico dell'azienda non può superare complessivamente l'importo di £. 10.000 (pari a € 5,16). Il dirigente è tenuto a contribuire in ogni caso nella misura fissa di £. 2.000 (pari a € 1,03) per ogni pasto. Il pasto non è monetizzabile. 5. Sono disapplicati gli artt. 33 del D.P.R. 270/1987 e 134, comma 2
del D.P.R. 384/1990. Art. 25 Attività sociali, culturali e ricreative 1. Le attività sociali, culturali e ricreative promosse nelle aziende sono gestite da organismi formati a maggioranza da rappresentanti dei dirigenti, in conformità a quanto previsto dall'art. 11 della legge n. 300/1970. 2. Sono disapplicati gli artt. 34 del D.P.R. 270/1987 e 134, comma 3 del D.P.R. 384/1990.
TRATTAMENTO ECONOMICO Capo I Istituti particolari Art. 26 Retribuzione e sue definizioni 1. La retribuzione è corrisposta mensilmente, salvo quelle voci del trattamento economico accessorio per la quali la contrattazione integrativa può prevedere diverse modalità temporali di erogazione. 2. Sono definite le seguenti nozioni di retribuzione: a) retribuzione mensile, costituita dal valore economico tabellare
mensile per la qualifica dirigenziale, attualmente previsto dalle Tavole
1 e 2, terza colonna, allegate al CCNL 8 giugno 2000, relativo al II
biennio economico 2000-2001; d) retribuzione globale di fatto annuale, costituita dall'importo della retribuzione individuale mensile per 12 mensilità di cui alla lett. c), alla quale si aggiunge il rateo della tredicesima mensilità per le voci che sono corrisposte anche a tale titolo, nonché l'importo annuo della retribuzione di risultato e delle indennità contrattuali per le condizioni di lavoro percepite nell'anno di riferimento non ricomprese nella precedente lett. c) ; sono escluse le somme corrisposte a titolo di rimborso spese per il trattamento di trasferta fuori sede o come equo indennizzo. 3. La retribuzione giornaliera si ottiene dividendo le corrispondenti retribuzioni mensili di cui al comma 2 per 26. 4. La retribuzione oraria si ottiene dividendo le corrispondenti retribuzioni mensili di cui al comma 2 per 156. 5. Le clausole contrattuali indicano di volta in volta a quale base retributiva debba farsi riferimento per calcolare la retribuzione giornaliera ed oraria. 6. Per i dirigenti con rapporto di lavoro non esclusivo, le nozioni
di retribuzione di cui al comma 2 comprendono le voci corrispondenti di
loro spettanza secondo l'indicazione degli articoli da 43 a 47 del CCNL
8 giugno 2000. Art. 27 Struttura dello stipendio 1. Al dirigente deve essere consegnata mensilmente una distinta dello stipendio in cui devono essere singolarmente specificati : a) la denominazione dell'azienda; 2. In conformità alle normative vigenti, resta la possibilità del dirigente di avanzare reclami per eventuali irregolarità riscontrate. 3. L'azienda adotta tutte le misure idonee ad assicurare il rispetto
del diritto del lavoratore alla riservatezza su tutti i propri dati
personali, ai sensi della legge n. 675/1996. Art. 28 Lavoro straordinario 1. Il lavoro straordinario non può essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del lavoro. Le relative prestazioni hanno carattere eccezionale e devono rispondere ad effettive esigenze di servizio. 2. Le prestazioni di lavoro straordinario sono consentite ai soli dirigenti di cui all'art. 16, comma 1 del CCNL 8 giugno 2000, per i servizi di guardia e di pronta disponibilità di cui agli artt. 19 e 20 del CCNL 5 dicembre 1996 nonchè per altre attività non programmabili. Esse possono essere compensate a domanda del dirigente con riposi sostitutivi da fruire, compatibilmente con le esigenze del servizio, di regola entro il mese successivo. 3. Il fondo per la corresponsione dei compensi per il lavoro straordinario è quello determinato ai sensi dell'art. 51 del CCNL 8 giugno 2000. 4. Le aziende determinano le quote di risorse del fondo che, in relazione alle esigenze di servizio preventivamente programmate ovvero previste per fronteggiare situazioni ed eventi di carattere eccezionale, vanno assegnate alle articolazioni aziendali individuate dal D. Lgs. n. 502/1992. 5. La misura oraria dei compensi per lavoro straordinario è determinata maggiorando la misura oraria di lavoro ordinario calcolata convenzionalmente dividendo per 156 i seguenti elementi retributivi : a) stipendio tabellare in godimento; 6. La maggiorazione di cui al comma 5 è pari al 15% per lavoro straordinario diurno, al 30% per lavoro straordinario prestato nei giorni festivi o in orario notturno (dalle ore 22 alle ore 6 del giorno successivo) ed al 50% per quello prestato in orario notturno festivo. 7. Per i dirigenti di struttura complessa, si rinvia al principio indicato nell'art. 8, comma 3 del presente contratto. 8. E' disapplicato l'art. 80 del D.P.R. 384/1990.
