ARCHIVIO NOTIZIE E ULTIMI AGGIORNAMENTI 

 
Unione Europea - Dichiarazione di Berlino (25 marzo 2007)
Comitato Economico e Sociale Europeo - parere sui servizi sociali d'interesse generale (15 marzo 2007)
Parlamento Europeo - Risoluzione sui servizi sociali di interesse generale (14 marzo 2007)
Parlamento Europeo - Risoluzione sulla prestazione transfrontaliera di servizi di assistenza sanitaria (15 marzo 2007)
Dichiarazione congiunta CCRE – FSESP sullo sviluppo del dialogo sociale nelle amministrazioni locali e regionali (29 novembre 2006)
Parlamento Europeo – progetto di relazione sull'impatto e sulle conseguenze dell'esclusione dei servizi sanitari dalla direttiva sui servizi nel mercato interno – Commissione mercato interno
(6 marzo 2007)
Direttiva 2006/123/CE del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno (Guce L376 del 27 dicembre 2006)
APPROVATA LA DIRETTIVA BOLKESTEIN
(15 novembre 2006)
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo relativa ai servizi nel mercato interno  (Procedura di codecisione: seconda lettura) - versione consolidata (15 novembre 2006)
Libro verde sul diritto del lavoro "Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo"
 (novembre 2006)
Osservazioni della Cgil al Libro verde "Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo" (dicembre 2006)
Parlamento europeo - Risoluzione approvata sui partenariati pubblico-privati
(26 ottobre 2006)
Parlamento europeo – Commissione Mercato Interno – Direttiva Bolkestein - II Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio
(24 ottobre 2006)
Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco della Commissione sui servizi di interesse generale, approvata in plenaria il 27 settembre 2006 (Relazione Rapkay)
Commissione europea – Comunicazione relativa ad un’azione comunitaria nel settore dei servizi sanitari SEC (2006) 1195/4
(26 settembre 2006)
Corte di giustizia - Sanità - La sentenza del caso Watts (16 maggio 2006)
Parlamento europeo – Relazione della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori sulle partnership pubblico-private e sul diritto comunitario in materia di appalti pubblici e concessioni  (approvata il 10 ottobre 2006)
Parlamento europeo – Progetto di parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali sui servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea Relatrice per parere: Luisa Fernanda Rudi Ubeda ( 25 settembre 2006)
Rapporto Nazionale Italia (luglio 2006)
RELAZIONE DI ROSA PAVANELLI, Segretaria nazionale Fp Cgil all'apertura del Seminario del 7 luglio "Servizi pubblici e il bisogno di un quadro normativo e di tutela europeo e nazionale: ANALISI, PROPOSTE ED INIZIATIVE"
CAMPAGNA DELLA FSESP
"Nell'interesse Pubblico" - Carta dei servizi Pubblici della Ces -     
Commissione europea Comunicazione - Attuazione del programma comunitario di Lisbona: i servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea - COM(2006) 177    
CES – CEEP - bozza di proposta comune per una Cornice Europea Provvisoria per i Servizi di Interesse Economico Generale
(maggio 2006)
I socialisti europei chiedono un quadro giuridico europeo per i servizi pubblici  - Introduzione - (maggio 2006)
Direttiva Bolkestein novità
FP CGIL: nota sulla “nuova” Bolkestein (6 aprile 2006)
IL 4 APRILE LA COMMISSIONE PRESENTA AL PARLAMENTO LA NUOVA BOLKESTEIN    
 
SPAGNA: LA BOZZA DI PROPOSTA DEL NUOVO STATUTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA NON PREVEDE IL LICENZIAMENTO  
 
28 MARZO - REGNO UNITO: UN MILIONE E 500MILA IN SCIOPERO NEGLI ENTI LOCALI PER DIFENDERE LE LORO PENSIONI  
 
FSESP- Manifestazione a Bruxelles  “La nostra acqua non è in vendita” 
 
FP CGIL: VALUTAZIONE DELLA DIRETTIVA BOLKESTEIN DOPO IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO
 
Parlamento europeo - Risoluzione approvata sui partenariati pubblico-privati (26 ottobre 2006)
Parlamento europeo – Commissione Mercato Interno – Direttiva Bolkestein - II Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio (24 ottobre 2006)
Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco della Commissione sui servizi di interesse generale, approvata in plenaria il 27 settembre 2006 (Relazione Rapkay)
Commissione europea – Comunicazione relativa ad un’azione comunitaria nel settore dei servizi sanitari SEC (2006) 1195/4 (26 settembre 2006)
Corte di giustizia - Sanità - La sentenza del caso Watts (16 maggio 2006)
Parlamento europeo – Relazione della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori sulle partnership pubblico-private e sul diritto comunitario in materia di appalti pubblici e concessioni  (approvata il 10 ottobre 2006)
Parlamento europeo – Progetto di parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali sui servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea Relatrice per parere: Luisa Fernanda Rudi Ubeda ( 25 settembre 2006)
Rapporto Nazionale Italia (luglio 2006)
RELAZIONE DI ROSA PAVANELLI, Segretaria nazionale Fp Cgil all'apertura del Seminario del 7 luglio "Servizi pubblici e il bisogno di un quadro normativo e di tutela europeo e nazionale: ANALISI, PROPOSTE ED INIZIATIVE"
CAMPAGNA DELLA FSESP "Nell'interesse Pubblico" - Carta dei servizi Pubblici della Ces -     
Commissione europea Comunicazione - Attuazione del programma comunitario di Lisbona: i servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea - COM(2006) 177    
CES – CEEP - bozza di proposta comune per una Cornice Europea Provvisoria per i Servizi di Interesse Economico Generale (maggio 2006)
I socialisti europei chiedono un quadro giuridico europeo per i servizi pubblici  - Introduzione - (maggio 2006)
L'ORDINE DEL GIORNO DEL CONGRESSO DELLA CGIL SULLA PACE E LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEL 18 MARZO
DIRETTIVA BOLKESTEIN - 14 febbraio 2006 EUROMANIFESTAZIONE A STRASBURGO
MANIFESTAZIONE EUROPEA IL 15 OTTOBRE A ROMA CONTRO LA DIRETTIVA BOLKESTEIN
UE: CES  PRESENTA PRIORITA' A PRESIDENZA GB
GRECIA: SCIOPERI NEL SETTORE PUBBLICO
PORTOGALLO: SCIOPERO GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 15 LUGLIO
OLANDA: ACCORDO NEL SETTORE OSPEDALIERO
GERMANIA: SCIOPERO DEI MEDICI

Svezia: contratti collettivi obbligatori per gli appalti pubblici

Germania: rotte le trattative tra sindacati e governi locali
Regno Unito: sciopero per parità tra sanità pubblica e privatizzata
Regno Unito: statali, i sindacati chiedono il 4,6%
Francia: contratti pubblici, le proposte del governo
Danimarca: accordo nel settore statale e degli enti locali
Norvegia: accordo nel settore ospedaliero e nel settore statale
Svezia: accordo nel settore degli enti locali
Grecia: sciopero contro le proposte del governo per il rinnovo dei contratti pubblici
Belgio: la FGTB respinge l’accordo interconfederale

Il Parlamento europeo condanna l’Italia sugli immigrati   (14 aprile 2005)

BOLKESTEIN:  COSA HA DECISO IL VERTICE DI BRUXELLES  (22-23 marzo 2005)

19 marzo 2005:  Manifestazione europea per l’Europa sociale, no alla Bolkestein (e no alla guerra)
FRANCIA: MANIFESTAZIONE A DIFESA DELLE 35 ORE IL 5 FEBBRAIO
GERMANIA: SCIOPERI REGIONALI NEL SETTORE PUBBLICO
SPAGNA: FIRMATO IL RINNOVO CONTRATTUALE 2005 NEL SETTORE PUBBLICO (+3,2%)

