Unione Europea
- Dichiarazione di Berlino (25 marzo 2007) |
Comitato
Economico e Sociale Europeo - parere sui servizi sociali d'interesse
generale (15 marzo 2007) |
Parlamento Europeo
- Risoluzione sui servizi sociali di interesse generale (14 marzo 2007) |
Parlamento Europeo -
Risoluzione sulla prestazione transfrontaliera di servizi di assistenza
sanitaria (15 marzo 2007) |
Dichiarazione congiunta CCRE – FSESP
sullo sviluppo del dialogo sociale
nelle amministrazioni locali e regionali (29 novembre 2006) |
Parlamento Europeo – progetto di relazione
sull'impatto e sulle conseguenze dell'esclusione dei servizi sanitari dalla
direttiva sui servizi nel mercato interno – Commissione mercato interno
(6 marzo 2007) |
Direttiva 2006/123/CE
del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno (Guce
L376 del 27 dicembre 2006) |
APPROVATA LA DIRETTIVA BOLKESTEIN
(15 novembre 2006) |
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo
relativa ai servizi nel
mercato interno (Procedura di codecisione: seconda lettura) - versione
consolidata
(15 novembre 2006) |
Libro verde sul diritto del lavoro "Modernizzare il diritto del lavoro per
rispondere alle sfide del XXI secolo"
(novembre 2006) |
Osservazioni della Cgil al Libro verde "Modernizzare il diritto del lavoro per
rispondere alle sfide del XXI secolo" (dicembre 2006) |
Parlamento europeo
-
Risoluzione approvata sui partenariati
pubblico-privati
(26 ottobre 2006) |
Parlamento europeo – Commissione
Mercato Interno – Direttiva Bolkestein -
II Raccomandazione per la seconda lettura
sulla posizione comune del Consiglio
(24 ottobre 2006) |
Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco della
Commissione sui servizi di interesse generale, approvata in
plenaria il 27 settembre 2006 (Relazione Rapkay) |
Commissione europea –
Comunicazione relativa ad un’azione comunitaria nel settore dei
servizi sanitari
SEC (2006) 1195/4
(26 settembre 2006)
|
Corte di giustizia
-
Sanità - La sentenza del caso Watts
(16 maggio 2006) |
Parlamento europeo
–
Relazione della commissione per il mercato interno e la
protezione dei consumatori sulle partnership pubblico-private e
sul diritto comunitario in materia di appalti pubblici e
concessioni (approvata il 10 ottobre 2006) |
Parlamento europeo –
Progetto di parere della commissione per il mercato interno e la protezione
dei consumatori
destinato alla commissione per l'occupazione e gli
affari sociali sui servizi sociali d’interesse generale nell’Unione
europea Relatrice per parere: Luisa Fernanda Rudi Ubeda ( 25 settembre 2006) |
Rapporto Nazionale Italia (luglio 2006) |
RELAZIONE DI ROSA PAVANELLI, Segretaria nazionale
Fp Cgil all'apertura del Seminario del 7 luglio "Servizi pubblici e il bisogno
di un quadro normativo e di tutela europeo e nazionale: ANALISI, PROPOSTE ED
INIZIATIVE" |
CAMPAGNA DELLA FSESP
"Nell'interesse Pubblico" - Carta dei servizi Pubblici della
Ces -
|
Commissione europea Comunicazione - Attuazione del programma
comunitario di Lisbona: i servizi sociali d’interesse
generale nell’Unione europea - COM(2006) 177
|
CES – CEEP - bozza di proposta comune per una Cornice Europea
Provvisoria per i Servizi di Interesse Economico Generale
(maggio 2006) |
I socialisti europei chiedono un quadro giuridico europeo per
i servizi pubblici - Introduzione - (maggio 2006) |
Direttiva
Bolkestein novità |
FP CGIL: nota sulla “nuova” Bolkestein
(6 aprile 2006) |
IL 4 APRILE LA
COMMISSIONE PRESENTA AL PARLAMENTO LA NUOVA BOLKESTEIN
|
SPAGNA: LA BOZZA DI PROPOSTA DEL NUOVO STATUTO DELLA FUNZIONE
PUBBLICA NON PREVEDE IL LICENZIAMENTO
|
28 MARZO - REGNO UNITO: UN MILIONE E 500MILA IN SCIOPERO NEGLI
ENTI LOCALI PER DIFENDERE LE LORO PENSIONI
|
FSESP- Manifestazione a Bruxelles “La nostra acqua non è in vendita”
|
FP CGIL:
VALUTAZIONE DELLA DIRETTIVA BOLKESTEIN DOPO IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO
|
Parlamento europeo
-
Risoluzione approvata sui partenariati
pubblico-privati (26 ottobre 2006) |
Parlamento europeo – Commissione
Mercato Interno – Direttiva Bolkestein -
II Raccomandazione per la seconda lettura
sulla posizione comune del Consiglio (24 ottobre 2006) |
Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco della
Commissione sui servizi di interesse generale, approvata in
plenaria il 27 settembre 2006 (Relazione Rapkay) |
Commissione europea –
Comunicazione relativa ad un’azione comunitaria nel settore dei
servizi sanitari
SEC (2006) 1195/4
(26 settembre 2006)
|
Corte di giustizia
-
Sanità - La sentenza del caso Watts
(16 maggio 2006) |
Parlamento europeo
–
Relazione della commissione per il mercato interno e la
protezione dei consumatori sulle partnership pubblico-private e
sul diritto comunitario in materia di appalti pubblici e
concessioni (approvata il 10 ottobre 2006)
|
Parlamento europeo –
Progetto di parere della commissione per il mercato interno e la protezione
dei consumatori destinato alla commissione per l'occupazione e gli
affari sociali sui servizi sociali d’interesse generale nell’Unione
europea Relatrice per parere: Luisa Fernanda Rudi Ubeda ( 25 settembre 2006) |
Rapporto Nazionale Italia (luglio 2006) |
RELAZIONE DI ROSA PAVANELLI, Segretaria nazionale
Fp Cgil all'apertura del Seminario del 7 luglio "Servizi pubblici e il bisogno
di un quadro normativo e di tutela europeo e nazionale: ANALISI, PROPOSTE ED
INIZIATIVE" |
CAMPAGNA DELLA FSESP
"Nell'interesse Pubblico" - Carta dei servizi Pubblici della
Ces -
|
Commissione europea Comunicazione - Attuazione del programma
comunitario di Lisbona: i servizi sociali d’interesse
generale nell’Unione europea - COM(2006) 177
|
CES – CEEP - bozza di proposta comune per una Cornice Europea
Provvisoria per i Servizi di Interesse Economico Generale (maggio 2006) |
I socialisti europei chiedono un quadro giuridico europeo per
i servizi pubblici - Introduzione - (maggio 2006) |
L'ORDINE DEL GIORNO DEL CONGRESSO DELLA CGIL SULLA PACE E LA
GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEL 18 MARZO |
DIRETTIVA
BOLKESTEIN - 14 febbraio 2006 EUROMANIFESTAZIONE A STRASBURGO
|
MANIFESTAZIONE EUROPEA IL 15 OTTOBRE A ROMA
CONTRO LA DIRETTIVA BOLKESTEIN |
UE:
CES PRESENTA PRIORITA' A PRESIDENZA GB
|
GRECIA:
SCIOPERI NEL SETTORE PUBBLICO |
PORTOGALLO:
SCIOPERO GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 15 LUGLIO |
OLANDA:
ACCORDO NEL SETTORE OSPEDALIERO |
GERMANIA:
SCIOPERO DEI MEDICI |
Svezia: contratti collettivi obbligatori per gli appalti
pubblici
|
Germania: rotte le
trattative tra sindacati e governi locali |
Regno Unito:
sciopero per parità tra sanità pubblica e privatizzata |
Regno Unito:
statali, i sindacati chiedono il 4,6% |
Francia: contratti
pubblici, le proposte del governo |
Danimarca: accordo nel settore statale e degli enti locali |