Indennità di rischio radiologico 1. L'indennità di rischio radiologico prevista dall'art. 62, comma 4, primo alinea del CCNL 5 dicembre 1996, a decorrere dall'entrata in vigore del presente contratto è denominata indennità professionale specifica ed è corrisposta ai dirigenti ivi previsti per 12 mensilità, nella stessa misura di £. 200.000 lorde (pari a € 103,29). 2. Ai dirigenti che non siano medici di radiologia esposti in modo permanente al rischio radiologico, l'indennità continua ad essere corrisposta sotto forma di rischio radiologico nella misura di cui al comma 1, per tutta la durata del periodo di esposizione. 3. L'accertamento delle condizioni ambientali che caratterizzano le "zone controllate" deve avvenire con i soggetti a ciò deputati in base alle vigenti disposizioni. Le visite mediche periodiche dei dirigenti esposti al rischio delle radiazioni avvengono con cadenza semestrale. 4. Gli esiti dell'accertamento di cui al comma precedente ai fini della corresponsione dell'indennità sono oggetto di informazione alle organizzazioni sindacali ammesse alla trattativa integrativa, ai sensi dell'art. 6, comma 1, lett. a) del CCNL 8 giugno 2000. 5. Ai dirigenti di cui ai commi 1 e 2 competono 15 giorni di ferie aggiuntive da fruirsi in una unica soluzione. 6. Alla corresponsione dell'indennità di cui ai commi 1 e 2, si provvede col fondo del trattamento accessorio legato alle condizioni di lavoro di cui all'art. 51 del CCNL 8 giugno 2000. Essa è pagata in concomitanza con lo stipendio, e non è cumulabile con l'indennità di cui al D.P.R. 5 maggio 1975, n. 146 e con altre indennità eventualmente previste a titolo di lavoro nocivo o rischioso. E', peraltro, cumulabile con l'indennità di profilassi antitubercolare confluita nel citato fondo dell'art. 51. 7. E' disapplicato l'art. 120 del D.P.R. 384/1990, le cui risorse
sono confluite nel fondo di cui all'art. 62 del CCNL 5 dicembre 1996,
ora art. 51 del CCNL 8 giugno 2000. Art. 30 Bilinguismo 1. Ai dirigenti in servizio nelle aziende e negli enti aventi sede nella Regione autonoma a Statuto speciale Valle d'Aosta, nella Province autonome di Trento e Bolzano, nonché nella altre Regioni a Statuto speciale in cui vige istituzionalmente, con carattere di obbligatorietà, il sistema del bilinguismo, è confermata l'apposita indennità di bilinguismo, collegata alla professionalità, nella stessa misura e con le stesse modalità previste per il personale della Regione a Statuto speciale Trentino-Alto Adige. 2. La presente disciplina produce effetti qualora l'istituto non
risulti disciplinato da disposizioni speciali. Art. 31 Trattenute per scioperi brevi 1. Per gli scioperi di durata inferiore alla giornata lavorativa, le
relative trattenute sulle retribuzioni sono limitate alla effettiva
durata dell'astensione dal lavoro e, comunque, in misura non inferiore a
un'ora. In tal caso la trattenuta per ogni ora è pari alla misura
oraria della retribuzione che, a decorrere dal presente contratto, è
commisurata a quella individuata dall'art. 26, comma 2, lett. c),
Trattamento di trasferta 1. Il presente articolo si applica ai dirigenti comandati a prestare la propria attività lavorativa in località diversa dalla dimora abituale e distante più di 10 chilometri dalla ordinaria sede di servizio. Nel caso in cui il dirigente venga inviato in trasferta in un luogo compreso tra la località sede di servizio e quella di dimora abituale, la distanza si computa dalla località più vicina a quella della trasferta. Ove la località della trasferta si trovi oltre la località di dimora abituale, le distanze si computano da quest'ultima località. 2. Ai dirigenti di cui al comma 1, oltre alla normale retribuzione, compete : a) una indennità di trasferta pari a : n £. 40.000 (pari a € 20,66) per ogni periodo di 24 ore di
trasferta; b) il rimborso delle spese effettivamente sostenute per i viaggi in
ferrovia, aereo, nave ed altri mezzi di trasporto extraurbani, nel
limite del costo del biglietto; per i viaggi in aereo, la classe di
rimborso è individuata in relazione alla durata del viaggio; per i
dirigenti autorizzati ad avvalersi del proprio mezzo, si applica l'art.
24, comma 5 del CCNL 8 giugno 2000; 3. Per le trasferte di durata superiore a 8 ore compete, oltre all'indennità di cui al comma 2 lett. a), il rimborso per un pasto nel limite attuale di £. 43.100 (pari a € 22,26). Per le trasferte di durata superiore a 12 ore, al dirigente spetta il rimborso della spesa sostenuta per il pernottamento in un albergo fino a quattro stelle e della spesa, nel limite attuale di complessive £. 85.700 (pari a € 44,26) per i due pasti giornalieri. Le spese vanno debitamente documentate. 4. Nel caso in cui il dirigente fruisca del rimborso di cui al comma 3, spetta l'indennità di cui al comma 2, lett. a), primo alinea, ridotta del 70%. Non è ammessa in nessun caso l'opzione per l'indennità di trasferta in misura intera. 5. Nei casi di missione continuativa nella medesima località di durata non inferiore a 30 giorni è consentito il rimborso della spesa per il pernottamento in residenza turistico alberghiera di categoria corrispondente a quella ammessa per l'albergo, purché risulti economicamente più conveniente rispetto al costo medio della categoria consentita nella medesima località. 6. I dirigenti che svolgono le attività in particolarissime situazioni operative che non consentono di fruire, durante le trasferte, del pasto o del pernottamento per mancanza di strutture e servizi di ristorazione hanno diritto alla corresponsione della somma forfettaria di £. 40.000 lorde giornaliere (pari a € 20,66) in luogo dei rimborsi di cui al comma 3. 7. A titolo meramente esemplificativo, tra le attività indicate nel comma 6 sono ricomprese le seguenti: n attività di protezione civile nelle situazioni di prima urgenza: 8. Il dirigente inviato in trasferta ai sensi del presente articolo ha diritto ad una anticipazione non inferiore al 75% del trattamento complessivo presumibilmente spettante per la trasferta. 9. Ai soli fini del comma 2, lett. a), nel computo delle ore di trasferta si considera anche il tempo occorrente per il viaggio. 10. Le aziende stabiliscono le condizioni per il rimborso delle spese relative al trasporto dei materiali e degli strumenti occorrenti ai dirigenti per l'espletamento dell'incarico affidato. 