Documento della Segreteria Nazionale CGIL sulla situazione internazionale  (15.09.2004)

LA CES esprime solidarietà alle vittime del terrorismo  (10 settembre 2004)

Costituzione Europea: gli articoli su servizi di interesse generale -  News  

SVIZZERA: 23 settembre - GIORNATA DI PROTESTA PER LA DIFESA DEL SETTORE PUBBLICO

SPAGNA: RINNOVO CONTRATTI PUBBLICI, IL GOVERNO PROPONE IL 2%

GERMANIA: SCIOPERO E PROTESTE NELLA SANITA’ E NEGLI ENTI LOCALI

REGNO UNITO: ACCORDO SALARIALE NEGLI ENTI LOCALI   (8,90% TRIENNIO 2004-2006)

ISRAELE: RIPRENDE LO SCIOPERO NEGLI ENTI LOCALI

COMMISSIONE BARROSO: I NUOVI COMMISSARI CHE INTERESSANO I SERVIZI PUBBLICI

PARLAMENTO EUROPEO A BARROSO, MANCA UN COMMISSARIO ALLA COSTITUZIONE

Immagini della Manifestazione europea del 4 ottobre 2003, Roma

Sciopero della funzione pubblica in Portogallo   (23 gennaio 2004)

PARLAMENTO EUROPEO: LUCI ED OMBRE SUI SERVIZI DI INTERESSE GENERALE

COMISSIONE: AGENDA LISBONA; LAVORO, SALTA OBIETTIVO TASSO 67% nel 2005
COMMISSIONE EUROPEA: DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO
GRECIA:  SCIOPERO GENERALE DEL SETTORE PUBBLICO IL 4 NOVEMBRE
CORTE UE:  GUARDIA MEDICA NOTTE PAGATA ANCHE SE RIPOSA
OLANDA:  SCIOPERO GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 14 OTTOBRE
GERMANIA: SI ROMPE IL FRONTE DEI DATORI DI LAVORO PUBBLICI
SPAGNA:  CONGRESSO STRAORDINARIO DELLA FSAP CCOO

UE: CES  PRESENTA PRIORITA' A PRESIDENZA GB

La Confederazione dei sindacati europei (CES), ha presentato alla nuova presidenza britannica dell'Unione europea una lista di priorità chiave, tra cui la richiesta di lanciare un dibattito sul modello sociale europeo. Le richieste più importanti della CES a Tony Blair, che assumera' la guida dell'Unione europea dal primo luglio per sei mesi, includono la revisione della direttiva sul tempo di lavoro, per mettere fine alla deroga sul tetto delle 48 ore, cercare un compromesso per sbloccare la direttiva sui lavoratori temporanei; riscrivere la direttiva servizi per rimuovere l'enfasi sul principio del paese d'origine; andare avanti su questioni importanti come Reach, la disposizione sui prodotti chimici, e l'eguaglianza dei sessi in tutti i campi del decision-making. La Confederazione dei sindacati ha inoltre auspicato azioni urgenti per rispondere concretamente alle richieste dei lavoratori, e John Monks, segretario generale, ha detto che ''la CES spera che verrà usata molta energia e creatività per aiutare l'Europa ad affrontare il futuro con più fiducia''. Il memorandum presentato oggi a Downing Street da Monks accoglie con favore la posizione principale che occupa la lotta alla disoccupazione del Regno Unito, ma non ne approva il ruolo leader di oppositore di importanti riforme sociali in Europa.

 

GRECIA: SCIOPERI NEL SETTORE PUBBLICO

Mentre la confederazione dei lavoratori pubblici greci (ADEDY) ha effettuato uno sciopero generale di 4 ore il 24 giugno 2005, la federazione dei lavoratori degli enti locali (POE-OTA) ha bloccato comuni e province il 29 giugno. Gli scioperi – che hanno riguardato anche il settore delle banche – si svolgono contro la riforma delle pensioni e del sistema di sicurezza sociale proposta dal governo conservatore.

 

PORTOGALLO: SCIOPERO GENERALE NEL SETTORE PUBBLICO IL 15 LUGLIO

I sindacati portoghesi del settore pubblico aderenti alla CGTP – dopo le manifestazioni nazionali del 17 giugno - hanno indetto per il 15 luglio uno sciopero generale nella pubblica amministrazione.

Lo sciopero si svolge contro il piano del governo che intende ridurre il suo deficit di bilancio attraverso una riduzione del numero dei dipendenti pubblici, l’aumento dell’età pensionabile da 60 a 65 anni e un taglio del 35% dell’indennità di malattia.

I sindacati pubblici aderenti all’UGT non aderiscono alla protesta.

 

OLANDA: ACCORDO NEL SETTORE OSPEDALIERO

Il sindacato olandese Abvakabo ha firmato il rinnovo contrattuale per I 170mila dipendenti del settore ospedaliero olandese. L’incremento sarà dello 0,6% a partire da giugno. E’ stato inoltre raggiunto l’accordo per i lavoratori che non possono più lavorare a causa di una invalidità: il salario sarà mantenuto al 100% per il primo anno e il 70% per i due anni successivi.

 

GERMANIA: SCIOPERO DEI MEDICI

Gli 80mila medici tedeschi affiliati al sindacato Marburger Bund (affiliato alla FSESP) stanno organizzando scioperi a livello regionale contro qui governi regionali che vogliono aumentare l’orario di lavoro settimanale e tagliare l’indennità per le feste di Natale

 

 

Svezia: contratti collettivi obbligatori per gli appalti pubblici

Il governo svedese ha proposto di rendere illegale la fornitura di appalti pubblici a quelle aziende che non hanno sottoscritto accordi collettivi. Questa opportunità è già prevista dalla direttiva sugli appalti pubblici europei ma non è quasi utilizzata (è infatti volontaria e non obbligatoria, a causa di un voto a maggioranza del Consiglio europeo). L’iniziativa segue il blocco di una azienda edile lettone (Laval un Partneri Ltd)  che stava costruendo una scuola a Vaxholm e che si rifiutava di firmare un accordo collettivo svedese con i sindacati svedesi (Byggnads)  sostenendo che aveva già sottoscritto un accordo in Lettonia che prevedeva un salario più basso e minori condizioni di lavoro: i lavoratori lettoni avrebbero guadagnato € 3.85 all’ora invece che i 15 € previsti dall’accordo in Svezia. L’azienda lettone, dopo che i sindacati avevano bloccato, con i picchetti, i lavori, ha deciso di lasciare la Svezia e ha recentemente fatto bancarotta.

 

Germania: rotte le trattative tra sindacati e governi locali

Rottura tra il sindacato tedesco dei servizi (Ver.di) e i governi regionali (Lander). Le regioni non avevano partecipato alla firma dell’accordo nel settore pubblico (che aveva coinvolto il governo federale e i comuni) richiedendo un’orario di lavoro più lungo per i dipendenti delle regioni e per i nuovi assunti. Ver.di sta organizzando una serie di “scioperi di avvertimento” per premere sui governi regionali.

 

Regno Unito: sciopero per parità tra sanità pubblica e privatizzata

Unison, insieme ad altri sindacati britannici, ha lanciato il ballottaggio per indire uno sciopero di due giorni contro la società Initial Healthcare, che gestisce la fondazione dell’ospedale di Aintree (Aintree Hospital Trust), nell’Inghilterra nordoccidentale. Causa dello sciopero, come anche in altri casi, è la sfida per assicurarsi che il contratto nazionale con il sistema sanitario nazionale britannico sia riconosciuto anche dai gestori privati nel settore. Trattative sono ancora in corso con la società Serco (ospedali di Norfolk e Norwich) che ha offerto un salario minimo di 5,30 sterline (pari a 7,60 euro ) 

 

Regno Unito: statali, i sindacati chiedono il 4,6%

I sindacati PCS e Prospect hanno chiesto, per i 500mila dipendenti statali britannici, un aumento del 4,6%.