Norvegia:
accordo nel settore ospedaliero e nel settore statale |
Svezia:
accordo nel settore degli enti locali |
Grecia: sciopero
contro le proposte del governo per il rinnovo dei contratti pubblici |
Belgio: la FGTB
respinge l’accordo interconfederale |
Il
Parlamento europeo condanna l’Italia sugli immigrati (14 aprile 2005)
|
BOLKESTEIN: COSA HA DECISO IL VERTICE DI BRUXELLES (22-23 marzo 2005)
|
19 marzo 2005:
Manifestazione europea per
l’Europa sociale,
no alla Bolkestein (e no alla guerra) |
FRANCIA: MANIFESTAZIONE A DIFESA DELLE 35 ORE IL 5 FEBBRAIO |
GERMANIA:
SCIOPERI REGIONALI NEL SETTORE PUBBLICO |
SPAGNA: FIRMATO IL RINNOVO
CONTRATTUALE 2005 NEL SETTORE PUBBLICO (+3,2%) |
Documento della Segreteria Nazionale CGIL sulla situazione internazionale (15.09.2004)
|
LA CES
esprime solidarietà alle vittime del
terrorismo (10 settembre 2004)
|
Costituzione
Europea: gli articoli su servizi di interesse generale -
News
|
SVIZZERA: 23 settembre - GIORNATA DI
PROTESTA PER LA DIFESA DEL SETTORE PUBBLICO
|
SPAGNA: RINNOVO CONTRATTI
PUBBLICI, IL GOVERNO PROPONE IL 2%
|
GERMANIA: SCIOPERO E PROTESTE NELLA
SANITA’ E NEGLI ENTI LOCALI
|
REGNO UNITO: ACCORDO SALARIALE NEGLI
ENTI LOCALI (8,90% TRIENNIO 2004-2006)
|
ISRAELE:
RIPRENDE LO SCIOPERO NEGLI ENTI LOCALI
|
COMMISSIONE BARROSO: I NUOVI COMMISSARI
CHE INTERESSANO I SERVIZI PUBBLICI |
PARLAMENTO
EUROPEO A BARROSO, MANCA UN COMMISSARIO ALLA COSTITUZIONE
|
Immagini della Manifestazione
europea del 4 ottobre 2003, Roma
|
Sciopero
della funzione pubblica in Portogallo
(23 gennaio 2004) |
PARLAMENTO EUROPEO:
LUCI ED OMBRE SUI
SERVIZI DI INTERESSE GENERALE
|
COMISSIONE:
AGENDA LISBONA; LAVORO, SALTA OBIETTIVO TASSO 67% nel 2005 |
COMMISSIONE EUROPEA:
DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO
|
GRECIA:
SCIOPERO GENERALE DEL SETTORE PUBBLICO IL 4 NOVEMBRE
|
CORTE
UE: GUARDIA MEDICA NOTTE PAGATA ANCHE SE RIPOSA |
OLANDA:
SCIOPERO GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 14 OTTOBRE |
GERMANIA:
SI ROMPE IL FRONTE DEI DATORI DI LAVORO PUBBLICI |
SPAGNA:
CONGRESSO STRAORDINARIO DELLA FSAP CCOO |
UE:
CES PRESENTA PRIORITA' A PRESIDENZA GB
La Confederazione
dei sindacati europei (CES), ha presentato alla nuova presidenza
britannica dell'Unione europea una lista di priorità chiave, tra
cui la richiesta di lanciare un dibattito sul modello sociale
europeo. Le richieste più importanti della CES a Tony Blair, che
assumera' la guida dell'Unione europea dal primo luglio per sei
mesi, includono la revisione della direttiva sul tempo di
lavoro, per mettere fine alla deroga sul tetto delle 48 ore,
cercare un compromesso per sbloccare la direttiva sui lavoratori
temporanei; riscrivere la direttiva servizi per rimuovere
l'enfasi sul principio del paese d'origine; andare avanti su
questioni importanti come Reach, la disposizione sui prodotti
chimici, e l'eguaglianza dei sessi in tutti i campi del
decision-making. La Confederazione dei sindacati ha inoltre
auspicato azioni urgenti per rispondere concretamente alle
richieste dei lavoratori, e John Monks, segretario generale, ha
detto che ''la CES spera che verrà usata molta energia e
creatività per aiutare l'Europa ad affrontare il futuro con più
fiducia''. Il memorandum presentato oggi a Downing Street da
Monks accoglie con favore la posizione principale che occupa la
lotta alla disoccupazione del Regno Unito, ma non ne approva il
ruolo leader di oppositore di importanti riforme sociali in
Europa.
|
GRECIA:
SCIOPERI NEL SETTORE PUBBLICO
Mentre la
confederazione dei lavoratori pubblici greci (ADEDY) ha
effettuato uno sciopero generale di 4 ore il 24 giugno 2005, la
federazione dei lavoratori degli enti locali (POE-OTA) ha
bloccato comuni e province il 29 giugno. Gli scioperi – che
hanno riguardato anche il settore delle banche – si svolgono
contro la riforma delle pensioni e del sistema di sicurezza
sociale proposta dal governo conservatore.
|
PORTOGALLO: SCIOPERO
GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 15 LUGLIO
I sindacati
portoghesi del settore pubblico aderenti alla CGTP – dopo le
manifestazioni nazionali del 17 giugno - hanno indetto per il 15
luglio uno sciopero generale nella pubblica amministrazione.
Lo sciopero si
svolge contro il piano del governo che intende ridurre il suo
deficit di bilancio attraverso una riduzione del numero dei
dipendenti pubblici, l’aumento dell’età pensionabile da 60 a 65
anni e un taglio del 35% dell’indennità di malattia.
I sindacati
pubblici aderenti all’UGT non aderiscono alla protesta.
|
OLANDA: ACCORDO NEL SETTORE
OSPEDALIERO
Il sindacato
olandese Abvakabo ha firmato il rinnovo contrattuale per I
170mila dipendenti del settore ospedaliero olandese.
L’incremento sarà dello 0,6% a partire da giugno. E’ stato
inoltre raggiunto l’accordo per i lavoratori che non possono più
lavorare a causa di una invalidità: il salario sarà mantenuto al
100% per il primo anno e il 70% per i due anni successivi.
|
GERMANIA:
SCIOPERO DEI MEDICI
Gli 80mila medici
tedeschi affiliati al sindacato Marburger Bund (affiliato alla
FSESP) stanno organizzando scioperi a livello regionale contro
qui governi regionali che vogliono aumentare l’orario di lavoro
settimanale e tagliare l’indennità per le feste di Natale
|
Svezia: contratti collettivi obbligatori per gli appalti
pubblici
Il governo svedese ha
proposto di rendere illegale la fornitura di appalti pubblici a
quelle aziende che non hanno sottoscritto accordi collettivi.
Questa opportunità è già prevista dalla direttiva sugli appalti
pubblici europei ma non è quasi utilizzata (è infatti volontaria
e non obbligatoria, a causa di un voto a maggioranza del
Consiglio europeo). L’iniziativa segue il blocco di una azienda
edile lettone (Laval un
Partneri Ltd) che stava costruendo una scuola a
Vaxholm e che si rifiutava di firmare un accordo collettivo
svedese con i sindacati svedesi (Byggnads)
sostenendo che aveva già sottoscritto un accordo in Lettonia che
prevedeva un salario più basso e minori condizioni di lavoro: i
lavoratori lettoni avrebbero guadagnato € 3.85 all’ora invece
che i 15 € previsti dall’accordo in Svezia. L’azienda lettone,
dopo che i sindacati avevano bloccato, con i picchetti, i
lavori, ha deciso di lasciare la Svezia e ha recentemente fatto
bancarotta.
|
Germania: rotte le trattative tra sindacati e governi locali
Rottura tra il sindacato
tedesco dei servizi (Ver.di) e i governi regionali (Lander). Le
regioni non avevano partecipato alla firma dell’accordo nel
settore pubblico (che aveva coinvolto il governo federale e i
comuni) richiedendo un’orario di lavoro più lungo per i
dipendenti delle regioni e per i nuovi assunti. Ver.di sta
organizzando una serie di “scioperi di avvertimento” per premere
sui governi regionali.
