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“Modifica della Costituzione: la Carta violata” Convegno della FP Cgil Sicilia e Nazionale su Riforma della Costituzione. Una riforma pericolosa che divide l'Italia, realizza la dittatura del Capo del governo e peggiorerà la qualità della vita e dei servizi delle regioni meno ricche del paese. La Cgil sosterrà il Referendum costituzionale per fermarla. Questo. In pillole, quanto emerso nel corso del Convegno nazionale organizzato dalla Funzione pubblica della Cgil Sicilia e Nazionale a Messina, lo scorso 24 maggio, dal titolo significativo “Modifica della Costituzione: la Carta violata”. Obiettivo del Convegno, valutare quali cambiamenti di ordine politico, amministrativo e civile determinerà la Riforma della Costituzione voluta dal centrodestra. Oltre ai dirigenti del sindacato, al segretario generale della Cgil di Messina Franco Spanò che ha aperto l'incontro, al segretario generale della FP CGIL Sicilia Teodoro Lamonica che ha introdotto con la sua relazione il Convegno, una platea numerosa e numerosi esponenti del mondo politico, istituzionale e accademico messinese. “Il disegno di Riforma costituzionale che il centrodestra ha approvato lo scorso 23 marzo con 162 SI e 14 NO mette in discussione l’universalità dei diritti, a cominciare da quelli alla salute e all’istruzione – ha detto il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Sicilia, Lamonica, nella relazione introduttiva, nella quale ha anche evidenziato le possibili conseguenze della devolution sui lavoratori pubblici e la necessità di prepararsi ad una stagione di inziative preparatorie al Referendum-. Potrebbe essere messa in discussione l’unitarietà del contratto collettivo nazionale di lavoro, a cominciare dalla destinazione delle risorse economiche che non sarebbero più destinate omogeneamente a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla regione in cui vivono. E' necessario essere pronti al referendum, prepararsi a vincerlo, non solo con iniziative di mobilitazione diffuse, ma recuperando la memoria e i valori che devono sostenere la nostra capacità di lotta”. La giornata si è articolata in due sessioni: un dibattito introduttivo dal titolo “Disunita e diseguale: l'Italia della devolution” che attraverso, gli interventi dei segretari generali della Fp Cgil del Piemonte, Salvatore Chiaramonte, della Lombardia, Enzo Moriello, della Campania, Luigi Savio, della Calabria, Luigi Veraldi, e di Messina, Lillo Oceano, ha messo a confronto le diverse realtà regionali italiane sotto il profilo amministrativo-istituzionale e dei servizi pubblici, in particolare la sanità, l'assistenza, la scuola, la sicurezza. Condivisa la preoccupazione dei rappresentanti delle regioni del Mezzogiorno che hanno sottolineato come il federalismo in salsa padana provocherà profonde diversità tra regione e regione, soprattutto nel campo dei servizi e del welfare: una sanità più ricca e efficiente al Nord, e una sanità di second'ordine nelle regioni con bilanci più magri, magari a causa di sprechi o sperperi dovuti alle gestioni in chiave clientelare di amminsitratori e politici locali. Nella seconda parte del convegno la Tavola rotonda “ Democrazia in pericolo”, con la presenza del procuratore Capo della repubblica presso il tribunale di Messina, il dottore Luigi Croce, il professore Gaetano Silvestri, Ordinario di diritto Costituzionale dell' università di Messina, il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, il segretario nazionale della Fp Cgil, Antonio Crispi. Un forte allarme è stato lanciato dal procuratore Croce : “Con questa riforma si viola il principio democratico fondamentale della separazione dei poteri- ha detto-. Un percorso realizzato anche attraverso la Riforma dell'ordinamento giudizario, una riforma che non risolve i problemi veri della giustizia italiana, i tempi lunghissimi, la carenza distrutture e risorse, ma realizza solo sistema che asserve la magistratura alla politica”. Considerazioni in linea con quelle del professore Gaetano Silvestri che ha evidenziato nella sua analisi il rischio reale di una dittaura del primo ministro. “In un sistema democratico le forze non dovrebbero solo alternarsi ma confrontarsi- ha detto-. Una modifica così vasta della Costituzione che investe non solo l'organizzazione dei poteri e ma che avrà forti ricadute sulla tutela e la realizzazione dei diritti essenziali, come la salute, l'uguaglianza, l'istruzione, non dovrebbe essere realizzata con il solo voto di una parte delle forze politiche ma così come accadde nel '48, con la collaborazione di tutti. Questo non è avvenuto. Il centrodestra è andato avanti scansando il confronto con l'opposizione e dando vita, in perfetta solitudine, ad una Riforma della Costituzione che stravolgerà la vita di tutti i cittadini, e darà di fatto vita ad una forma di governo pasticciata che definirei neo-autoritaria”. A concludere il convegno, in sostituzione del segretario nazionale della Cgil Paolo Nerozzi impegnato a Roma in un incontro con il Governo, la responsabile nazionale del Dipartimento riforme istituzionali, Maria Troffa che ha voluto sottolineare l'impegno della Cgil nella difesa di uguali diritti per tutti i cittadini, della legalità, di una forma di governo democratica e equilibrata, valori chiave della Costituzione del '48. “Qualcuno potrebbe chiedersi come mai la CGIL che è un sindacato, un'organizzazione che ha come obiettivo la tutela dei diritti dei lavoratori, si impegni così fortemente nella difesa della Costituzione. La motivazione più immediata è nel I articolo della carta del '48 che non a caso recita, L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La CGIL si impegnerà nella difesa della Costituzione, dei suoi valori, dei valori delle donne e degli uomini che hanno fatto la Resistenza e che tutti assieme, al di là di schieramenti, credo, ideologie e religioni, hanno elaborato il sistema di regole e di istituti che fino ad oggi ci hanno preservato da colpi di mano e hanno tutelato diritti e libertà di tutti i cittadini. Non solo quelli di pochi privilegiati”. Messina, 26 maggio 2005 Esmeralda Rizzi ufficio stampa Cgil Messina
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