 

Francia: contratti pubblici, le proposte del governo

Il ministro della Funzione Pubblica francese Renauld Dutreil ha proposto, per il rinnovo dei contratti pubblici, un aumento dello 0,5% dal 1 febbraio 2005, di un altro 0,5% in Luglio  e di un altro 0,8% dal 1 novembre 2005. Questa proposta, ha detto il ministro, è legata però all’accettazione, da parte dei sindacati, di un accordo che preveda che gli incrementi futuri sia legati alla crescita economica del paese. I sindacati francesi hanno già scioperato il 20 gennaio, il 5 febbraio ed il 10 marzo.

 

 Danimarca: accordo nel settore statale e degli enti locali

Raggiunto l’accordo nel settore statale in Danimarca. L’accordo (1 aprile 2005-31 marzo 2008) è stato firmato alla fine di Febbraio e copre 160mila lavoratori e prevede un aumento del 5,76% nel triennio (2,3% nel primo anno). Punto rilevante dell’accordo è l’abolizione dei tre più bassi livelli salariali, che passano tutti al quarto livello.

Negli enti locali accordo per i 560mila lavoratori con un incremento del 9,7% nel triennio.

 

 Norvegia: accordo nel settore ospedaliero e nel settore statale

Il 5 aprile i sindacati norvegesi hanno raggiunto un accordo per l’adeguamento salariale 2005 nel settore ospedaliero. L’incremento è di 239 euro nell’anno a partire dal 1 aprile. Inizia ora la tornata contrattuale a livello decentrato.

Per quanto riguarda il settore statale è stato raggiunto, con il governo norvegese, un accordo annuale per un aumento del 3,5% ed orario medio di 37,5 ore, valido sino al 30 aprile 2006.

 

 Svezia: accordo nel settore degli enti locali

Il 14 aprile è stato sottoscritto l’accordo biennale (1 aprile 2005-2007) per i 400mila dipendenti degli enti locali, dei comuni e delle province. L’accordo – raggiunto dopo un arbitrato – prevede un aumento di 19 euro per il 2005 e di 19 euro per il 2006. Il salario minimo mensile è aumentato a 1431 euro mensili nel 2005  e 1473 euro per il 2006. Parte ora la contrattazione a livello decentrato, dove sono disponibili circa 50 euro per persona, per ogni anno.

 

 

Grecia: sciopero contro le proposte del governo per il rinnovo dei contratti pubblici

ADEDY, la confederazione dei lavoratori pubblici greci ha svolto, lo scorso 17 marzo, uno sciopero di 24 ore contro la proposta governativa che prevedeva un aumento salariale del 3,6%.

 

Belgio: la FGTB respinge l’accordo interconfederale

L’accordo interconfederale per il settore privato (2,5 milioni di lavoratori) tra governo-sindacati e imprenditori firmato lo scorso gennaio prevedeva un aumento del 4,5% nel biennio 2005-2006 e l’aumento a oltre 65 ore annuali di straordinario. Il referendum tra gli iscritti della federazione socialista FGTB/ABVV ha visto prevalere il no con il 52%. La Confederazione cristiana CSC/ACV (che aveva approvato il testo con il 74,8% dei voti), ha deciso di non firmare l’accordo senza la FGTB. A questo punto il governo liberal-socialista potrebbe decidere di applicare, comunque, almeno la decisione salariale. 

 


Il Parlamento europeo condanna l’Italia sugli immigrati   (14.4.2005) 

Con un solo voto di scarto - 51 favorevoli e 50 contrari - il Parlamento ha adottato una risoluzione comune dei gruppi socialisti, liberal democratici, verdi e della sinistra unita che invita le autorità italiane e tutti gli Stati membri «ad astenersi dall'effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di migranti irregolari verso la Libia o altri paesi»., nonché ad assicurare l'esame individuale delle domande di asilo e il rispetto del principio di non espulsione. Preoccupati per quanto avvenuto a Lampedusa, i deputati ricordano la necessità di una politica comunitaria sull'immigrazione.

I fatti sono noti. Centinaia di immigrati sbarcati a Lampedusa sono stati rimpatriati in Libia (a bordo di aerei della compagnia Blu Panorama e Air Adriatic). Il governo italiano ha sempre negato il carattere “di massa” di queste espulsioni (vietate dal diritto internazionale e dalla stessa Bossi-Fini) e ha sostenuto che i rimpatri sono stati eseguiti in base a provvedimenti “a titolo individuale e non collettivo”. Le associazioni che si occupano di rifugiati (Amnesty International, Cir, Unhcr) hanno avanzato invece sempre forti riserve sulle procedure adottate.

I deputati si dicono preoccupati per le espulsioni collettive di immigranti effettuate dalle autorità italiane tra l'ottobre 2004 e il marzo 2005 da Lampedusa verso la Libia, e notano come l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) abbia denunciato le ultime espulsioni affermando che non fosse chiaro se l’Italia aveva preso le precauzioni necessarie per assicurarsi di non rimandare dei «veri rifugiati» in Libia.

Il Parlamento ritiene che queste espulsioni collettive di migranti verso la Libia da parte delle autorità italiane «costituiscano una violazione del principio di non espulsione e che le autorità italiane siano venute meno ai loro obblighi internazionali omettendo di assicurarsi che la vita delle persone espulse non fosse minacciata nel loro paese di origine». Inoltre, invita le autorità italiane a garantire all'UNHCR libero accesso al centro rifugiati di Lampedusa e alle persone ivi detenute, «che potrebbero avere bisogno di una protezione internazionale». La Commissione europea è poi invitata a vegliare sul rispetto del diritto d'asilo nell'Unione europea, a far cessare le espulsioni collettive e «ad esigere che l'Italia e gli altri Stati membri rispettino gli obblighi loro derivanti dal diritto dell'Unione».

I deputati, inoltre, ricordano la necessità di una politica comunitaria di immigrazione e asilo «basata sull'apertura di canali di immigrazione legale e sulla definizione di norme comuni di protezione dei diritti fondamentali degli immigrati e dei richiedenti asilo in tutta l'Unione europea». A tale proposito, ribadiscono profonde riserve per quanto riguarda l'approccio del «minimo denominatore comune» del progetto di direttiva del Consiglio sulle procedure di asilo ed invitano gli Stati membri ad assicurare il tempestivo recepimento della direttiva sull'attribuzione della qualifica di rifugiato.

Il Parlamento invita la Commissione a svolgere un dialogo trasparente in materia, rendendo pubblici tra l'altro i risultati della sua missione tecnica in Libia del novembre-dicembre 2004 sull'immigrazione clandestina. D'altra parte, chiede alla Libia «di permettere l'accesso di osservatori internazionali, di porre fine alle espulsioni e agli arresti arbitrari di migranti, di ratificare la convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e di riconoscere il mandato dell'UNHCR».

I deputati, infine, nel sollecitare a rendere pubblico «ogni accordo di riammissione concluso con la Libia», chiedono l'invio di una delegazione composta da membri delle commissioni competenti al centro rifugiati di Lampedusa e in Libia, «per poter valutare la portata del problema e verificare la legittimità dell'operato delle autorità italiane e libiche».

 

 

BOLKESTEIN: COSA HA DECISO IL VERTICE DI BRUXELLES    (22-23 MARZO 2005)!