|
Regno Unito: sciopero per parità tra sanità pubblica e
privatizzata
Unison, insieme ad altri
sindacati britannici, ha lanciato il ballottaggio per indire uno
sciopero di due giorni contro la società
Initial Healthcare,
che gestisce la fondazione dell’ospedale di Aintree (Aintree
Hospital Trust), nell’Inghilterra nordoccidentale. Causa dello
sciopero, come anche in altri casi, è la sfida per assicurarsi
che il contratto nazionale con il sistema sanitario nazionale
britannico sia riconosciuto anche dai gestori privati nel
settore. Trattative sono ancora in corso con la società Serco
(ospedali di Norfolk e Norwich) che ha offerto un salario minimo
di 5,30 sterline (pari a 7,60 euro )
|
Regno Unito: statali, i sindacati chiedono il 4,6%
I sindacati PCS e Prospect
hanno chiesto, per i 500mila dipendenti statali britannici, un
aumento del 4,6%.
|
Francia: contratti pubblici, le proposte del governo
Il ministro della Funzione
Pubblica francese Renauld Dutreil ha proposto, per il rinnovo
dei contratti pubblici, un aumento dello 0,5% dal 1 febbraio
2005, di un altro 0,5% in Luglio e di un altro 0,8% dal 1
novembre 2005. Questa proposta, ha detto il ministro, è legata
però all’accettazione, da parte dei sindacati, di un accordo che
preveda che gli incrementi futuri sia legati alla crescita
economica del paese. I sindacati francesi hanno già scioperato
il 20 gennaio, il 5 febbraio ed il 10 marzo.
|
Danimarca: accordo nel settore statale e degli enti locali
Raggiunto l’accordo nel
settore statale in Danimarca. L’accordo (1 aprile 2005-31 marzo
2008) è stato firmato alla fine di Febbraio e copre 160mila
lavoratori e prevede un aumento del 5,76% nel triennio (2,3% nel
primo anno). Punto rilevante dell’accordo è l’abolizione dei tre
più bassi livelli salariali, che passano tutti al quarto
livello.
Negli enti locali accordo per
i 560mila lavoratori con un incremento del 9,7% nel triennio.
|
Norvegia:
accordo nel settore ospedaliero e nel settore statale
Il 5 aprile i sindacati
norvegesi hanno raggiunto un accordo per l’adeguamento salariale
2005 nel settore ospedaliero. L’incremento è di 239 euro
nell’anno a partire dal 1 aprile. Inizia ora la tornata
contrattuale a livello decentrato.
Per quanto riguarda il
settore statale è stato raggiunto, con il governo norvegese, un
accordo annuale per un aumento del 3,5% ed orario medio di 37,5
ore, valido sino al 30 aprile 2006.
|
Svezia:
accordo nel settore degli enti locali
Il 14 aprile è stato
sottoscritto l’accordo biennale (1 aprile 2005-2007) per i
400mila dipendenti degli enti locali, dei comuni e delle
province. L’accordo – raggiunto dopo un arbitrato – prevede un
aumento di 19 euro per il 2005 e di 19 euro per il 2006. Il
salario minimo mensile è aumentato a 1431 euro mensili nel 2005
e 1473 euro per il 2006. Parte ora la contrattazione a livello
decentrato, dove sono disponibili circa 50 euro per persona, per
ogni anno.
|
Grecia: sciopero contro le proposte del governo per il rinnovo
dei contratti pubblici
ADEDY,
la confederazione dei lavoratori pubblici greci ha svolto, lo
scorso 17 marzo, uno sciopero di 24 ore contro la proposta
governativa che prevedeva un aumento salariale del 3,6%.
|
Belgio: la FGTB respinge l’accordo interconfederale
L’accordo
interconfederale per il settore privato (2,5 milioni di
lavoratori) tra governo-sindacati e imprenditori firmato lo
scorso gennaio prevedeva un aumento del 4,5% nel biennio
2005-2006 e l’aumento a oltre 65 ore annuali di straordinario.
Il referendum tra gli iscritti della federazione socialista FGTB/ABVV
ha visto prevalere il no con il 52%. La Confederazione cristiana
CSC/ACV (che aveva approvato il testo con il 74,8% dei voti), ha
deciso di non firmare l’accordo senza la FGTB. A questo punto il
governo liberal-socialista potrebbe decidere di applicare,
comunque, almeno la decisione salariale.
|
Il Parlamento europeo condanna l’Italia sugli immigrati
(14.4.2005)
Con un solo voto
di scarto - 51 favorevoli e 50 contrari - il Parlamento
ha
adottato una risoluzione comune dei gruppi socialisti,
liberal democratici, verdi e della sinistra unita che invita le
autorità italiane e tutti gli Stati membri «ad astenersi
dall'effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di
migranti irregolari verso la Libia o altri paesi»., nonché ad
assicurare l'esame individuale delle domande di asilo e il
rispetto del principio di non espulsione. Preoccupati per quanto
avvenuto a Lampedusa, i deputati ricordano la necessità di una
politica comunitaria sull'immigrazione.
I fatti sono noti.
Centinaia di immigrati sbarcati a Lampedusa sono stati
rimpatriati in Libia (a bordo di aerei della compagnia Blu
Panorama e Air Adriatic). Il governo italiano ha sempre negato
il carattere “di massa” di queste espulsioni (vietate dal
diritto internazionale e dalla stessa Bossi-Fini) e ha sostenuto
che i rimpatri sono stati eseguiti in base a provvedimenti “a
titolo individuale e non collettivo”. Le associazioni che si
occupano di rifugiati (Amnesty International, Cir, Unhcr) hanno
avanzato invece sempre forti riserve sulle procedure adottate.
I deputati si
dicono preoccupati per le espulsioni collettive di immigranti
effettuate dalle autorità italiane tra l'ottobre 2004 e il marzo
2005 da Lampedusa verso la Libia, e notano come l'Alto
commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) abbia
denunciato le ultime espulsioni affermando che non fosse chiaro
se l’Italia aveva preso le precauzioni necessarie per
assicurarsi di non rimandare dei «veri rifugiati» in Libia.
Il Parlamento
ritiene che queste espulsioni collettive di migranti verso la
Libia da parte delle autorità italiane «costituiscano una
violazione del principio di non espulsione e che le autorità
italiane siano venute meno ai loro obblighi internazionali
omettendo di assicurarsi che la vita delle persone espulse non
fosse minacciata nel loro paese di origine». Inoltre, invita le
autorità italiane a garantire all'UNHCR libero accesso al centro
rifugiati di Lampedusa e alle persone ivi detenute, «che
potrebbero avere bisogno di una protezione internazionale». La
Commissione europea è poi invitata a vegliare sul rispetto del
diritto d'asilo nell'Unione europea, a far cessare le espulsioni
collettive e «ad esigere che l'Italia e gli altri Stati membri
rispettino gli obblighi loro derivanti dal diritto dell'Unione».
I deputati,
inoltre, ricordano la necessità di una politica comunitaria di
immigrazione e asilo «basata sull'apertura di canali di
immigrazione legale e sulla definizione di norme comuni di
protezione dei diritti fondamentali degli immigrati e dei
richiedenti asilo in tutta l'Unione europea». A tale proposito,
ribadiscono profonde riserve per quanto riguarda l'approccio del
«minimo denominatore comune» del progetto di direttiva del
Consiglio sulle procedure di asilo ed invitano gli Stati membri
ad assicurare il tempestivo recepimento della direttiva
sull'attribuzione della qualifica di rifugiato.
Il Parlamento
invita la Commissione a svolgere un dialogo trasparente in
materia, rendendo pubblici tra l'altro i risultati della sua
missione tecnica in Libia del novembre-dicembre 2004
sull'immigrazione clandestina. D'altra parte, chiede alla Libia
«di permettere l'accesso di osservatori internazionali, di porre
fine alle espulsioni e agli arresti arbitrari di migranti, di
ratificare la convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati
e di riconoscere il mandato dell'UNHCR».