11. Il trattamento di trasferta non viene corrisposto in caso di trasferte di durata inferiore alle 4 ore o svolte come normale servizio di istituto nell'ambito territoriale di competenza dell'azienda. 12. L'indennità di trasferta cessa di essere corrisposta dopo i primi 240 giorni di trasferta continuativa nella medesima località. 13. Per quanto non previsto dai precedenti commi, il trattamento di trasferta, ivi compreso quello relativo alle missioni all'estero, rimane disciplinato dalle leggi 18 dicembre 1973, n. 836, 26 luglio 1978, n. 417, e dal D.P.R. 513/1978 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché dalle norme regolamentari vigenti, anche in relazione a quanto previsto dall'art. 42, comma 2. 14. Agli oneri derivanti dal presente si fa fronte nei limiti delle risorse già previste nei bilanci delle singole aziende per tale specifica finalità. 15. Gli incrementi delle voci di cui al comma 2, lett. a), primo alinea, ed al comma 6 decorrono dal 31 dicembre 2001. 16. Sono disapplicati l'art. 43 del D.P.R. 761/1979 e l'art. 87 del
D.P.R. 384/1990. Art. 33 Trattamento di trasferimento 1. Al dirigente che è trasferito dall'azienda in altra sede per motivi organizzativi legati alla ristrutturazione aziendale, quando il trasferimento comporti la necessità dello spostamento della propria abitazione in altro comune, deve essere corrisposto il seguente trattamento economico: - indennità di trasferta per sé e per i familiari; 2. Dal 31 dicembre 2001, il dirigente che versa nelle condizioni di cui al comma 1 ha altresì titolo al rimborso delle eventuali spese per anticipata risoluzione del contratto di locazione della propria abitazione, regolarmente registrato. 3. Agli oneri derivanti dall'applicazione del presente articolo si fa fronte, nei limiti delle risorse già previste nei bilanci delle singole aziende per tale specifica finalità, con le risorse dell'art. 1, comma 59 della legge 662/1996 e successive modificazioni ed integrazioni, applicabile alla presente area dirigenziale ai sensi del CCNL integrativo sull'impegno ridotto dei dirigenti, stipulato il 22 febbraio 2001. 4. Per le modalità di erogazione e le misure economiche del
trattamento di cui al comma 1 si rinvia a quanto previsto dalle leggi
836/1973, 417/1978 e D.P.R. 513/1978 e successive modificazioni ed
integrazioni. Art. 34 Trattamento di fine rapporto 1. Dal 31 dicembre 2001, la retribuzione annua da prendersi a base per la liquidazione del trattamento di fine rapporto di lavoro ricomprende le seguenti voci: a) stipendio tabellare di cui all'art. 36 CCNL 8 giugno 2000
(quadriennio normativo 1998-2001 e primo biennio economico 1998-1999) e
art. 2 CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico; 2. Per i dirigenti di cui all'art. 44 del CCNL 8 giugno 2000, si fa
riferimento al trattamento economico previsto dalla stessa norma al
comma 6. Per la retribuzione di posizione si applica il principio di cui
al precedente comma 1, lett. f).
Capo II IntegrazionI ed interpretazioni dei CCNL dell' 8 giugno 2000. Art. 35 1. Dal 1 gennaio 2001, lo stipendio tabellare attribuito al livello
unico dei dirigenti medici e veterinari di cui all' art 2 del CCNL 8
giugno 2000, relativo al II biennio economico 2000 - 2001, comprensivo
degli aumenti del luglio 2000, è incrementato di un importo mensile
lordo di £. 43.000 (pari a €. 22,21). Art. 36 1. Dal 1 gennaio 2001, lo stipendio tabellare attribuito al livello
unico dei dirigenti medici e veterinari di cui all' art 6 del CCNL 8
giugno 2000, relativo al II biennio economico 2000 - 2001 è
incrementato dell'importo mensile lordo a fianco di ciascuno indicato: 2. Dal 1 luglio 2001 ai dirigenti del comma 1 sono corrisposti i
seguenti incrementi che assorbono quello del comma precedente: 2. Lo stipendio tabellare annuo lordo, per dodici mensilità, dei
dirigenti medici e veterinari di cui al comma 1 lett. a) e b), è così
stabilito: 3. Il trattamento economico omnicomprensivo di £. 11. 289.872 (pari ad € 5.830,73) - previsto dall'art. 6 del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico per gli ex medici condotti ed equiparati che non abbiano effettuato l'opzione per il rapporto esclusivo - in godimento da parte degli stessi al 1 gennaio 2001 - è rideterminato dalla stessa data in £. 11. 442.246 (pari a € 5.909, 43) e dal 1 luglio 2001 in £. 11.605.251 (pari a € 5.993,61 ). 4. Il presente articolo, fermo rimanendo quanto riguarda gli
incrementi ed i valori di cui alle decorrenze del 1 luglio 2000 che
rimangono confermati, sostituisce tutti gli altri incrementi e
corrispondenti valori previsti nell'art. 6 del CCNL 8 giugno 2000, II
biennio economico. Art. 37 1. Il fondo previsto dall'art. 9 del CCNL stipulato l' 8 giungo 2000,
II biennio economico 2000 - 2001, ai fini del finanziamento
dell'indennità di specificità medica, della retribuzione di posizione,
dell'equiparazione, dello specifico trattamento economico nei casi in
cui è mantenuto a titolo personale nonché dell'indennità di incarico
di direzione di struttura complessa, è incrementato a decorrere dal 1
gennaio 2001, in ragione d'anno, di una quota pari allo 0,32 % del monte
salari annuo calcolato al 31 dicembre 1999. L'incremento non assorbe
quello già previsto dal 1 luglio 2001 ma si aggiunge ad esso. Art. 38 Clausole integrative ed interpretative del CCNL 8.6. 2000 1. Nel caso in cui il dirigente esercitante l'attività libero professionale extra moenia sia cessato dal servizio prima del 14 marzo 2000, data di scadenza del termine per l'opzione per il rapporto esclusivo, avendo lo stesso mantenuto il diritto all'opzione, non trovano applicazione le sanzioni economiche e di carriera previste dagli artt. da 45 a 47 del CCNL dell'8 giugno 2000. A tale proposito le parti concordano, tuttavia, che il 50% della retribuzione di posizione - parte variabile - e la retribuzione di risultato lasciata disponibile dal dirigente concorrano pro quota e poi in misura intera per l'anno successivo ad incrementare i risparmi aziendali di cui all'art. 5, comma 7, lettera C) del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico, per il finanziamento dell'indennità di esclusività. La presente clausola ha valore di interpretazione autentica. 2. In via di interpretazione autentica, le parti concordano che l'equiparazione di cui all'art. 3 del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico 2000 - 2001, riguarda anche i dirigenti di ex IX livello già a tempo pieno (art. 36 del CCNL dell' 8 giugno 2000, I biennio economico) che alla data del 14 marzo 2000 non abbiano optato per il rapporto di lavoro esclusivo. La riduzione di cui all'art. 47 del citato CCNL del I biennio economico, trova applicazione sulla retribuzione di posizione - parte variabile - così rideterminata nel II biennio economico. La presente clausola entra in vigore dal 1 febbraio 2001 come l'art. 3 del CCNL 8 giugno 2000, II biennio economico. 3. Esclusivamente i dirigenti medici e veterinari di ex II livello