 

Il vertice di primavera dell’Unione Europea è stato indubbiamente caratterizzato dalla discussione sulla direttiva Bolkestein che è stata al centro della maggior parte degli interessi della stampa internazionale (tenendo conto, oltretutto, della contemporanea presenza della discussione sulla revisione del patto di stabilità). 

Le informazioni sono stati abbondanti, e come al solito, abbastanza confuse. Vorremmo cercare di attenerci, ancora una volta, ai “fatti” più che alla gran messe di dichiarazioni (che pure hanno avuto una grande importanza nelle preparazione delle decisioni assunte). 

Le “difficoltà” della Bolkestein sono approvate, per la prima volta, nel documento ufficiale delle conclusioni della presidenza per il Consiglio europeo del 22-23 marzo 2005.

Si legge infatti al punto 22 

22. Nel contesto del completamento del mercato interno, il Consiglio europeo ha individuato i seguenti settori prioritari. 

Al fine di promuovere la crescita e l’occupazione e di rafforzare la competitività il mercato interno dei servizi deve essere pienamente operativo, preservando al tempo stesso il modello sociale europeo. Alla luce del dibattito in corso, che mostra che la stesura attuale della proposta di direttiva non risponde pienamente alle esigenze, il Consiglio europeo chiede che nel quadro del processo legislativo sia intrapreso ogni sforzo per raggiungere un ampio consenso che risponda a tutti questi obiettivi.

Il Consiglio europeo osserva che servizi d’interesse economico generale efficaci svolgono un ruolo importante in un’economia efficiente e dinamica. 

 

Cosa vogliono dire queste righe? Utilizzando anche le spiegazioni e le interpretazioni date nelle due conferenze stampe svolte dal presidente lussemburghese Juncker e dal presidente della Commissione Barroso possiamo affermare che: 

- la proposta di direttiva non viene ritirata (non risponde pienamente alle esigenze”)
 

Nonostante le molti critiche ricevute dalla direttiva (Francia, Lussemburgo, Svezia, Germania, Belgio) la Commissione e molti stati non hanno accettato l’idea di ricominciare da capo. Ha detto Barroso che la Commissione non può ritirare una proposta – “che pure non è stata presentata da noi ma dalla Commissione precedente” diminuendo così “le prerogative del Parlamento europeo e del Consiglio” che sono coloro che prenderanno la decisione finale. Ha detto Barroso “La Commissione propone..”. “Nessuno all’interno del Consiglio- ha detto Barroso- ha chiesto il ritiro della direttiva… noi non possiamo perdere il momento approntando una nuova direttiva… sono contento che abbiamo evitato il rischio di perdere il momento ricominciando daccapo” 

-         la proposta è affidata, per ora, al Parlamento europeo e al Consiglio

La Commissione per ora non farà nulla. Ha detto Barroso “non ci sarà un nostro intervento prima della discussione al parlamento e al Consiglio… “Noi non diremo prima come pensiamo di presentare una redazione diversa e modificata della proposta di direttiva”.

Parole chiare. La Commissione, pur consapevole che l’attuale proposta di direttiva “non risponde pienamente alle esigenze, per rispettare le prerogative degli organi che decidono, aspetterà di vedere come si svolgerà il dibattito in Parlamento e nel Consiglio per poi decidere che fare. Il processo legislativo è nelle mani del Parlamento che dovrà intraprendere “ogni sforzo per raggiungere un ampio consenso che risponda a tutti questi obiettivi.. il mercato interno dei servizi deve essere pienamente operativo, preservando al tempo stesso il modello sociale europeo”.

 

-   la Commissione vedrà come andrà (discussione in Parlamento, referendum sulla Costituzione) e poi deciderà

Chiaramente la Commissione, per così dire “si tira fuori” e aspetta che sia il Parlamento europeo e gli Stati nazionali (in particolare quelli impegnati nel referendum costituzionale e nelle elezioni nazionali) a vedersela con l’attuale proposta. Poi – mentre continuerà, possiamo stare sicuri, nella sua attività di lobbying attraverso i suoi funzionari – deciderà. Potrebbe, se le cose andranno male, ritirare la direttiva (che il commissario italiano Frattini ha definito “Prodi-Bolkestein”, ce lo dovevamo aspettare!) oppure fare una “redazione diversa e modificata”, ricominciando da capo una volta che magari il Parlamento abbia presentato qualche proposta poco accettabile.

Barroso ha detto con chiarezza che spetta al Parlamento di “esprimere le preoccupazioni dell’opinione pubblica europea e di incorporarle nell’attuale testo”.

 

Va tenuto presente che in questa tornata, oltre che alla Francia lo “stop” alla Bolkestein è stata data dalla presidenza lussemburghese. Juncker ha infatti detto “Noi non prendiamo alla leggera questa direttiva… se la direttiva conterrà elementi di dumping sociale noi non la accetteremo…ecco perché avremo bisogno di modifiche sostanziali”. Juncker oltretutto ha rintuzzato con sarcasmo, nella conferenza stampa, la domanda del giornalista di Radio radicale che ha affermato “nei nuovi paesi dell’Unione  hanno una impressione opposta alla vostra: avete ceduto alle logiche protezionistiche della Vecchia Europa”. Accadrà così con la presidenza britannica?

 _____________________________

Consiglio dell’ Unione Europea: conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles (22-23 marzo 2005) con revisione del patto di stabilirà e crescita

 

19 marzo 2005:  Manifestazione europea per l’Europa sociale, no alla Bolkestein (e no alla guerra)
 

Alla fine è stata la più grande manifestazione europea a sostegno dell’ Europa sociale. I sindacati europei, la CES e i movimenti, oltre centomila persone, per oltre tre ore, hanno sfilato per le vie di Bruxelles, in un corteo coloratissimo che ha richiesto con forza una vera Europa Sociale dicendo no alla direttiva Bolkestein, no alla riforma europea dell’orario di lavoro e no alla guerra.

La manifestazione ha visto la partecipazione di folte delegazioni, tra l’altro, dal Belgio, dall’Italia (in particolare dalla CGIL), dalla Francia, dalla Germania, dall’Olanda, dalla Spagna e dal Portogallo. E, novità forse assoluta, la presenza di lavoratori provenienti da molti paesi dell’Europa dell’allargamento. Hanno sfilato i polacchi sotto lo striscione di Solidarnosc, gli sloveni (preceduti da cinque Kurent, maschere tenebrose dai tratti animaleschi, considerati però degli annunciatori della primavera, che si muovono in gruppo di casa in casa spaventando gli spiriti maligni), croati, i metallurgici slovacchi, i cechi, una delegazione di Cipro.

La delegazione della Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP) ha focalizzato le sue parole d’ordine contro la direttiva servizi e, in particolare, contro la riforma della direttiva orario di lavoro : “Il concetto dell’orario di lavoro dell’Unione Europea è puro surrealismo – ha detto nel suo discorso il segretario generale della FSESP Carola Fischbach-Pyttel – ed un regalo della Commissione europea agli imprenditori. La proposta vuole legittimare l’opzione individuale ad un orario di lavoro più lungo, si inventa il concetto di orario di lavoro inattivo e cerca di cancellare il diritto alla contrattazione collettiva”.