I deputati,
infine, nel sollecitare a rendere pubblico «ogni accordo di
riammissione concluso con la Libia», chiedono l'invio di una
delegazione composta da membri delle commissioni competenti al
centro rifugiati di Lampedusa e in Libia, «per poter valutare la
portata del problema e verificare la legittimità dell'operato
delle autorità italiane e libiche».
|
BOLKESTEIN: COSA HA DECISO IL VERTICE DI BRUXELLES (22-23 MARZO
2005)!
Il vertice di
primavera dell’Unione Europea è stato indubbiamente
caratterizzato dalla discussione sulla direttiva Bolkestein che
è stata al centro della maggior parte degli interessi della
stampa internazionale (tenendo conto, oltretutto, della
contemporanea presenza della discussione sulla revisione del
patto di stabilità).
Le informazioni
sono stati abbondanti, e come al solito, abbastanza confuse.
Vorremmo cercare di attenerci, ancora una volta, ai “fatti” più
che alla gran messe di dichiarazioni (che pure hanno avuto una
grande importanza nelle preparazione delle decisioni assunte).
Le “difficoltà”
della Bolkestein sono approvate, per la prima volta,
nel documento
ufficiale delle conclusioni della presidenza per il Consiglio
europeo del 22-23 marzo 2005.
Si legge infatti
al punto 22
22. Nel contesto del
completamento del mercato interno, il Consiglio europeo ha
individuato i seguenti settori prioritari.
Al fine di promuovere la
crescita e l’occupazione e di rafforzare la competitività il
mercato interno dei servizi deve essere pienamente operativo,
preservando al tempo stesso il modello sociale europeo. Alla
luce del dibattito in corso, che mostra che la stesura attuale
della proposta di direttiva non risponde pienamente alle
esigenze, il Consiglio europeo chiede che nel quadro del
processo legislativo sia intrapreso ogni sforzo per raggiungere
un ampio consenso che risponda a tutti questi obiettivi.
Il Consiglio europeo osserva
che servizi d’interesse economico generale efficaci svolgono un
ruolo importante in un’economia efficiente e dinamica.
Cosa vogliono dire
queste righe? Utilizzando anche le spiegazioni e le
interpretazioni date nelle due conferenze stampe svolte dal
presidente lussemburghese Juncker e dal presidente della
Commissione Barroso possiamo affermare che:
- la proposta di direttiva non
viene ritirata (“non
risponde pienamente alle esigenze”)
Nonostante le
molti critiche ricevute dalla direttiva (Francia, Lussemburgo,
Svezia, Germania, Belgio) la Commissione e molti stati non hanno
accettato l’idea di ricominciare da capo. Ha detto Barroso che
la Commissione non può ritirare una proposta – “che pure non è
stata presentata da noi ma dalla Commissione precedente”
diminuendo così “le prerogative del Parlamento europeo e del
Consiglio” che sono coloro che prenderanno la decisione finale.
Ha detto Barroso “La Commissione propone..”. “Nessuno
all’interno del Consiglio- ha detto Barroso- ha chiesto il
ritiro della direttiva… noi non possiamo perdere il momento
approntando una nuova direttiva… sono contento che abbiamo
evitato il rischio di perdere il momento ricominciando daccapo”
-
la proposta è affidata, per ora,
al Parlamento europeo e al Consiglio
La Commissione per
ora non farà nulla. Ha detto Barroso “non ci sarà un nostro
intervento prima della discussione al parlamento e al
Consiglio… “Noi non diremo prima come pensiamo di
presentare una redazione diversa e modificata della proposta di
direttiva”.
Parole chiare. La
Commissione, pur consapevole che l’attuale proposta di direttiva
“non risponde
pienamente alle esigenze”, per rispettare le
prerogative degli organi che decidono, aspetterà di vedere come
si svolgerà il dibattito in Parlamento e nel Consiglio per poi
decidere che fare. Il processo legislativo è nelle mani del
Parlamento che dovrà intraprendere “ogni
sforzo per raggiungere un ampio consenso che risponda a tutti
questi obiettivi.. il mercato interno dei servizi deve essere
pienamente operativo, preservando al tempo stesso il modello
sociale europeo”.
- la
Commissione vedrà come andrà (discussione in Parlamento,
referendum sulla Costituzione) e poi deciderà
Chiaramente la
Commissione, per così dire “si tira fuori” e aspetta che sia il
Parlamento europeo e gli Stati nazionali (in particolare quelli
impegnati nel referendum costituzionale e nelle elezioni
nazionali) a vedersela con l’attuale proposta. Poi – mentre
continuerà, possiamo stare sicuri, nella sua attività di
lobbying attraverso i suoi funzionari – deciderà. Potrebbe, se
le cose andranno male, ritirare la direttiva (che il commissario
italiano Frattini ha definito “Prodi-Bolkestein”, ce lo dovevamo
aspettare!) oppure fare una “redazione diversa e modificata”,
ricominciando da capo una volta che magari il Parlamento abbia
presentato qualche proposta poco accettabile.
Barroso ha detto
con chiarezza che spetta al Parlamento di “esprimere le
preoccupazioni dell’opinione pubblica europea e di incorporarle
nell’attuale testo”.
Va tenuto presente
che in questa tornata, oltre che alla Francia lo “stop” alla
Bolkestein è stata data dalla presidenza lussemburghese. Juncker
ha infatti detto “Noi non prendiamo alla leggera questa
direttiva… se la direttiva conterrà elementi di dumping sociale
noi non la accetteremo…ecco perché avremo bisogno di modifiche
sostanziali”. Juncker oltretutto ha rintuzzato con sarcasmo,
nella conferenza stampa, la domanda del giornalista di Radio
radicale che ha affermato “nei nuovi paesi dell’Unione hanno
una impressione opposta alla vostra: avete ceduto alle logiche
protezionistiche della Vecchia Europa”. Accadrà così con la
presidenza britannica?
_____________________________
Consiglio dell’ Unione Europea:
conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles
(22-23 marzo 2005) con revisione del patto di stabilirà e
crescita
|
19 marzo 2005: Manifestazione
europea per l’Europa sociale, no alla Bolkestein (e no alla
guerra)
Alla fine è stata la più grande
manifestazione europea a sostegno dell’ Europa sociale. I
sindacati europei, la CES e i movimenti, oltre centomila
persone, per oltre tre ore, hanno sfilato per le vie di
Bruxelles, in un corteo coloratissimo che ha richiesto con forza
una vera Europa Sociale dicendo no alla direttiva Bolkestein, no
alla riforma europea dell’orario di lavoro e no alla guerra.
La manifestazione ha visto la
partecipazione di folte delegazioni, tra l’altro, dal Belgio,
dall’Italia (in particolare dalla CGIL), dalla Francia, dalla
Germania, dall’Olanda, dalla Spagna e dal Portogallo. E, novità
forse assoluta, la presenza di lavoratori provenienti da molti
paesi dell’Europa dell’allargamento. Hanno sfilato i polacchi
sotto lo striscione di Solidarnosc, gli sloveni (preceduti da
cinque Kurent, maschere tenebrose dai tratti animaleschi,
considerati però degli annunciatori della primavera, che si
muovono in gruppo di casa in casa spaventando gli spiriti
maligni), croati, i metallurgici slovacchi, i cechi, una
delegazione di Cipro.
La delegazione della Federazione
Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP) ha focalizzato le
sue parole d’ordine contro la direttiva servizi e, in
particolare, contro la riforma della direttiva orario di lavoro
: “Il concetto dell’orario di lavoro dell’Unione Europea è puro
surrealismo – ha detto nel suo discorso il segretario generale
della FSESP Carola Fischbach-Pyttel – ed un regalo della Commissione europea agli imprenditori. La
proposta vuole legittimare l’opzione individuale ad un orario di
lavoro più lungo, si inventa il concetto di orario di lavoro
inattivo e cerca di cancellare il diritto alla contrattazione
collettiva”.