che abbiano optato entro il 14 marzo 2000 per il rapporto di lavoro
esclusivo e che, a tale data, si trovavano in aspettativa per mandato
elettorale, sindacale ovvero per il conferimento dell'incarico di
direttore generale o sanitario ovvero, ove previsto di direttore dei
servizi sociali, qualora non abbiano inoltrato la domanda di essere
sottoposti alla verifica nei termini previsti dall'art. 30 del CCNL
dell'8 giugno 2000, possono, in via eccezionale, chiederla entro trenta
giorni dall'entrata in vigore del presente contratto. La verifica
avviene entro due mesi dal rientro in servizio ed, ove ciò sia già
avvenuto, entro i due mesi successivi alla domanda. In tale ultimo caso,
se ha già trovato applicazione il comma 6 dell'art. 30 e la verifica è
positiva, l'incarico conferito prosegue sino al compimento del settimo
anno compreso il periodo già effettuato. Qualora la verifica non sia
positiva si applica il comma 5 dell'art. 30. In mancanza di
presentazione della domanda da parte dei soggetti destinatari della
presente clausola, rimane impregiudicata l'applicazione dell'art. 30 del
citato contratto. TITOLO IV DISPOSIZIONI PARTICOLARI E FINALI CAPO I Art. 39 Modalità di applicazione di benefici economici 1. In favore del dirigente che sia stato riconosciuto, con provvedimento formale, invalido o mutilato per causa di servizio è concesso un incremento percentuale nella misura, rispettivamente, del 2,50% e dell'1,25% del trattamento tabellare in godimento alla data di presentazione della relativa domanda, a seconda che l'invalidità sia stata ascritta alle prime sei categorie di menomazione di cui alla tabella A allegata al D.P.R. 23 dicembre 1978, n. 915, ovvero alle ultime due. Il predetto incremento, non riassorbibile, viene corrisposto a titolo di retribuzione individuale di anzianità. 2. Nulla è innovato per quanto riguarda tutta la materia relativa all'accertamento dell'infermità per causa di servizio, al rimborso delle spese di degenza per causa di servizio ed all'equo indennizzo, che rimangono regolate dalle seguenti leggi e loro successive modificazioni ed integrazioni, automaticamente recepite nella disciplina pattizia: D.P.R. 3 maggio 1957, n. 686 (Norme di esecuzione del T.U. sullo statuto degli impiegati civili dello Stato approvato con D.P.R. del 27 gennaio 1957, n. 3); legge 27 luglio 1962, n. 1116 (Norme interpretative ed integrative dell'art. 68 del T.U. 3 del 1957); della legge 1° novembre 1957, n. 1140, in materia di spese di degenza e di cura del personale statale per infermità dipendente da causa di servizio) e successivo D.P.C.M. 5 luglio 1965; art. 50 D.P.R. 20 dicembre 1979, n. 761;legge 30 dicembre 1981, n. 834 (tabelle);art. 22, commi da 27 a 31 della legge 23 dicembre 1994, n. 724; art. 1, commi da 119 a 122, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Tali leggi sono, da ultimo, state modificate dal D.P.R. 29 ottobre 2001, n. 461 (Regolamento recante, tra l'altro, la semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento delle infermità da causa di servizio e per la concessione dell'equo indennizzo), nel quale, all'art. 20 sono riprodotte le eventuali abrogazioni delle norme citate e disapplicate dallo stesso decreto. 3. Con riferimento alla misura dell'equo indennizzo, le parti concordano, inoltre, quanto segue : a) per la determinazione dell'equo indennizzo, si considera il
trattamento economico tabellare previsto dagli articoli 36 e 43 del CCNL
8 giugno 2000, I biennio economico 1998 - 1999, come aggiornato dagli
artt. 2 e 6 del CCNL, stipulato in pari data, riguardante il II biennio
economico 2000 - 2001. Per i dirigenti già di 2° livello di struttura
complessa che fruiscono della norma transitoria prevista dall'art. 38
del citato CCNL, lo stipendio tabellare è comunque comprensivo
dell'assegno personale di cui allo stesso art. 38, comma 1, lett. b),
limitatamente alla misura di £. 12.432.000 (pari a € 6.420,59), pari
alla differenza degli stipendi tabellari tra ex primo ed ex secondo
livello dirigenziale alla data del 31 luglio 1999; 4. Per quanto riguarda la disciplina della tredicesima mensilità, si continua a fare riferimento al D. Lgs. C.P.S. 25 ottobre 1946, n. 263 e successive modificazioni ed integrazioni. 5. In materia di congedo per cure agli invalidi si rinvia alle seguenti leggi: a) legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del D. L. 30
gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi
civili); 6. Nei confronti dei dirigenti della presente area continua a trovare applicazione la disciplina degli articoli 1 e 2 della legge 24 maggio 1970, n. 336 e successive modificazioni ed integrazioni; in particolare, il previsto incremento di anzianità pari al 2,50% della nozione di retribuzione di cui all'art. 26, comma 2, lett. a), per ogni biennio considerato, o in percentuale proporzionalmente ridotta, per periodi inferiori al biennio. 7. Al personale medico anestesista esposto ai gas anestetici compete un periodo di ferie aggiuntive di 8 giorni da usufruire in un'unica soluzione nell'arco dell'anno solare. Le aziende, attraverso un'adeguata organizzazione del lavoro, attivano forme di rotazione di tali medici nell'ambito del servizio di appartenenza. E' disapplicato, in particolare il comma 10 dell'art. 120 del DPR 384 del 1990
CAPO II Art. 40 Tentativo obbligatorio di conciliazione 1. Per tutte le controversie individuali è prevista l'attivazione del tentativo obbligatorio di conciliazione. 2. A tal fine, il dirigente può avvalersi delle procedure di conciliazione di cui all'art. 66 del D. Lgs. 165/2001 ovvero di quelle indicate nell'art. 4 del CCNQ del 23 gennaio 2001 e successive proroghe. 3. Ove la conciliazione non riesca, il dirigente può adire