Dal palco centrale sono intervenuti il segretario generale della Ces John Monks che ha detto – tra l’altro “«Martedì i 25 arriveranno a Bruxelles in limousine… noi siamo qui per dire loro che non vogliamo più precarietà, più deregolazione, più disoccupazione, più miseria. …noi non vogliamo che l’Europa diventi l’America, noi non vogliamo Stati con un welfare più debole, pensioni peggiori, sindacati più deboli, più privatizzazione…noi non vogliamo Bolkestein…Io chiedo oggi alla Commissione di ritirare l’attuale testo, gettarlo nel cestino dei rifiuti e cominciare daccapo, Rimettete la Bolkestein nel frigo e cominciate ad ascoltare i popoli d’Europa. Noi siamo impegnati una grande battaglia contro i neo liberisti che vogliono sotterrare l’Europa sociale. Noi non glielo lasceremo fare. L’Europa non è la loro Europa. E’ la nostra Europa.”

E’ intervenuta, a nome dei movimenti, Raffaella Bolini, dell’Arci, che ha affermato. “ Oggi è per noi una giornata importante -in marcia, insieme, per cambiare le cose.Ci impegniamo a rafforzare l’alleanza fra lavoratori e lavoratrici, disoccupati, precari, giovani, cittadini e cittadine, organizzazioni sindacali, movimenti sociali contro la guerra, il liberismo, il razzismo, per una Europa sociale di pace…Vogliamo un'Europa che costruisca la pace, che scelga il disarmo, che accolga i migranti… La lotta per la pace e per la giustizia sociale camminano insieme. Anche in Europa le politiche liberiste hanno prodotto un enorme aumento della disoccupazione, della precarietà, del lavoro nero, del carovita, dell'esclusione sociale.La salute, l'educazione, la sicurezza sociale, i beni comuni non sono  considerati diritti essenziali da garantire a tutti - e diventano un privilegio per pochi. Si vogliono smantellare le conquiste ottenute dal movimento dei lavoratori e dalla società civile democratica in decenni di lotte.

Continueremo ad opporci alle politiche europee che disegnano un'Europa dove circolano liberamente solo i capitali, dove tutto il lavoro diventa precario, i beni comuni diventano merce, e i servizi pubblici diventano privati. Vogliamo un'altra Europa, una Europa che affermi nella pratica i diritti universali, i diritti sociali, i diritti al lavoro e nel lavoro, i diritti sindacali, una Europa che riconsegni ai poteri pubblici e alle collettività i servizi essenziali e i beni comuni -acqua, terra, energia, sapere. La Direttiva Bolkestein deve essere ritirata. Chiediamo una legge europea che garantisca orari e condizioni di lavoro dignitosi per tutti e tutte.”

La Funzione Pubblica CGIL ha partecipato – dopo lo sciopero generale del 18 marzo - con un’ampia delegazione sia nazionale sia territoriale, guidata dal segretario generale Carlo Podda.

 _____________________________

Il discorso del segretario generale della CES John Monks

Il discorso di Raffaella Bolini per i movimenti

 

Galleria d’immagini:

Link:: ..\iniz_app\2005\brux_19mar05\foto.htm

 

FRANCIA: MANIFESTAZIONE A DIFESA DELLE 35 ORE IL 5 FEBBRAIO

Centinaia di migliaia di lavoratori pubblici (stato, sanità, scuola, poste, energia e trasporti) hanno sfilato per le vie della Francia lo scorso 20 gennaio contro il blocco del rinnovo contrattuale per il pubblico impiego e contro le politiche di privatizzazione. I sindacati mantengono comunque alta la protesta e il prossimo 5 febbraio daranno vita, assieme ai lavoratori dei settori privati, ad una manifestazione per difendere la legge delle 35 ore dalla controriforma del governo.

 

GERMANIA: SCIOPERI REGIONALI NEL SETTORE PUBBLICO

Il rinnovo del contratto pubblico in Germania si caratterizza, quest’anno, con una serie di scioperi in diversi Lander. Il sindacato Ver.di ha deciso di aprire, con questi scioperi, una campagna che “convinca” i governi regionali ad applicare l’accordo salariale per il settore che è vicino ad essere raggiunto. I governi regionali hanno infatti l’intenzione di tirarsi fuori dalla contrattazione nazionale che coinvolge, inoltre, il governo federale e i comuni. I Lander hanno, infatti, l’intenzione di chiedere un aumento dell’orario di lavoro e di tagliare il salario festivo.

 

SPAGNA: FIRMATO IL RINNOVO CONTRATTUALE 2005 NEL SETTORE PUBBLICO (+3,2%)

 

Parte con il piede giusto la stagione dei rinnovi contrattuali pubblici da parte del governo Zapatero.

Firmato, il 30 settembre, in Spagna il rinnovo contrattuale per il 2005 per il settore pubblico: l’aumento complessivo è del 3,2 %. (3,5% per il comparto Stato). La quantità si raggiunge sommando un 2% di aumento per l’inflazione prevista, uno 0,7% di aumento sulle cosiddette “pagas extras” (che corrispondono alle nostre tredicesime e quattordicesime, che raggiungono circa il 60% della paga normale. L’impegno del governo è di arrivare, a fine legislatura, al 100%), un aumento dello 0,5% della quota destinata al Fondo pensioni complementari.

Per il comparto dello Stato vi è poi un ulteriore aumento dello 0,3%.

E’ stata firmata, il 21 settembre 2004, inoltre una dichiarazione, tra governo e sindacati, per il dialogo sociale nella pubblica amministrazione spagnola che si propone una riforma normativa che riguarda il rafforzamento dei diritti di partecipazione e di negoziazione nella pubblica amministrazione e che vuole, entro il tempo della legislatura, ridurre l’alta quota di lavoro temporaneo attualmente presente nella funzione pubblica spagnola.

 

SVIZZERA: GIORNATA DI PROTESTA PER LA DIFESA DEL SETTORE PUBBLICO (23 SETTEMBRE 2004)

 In Svizzera una alleanza di 14 sindacati ed associazioni professionali del settore pubblico, in rappresentanza di oltre 300mila iscritti, ha lanciato, per giovedì 23 settembre 2004, una giornata di protesta “contro lo smantellamento dei servizi pubblici”.

E’ stato il governo federale ad annunciare un taglio per il prossimo bilancio di oltre 9 milioni di franchi svizzeri (circa 6 milioni di euro) che mette in dubbio in particolare il finanziamento dei servizi sociali e sanitari, delle poste e dei trasporti pubblici, oltre a mettere a repentaglio circa 20mila posti di lavoro.

Il 16 maggio 2004 in un referendum i cittadini elvetici avevano bocciato la proposta di un taglio fiscale per poter mantenere servizi pubblici di qualità, ma il governo ha presentato comunque una proposta di tagli molto forti al bilancio della Confederazione. Da qui la protesta che vede oltre ai più forti sindacati svizzeri (come il SSP. Sindacato svizzero dei servizi pubblici, affiliato alla FSESP) anche tante associazioni professionali e di mestiere. (vedi http://www.ssp-vpod.ch/)

 

SPAGNA: RINNOVO CONTRATTI PUBBLICI, IL GOVERNO PROPONE IL 2%

E’ andato male il primo incontro, solo informativo, tra il nuovo governo socialista spagnolo ed i sindacati della funzione pubblica FSAP-CCOO e FSP-UGT per il rinnovo dei contratti dell’amministrazione pubblica. All’incontro del 26 luglio 2004 il governo ha proposto un aumento del 2% nei salari pubblici per il 2005, basandosi sull’ipotesi di inflazione programmata. I sindacati hanno espresso molte critiche, in particolare per il mancato recupero di quanto perso dai dipendenti pubblici spagnoli negli scorsi anni . Vedi FSAP CCOO http://www.fsap.ccoo.es/conjunto.asp e FSP UGT http://www.fsp.es/

 

GERMANIA: SCIOPERO E PROTESTE NELLA SANITA’ E NEGLI ENTI LOCALI

Il sindacato dei servizi tedesco Ver.di ha organizzato dimostrazioni e scioperi nelle cliniche universitarie e negli enti locali per protestare contro il piano del dei datori di lavoro che prevedono il taglio delle festività e l’incremento dell’orario di lavoro da 38,5 ore settimanali a 41 ore

 

REGNO UNITO: ACCORDO SALARIALE NEGLI ENTI LOCALI (8,90% TRIENNIO 2004-2006)

I lavoratori britannici degli enti locali hanno approvato con un referendum (66% si, 33% no) l’accordo salariale per il triennio 2004-2006 ( dal 1 aprile 2004 aumenti del 2,75, 2,95%, 2,95%)

 

ISRAELE: RIPRENDE LO SCIOPERO NEGLI ENTI LOCALI

E’ ripreso in Israele  del 3 settembre 2004 lo sciopero dei 50mila lavoratori degli enti locali a causa del conflitto con il governo e con gli enti locali che hanno deciso il taglio del 13% del salario di una parte dei propri dipendenti. Una buona parte dei lavoratori, oltretutto, non riceve il salario da oltre due mesi.