Dal palco centrale sono
intervenuti il segretario generale della Ces John Monks che ha
detto – tra l’altro “«Martedì
i 25 arriveranno a Bruxelles in limousine… noi siamo qui per
dire loro che non vogliamo più precarietà, più deregolazione,
più disoccupazione, più miseria.
…noi non vogliamo
che l’Europa diventi l’America, noi non vogliamo Stati con un
welfare più debole, pensioni peggiori, sindacati più deboli, più
privatizzazione…noi non vogliamo Bolkestein…Io chiedo oggi alla
Commissione di ritirare l’attuale testo, gettarlo nel cestino
dei rifiuti e cominciare daccapo, Rimettete la Bolkestein nel
frigo e cominciate ad ascoltare i popoli d’Europa. Noi siamo
impegnati una grande battaglia contro i neo liberisti che
vogliono sotterrare l’Europa sociale. Noi non glielo lasceremo
fare. L’Europa non è la loro Europa. E’ la nostra Europa.”
E’ intervenuta, a nome dei
movimenti, Raffaella Bolini, dell’Arci, che ha affermato. “ Oggi
è per noi una giornata importante -in marcia, insieme, per
cambiare le cose.Ci impegniamo a rafforzare l’alleanza fra
lavoratori e lavoratrici, disoccupati, precari, giovani,
cittadini e cittadine, organizzazioni sindacali, movimenti
sociali contro la guerra, il liberismo, il razzismo, per una
Europa sociale di pace…Vogliamo un'Europa che costruisca la
pace, che scelga il disarmo, che accolga i migranti…
La lotta per la pace e per la
giustizia sociale camminano insieme. Anche in Europa le
politiche liberiste hanno prodotto un enorme aumento della
disoccupazione, della precarietà, del lavoro nero, del carovita,
dell'esclusione sociale.La salute, l'educazione, la sicurezza
sociale, i beni comuni non sono considerati diritti essenziali
da garantire a tutti - e diventano un privilegio per pochi. Si
vogliono smantellare le conquiste ottenute dal movimento dei
lavoratori e dalla società civile democratica in decenni di
lotte.
Continueremo ad opporci alle
politiche europee che disegnano un'Europa dove circolano
liberamente solo i capitali, dove tutto il lavoro diventa
precario, i beni comuni diventano merce, e i servizi pubblici
diventano privati. Vogliamo un'altra Europa, una Europa che
affermi nella pratica i diritti universali, i diritti sociali, i
diritti al lavoro e nel lavoro, i diritti sindacali, una Europa
che riconsegni ai poteri pubblici e alle collettività i servizi
essenziali e i beni comuni -acqua, terra, energia, sapere. La
Direttiva Bolkestein deve essere ritirata. Chiediamo una legge
europea che garantisca orari e condizioni di lavoro dignitosi
per tutti e tutte.”
La Funzione Pubblica CGIL
ha partecipato – dopo lo sciopero generale del 18 marzo - con
un’ampia delegazione sia nazionale sia territoriale, guidata dal
segretario generale Carlo Podda.
_____________________________
Il discorso del segretario generale della CES John Monks
Il discorso di Raffaella Bolini per i movimenti
Galleria
d’immagini:
Link::
..\iniz_app\2005\brux_19mar05\foto.htm
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FRANCIA: MANIFESTAZIONE A DIFESA DELLE 35 ORE IL 5 FEBBRAIO
Centinaia di migliaia di
lavoratori pubblici (stato, sanità, scuola, poste, energia e
trasporti) hanno sfilato per le vie della Francia lo scorso 20
gennaio contro il blocco del rinnovo contrattuale per il
pubblico impiego e contro le politiche di privatizzazione. I
sindacati mantengono comunque alta la protesta e il prossimo 5
febbraio daranno vita, assieme ai lavoratori dei settori
privati, ad una manifestazione per difendere la legge delle 35
ore dalla controriforma del governo.
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GERMANIA: SCIOPERI REGIONALI NEL SETTORE PUBBLICO
Il rinnovo del contratto
pubblico in Germania si caratterizza, quest’anno, con una serie
di scioperi in diversi Lander. Il sindacato Ver.di ha deciso di
aprire, con questi scioperi, una campagna che “convinca” i
governi regionali ad applicare l’accordo salariale per il
settore che è vicino ad essere raggiunto. I governi regionali
hanno infatti l’intenzione di tirarsi fuori dalla contrattazione
nazionale che coinvolge, inoltre, il governo federale e i
comuni. I Lander hanno, infatti, l’intenzione di chiedere un
aumento dell’orario di lavoro e di tagliare il salario festivo.
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SPAGNA: FIRMATO IL RINNOVO
CONTRATTUALE 2005 NEL SETTORE PUBBLICO (+3,2%)
Parte con il piede
giusto la stagione dei rinnovi contrattuali pubblici da parte
del governo Zapatero.
Firmato, il 30
settembre, in Spagna il rinnovo contrattuale per il 2005 per il
settore pubblico: l’aumento complessivo è del 3,2 %. (3,5% per
il comparto Stato). La quantità si raggiunge sommando un 2% di
aumento per l’inflazione prevista, uno 0,7% di aumento sulle
cosiddette “pagas extras” (che corrispondono alle nostre
tredicesime e quattordicesime, che raggiungono circa il 60%
della paga normale. L’impegno del governo è di arrivare, a fine
legislatura, al 100%), un aumento dello 0,5% della quota
destinata al Fondo pensioni complementari.
Per il comparto
dello Stato vi è poi un ulteriore aumento dello 0,3%.
E’ stata firmata, il
21 settembre 2004, inoltre una dichiarazione, tra governo e
sindacati, per il dialogo sociale nella pubblica amministrazione
spagnola che si propone una riforma normativa che riguarda il
rafforzamento dei diritti di partecipazione e di negoziazione
nella pubblica amministrazione e che vuole, entro il tempo della
legislatura, ridurre l’alta quota di lavoro temporaneo
attualmente presente nella funzione pubblica spagnola.
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SVIZZERA: GIORNATA DI
PROTESTA PER LA DIFESA DEL SETTORE PUBBLICO (23 SETTEMBRE 2004)
In Svizzera una
alleanza di 14 sindacati ed associazioni professionali del
settore pubblico, in rappresentanza di oltre 300mila iscritti,
ha lanciato, per giovedì 23 settembre 2004, una giornata di
protesta “contro lo smantellamento dei servizi pubblici”.
E’ stato il governo
federale ad annunciare un taglio per il prossimo bilancio di
oltre 9 milioni di franchi svizzeri (circa 6 milioni di euro)
che mette in dubbio in particolare il finanziamento dei servizi
sociali e sanitari, delle poste e dei trasporti pubblici, oltre
a mettere a repentaglio circa 20mila posti di lavoro.
Il 16 maggio 2004 in un
referendum i cittadini elvetici avevano bocciato la proposta di
un taglio fiscale per poter mantenere servizi pubblici di
qualità, ma il governo ha presentato comunque una proposta di
tagli molto forti al bilancio della Confederazione. Da qui la
protesta che vede oltre ai più forti sindacati svizzeri (come il
SSP. Sindacato svizzero dei servizi pubblici, affiliato alla
FSESP) anche tante associazioni professionali e di mestiere.
(vedi
http://www.ssp-vpod.ch/)
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SPAGNA: RINNOVO CONTRATTI
PUBBLICI, IL GOVERNO PROPONE IL 2%
E’ andato male il primo incontro,
solo informativo, tra il nuovo governo socialista spagnolo ed i
sindacati della funzione pubblica FSAP-CCOO e FSP-UGT per il
rinnovo dei contratti dell’amministrazione pubblica.