l'autorità giudiziaria ordinaria. In alternativa, le parti in causa
possono concordare di deferire la controversia ad un arbitro unico a
prescindere dalla tipologia di conciliazione prescelta tra quelle
indicate nel comma 2. In tal caso si esperiscono le procedure indicate
nell'art. 4 e seguenti del CCNQ del 23 gennaio 2001 e successive
proroghe. Art. 41 Procedure di conciliazione in caso di recesso 1. Prima di procedere al recesso l'azienda ha l'obbligo di attivare la procedura dinanzi al Comitato dei Garanti - di cui all'art. 23 del CCNL dell'8 giugno 2000 come integrato dal CCNL di interpretazione autentica stipulato il 24 ottobre 2001 - che deve, pertanto, essere necessariamente istituito. 2. Ove il recesso sia successivamente intimato ai sensi dell'art. 36, commi 1 e 2 del CCNL del 5 dicembre 1996, il dirigente che non ritenga giustificata la motivazione fornita dall'azienda ovvero questa non sia stata indicata contestualmente alla comunicazione del recesso, attiva le procedure di conciliazione dinanzi al collegio di conciliazione o all'arbitro ai sensi dell'art. 40 del presente contratto. 3. La procedura di conciliazione è attivata mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, che costituisce prova del rispetto dei termini, entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione scritta di licenziamento. La lettera deve contenere una sommaria prospettazione dei fatti e delle ragioni di diritto poste a fondamento della pretesa. 4. L'avvio della procedura di conciliazione di cui al comma 2 non ha effetto sospensivo del recesso. 5. Nel caso in cui la conciliazione non riesca, si applica l'art. 40, comma 3. 6. Ove la conciliazione riesca e l'azienda assuma l' obbligo di riassunzione del dirigente, il rapporto di lavoro prosegue con le precedenti caratteristiche e senza soluzione di continuità. 7. Ove il collegio di conciliazione o l'arbitro, con motivato giudizio, accolga il ricorso, ritenendo ingiustificato il licenziamento ma non trovi applicazione il comma 6, dispone a carico dell'azienda una indennità supplementare, determinata in relazione alle valutazioni dei fatti e delle circostanze emerse, tra un minimo, pari al corrispettivo del preavviso maturato, maggiorato dell'importo equivalente a due mensilità ed un massimo pari al corrispettivo di 22 mensilità. 8. L'indennità supplementare di cui al comma 7 è automaticamente
aumentata, ove l'età del dirigente sia compresa fra i 46 e i 56 anni,
nelle seguenti misure: · 7 mensilità in corrispondenza del 51^ anno compiuto; 9. Le mensilità di cui ai commi 7 e 8 sono formate dalle voci che costituiscono la retribuzione individuale mensile di cui all'art. 26, comma 2, lett. c) . 10. Il dirigente che accetti l'indennità supplementare non può successivamente adire l'autorità giudiziaria o l'arbitro ai sensi dell'art. 40, comma 3. In tal caso, l'azienda non può assumere altro dirigente nel posto precedentemente coperto dal ricorrente, per un periodo corrispondente al numero di mensilità riconosciute dal collegio di conciliazione o dall'arbitro, ai sensi dei commi 7 e 8. 11. Per un periodo di tempo pari ai mesi cui è correlata la determinazione dell'indennità supplementare e con decorrenza dalla pronuncia del Collegio o dell'arbitro, il dirigente il cui licenziamento sia stato ritenuto ingiustificato ai sensi del comma 7 può avvalersi della disciplina di cui all'art. 39 comma 10 del CCNL del 5 dicembre 1996, senza obbligo di preavviso. Tale disciplina è stata confermata dall'art. 20 comma 6 del CCNL dell'8 giugno 2000 ed il riferimento normativo ivi contenuto è ora da intendersi correlato al presente comma. Qualora si realizzi il trasferimento ad altra azienda, il dirigente ha diritto ad un numero di mensilità risarcitorie pari al solo periodo non lavorato. 12. L' articolo sostituisce, disapplicandolo, l'art. 37 del CCNL 5
dicembre 1996 e si applica dall'entrata in vigore del presente
contratto.
CAPO III Dirigenza delle Agenzie Regionali per la protezione dell'ambiente
(ARPA) Art. 42 Inquadramento dei dirigenti medici e veterinari del SSN nelle
A.R.P.A. 1. Ai sensi dell'art. 1, comma 2 del CCNL 8 giugno 2000, le parti prendono atto che i dirigenti medici e veterinari in servizio presso le A.R.P.A. provengono attualmente solo dalle aziende del S.S.N., e non vi è, pertanto, necessità di procedere a tabelle di equiparazione. 2. I dirigenti di cui al comma 1 sono inquadrati negli organici delle A.R.P.A. dalla data del loro trasferimento secondo la posizione giuridica di provenienza, e nei loro confronti trovano totale applicazione, sotto il profilo economico e normativo, le clausole del CCNL 8 giugno 2000, I e II biennio economico e loro successive modificazioni, ivi comprese quelle di salvaguardia previste dall'art. 38 dello stesso contratto per i dirigenti sanitari già di II livello. 3. Ai dirigenti inquadrati, per effetto del presente contratto, presso le A.R.P.A., ivi compresi quelli con incarico di struttura complessa ovvero a quelli assunti dalle agenzie stesse sulla base dei propri regolamenti concorsuali, si applica la disciplina prevista dagli artt. da 26 a 34 del CCNL 8 giugno 2000 per la graduazione delle funzioni, il conferimento, la conferma e la revoca degli incarichi. I criteri contrattuali sono integrati dalle A.R.P.A. con le procedure previste dall'art. 6, comma 1, lettera B) del medesimo contratto. 4. Il servizio svolto dai dirigenti medici presso il S.S.N. è equiparato, ai fini delle procedure selettive e concorsuali, al servizio svolto presso le A.R.P.A. 5. I requisiti generali e speciali previsti nei regolamenti concorsuali delle A.R.P.A. per l'assunzione dei dirigenti di cui alla presente area devono essere coerenti con le vigenti disposizioni in materia di ammissione all'impiego e con quelli previsti dai DD.PP.RR. 483 e 484 del 1997. 6. E' conservato a domanda il regime previdenziale (ivi compresa la previdenza complementare) ed assistenziale di provenienza. 7. Le parti si danno atto che, ove nelle A.R.P.A. transitino medici o
veterinari provenienti da altri settori privati o comparti del pubblico
impiego, si riuniranno per procedere alle tabelle di equiparazione.