Lo sciopero interessa in particolare la accolta dei rifiuti, tutti gli uffici comunali e il personale amministrativo e non docente delle scuole, in particolare coloro che operano per il trasporto e la difesa, dal terrorismo, dei bambini.

 

COMMISSIONE BARROSO: I NUOVI COMMISSARI CHE INTERESSANO I SERVIZI PUBBLICI

E’ Vladimir Spidla, ceco, socialdemocratico ed ex primo ministro il nuovo Commissario all’occupazione ed agli affari sociali. Charlie McCreevy, Ministro delle finanze irlandese dal '97, ha 55 anni. In politica dal '77, è stato, tra il '92 e il '94, ministro del welfare e ministro del turismo e commercio., sostituisce l'olandese Frits Bolkestein al coordinamento del mercato unico europeo e avrà tra le mani la questione della direttiva sui servizi. Neelie Kroes, 63 anni, liberale olandese, già ministro dei Trasporti e fautrice della privatizzazione delle poste olandesi, va a succedere all'attuale commissario, l'italiano Mario Monti alla direzione generale per la Concorrenza che si occupa tra l’altro di liberalizzazioni e aiuti di stato. Lazlo Kovacs, ungherese, già Ministro degli Esteri si occuperà dell’energia. Peter Mandelson, britannico, ex Sottosegretario per l'Irlanda del Nord V a occupare l'incarico sul commercio (GATS) prima di competenza del francese, Pascal Lamy. Mandelson avrà anche la responsabilità della dimensione internazionale e della competitività.

Secondo studio, condotto dal Centro per la riforma europea, il Cer di Londra, che ha collocato in tre categorie Barroso e i suoi 24 Commissari ben 14 di loro sono considerabili di destra/centro-destra, cinque di centro o indipendenti e solo sei di sinistra. Sicuramente quindi un esecutivo europeo più conservatore dei due precedenti (la Commissione-Prodi e quella di Jacques Santer naufragata nel 1999): del resto i commissari vengono indicati dai governi in carica e la squadra di Barroso rispecchia gli attuali rapporti di forza fra destra e sinistra nel continente.

 

PARLAMENTO EUROPEO A BARROSO, MANCA UN COMMISSARIO ALLA COSTITUZIONE

Il Parlamento europeo preannuncia battaglia alla nuova Commissione presieduta dal portoghese Jose' Manuel Barroso, destinata a prendere il primo novembre prossimo, il testimone dall'eurogoverno di Romano Prodi.

Una delle contestazioni annunciate riguarda la mancata nomina di un responsabile degli affari costituzionali, soprattutto nella prospettiva che nei prossimi due anni gli stati membri dovranno procedere alla ratifica della Costituzione, approvata in giugno dalla Conferenza intergovernativa.

Le varie commissioni dell'assemblea di Strasburgo sono già impegnate a preparare i quesiti per i 24 commissari, cui dovranno rispondere per scritto e quindi verbalmente nel corso di lunghe audizioni previste nel mese di ottobre e che precederanno il voto di ratifica dell'eurogoverno da parte dell'assemblea.

Barroso, pur dovendo aumentare i dicasteri, dato che l'eurogoverno passa da 20 a 25 membri per accogliere quelli nei nuovi stati membri, non solo non ha nominato un commissario, ma non ha neppure inserito gli affari costituzionali tra le competenze di qualche dicastero.

Il Parlamento europeo vuole essere il primo a ratificare - possibilmente con una larga maggioranza - il trattato per dare un esempio ai parlamenti nazionali che dovranno procedere al voto e per cercare di influenzare i referendum laddove la ratifica avverrà attraverso il voto popolare.

Barroso sarà chiamato a spiegare questa omissione e certamente invitato ad assegnare ad uno dei commissari un preciso mandato

 

Sciopero della funzione pubblica in Portogallo (23 gennaio 2004)

Sciopero generale della Funzione Pubblica in Portogallo il 23 gennaio 2004. I sindacati SINTAP-UGT e STAL-CGTP hanno indetto 24 ore uno sciopero nazionale contro le politiche contrattuali e di riforma della pubblica amministrazione del governo di destra di Barroso.

In particolare per quanto riguarda la contrattazione i lavoratori pubblici portoghesi hanno perso oltre il 5, 5 % negli ultimi anni nei confronti della sola inflazione (che nel 2003 è stata del 3,3%) ed in particolare nel 2003 i loro salari sono stati congelati. Lo sciopero è stato indetto contro le politiche di flessibilizzazione del lavoro pubblico (contratti individuali), contro i licenziamenti e l’aumento dell’orario di lavoro.

Nei documenti sindacali si attacca con forza anche la politica di riforma della pubblica amministrazione condotta dal governo Barroso incentrata sulle privatizzazioni e sulle commercializzazioni del settore pubblico. Nel settore pensionistico è stata inoltre approvata, per decreto, una riforma che porta i requisiti pensionistici per i pubblici a 36 anni di contribuzione e 60 anni di età.

 

PARLAMENTO EUROPEO: LUCI ED OMBRE SUI SERVIZI DI INTERESSE GENERALE
 

Il Parlamento europeo, dopo il Comitato economico e sociale (11 dicembre 2003),  ha espresso il suo giudizio sul Libro Verde sui Servizi di Interesse Generale, che era stato presentato dalla Commissione europea il 21 maggio 2003. Il 14 gennaio 2004 il Parlamento ha votato, con 383 voti a favore, 123 contrari e 13 astensioni, il rapporto presentato da  Philipp Herzog.

Il voto in aula è riuscito a modificare alcune delle peggiori affermazioni e alla fine il giudizio che si può esprimere sul rapporto finale è con luci ed ombre, ma per molti versi, è certamente molto migliore di quanto si era temuto dopo il voto in Commissione.

Il testo, così come era infatti uscito dal voto della maggioranza popolare della Commissione per gli affari economici e monetari, era un vero e proprio manifesto liberista, che chiedeva, tra l’altro, l’apertura del processo di  privatizzazione del settore dell’acqua o della sanità.

Le ombre, oggi, riguardano in particolare , oltre al no per una direttiva quadro sui servizi di interesse generale, una ancora forte celebrazione delle politiche liberiste e l’enfatizzazione eccessiva delle direttive settoriali (elettricità, gas, trasporti).

“E’ un compromesso, senza dubbio – si legge nel comunicato stampa della FSESP dopo il voto – r questo significa che ci sono nel rapporto elementi con i quali non concordiamo.”

