Introduzione di John Monks
Segretario Generale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES)

EURO MANIFESTAZIONE, 19 MARZO 2005

 

La prossima settimana i leader europei – i Primi Ministri e i Presidenti, arriveranno nelle loro limousine per discutere sul futuro dell’Europa.  

Vi abbiamo, quindi, chiamato qui oggi a Bruxelles per far sentire la nostra voce, la voce dell’Europa sociale, ai leader europei.  

La nostra voce per una occupazione maggiore e migliore – per una azione decisa contro la direttiva Bolkestein e per un’Europa sociale.  

Non vogliamo che l’Europa diventi gli Stati Uniti. Non vogliamo uno stato sociale più debole, delle pensioni misere, lavorare fino allo sfinimento, dei sindacati deboli, una maggiore privatizzazione e una maggiore deregulation.  

Noi vogliamo 

porre fine alla miseria e alle tragiche conseguenze della disoccupazione per l’individuo e per l’intera economia. Ecco ciò su cui la strategia di Lisbona si dovrebbe concentrare: lavoro, miglior lavoro, più lavoro

 

Noi vogliamo 

Speranza, parità e opportunità, non l’ occupazione precaria, che discrimina e che è senza sbocco.

 

Noi vogliamo sindacati forti ed un dialogo sociale efficace, non politiche al servizio delle imprese e degli azionisti. 

Noi vogliamo un ambiente pulito, non uno compiacente alle lobby delle imprese ed ai premi di gratificazione per la classe manageriale.

 

I profitti in Europa salgono a livelli record. Ciononostante sono al minimo le risorse finanziarie per gli investimenti e la ricerca. Tutti hanno bisogno di un’occupazione flessibile, altamente qualificata, proiettata al futuro. Non bisogna permettere ai gatti grassi delle compagnie petrolifere, delle grandi imprese alimentari e tutti gli altri di ingrassarsi mentre programmano la loro prossima esternalizzazione verso una mano d’opera di basso costo, in paesi a bassa fiscalizzazione. 

Tutti hanno bisogno di una forte e competente Commissione, decisa con gli stati membri, decisa con le grandi e avide imprese, pronta a battersi per lo stato sociale e per il dialogo sociale. Noi non vogliamo una Commissione, che, come ha detto uno dei commissari, fa, un giorno, un discorso a destra e, il giorno dopo, un discorso a sinistra. 

E noi non vogliamo Bolkestein – quel Frankenstein della direttiva sui servizi, una direttiva che, se passasse, avvierebbe una corsa al ribasso, abbassando il livello dei salari, delle condizioni di lavoro e dei servizi pubblici piuttosto che costruire una Europa dagli standard elevati. Noi diciamo no ad un’Europa dagli standard bassi. No alla corsa delle imprese verso il paese con i costi più bassi e gli standard più bassi. 

Faccio appello oggi alla Commissione perchè ritiri l’attuale testo, che la butti nel cestino dei rifiuti e che cominci da capo. Che seppellisca la Frankenstein di Bolkestein e che riprenda ad ascoltare i cittadini dell’Europa.  

Questa è una grande battaglia nella guerra contro i neoliberisti che vogliono seppellire l’Europa sociale.

 

Non glielo permetteremo.  Non è la loro Europa. E’ la nostra Europa.

 

19 marzo 2005