CAPO IV Disposizioni finali Art. 43 Codice di comportamento relativo alle 1. Le aziende, nel rispetto delle forme di partecipazione di cui al
CCNL 8 giugno 2000 adottano, con proprio atto, il codice di condotta
relativo ai provvedimenti da assumere nella lotta contro le molestie
sessuali nei luoghi di lavoro, come previsto dalla raccomandazione della
Commissione Europea del 27 novembre 1991, n. 92/131/CEE. Le parti, allo
scopo di fornire linee guida uniformi in materia, allegano a titolo
esemplificativo il codice tipo valido per tutte le aree negoziali del
Comparto Sanità. Art. 44 1. Con la presente clausola le parti prendono atto del campo di
applicazione della legge 10 agosto 2000, n. 251 che riguarda l'
istituzione nel ruolo sanitario della qualifica unica di dirigente delle
professioni sanitarie infermieristiche, di ostetrica e riabilitative
nonchè delle professioni tecnico sanitarie e della prevenzione. Le
parti prendono anche atto che la medesima legge, negli all'artt. 6 e 7,
stabilisce che tali dirigenti siano inseriti nel ruolo sanitario e
nell'area III di contrattazione di cui al CCNQ del 25 novembre 1998
riferita alla dirigenza del SSN dei ruoli sanitario, professionale,
tecnico ed amministrativo. Al fine di una corretta organizzazione dei
servizi sanitari le parti concordano che, in attesa del regolamento di
cui all'art. 6, comma 2 della legge 251 del 2000 o in mancanza di
questo, le attribuzioni dei dirigenti di nuova istituzione e la
regolazione dei rapporti interni con le professionalità della dirigenza
della presente area, dovranno essere definite nell'ambito di un apposito
atto di organizzazione aziendale, previa consultazione obbligatoria
delle organizzazioni sindacali firmatarie del presente CCNL, sulla base
dei contenuti professionali del percorso formativo di cui alle
disposizioni emanate ai sensi dell'art. 6 del d.lgs. 502 del 1992 e
delle attività affidate in concreto a tali dirigenti, evitando
sovrapposizioni e duplicazioni di compiti che possano impedire un
regolare avvio dei nuovi servizi. Art. 45 Disapplicazioni 1. Dalla data di stipulazione del presente CCNL, ai sensi degli artt. 69, comma 1 e 71 del D. Lgs. 165/2001, sono disapplicate tutte le norme contenute: a) nel D.P.R. 270/1987 che siano state esplicitamente disapplicate
dal CCNL 5 dicembre 1996 e successive integrazioni, dal CCNL 8 giugno
2000 e dal presente contratto nei singoli articoli di riferimento. Le
disposizioni non menzionate nei suddetti contratti collettivi sono state
superate dal D.P.R. 384/1990 di cui alla successiva lettera b) o, data
la loro natura transitoria e contingente, hanno cessato di produrre
effetti; 2. Con riferimento all'art. 32, comma 13 del presente contratto, per le missioni all'estero continuano ad essere applicati il R. D. 3 giugno 1926, n. 941, la legge 6 marzo 1958, n. 176, la legge 28 dicembre 1989, n. 425 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché le relative disposizioni regolamentari. 3. Dopo il 31 dicembre 2001, ai sensi dell'art. 69 del D. Lgs. 165/2001, gli istituti del rapporto di lavoro disciplinati dalle norme generali e speciali del pubblico impiego ancora vigenti a tale data ed espressamente applicabili anche al personale del Servizio Sanitario Nazionale, qualora non riassunte alla disciplina dei contratti collettivi vigenti ivi compreso il presente, cessano di produrre i propri effetti. 4. Ai sensi del comma 3, le parti si danno atto che eventuali lacune
che si dovessero verificare nell'ambito della disciplina del rapporto di
lavoro per effetto della generale disapplicazione delle norme di cui ai
precedenti commi, ovvero ulteriori eventuali disapplicazioni saranno
oggetto di appositi contratti collettivi nazionali integrativi. SCHEMA DI CODICE DI COMPORTAMENTO DA ADOTTARE Art. 1 Definizione 1. Per molestia sessuale si intende ogni atto o comportamento
indesiderato, anche verbale, a connotazione sessuale arrecante offesa
alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce, ovvero che
sia suscettibile di creare ritorsioni o un clima di intimidazione nei
suoi confronti. Art. 2 Principi 1. Il codice è ispirato ai seguenti principi: a) è inammissibile ogni atto o comportamento che si configuri come molestia sessuale nella definizione sopra riportata; b) è sancito il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad essere trattati con dignità e ad essere tutelati nella propria libertà personale; c) è sancito il diritto delle lavoratrici/dei lavoratori a denunciare le eventuali intimidazioni o ritorsioni subite sul luogo di lavoro derivanti da atti o comportamenti molesti; d) è istituita la figura della Consigliera/del Consigliere di fiducia, così come previsto dalla risoluzione del Parlamento Europeo A3-0043/94, e denominata/o d'ora in poi Consigliera/Consigliere, e viene garantito l'impegno delle aziende a sostenere ogni componente del personale che si avvalga dell'intervento della Consigliera/del Consigliere o che sporga denuncia di molestie sessuali, fornendo chiare ed esaurimenti indicazioni circa la procedura da seguire, mantenendo la riservatezza e prevenendo ogni eventuale ritorsione. Analoghe garanzie sono estese agli eventuali testimoni; e) viene garantito l'impegno dell'Amministrazione a definire preliminarmente, d'intesa con i soggetti firmatari del Protocollo d'Intesa per l'adozione del presente Codice, il ruolo, l'ambito d'intervento, i compiti e i requisiti culturali e professionali della persona da designare quale Consigliera/Consigliere. Per il ruolo di Consigliera/Consigliere gli Enti possono identificare i soggetti esterni in possesso dei requisiti necessari, oppure individuare al proprio interno persone idonee a ricoprire l'incarico alle quali rivolgere un apposito percorso formativo; f) è assicurata, nel corso degli accertamenti, l'assoluta riservatezza dei soggetti coinvolti; g) nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori autori di molestie sessuali si applicano le misure disciplinari ai sensi di quanto previsto dagli articoli 55 e 56 del Decreto Legislativo n. 165/2001, viene inserita, precisandone in modo oggettivo i profili ed i presupposti, un'apposita tipologia di infrazione relativamente all'ipotesi di persecuzione o vendetta nei confronti di un dipendente che ha sporto denuncia di molestia sessuale. I suddetti comportamenti sono comunque valutabili ai fini disciplinari ai sensi delle disposizioni normative e contrattuali attualmente vigenti; h) l'azienda si impegna a dare ampia informazione, a fornire copia ai