Ma ci sono anche le luci: il rapporto “  invita la Commissione a presentare un ulteriore esame, al più tardi entro l'aprile 2004, allo scopo di trarre gli insegnamenti necessari dalle consultazioni previste nel Libro verde e a esporre chiaramente la sua posizione in merito ad un eventuale quadro giuridico” e “chiede un quadro giuridico da elaborare a norma della procedura di codecisione” tra Commissione, Consiglio e Parlamento, “rispettando il principio di sussidiarietà, nel momento in cui vengano attuate le norme del mercato interno e della concorrenza.”

Inoltre, nel merito del quadro legale, il Parlamento europeo chiede di stabilire alcuni criteri positivi ed afferma “ il diritto degli enti locali e regionali di 'autoprodurre' in modo autonomo servizi di interesse generale”.

Punto molto importante, “ respinge l'idea che i servizi relativi alla fornitura d'acqua e alla gestione dei rifiuti formino l'oggetto di direttive settoriali del mercato unico; ritiene che la fornitura d'acqua (compreso lo smaltimento delle acque reflue) non dovrebbe essere oggetto di liberalizzazione, in considerazione delle peculiarità regionali del settore e della responsabilità a livello locale per l'approvvigionamento di acqua potabile, oltre a varie altre condizioni relative all'acqua potabile; chiede tuttavia, senza giungere alla liberalizzazione, una 'modernizzazione' della fornitura di acqua mediante l'applicazione di principi economici, tenendo conto delle norme in materia di qualità e ambiente e dei requisiti di efficienza” ed “esprime l'opinione che nei settori dell'acqua e dei rifiuti i servizi non devono essere disciplinati da direttive settoriali comunitarie, ma sottolinea che l'Unione deve continuare a essere pienamente responsabile degli standard qualitativi e di protezione ambientale in tali settori”.

Con altrettanta chiarezza si dice che “reputa che, conformemente a tutte le sue risoluzioni recenti, i servizi di interesse generale che rientrano tra le funzioni di base delle autorità pubbliche, quali l'istruzione e la sanità pubblica, l'edilizia popolare e i servizi sociali di interesse generale che assolvono a funzioni di sicurezza e di inserimento sociale, vadano esclusi dal campo di applicazione della normativa comunitaria in materia di concorrenza (…); ritiene che lo stesso principio debba applicarsi ai servizi di interesse generale volti a mantenere o ad aumentare il pluralismo dell'informazione e la diversità culturale; esorta la Commissione a difendere tale posizione nel contesto dei negoziati OMC e GATS”

Il Parlamento inoltre prefigura una procedura di valutazione democratica nel quadro delle linee economiche ed occupazionali e dei piani d’azione nazionali, in stretta cooperazione con le parti sociali ed il Comitato economico e sociale e “ritiene necessario, alla luce dei problemi verificatisi con la liberalizzazione di taluni settori, come i trasporti ferroviari in Gran Bretagna, valutare in maniera pluralistica e contraddittoria l'impatto sull'occupazione, le necessità degli utenti, la sicurezza, l'ambiente e la coesione sociale e territoriale prima di avviare nuove fasi di liberalizzazione”.

I parlamentari europei si sono soffermati anche sulla distinzione tra servizi di interesse generale e servizi di interesse economico generale, rilevando che per numerosi servizi di interesse generale la distinzione «economico/ non economico» è estremamente difficile, in quanto i loro confini sono in rapida evoluzione. Più in generale, si ritiene che non sia possibile elaborare definizioni comuni dei servizi di interesse generale, ma che l'Unione debba stabilire principi comuni in materia.

 

COMISSIONE: AGENDA LISBONA; LAVORO, SALTA OBIETTIVO TASSO 67% nel 2005

E' improbabile che venga raggiunto nel 2005 l'obiettivo intermedio di un tasso di occupazione europea del 67%, fissato dai Quindici nel 2000 a Lisbona. Lo afferma il rapporto della Commissione Ue che fa il punto sullo stato di attuazione della strategia per la piena occupazione entro il 2010 definita a Lisbona.

Quattro stati membri (Danimarca, Olanda, Svezia e Gran Bretagna) hanno già realizzato però l'obiettivo finale di un tasso di occupazione del 70% e dal 1999 ad oggi, nonostante il rallentamento dell'economia, sono stati creati nella Ue sei milioni di nuovi posti di lavoro.
L'analisi dei progressi compiuti dimostra che il tasso di occupazione delle donne continua ad aumentare e si dovrebbe quindi raggiungere l'obiettivo intermedio del 57% fissato per il 2005.

Nel caso dei lavoratori più anziani si e' registrato un aumento sostanziale del tasso di occupazione, che supera però appena il 40%: l'obiettivo del 50% resta quindi ancora lontano.
Il rapporto insiste sulla necessità, di fronte alle sfide demografiche rappresentate da una popolazione europea che invecchia, di tenere più a lungo i lavoratori nel mercato del lavoro e attirare quelli che non fanno parte della popolazione attiva. Sottolineata anche l'importanza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Circa le prospettive, il documento esprime un ''cauto ottimismo'' nella ripresa del mercato di lavoro nella Ue. 

 

COMMISSIONE EUROPEA: DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO

La Commissione europea ha avviato una consultazione per monitorare l'applicazione nell'Ue della direttiva sull'orario di lavoro e sulle modalità con cui questo è calcolato in ogni stato membro. Le consultazioni, che si concluderanno il 31 marzo 2004, serviranno anche a esaminare le possibili modifiche da apportare alla normativa. La legislazione europea sull'orario di lavoro, entrata in vigore nel 1993, stabilisce che la durata massima della settimana lavorativa non può superare le 48 ore, ma è possibile che un lavoratore si accordi con il datore di lavoro per un diverso calcolo dell'orario di lavoro con la rinuncia a determinati diritti.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, l'Inghilterra è il paese europeo con l'orario di lavoro settimanale più lungo in media, e il 16% dei lavoratori inglesi - circa 4 milioni di persone - lavora più di 48 ore a settimana. Sempre secondo lo studio presentato oggi dall'Esecutivo europeo, l'Italia, la Francia ed il Belgio sono gli stati dove si lavora meno ore alla settimana.
Il tavolo di lavoro aperto dalla Commissione mira a raggiungere tre obiettivi: analizzare la direttiva e le deroghe in materia di calcolo del tempo di lavoro, valutare i compiti della giurisprudenza sulla qualifica del ''tempo di lavoro'' e del ''tempo di riposo'' e infine, consultare le parti interessate sull'eventuale decisione di modificare la direttiva. ''Siamo d'accordo che ognuno ha la libertà di sceglier il modo di lavorare'' - ha osservato il commissario europeo per l'occupazione, Anna Diamantopoulou, aggiungendo che ''alcune volte però le direttive per salvaguardare gli interessi dei lavoratori non sono adottate in modo corretto''. ''Il nostro compito - ha concluso la Diamantopoulou - è trovare una soluzione che rispetti gli interessi di tutte le parti, esaminando il modo migliore per la definizione dell' orario di lavoro al fine di evitare, come succede oggi, che un quadro legislativo flessibile si trasformi in una fonte di complicazioni inutili''. 

 

GRECIA: SCIOPERO GENERALE DEL SETTORE PUBBLICO IL 4 NOVEMBRE 

Il sindacato dei servizi pubblici greco Adedy ha indetto per martedì 4 novembre 24 ore di sciopero a sostegno della richiesta di un forte aumento salariale per i dipendenti pubblici. Il sindacato si oppone, inoltre, alla proposto del governo socialista di utilizzare manager privati nella pubblica amministrazione. Nelle scorse settimane migliaia di insegnanti di scuole materne ed universitari, medici, poliziotti, sono scesi per le strade della Grecia chiedendo aumenti salariali di almeno il 10%, per poter tornare ad avere stipendi decenti, oggi falcidiati dopo l’adozione della moneta unica. Il governo greco afferma di non essere assolutamente in grado di soddisfare le richieste dei lavoratori e dei sindacati.