All’incontro del 26 luglio 2004 il governo ha proposto un
aumento del 2% nei salari pubblici per il 2005, basandosi
sull’ipotesi di inflazione programmata. I sindacati hanno
espresso molte critiche, in particolare per il mancato recupero
di quanto perso dai dipendenti pubblici spagnoli negli scorsi
anni . Vedi FSAP CCOO
http://www.fsap.ccoo.es/conjunto.asp
e FSP UGT
http://www.fsp.es/
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GERMANIA: SCIOPERO E PROTESTE
NELLA SANITA’ E NEGLI ENTI LOCALI
Il sindacato dei servizi tedesco Ver.di ha organizzato
dimostrazioni e scioperi nelle cliniche universitarie e negli
enti locali per protestare contro il piano del dei datori di
lavoro che prevedono il taglio delle festività e l’incremento
dell’orario di lavoro da 38,5 ore settimanali a 41 ore
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REGNO UNITO: ACCORDO SALARIALE
NEGLI ENTI LOCALI (8,90% TRIENNIO 2004-2006)
I lavoratori
britannici degli enti locali hanno approvato con un referendum
(66% si, 33% no) l’accordo salariale per il triennio 2004-2006 (
dal 1 aprile 2004 aumenti del 2,75, 2,95%, 2,95%)
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ISRAELE: RIPRENDE LO SCIOPERO NEGLI ENTI LOCALI
E’ ripreso in
Israele del 3 settembre 2004 lo sciopero dei 50mila lavoratori
degli enti locali a causa del conflitto con il governo e con gli
enti locali che hanno deciso il taglio del 13% del salario di
una parte dei propri dipendenti. Una buona parte dei lavoratori,
oltretutto, non riceve il salario da oltre due mesi.
Lo sciopero
interessa in particolare la accolta dei rifiuti, tutti gli
uffici comunali e il personale amministrativo e non docente
delle scuole, in particolare coloro che operano per il trasporto
e la difesa, dal terrorismo, dei bambini.
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COMMISSIONE BARROSO: I NUOVI
COMMISSARI CHE INTERESSANO I SERVIZI PUBBLICI
E’ Vladimir
Spidla, ceco, socialdemocratico ed ex primo ministro il
nuovo Commissario all’occupazione ed agli affari sociali.
Charlie McCreevy, Ministro delle finanze irlandese dal '97,
ha 55 anni. In politica dal '77, è stato, tra il '92 e il '94,
ministro del welfare e ministro del turismo e commercio.,
sostituisce l'olandese Frits Bolkestein al coordinamento del
mercato unico europeo e avrà tra le mani la questione della
direttiva sui servizi. Neelie Kroes, 63 anni, liberale
olandese, già ministro dei Trasporti e fautrice della
privatizzazione delle poste olandesi, va a succedere all'attuale
commissario, l'italiano Mario Monti alla direzione generale per
la Concorrenza che si occupa tra l’altro di liberalizzazioni e
aiuti di stato. Lazlo Kovacs, ungherese, già Ministro
degli Esteri si occuperà dell’energia. Peter Mandelson,
britannico, ex Sottosegretario per l'Irlanda del Nord V a
occupare l'incarico sul commercio (GATS) prima di competenza del
francese, Pascal Lamy. Mandelson avrà anche la responsabilità
della dimensione internazionale e della competitività.
Secondo studio,
condotto dal Centro per la riforma europea, il Cer di Londra,
che ha collocato in tre categorie Barroso e i suoi 24 Commissari
ben 14 di loro sono considerabili di destra/centro-destra,
cinque di centro o indipendenti e solo sei di sinistra.
Sicuramente quindi un esecutivo europeo più conservatore dei due
precedenti (la Commissione-Prodi e quella di Jacques Santer
naufragata nel 1999): del resto i commissari vengono indicati
dai governi in carica e la squadra di Barroso rispecchia gli
attuali rapporti di forza fra destra e sinistra nel continente.
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PARLAMENTO EUROPEO A BARROSO, MANCA UN COMMISSARIO ALLA
COSTITUZIONE
Il Parlamento
europeo preannuncia battaglia alla nuova Commissione presieduta
dal portoghese Jose' Manuel Barroso, destinata a prendere il
primo novembre prossimo, il testimone dall'eurogoverno di Romano
Prodi.
Una delle
contestazioni annunciate riguarda la mancata nomina di un
responsabile degli affari costituzionali, soprattutto nella
prospettiva che nei prossimi due anni gli stati membri dovranno
procedere alla ratifica della Costituzione, approvata in giugno
dalla Conferenza intergovernativa.
Le varie commissioni
dell'assemblea di Strasburgo sono già impegnate a preparare i
quesiti per i 24 commissari, cui dovranno rispondere per scritto
e quindi verbalmente nel corso di lunghe audizioni previste nel
mese di ottobre e che precederanno il voto di ratifica dell'eurogoverno
da parte dell'assemblea.
Barroso, pur dovendo
aumentare i dicasteri, dato che l'eurogoverno passa da 20 a 25
membri per accogliere quelli nei nuovi stati membri, non solo
non ha nominato un commissario, ma non ha neppure inserito gli
affari costituzionali tra le competenze di qualche dicastero.
Il Parlamento
europeo vuole essere il primo a ratificare - possibilmente con
una larga maggioranza - il trattato per dare un esempio ai
parlamenti nazionali che dovranno procedere al voto e per
cercare di influenzare i referendum laddove la ratifica avverrà
attraverso il voto popolare.
Barroso sarà
chiamato a spiegare questa omissione e certamente invitato ad
assegnare ad uno dei commissari un preciso mandato
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Sciopero
della funzione pubblica in Portogallo (23 gennaio 2004)
Sciopero
generale della Funzione Pubblica in Portogallo il 23 gennaio
2004. I sindacati SINTAP-UGT e STAL-CGTP hanno indetto 24 ore
uno sciopero nazionale contro le politiche contrattuali e di
riforma della pubblica amministrazione del governo di destra di
Barroso.
In
particolare per quanto riguarda la contrattazione i lavoratori
pubblici portoghesi hanno perso oltre il 5, 5 % negli ultimi
anni nei confronti della sola inflazione (che nel 2003 è stata
del 3,3%) ed in particolare nel 2003 i loro salari sono stati
congelati. Lo sciopero è stato indetto contro le politiche di
flessibilizzazione del lavoro pubblico (contratti individuali),
contro i licenziamenti e l’aumento dell’orario di lavoro.
Nei
documenti sindacali si attacca con forza anche la politica di
riforma della pubblica amministrazione condotta dal governo
Barroso incentrata sulle privatizzazioni e sulle
commercializzazioni del settore pubblico. Nel settore
pensionistico è stata inoltre approvata, per decreto, una
riforma che porta i requisiti pensionistici per i pubblici a 36
anni di contribuzione e 60 anni di età.
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PARLAMENTO
EUROPEO: LUCI ED OMBRE SUI SERVIZI DI INTERESSE GENERALE
Il
Parlamento europeo, dopo il Comitato economico e sociale (11 dicembre 2003),
ha espresso il suo giudizio sul Libro Verde sui Servizi
di Interesse Generale, che era stato presentato dalla
Commissione europea il 21 maggio 2003. Il 14 gennaio 2004 il
Parlamento ha votato, con 383 voti a favore, 123 contrari e 13
astensioni, il
rapporto presentato da Philipp
Herzog.
Il
voto in aula è riuscito a modificare alcune delle peggiori
affermazioni e alla fine il giudizio che si può esprimere sul
rapporto finale è con luci ed ombre, ma per molti versi, è
certamente molto migliore di quanto si era temuto dopo il voto
in Commissione.
Il
testo, così come era infatti uscito dal voto della maggioranza
popolare della Commissione per gli affari economici e monetari,
era un vero e proprio manifesto liberista, che chiedeva, tra
l’altro, l’apertura del processo di
privatizzazione del settore dell’acqua o della sanità.
Le
ombre, oggi, riguardano in particolare , oltre al no per una
direttiva quadro sui servizi di interesse generale, una ancora
forte celebrazione delle politiche liberiste e
l’enfatizzazione eccessiva delle direttive settoriali
(elettricità, gas, trasporti).
“E’
un compromesso, senza dubbio – si legge nel comunicato stampa
della FSESP dopo il voto – r questo significa che ci sono nel
rapporto elementi con i quali non concordiamo.”