propri dipendenti e dirigenti, del presente Codice di comportamento e,
in particolare, alle procedure da adottarsi in caso di molestie
sessuali, allo scopo di diffondere una cultura improntata al pieno
rispetto della dignità della persona. Art. 3 1. Qualora si verifichi un atto o un comportamento indesiderato a sfondo sessuale sul posto di lavoro la dipendente/il dipendente potrà rivolgersi alla Consigliera/al Consigliere designata/o per avviare una procedura informale nel tentativo di dare soluzione al caso. 2. L'intervento della Consigliera/del Consigliere dovrà concludersi in tempi ragionevolmente brevi in rapporto alla delicatezza dell'argomento affrontato. 3. La Consigliera/il Consigliere, che deve possedere adeguati
requisiti e specifiche competenze e che sarà adeguatamente formato
dagli Enti, è incaricata/o di fornire consulenza e assistenza alla
dipendente/al dipendente oggetto di molestie sessuali e di contribuire
alla soluzione del caso. Art. 4 Procedura informale: intervento della consigliera/del consigliere 1. La Consigliera/il Consigliere, ove la dipendente/il dipendente oggetto di molestie sessuali lo ritenga opportuno, interviene al fine di favorire il superamento della situazione di disagio per ripristinare un sereno ambiente di lavoro, facendo presente alla persona che il suo comportamento scorretto deve cessare perché offende, crea disagio e interferisce con lo svolgimento del lavoro. L'intervento della Consigliera/del Consigliere deve avvenire
mantenendo la riservatezza che il caso richiede. Art. 5 1. Ove la dipendente/il dipendente oggetto delle molestie sessuali non ritenga di far ricorso all'intervento della Consigliera/del Consigliere, ovvero, qualora dopo tale intervento, il comportamento indesiderato permanga, potrà sporgere formale denuncia, con l'assistenza della Consigliera/del Consigliere, alla dirigente/al dirigente o responsabile dell'ufficio di appartenenza che sarà tenuta/o a trasmettere gli atti all'Ufficio competenze dei procedimenti disciplinari, fatta salva, in ogni caso, ogni altra forma di tutela giurisdizionale della quale potrà avvalersi. 2. Qualora la presunta/il presunto autore di molestie sessuali sia la dirigente/il dirigente dell'ufficio di appartenenza, la denuncia potrà essere inoltrata direttamente alla direzione generale dell'azienda. 3. Nel corso degli accertamenti è assicurata l'assoluta riservatezza dei soggetti coinvolti. 4.Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/1991, qualora l'Amministrazione, nel corso del procedimento disciplinare, ritenga fondati i dati, adotterà, ove lo ritenga opportuno, d'intesa con le OO.SS. e sentita la Consigliera/il Consigliere, le misure organizzative ritenute di volta in volta utili alla cessazione immediata dei comportamenti di molestie sessuali ed a ripristinare un ambiente di lavoro in cui uomini e donne rispettino reciprocamente l'inviolabilità della persona. 5. Sempre nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91 e nel caso in cui l'Amministrazione nel corso del procedimento disciplinare ritenga fondati i fatti, la denunciante/il denunciante ha la possibilità di chiedere di rimanere al suo posto di lavoro o di essere trasferito altrove in una sede che non gli comporti disagio. 6. Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91,
qualora l'Amministrazione nel corso del procedimento disciplinare non
ritenga fondati i fatti, potrà adottare, su richiesta di uno o entrambi
gli interessati, provvedimenti di trasferimento in via temporanea, in
attesa della conclusione del procedimento disciplinare, al fine di
ristabilire nel frattempo un clima sereno; in tali casi è data la
possibilità ad entrambi gli interessati di esporre le proprie ragioni,
eventualmente con l'assistenza delle Organizzazioni Sindacali, ed è
comunque garantito ad entrambe le persone che il trasferimento non venga
in sedi che creino disagio. Art. 6 Attività di sensibilizzazione 1. Nei programmi di formazione del personale e dei dirigenti le
aziende dovranno includere informazioni circa gli orientamenti adottati
in merito alla prevenzione delle molestie sessuali ed alle procedure da
seguire qualora la molestia abbia luogo. 2. L'amministrazione dovrà, peraltro, predisporre specifici interventi formativi in materia di tutela della libertà e della dignità della persona al fine di prevenire il verificarsi di comportamenti configurabili come molestie sessuali. Particolare attenzione dovrà essere posta alla formazione delle dirigenti e dei dirigenti che dovranno promuovere e diffondere la cultura del rispetto della persona volta alla prevenzione delle molestie sessuali sul posto di lavoro. 3. Sarà cura dell'Amministrazione promuovere, d'intesa con le Organizzazioni Sindacali, la diffusione del Codice di condotta contro le molestie sessuali anche attraverso assemblee interne. 4. Verrà inoltre predisposto del materiale informativo destinato alle dipendenti/ai dipendenti sul comportamento da adottare in caso di molestie sessuali. 5. Sarà cura dell'Amministrazione promuovere un'azione di monitoraggio al fine di valutare l'efficacia del Codice di condotta nella prevenzione e nella lotta contro le molestie sessuali. A tale scopo la Consigliera/il Consigliere, d'intesa con il CPO, provvederà a trasmettere annualmente ai firmatari del Protocollo ed alla Presidente del Comitato Nazionale di Parità un'apposita relazione sullo stato di attuazione del presente Codice. 6. L'Amministrazione e i soggetti firmatari del Protocollo d'Intesa