 

CORTE UE: GUARDIA MEDICA NOTTE PAGATA ANCHE SE RIPOSA

Il medico impegnato nella guardia notturna deve essere retribuito anche per le ore di riposo che gli spettano durante il servizio. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea, con la sentenza 9 settembre 2003 n. C-151/02 accogliendo il ricorso presentato dal dottor Norbert Jaeger contro i responsabili dell'ospedale di Kiel (Germania) che, applicando la legislazione tedesca, registravano le sue ore di riposo notturno come inattività.

Il diritto tedesco distingue tra i servizi di permanenza obbligatoria (Arbeitsbereitschaft), i servizi di guardia (Bereitschaftsdienst) e i servizi di reperibilità (Rufbereitschaft). Soltanto i servizi di permanenza obbligatoria sono considerati rientrare interamente nell'orario di lavoro. Per contro, i servizi di guardia e i servizi di reperibilità sono qualificati periodi di riposo, eccettuata la durata dello svolgimento di compiti professionali.

Ruiz-Jarabo, l'avvocato generale della Corte di Lussemburgo, già nello scorso aprile accolse il ricorso sostenendo che ''sebbene l'attività' svolta in regime di guardia medica abbia un'intensità' e un'ampiezza diversa rispetto a quella svolta durante il normale orario di lavoro, non per questo essa diviene un momento di riposo per il dipendente''.

Secondo la Commissione europea la sentenza di Lussemburgo ''potrebbe avere delle importanti conseguenze'' - oltre che per la Germania - per altri stati membri Ue. Bruxelles non esclude la possibilità di rivedere la regolamentazione Ue degli orari di lavoro. La Corte di giustizia europea, nel dispositivo della sua sentenza, ha ritenuto la normativa tedesca ''contraria'' alla direttiva comunitaria del 1993 sui tempi di lavoro. Berlino, nel suo regolamento, avrebbe considerato come ''lavoro a tempo pieno'' solo i servizi di permanenza e di guardia, escludendo gli intervalli d'inattività' durante i quali i medici debbono comunque garantire la loro reperibilità. Al contrario la Corte ha sostenuto che la giusta interpretazione della direttiva definisce tempo di lavoro integrale ''ogni periodo durante il quale il lavoratore è al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell'esercizio della sua attività e delle sue funzioni''.

Ricordando la propria giurisprudenza, la Corte ritiene che il fattore determinante per considerare che gli elementi caratteristici della nozione di *orario di lavoro” ai sensi della direttiva sono presenti nei periodi di guardia effettuati dai medici nell'ospedale stesso consista nel fatto che questi sono obbligati a essere fisicamente presenti sul luogo individuato dal datore di lavoro e di tenervisi a disposizione di quest'ultimo per poter fornire immediatamente i loro servizi in caso di necessità. Secondo la Corte, occorre considerare tali obblighi, che rendono impossibile per i medici interessati scegliere il luogo in cui stare durante le attese, come rientranti nell'esercizio delle loro funzioni.

Il fatto che il datore di lavoro metta a disposizione del medico una stanza di riposo in cui può stare tutto il tempo in cui non deve intervenire non modifica tale interpretazione.

La Corte aggiunge che un medico obbligato a tenersi a disposizione del suo datore di lavoro sul luogo individuato da quest'ultimo per tutta la durata dei propri servizi di guardia, è soggetto ad obblighi decisamente più onerosi di un medico in regime di reperibilità, poiché deve rimanere lontano dal suo ambiente familiare e sociale e gode di una libertà minore per la gestione del tempo in cui i suoi servizi non sono richiesti. Date queste circostanze, un medico di guardia, che vede imporsi dal suo datore di lavoro l'obbligo di essere a disposizione in un luogo dato, non può essere ritenuto in riposo quando non esercita effettivamente attività professionali.

La Corte conclude quindi che una normativa nazionale come quella tedesca, la quale qualifica il detto servizio di guardia come periodo di riposo, eccettuato il periodo in cui il lavoratore ha effettivamente svolto i suoi compiti professionali, e la quale prevede una compensazione soltanto dei periodi di effettiva attività, è in contrasto con la direttiva comunitaria

Il governo tedesco ha fatto sapere che, secondo una sua prima stima, l'eventuale adeguamento della legislazione interna, in conformità alla decisione della Corte di Lussemburgo, interessa 20 mila medici e avrà un costo di circa due miliardi di euro. 

 

Olanda: sciopero generale nel settore pubblico il 14 ottobre

Il sindacato olandese dei servizi pubblici ABVAKABO ha programmato uno sciopero generale del settore pubblico in Ottobre contro i tagli alla spesa pubblica e sociale, 17 miliardi di euro, proposti dal governo di centro destra per la prossima legge di bilancio che sarà presentata il 16 settembre. Nelle idee del governo c’è il congelamento dei salari dei dipendenti pubblici per i prossimi anni sino al 2007, i tagli alla sanità e alle pensioni di invalidità.

La data del 14 ottobre è stata scelta perché quel giorno si aprirà il confronto tripartito governo – imprenditori – sindacati sui rinnovi contrattuali e i contratti aziendali.

Ci sono però differenze di visioni tra il sindacato di categoria, ABVAKABO e la confederazione FNV che pure giudicando grave la posizione del governo non è d’accordo sulla proposta di sciopero generale. L’FNV, la centrale sindacale di orientamento socialdemocratico e la CNV, la confederazione cattolica, vogliono, prima di tutto, aprire un tavolo di discussione con il governo.


GERMANIA: SI ROMPE IL FRONTE DEI DATORI DI LAVORO PUBBLICI

Dopo 40 anni si è rotta l’unità d’azione dei datori di lavoro pubblici in Germania. I rappresentati del governo federale e quelli dei Lander hanno deciso di non voler più sedersi assieme ai rappresentanti dei comuni (VKA) nella Associazione contrattuale congiunta. Inoltre l’associazione dei Lander non riconoscerà più, durante la contrattazione collettiva, la leadership del governo federale. La decisione di rompere l’unità d’azione è stata presa – ha detto il ministro dell’interno Schily, responsabile per i dipendenti federali – perché molti comuni hanno recentemente siglato con il sindacato dei servizi Ver.di molti accordi separati sul tema delle pensioni. Inoltre, i Lander, criticano il governo per aver accettato, nell’accordo del gennaio 2003, aumenti troppo elevati. I dipendenti pubblici tedeschi sono per il 58% nei comuni, per il 34% nei Lander e per l’8% nelle strutture federali. Ver.di è molto preoccupata perché questa rottura può preludere ad una disdetta dell’accordo del gennaio 2003 da parte di molti Lander (Baviera e Baden-Wuttemberg lo hanno già annunciato).

Bisogna ricordare che la città di Berlino era uscita recentemente dalla associazione dei comuni. Ver.di ha siglato, il 1 luglio, un accordo con la città stato di Berlino per i suoi 100mila dipendenti. L’accordo prevede un aumento del 2,4% nel 2003 e del 2% nel 2004. L’orario di lavoro è ridotto a 37 ore (dalle 40 ore dell’est alle 38,5 dell’ovest).

 

Spagna: Congresso straordinario della FSAP CCOO

Si è tenuto a Madrid, il 10 luglio 2003, l’ottavo congresso straordinario della Federazione dei servizi e delle amministrazioni pubbliche – Comisiones Obreras. Il Congresso ha eletto un nuovo segretario generale, Miguel Vincente Segarra e la nuova commissione esecutiva federale. Segarra è stato eletto con 90 voti su 170 delegati e sostituisce Carlos Sànchez che si era dimesso nel 2002.