testo lettera inviata a tutti i sindacati europei

Roma, 3 aprile 2002

Caro segretario generale,

La drammatica situazione in Palestina ci impone una nostra iniziativa. La situazione è precipitata. Un¹impressionante fiume di sangue scorre sotto i nostri occhi alimentando rappresaglie e vendette. Il peggio che tutti dicevano di voler scongiurare è arrivato. Ma al peggio non c¹è un limite naturale. Lo deve porre la comunità internazionale, lo dobbiamo porre noi, lo deve porre l¹Europa. E' una nostra responsabilità.

Noi pensiamo che le azioni condotte dai gruppi terroristici nel colpire i civili, far esplodere bombe su gruppi di madri e bambini costituiscono tragedie devastanti che condanniamo e combattiamo. Ma, come ha detto recentemente Amnesty International, "simili azioni inaccettabili non possono mai giustificare le violazioni dei diritti umani che, da oltre 16 mesi, abbiamo visto commettere quotidianamente, ogni ora, persino ogni minuto, contro i Palestinesi da parte delle forze di sicurezza israeliane".

Non si può giustificare l'azione terroristica contro il rappresentante democraticamente scelto dal popolo palestinese, il presidente Arafat; non si può giustificare l'idea di rifiutare l'applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu che così valgono per alcuni e per altri no.

Non possiamo accettare "l'irritante sussiego" di chi "afferma che gli attacchi sferrati da Israele sarebbero una difesa contro il terrorismo" e l'assordante silenzio di organizzazioni come l'Internazionale socialista che avrebbero la possibilità di far comunicare le due parti in conflitto.

Da parte nostra abbiamo chiesto e sosteniamo l'invio di delegazioni di parlamentari, intellettuali e sindacalisti che possano recarsi in Palestina per esercitare una funzione politica e diplomatica utile per arrivare a creare le condizioni per una tregua e noi stessi saremo in Palestina con una nostra delegazione a partire da martedì 9 aprile.

Noi dobbiamo chiedere all'Europa e all'Onu d'intervenire subito in difesa dei più indifesi, della giustizia e della legalità internazionale. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di inviare una forza di interposizione capace di promuovere il cessate il fuoco e di assicurare la protezione delle popolazioni civili. Noi dobbiamo chiedere all'Europa e all'Onu di assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessarie per bloccare l'escalation e riprendere la via del negoziato per la costruzione di una pace giusta e duratura.

Per questo dobbiamo chiedere a tutti i sindacati europei ed internazionali di mettere in campo tutte le iniziative necessarie e di fare la più grande pressione sui governi nazionali perché si fermi la carneficina. Tutti sanno che senza un deciso intervento dei responsabili della politica internazionale sarà molto difficile spezzare la catena della morte.

Il Segretario generale Funzione Pubblica Cgil
Laimer Armuzzi



 



telefonata del Presidente Yasser  Arafat in diretta al 7° Congresso Fp Cgil

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