per l'adozione del presente Codice si impegnano ad incontrarsi al
termine del primo anno per verificare gli esiti ottenuti con l'adozione
del Codice di condotta contro le molestie sessuali ed a procedere alle
eventuali integrazioni e modificazioni ritenute necessarie. DICHIARAZIONE A VERBALE ARAN N. 1 Con riguardo all'art. 39, comma 7, l'ARAN prende atto del dibattito
svoltosi al tavolo negoziale circa la richiesta di estendere il
beneficio anche ad altre professionalità mediche operanti nelle
medesime condizioni lavorative. DICHIARAZIONE A VERBALE ARAN N. 2 Con riferimento all'art. 29, si conferma che i quindici giorni di
ferie aggiuntive sono comprensivi dei sabati, domeniche e altre
festività ricadenti nel periodo. Analogamente si procede per i giorni
di ferie aggiuntivi previsti dall'art. 39, comma 7. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 1 Con riguardo agli artt. 7 e 13, trovano applicazione ulteriori,
eventuali benefici previsti dall'art. 53 del D. Lgs. 151/2001, anche se
non esplicitamente richiamati dagli articoli di riferimento. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 2 Con riferimento all'art. 9 sulle assenze per malattia, le parti
concordano che l'elenco delle terapie salvavita è meramente indicativo,
poiché non è possibile individuarle a priori in modo esaustivo. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 3 Con riferimento all'art. 10, comma 9, le parti richiamano quanto
previsto dalle vigenti disposizioni per le assunzioni a tempo
determinato al fine di procedere alla sostituzione dei dirigenti
assenti. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 4 Con riferimento all'art. 16, comma 1, le parti si danno atto che i
criteri per il conferimento degli incarichi di cui all'art. 28 potranno
essere integrati in modo da comprendere gli effetti della clausola
contrattuale. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 5 Con riguardo all'art. 18 le parti ritengono che le aziende,
nell'ambito della loro programmazione annuale o triennale, debbano
sviluppare le attività formative nelle discipline proprie della
dirigenza sanitaria, tenendo conto che, tra le caratteristiche peculiari
di tale attività pianificata per l'accreditamento dell'ECM, per le
suddette categorie andrà sviluppata, in quanto prevalente nelle
discipline ad accesso pluricategoriale, la produzione di eventi
intercategoriali, monodisciplinari, multidisciplinari e di interesse
misto ospedale - territorio. La pianificazione dell'attività formativa
dovrà tenere conto della necessaria coerenza con gli obiettivi
nazionali ai sensi dell'art. 3 del DM. 5 luglio 2000 nonchè degli
obiettivi regionali e locali sulla base delle vigenti disposizioni. Con
riferimento al comma 4 le parti rammentano, altresì, che la circolare
n. 14/1995 del Dipartimento della Funzione pubblica stabilisce a titolo
indicativo e compatibilmente con le esigenze di flessibilità dei
bilanci, che "costituirebbe un obiettivo auspicabile ed un
risultato utile ad un progressivo allineamento ai livelli dei programmi
formativi nella pubblica amministrazione dei principali paesi
europei" se ciascuna amministrazione destinasse alla formazione del
proprio personale uno stanziamento pari ad almeno un punto percentuale
del monte retributivo. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 6 Con riguardo all'art. 28 relativo al lavoro straordinario le parti
concordano sull'attuazione dell'art. 53, comma 2 in caso di attivazione
di nuovi servizi ad invarianza della dotazione organica. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 7 Le parti, con riferimento all'art. 33, concordano che la disposizione
contrattuale si riferisce alle sole ipotesi in cui il trasferimento è
disposto dall'azienda - anche nel rispetto dell'incarico rivestito - per
esigenze di servizio della medesima che non consentano margini negoziali
al dirigente, quasi configurandosi come un trasferimento d'ufficio. Le
parti sottolineano, pertanto, il carattere eccezionale della
disposizione. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 8 Le parti, con riferimento all'art. 39, comma 7 concordano sulla necessità che per gli operatori esposti all'azione dei gas anestetici le aziende garantiscano il mantenimento e/o l'istallazione di opportuni impianti di decontaminazione delle camere operatorie nonchè all'esecuzione di visite e controlli periodici del personale addetto, ai sensi di quanto previsto dal dlgs. 626/1994 in tema di igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 9 Con riguardo all'art. 38, comma 4 le parti concordano che il periodo di distacco sindacale , pur essendo considerato utile ai fini dell'anzianità di servizio non è comunque servizio istituzionale, in quanto svolto quale controparte. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 10 DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 11 Con riferimento all'art. 24, comma 3 del CCNL dell'8 giugno 2000, le parti si danno atto che le aziende possono effettuare la trattenuta ivi prevista solo dopo l'entrata in vigore degli adempimenti previsti dai lavori della commissione paritetica istituita ai sensi della citata disposizione. DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 12 DICHIARAZIONE CONGIUNTA N. 13
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