Ma
ci sono anche le luci: il rapporto “ invita la
Commissione a presentare un ulteriore esame, al più tardi entro
l'aprile 2004, allo scopo di trarre gli insegnamenti necessari
dalle consultazioni previste nel Libro verde e a esporre
chiaramente la sua posizione in merito ad un eventuale quadro
giuridico” e “chiede un quadro giuridico da elaborare a
norma della procedura di codecisione” tra Commissione,
Consiglio e Parlamento, “rispettando il principio di
sussidiarietà, nel momento in cui vengano attuate le norme del
mercato interno e della concorrenza.”
Inoltre,
nel merito del quadro legale, il Parlamento europeo chiede di
stabilire alcuni criteri positivi ed afferma “ il diritto
degli enti locali e regionali di 'autoprodurre' in modo autonomo
servizi di interesse generale”.
Punto
molto importante, “ respinge l'idea che i servizi relativi
alla fornitura d'acqua e alla gestione dei rifiuti formino
l'oggetto di direttive settoriali del mercato unico; ritiene che
la fornitura d'acqua (compreso lo smaltimento delle acque
reflue) non dovrebbe essere oggetto di liberalizzazione, in
considerazione delle peculiarità regionali del settore e della
responsabilità a livello locale per l'approvvigionamento di
acqua potabile, oltre a varie altre condizioni relative
all'acqua potabile; chiede tuttavia, senza giungere alla
liberalizzazione, una 'modernizzazione' della fornitura di acqua
mediante l'applicazione di principi economici, tenendo conto
delle norme in materia di qualità e ambiente e dei requisiti di
efficienza” ed “esprime l'opinione che nei settori
dell'acqua e dei rifiuti i servizi non devono essere
disciplinati da direttive settoriali comunitarie, ma sottolinea
che l'Unione deve continuare a essere pienamente responsabile
degli standard qualitativi e di protezione ambientale in tali
settori”.
Con
altrettanta chiarezza si dice che “reputa che, conformemente a
tutte le sue risoluzioni recenti, i servizi di interesse
generale che rientrano tra le funzioni di base delle autorità
pubbliche, quali l'istruzione e la sanità pubblica, l'edilizia
popolare e i servizi sociali di interesse generale che assolvono
a funzioni di sicurezza e di inserimento sociale, vadano esclusi
dal campo di applicazione della normativa comunitaria in materia
di concorrenza (…); ritiene che lo stesso principio debba
applicarsi ai servizi di interesse generale volti a mantenere o
ad aumentare il pluralismo dell'informazione e la diversità
culturale; esorta la Commissione a difendere tale posizione nel
contesto dei negoziati OMC e GATS”
Il
Parlamento inoltre prefigura una procedura di valutazione
democratica nel quadro delle linee economiche ed occupazionali e
dei piani d’azione nazionali, in stretta cooperazione con le
parti sociali ed il Comitato economico e sociale e “ritiene
necessario, alla luce dei problemi verificatisi con la
liberalizzazione di taluni settori, come i trasporti ferroviari
in Gran Bretagna, valutare in maniera pluralistica e
contraddittoria l'impatto sull'occupazione, le necessità degli
utenti, la sicurezza, l'ambiente e la coesione sociale e
territoriale prima di avviare nuove fasi di liberalizzazione”.
I
parlamentari europei si sono soffermati anche sulla distinzione
tra servizi di interesse generale e servizi di interesse
economico generale, rilevando che per numerosi servizi di
interesse generale la distinzione «economico/ non economico»
è estremamente difficile, in quanto i loro confini sono in
rapida evoluzione. Più in generale, si ritiene che non sia
possibile elaborare definizioni comuni dei servizi di interesse
generale, ma che l'Unione debba stabilire principi comuni in
materia.
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COMISSIONE:
AGENDA LISBONA; LAVORO, SALTA OBIETTIVO TASSO 67% nel 2005
E'
improbabile che venga raggiunto nel 2005 l'obiettivo intermedio
di un tasso di occupazione europea del 67%, fissato dai Quindici
nel 2000 a Lisbona. Lo afferma il rapporto della Commissione Ue
che fa il punto sullo stato di attuazione della strategia per la
piena occupazione entro il 2010 definita a Lisbona.
Quattro
stati membri (Danimarca, Olanda, Svezia e Gran Bretagna) hanno
già realizzato però l'obiettivo finale di un tasso di
occupazione del 70% e dal 1999 ad oggi, nonostante il
rallentamento dell'economia, sono stati creati nella Ue sei
milioni di nuovi posti di lavoro.
L'analisi dei progressi compiuti dimostra che il tasso di
occupazione delle donne continua ad aumentare e si dovrebbe
quindi raggiungere l'obiettivo intermedio del 57% fissato per il
2005.
Nel
caso dei lavoratori più anziani si e' registrato un aumento
sostanziale del tasso di occupazione, che supera però appena il
40%: l'obiettivo del 50% resta quindi ancora lontano.
Il rapporto insiste sulla necessità, di fronte alle sfide
demografiche rappresentate da una popolazione europea che
invecchia, di tenere più a lungo i lavoratori nel mercato del
lavoro e attirare quelli che non fanno parte della popolazione
attiva. Sottolineata anche l'importanza di una maggiore
flessibilità del mercato del lavoro. Circa le prospettive, il
documento esprime un ''cauto ottimismo'' nella ripresa del
mercato di lavoro nella Ue.
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COMMISSIONE
EUROPEA: DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO
La
Commissione europea ha avviato una consultazione per monitorare
l'applicazione nell'Ue della direttiva sull'orario di lavoro e
sulle modalità con cui questo è calcolato in ogni stato
membro. Le consultazioni, che si concluderanno il 31 marzo 2004,
serviranno anche a esaminare le possibili modifiche da apportare
alla normativa. La legislazione europea sull'orario di lavoro,
entrata in vigore nel 1993, stabilisce che la durata massima
della settimana lavorativa non può superare le 48 ore, ma è
possibile che un lavoratore si accordi con il datore di lavoro
per un diverso calcolo dell'orario di lavoro con la rinuncia a
determinati diritti.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, l'Inghilterra è il
paese europeo con l'orario di lavoro settimanale più lungo in
media, e il 16% dei lavoratori inglesi - circa 4 milioni di
persone - lavora più di 48 ore a settimana. Sempre secondo lo
studio presentato oggi dall'Esecutivo europeo, l'Italia, la
Francia ed il Belgio sono gli stati dove si lavora meno ore alla
settimana.
Il tavolo di lavoro aperto dalla Commissione mira a raggiungere
tre obiettivi: analizzare la direttiva e le deroghe in materia
di calcolo del tempo di lavoro, valutare i compiti della
giurisprudenza sulla qualifica del ''tempo di lavoro'' e del
''tempo di riposo'' e infine, consultare le parti interessate
sull'eventuale decisione di modificare la direttiva. ''Siamo
d'accordo che ognuno ha la libertà di sceglier il modo di
lavorare'' - ha osservato il commissario europeo per
l'occupazione, Anna Diamantopoulou, aggiungendo che ''alcune
volte però le direttive per salvaguardare gli interessi dei
lavoratori non sono adottate in modo corretto''. ''Il nostro
compito - ha concluso la Diamantopoulou - è trovare una
soluzione che rispetti gli interessi di tutte le parti,
esaminando il modo migliore per la definizione dell' orario di
lavoro al fine di evitare, come succede oggi, che un quadro
legislativo flessibile si trasformi in una fonte di
complicazioni inutili''.
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GRECIA:
SCIOPERO GENERALE DEL SETTORE PUBBLICO IL 4 NOVEMBRE
Il
sindacato dei servizi pubblici greco Adedy ha indetto per martedì
4 novembre 24 ore di sciopero a sostegno della richiesta di un
forte aumento salariale per i dipendenti pubblici. Il sindacato
si oppone, inoltre, alla proposto del governo socialista di
utilizzare manager privati nella pubblica amministrazione. Nelle
scorse settimane migliaia di insegnanti di scuole materne ed
universitari, medici, poliziotti, sono scesi per le strade della
Grecia chiedendo aumenti salariali di almeno il 10%, per poter
tornare ad avere stipendi decenti, oggi falcidiati dopo
l’adozione della moneta unica. Il governo greco afferma di non
essere assolutamente in grado di soddisfare le richieste dei
lavoratori e dei sindacati.
