“Modifica della Costituzione: la Carta violata”

Convegno della FP Cgil Sicilia e Nazionale su Riforma della Costituzione

Messina 24 maggio 2005


Relazione introduttiva di Mauro Beschi

  

Questa iniziativa vuole proseguire un lavoro di ricerca e approfondimento della F.P. Cgil intorno ai problemi, assai gravi e complessi, che attanagliano la vita del nostro Paese.

Problemi che segnalano un pesantissima crisi economica e finanziaria, una crisi annunciata da tempo dalla Cgil, che da mesi ha posto all’attenzione delle classi dirigenti italiane il tema del declino, e che è drammaticamente esplosa in queste settimane in tutta la sua drammatica portata.

Una crisi del “patto sociale” di fronte all’intollerabile assenza di politiche di coesione, alla decisione consapevole di questo Governo  di favorire processi di destrutturazione sociale;  scelte che hanno prodotto una forte riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori, aumentato un sentimento di insicurezza collettiva, la solitudine delle persone di fronte all’ideologia del “fai da te” ed all’impoverimento della cultura della solidarietà.

Ma è anche una crisi morale e civile a causa di politiche e comportamenti, che hanno voluto allentare il legame tra cittadini e Stato, lanciare messaggi che hanno proposto la responsabilità civile, la partecipazione alla vita pubblica non come valori fondanti della repubblica ma come pura e semplice perdita di tempo per cui, oggi, vediamo crescere le macerie di una disgregazione grave e pericolosa per il futuro del Paese e per la qualità democratica della nostra convivenza comunitaria.

La F.P. Cgil ha fortemente contrastato queste politiche, un contrasto doveroso ed inevitabile di fronte alla dimensione ed alla pericolosità di un attacco ai diritti di cittadinanza, alle conquiste contrattuali ed anche all’idea stesso di ruolo pubblico. Oggi tocca a noi, F.P. e Cgil, intraprendere, di fronte a questa crisi così ampia e profonda, una ricerca tenace e rigorosa per un nuovo progetto sociale e per nuove politiche in grado di dare speranza al Paese.

Occorre ridisegnare una diversa politica economica che parta dalla presa d’atto della inefficacia ed inadeguatezza dell’ideologia berlusconiana del “meno Stato e più mercato”, superare le attuali disastrose politiche fiscali, rilanciare le politiche di sicurezza sociale (a partire da quelle sanitarie), rilanciare il Mezzogiorno identificandolo come punto decisivo per il recupero di competitività del Paese e per la qualità della sua ripresa.

La F.P. Cgil parte dalla convinzione che occorre ribaltare l’idea di pubblico che oggi viene proposta dal Governo e, di conseguenza, ridisegnare un modello nuovo e più forte di “spazio pubblico”: più pubblico per riorganizzare i legami civili e sociali di questo Paese; più spazio pubblico per rendere possibile uno sviluppo fondato sulla ricerca, la qualità, i saperi e la professionalità; più pubblico per dare certezza ed effettività ai diritti di cittadinanza.

Su questa nuova idea di pubblico vogliamo costruire un progetto, una politica a cui dovranno essere conquistati decisivi consensi nella opinione pubblica e nella sfera della decisione politica.

 

Oggi, approfondendo questa nostra riflessione e questa ricerca, vogliamo discutere dei temi istituzionali (temi decisivi per rilanciare un nuovo “ruolo pubblico”) ed in particolare della pessima riforma costituzionale proposta dal centro destra.

C’è un bisogno grande di allargare ai “non addetti ai lavori” la comprensione di ciò che si vuole cambiare e la discussione sulle nuove soluzioni poiché, al di là delle tecniche giuridiche, qui si affrontano aspetti fondamentali per la vita dei cittadini, il funzionamento dello Stato, le forme e la qualità della democrazia italiana.

In questa riforma costituzionale è presente organicamente una idea, che già oggi vediamo in campo nei comportamenti del centro destra, di riduzione degli spazi democratici e dei livelli di partecipazione, un idea che ci propone la voglia di semplificare la complessità sociale e civile togliendo spazio e ruolo ai corpi intermedi della rappresentanza, a partire dalle organizzazioni sindacali.

Così come è evidente un attacco all’unità del Paese la quale avrà come conseguenza non soltanto il rafforzamento degli egoismi localistici ma, in primo luogo, il superamento dell’universalismo dei diritti.

Come vedete questo bisogno di allargare la comprensione e di discutere collettivamente è ben fondato e, tuttavia, si arricchisce di una ragione in più: la protervia di questa destra sta portando alla approvazione in Parlamento del mostriciattolo costituzionale, a cui manca un ultimo passaggio per diventare Legge, e questo renderà necessario un Referendum per la sua abrogazione, un Referendum per il quale è richiesta la massima partecipazione e la più forte consapevolezza.

Dobbiamo tutti essere coscienti che l’esito di questa consultazione per abrogare le nuove modifiche costituzionale non è scontato. Questo è uno di quei casi in cui non basta avere ragione per cambiare una situazione inaccettabile, occorre mobilitarsi, informare, far partecipare, convincere.

Noi vogliamo fare la nostra parte per consolidare proposte, promuovere attenzione a temi non sempre al centro della nostra riflessione, arricchire una partecipazione attiva e consapevole, per questo, oggi, desideriamo svolgere un lavoro serio ed impegnato che ci aiuti in questa battaglia.