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CORTE
UE: GUARDIA MEDICA NOTTE PAGATA ANCHE SE RIPOSA
Il
medico impegnato nella guardia notturna deve essere retribuito
anche per le ore di riposo che gli spettano durante il servizio.
Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea, con la sentenza
9 settembre 2003 n. C-151/02
accogliendo
il ricorso presentato dal dottor Norbert Jaeger contro i
responsabili dell'ospedale di Kiel (Germania) che, applicando la
legislazione tedesca, registravano le sue ore di riposo notturno
come inattività.
Il diritto
tedesco distingue tra i servizi di permanenza obbligatoria (Arbeitsbereitschaft),
i servizi di guardia (Bereitschaftsdienst) e i servizi di
reperibilità (Rufbereitschaft). Soltanto i servizi di
permanenza obbligatoria sono considerati rientrare interamente
nell'orario di lavoro. Per contro, i servizi di guardia e i
servizi di reperibilità sono qualificati periodi di riposo,
eccettuata la durata dello svolgimento di compiti professionali.
Ruiz-Jarabo,
l'avvocato generale della Corte di Lussemburgo, già nello
scorso aprile accolse il ricorso sostenendo che ''sebbene
l'attività' svolta in regime di guardia medica abbia
un'intensità' e un'ampiezza diversa rispetto a quella svolta
durante il normale orario di lavoro, non per questo essa diviene
un momento di riposo per il dipendente''.
Secondo
la Commissione europea la sentenza di Lussemburgo ''potrebbe
avere delle importanti conseguenze'' - oltre che per la Germania
- per altri stati membri Ue. Bruxelles non esclude la possibilità
di rivedere la regolamentazione Ue degli orari di lavoro. La
Corte di giustizia europea, nel dispositivo della sua sentenza,
ha ritenuto la normativa tedesca ''contraria'' alla direttiva
comunitaria del 1993 sui tempi di lavoro. Berlino, nel suo
regolamento, avrebbe considerato come ''lavoro a tempo pieno''
solo i servizi di permanenza e di guardia, escludendo gli
intervalli d'inattività' durante i quali i medici debbono
comunque garantire la loro reperibilità. Al contrario la Corte
ha sostenuto che la giusta interpretazione della direttiva
definisce tempo di lavoro integrale ''ogni periodo durante il
quale il lavoratore è al lavoro, a disposizione del datore di
lavoro e nell'esercizio della sua attività e delle sue
funzioni''.
Ricordando la
propria giurisprudenza, la Corte ritiene che il fattore
determinante per considerare che gli elementi caratteristici
della nozione di *orario di lavoro” ai sensi della direttiva
sono presenti nei periodi di guardia effettuati dai medici
nell'ospedale stesso consista nel fatto che questi sono
obbligati a essere fisicamente presenti sul luogo individuato
dal datore di lavoro e di tenervisi a disposizione di
quest'ultimo per poter fornire immediatamente i loro servizi in
caso di necessità. Secondo la Corte, occorre considerare
tali obblighi, che rendono impossibile per i medici interessati
scegliere il luogo in cui stare durante le attese, come
rientranti nell'esercizio delle loro funzioni.
Il fatto che
il datore di lavoro metta a disposizione del medico una stanza
di riposo in cui può stare tutto il tempo in cui non deve
intervenire non modifica tale interpretazione.
La Corte aggiunge che un medico obbligato a tenersi a
disposizione del suo datore di lavoro sul luogo individuato da
quest'ultimo per tutta la durata dei propri servizi di guardia,
è soggetto ad obblighi decisamente più onerosi di un medico in
regime di reperibilità, poiché deve rimanere lontano dal suo
ambiente familiare e sociale e gode di una libertà minore per
la gestione del tempo in cui i suoi servizi non sono richiesti. Date
queste circostanze, un medico di guardia, che vede imporsi dal
suo datore di lavoro l'obbligo di essere a disposizione in un
luogo dato, non può essere ritenuto in riposo quando non
esercita effettivamente attività professionali.
La Corte
conclude quindi che una normativa nazionale come quella tedesca,
la quale qualifica il detto servizio di guardia come periodo di
riposo, eccettuato il periodo in cui il lavoratore ha
effettivamente svolto i suoi compiti professionali, e la quale
prevede una compensazione soltanto dei periodi di effettiva
attività, è in contrasto con la direttiva comunitaria
Il
governo tedesco ha fatto sapere che, secondo una sua prima
stima, l'eventuale adeguamento della legislazione interna, in
conformità alla decisione della Corte di Lussemburgo, interessa
20 mila medici e avrà un costo di circa due miliardi di euro.
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Olanda:
sciopero generale nel settore pubblico il 14 ottobre
Il sindacato
olandese dei servizi pubblici ABVAKABO ha programmato uno
sciopero generale del settore pubblico in Ottobre contro i tagli
alla spesa pubblica e sociale, 17 miliardi di euro, proposti dal
governo di centro destra per la prossima legge di bilancio che
sarà presentata il 16 settembre. Nelle idee del governo c’è
il congelamento dei salari dei dipendenti pubblici per i
prossimi anni sino al 2007, i tagli alla sanità e alle pensioni
di invalidità.
La data del 14
ottobre è stata scelta perché quel giorno si aprirà il
confronto tripartito governo – imprenditori – sindacati sui
rinnovi contrattuali e i contratti aziendali.
Ci sono però
differenze di visioni tra il sindacato di categoria, ABVAKABO e
la confederazione FNV che pure giudicando grave la posizione del
governo non è d’accordo sulla proposta di sciopero generale.
L’FNV, la centrale sindacale di orientamento socialdemocratico
e la CNV, la confederazione cattolica, vogliono, prima di tutto,
aprire un tavolo di discussione con il governo.
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GERMANIA:
SI ROMPE IL FRONTE DEI DATORI DI LAVORO PUBBLICI
Dopo 40 anni si
è rotta l’unità d’azione dei datori di lavoro pubblici in
Germania. I rappresentati del governo federale e quelli dei
Lander hanno deciso di non voler più sedersi assieme ai
rappresentanti dei comuni (VKA) nella Associazione contrattuale
congiunta. Inoltre l’associazione dei Lander non riconoscerà
più, durante la contrattazione collettiva, la leadership del
governo federale. La decisione di rompere l’unità d’azione
è stata presa – ha detto il ministro dell’interno Schily,
responsabile per i dipendenti federali – perché molti comuni
hanno recentemente siglato con il sindacato dei servizi Ver.di
molti accordi separati sul tema delle pensioni. Inoltre, i
Lander, criticano il governo per aver accettato, nell’accordo
del gennaio 2003, aumenti troppo elevati. I dipendenti pubblici
tedeschi sono per il 58% nei comuni, per il 34% nei Lander e per
l’8% nelle strutture federali. Ver.di è molto preoccupata
perché questa rottura può preludere ad una disdetta dell’accordo
del gennaio 2003 da parte di molti Lander (Baviera e
Baden-Wuttemberg lo hanno già annunciato).
Bisogna ricordare
che la città di Berlino era uscita recentemente dalla
associazione dei comuni. Ver.di ha siglato, il 1 luglio, un
accordo con la città stato di Berlino per i suoi 100mila
dipendenti. L’accordo prevede un aumento del 2,4% nel 2003 e
del 2% nel 2004. L’orario di lavoro è ridotto a 37 ore (dalle
40 ore dell’est alle 38,5 dell’ovest).
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Spagna:
Congresso straordinario della FSAP CCOO
Si è tenuto a
Madrid, il 10 luglio 2003, l’ottavo congresso straordinario
della Federazione dei servizi e delle amministrazioni pubbliche
– Comisiones Obreras. Il Congresso ha eletto un nuovo
segretario generale, Miguel Vincente Segarra e la nuova
commissione esecutiva federale. Segarra è stato eletto con 90
voti su 170 delegati e sostituisce Carlos Sànchez che si era
dimesso nel 2002.
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