UFFICIO GIURICO E VERTENZE
TESTO FINALE RIUNIONE ORGANIZZATORI DEL 28 GENNAIO 2004 Ricominciamo da tre, non da zero, poiché, ho come riferimento l’esperienza fin qui maturata e valutata positivamente, che tra l’altro ha prodotto consulenza, formazione rivolta agli eletti nelle rsu, ed altre iniziative volte a diffondere le conoscenze in tema di servizi alle persone che potremmo, a mio avviso, definire: L’esperienza “Marchini” Scrive, lo stesso Marchini, al momento dell’avvio dell’ufficio giuridico e vertenze: “ la tematica dei servizi ha trovato un crescente, anche se ancora insufficiente, attenzione nelle diverse strutture dell’organizzazione. Come è noto le motivazioni che sono alla base dell’adesione al sindacato sono sia di tipo ideale che utilitario. Nei fatti queste due motivazioni sono state sempre complementari, tanto è vero che la CGIL, alla sua peculiare funzione di rappresentanza collettiva, ha da sempre affiancato attività di tutela individuale e servizi sindacali in molti casi derivanti dalla stessa attività di negoziazione. Tra rappresentanza collettiva e tutela individuale non esiste dunque una dicotomia, bensì una vera e propria complementarietà. E’ crescente il numero di lavoratori che incontrano il sindacato dal lato della tutela individuale e dei servizi, o che lo conosce, per questa via, per la prima volta. Non si tratta evidentemente di mettere in contrapposizione questo movente a quelli più legati all’azione collettiva e all’appartenenza. Le radici della Confederazione che affondano nella storia del movimento operaio italiano, e più in generale l’enorme patrimonio di legittimazione accumulato dalla CGIL, quale sindacato che tutela con vigore e rigore gli interessi dei lavoratori, anche nel diritto del lavoro, seconda la logica della solidarietà e confederalità, rafforzano l’immagine dell’organizzazione nei confronti di tutti i settori del mondo del lavoro. L’identità resta quindi un punto di forza irrinunciabile, sia per salvaguardare ed espandere l’attuale insediamento organizzativo, ma anche per allargarlo ai settori dei nuovi lavori ed alle nuove generazioni. Per queste ragioni, è difficile capire la concezione, in parte ancora diffusa, non solo nella FP, che vede i servizi, le tutele individuali, come attività ancillare, di serie B, come le salmerie che seguono e supportano la grand'armata del lavoro. Occorre affermare che tutele collettive e tutele individuali sono le facce, diverse, di una stessa medaglia, che l’impegno proteso a difendere e tutelare i lavoratori nei luoghi di lavoro, le modalità della loro prestazione, le loro condizioni, ma anche l’assistenza e la tutela nella società, vanno vissute ed attuate con pari dignità rispetto alla rappresentanza collettiva. Occorre aggiungere che il tema dei diritti dei lavoratori tradizionalmente è affrontato con riferimento a diritto di contenuto economico o con effetti direttamente o indirettamente economici, Il posto di lavoro, le condizioni di lavoro, l’accesso al lavoro hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo e nell’iniziativa del movimento sindacale e nella stessa dinamica legislativa. Oggi, però, s'inserisce una ragione più attinente alla persona che lavora che è frutto dei mutamenti della sensibilità collettiva e della coscienza sociale. Il diritto alla personalità, alla privacy, alla socialità, all’informazione, vanno assumendo connotati di gran rilievo. Temi quali le molestie sessuali, il mobbing, i diritti dei disabili, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i sieropositivi, il problema dell’immigrazione; tutto ciò impone non solo una tutela legislativa e contrattuale in gran parte assente od obsoleta, ma anche un conseguente sistema di tutela individuale, il che comporta un adeguamento dei processi formativi, un sistema d'accoglienza più rispettoso dell’individuo, una professionalità più dinamica, ma soprattutto, l’affermarsi di un'integrazione tra rappresentanza collettiva e tutela individuale. Richiede un'integrazione tra la politica dei servizi e la tutela contrattuale. In questo quadro, la costituzione di un punto di riferimento nazionale con funzione di supporto, di stimolo è decisiva. Avendo come obiettivo più ravvicinato la promozione di politiche formative (IL SENSO SONO I CORSI TIPO BOLOGNA) … Promuovere l’apertura nei territori d'uffici d’informazione in stretto rapporto con i servizi forniti dalla CGIL E LA POLITICA CONTRATTUALE TERRITORIALE-…”. Da queste considerazioni e dal percorso fin qui fatto, per quello che mi stato possibile valutare, grazie alla collaborazione fattiva della compagna Carla Ricci che va dalla ricognizione fatta presso le strutture, alla stesura di queste note, ne viene fuori la seguente fotografia: La fotografia Tre sono le possibilità politico-organizzative attualmente praticate: • uffici vertenze di categoria; • uffici vertenze camerali; • ricorso a studi legali convenzionati. Le scelte praticate in termine di una rete diffusa di vertenzieri, rispecchia l’attuale situazione politico – organizzativa, più accentuata in Emilia, Marche,Sicilia, Piemonte, con modelli diversi in Lazio, Sardegna, Molise, Calabria. Naturalmente ,al di là, del modello organizzativo e del numero dei vertenzieri, la scelta delle posizioni e delle vertenze da sostenere è e resta tutta politica. Cosa che sta divenendo sempre più complessa visto anche il clima, politico-istituzionale, mutato. A titolo d'esemplificazione di quel che sta emergendo nell’ambito giurisprudenziale, citiamo la sentenza del 15 ottobre 2003 delle Sezioni Unite nella quale si sostiene che anche le procedure selettive, in ogni modo denominate, riservate a dipendenti dell’amministrazione per accedere a categorie superiori, si configura come instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro e conseguentemente il contenzioso è di competenza del giudice amministrativo (TAR). Queste conclusioni risultano, per altro, suffragate dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale del maggio e luglio 2002, nelle quali si afferma, in generale, che il passaggio ad una fascia funzionale superiore comporta “l’accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni più elevate ed è soggetto, pertanto, quale figura di reclutamento, alla regola del pubblico concorso”: Pubblico concorso per l’accesso alla pubblica amministrazione previsto – come sapete – dall’art. 97 comma tre della Costituzione, al fine di garantire l’accesso ai soggetti più capaci e meritevoli. Si osserva, quindi, un cambiamento nella situazione di contesto che segna il ritorno al sistema che ha preceduto la L.165/2001 e - ricordiamo tra l’altro, gli oltre dieci anni per arrivare ad essa - il riaffidamento al giudice amministrativo di materie che la legge citata aveva demandato al giudice ordinario. Questo comporta interventi – da parte della magistratura amministrativa – su argomenti prettamente contrattuali (come, ad esempio, le progressioni di carriera). Indubbiamente, su questo il sindacato deve esprimersi in maniera “forte” per evitare che il rapporto di lavoro alle pubbliche dipendenze torni ad essere “riserva di legge”. Siamo, da questo punto di vista, consapevoli che il ricorso all’arbitrato e alla conciliazione rappresenterebbero la via maestra per la soluzione dei contenziosi. Occorre, tuttavia, ricordare che, nei fatti, tale iter è reso impraticabile dal disinteresse della controparte che, nella maggioranza dei casi, diserta le convocazioni in queste sedi e il tutto, quindi, scaduti i termini si può risolvere solo davanti al giudice ordinario (per ora ! – come precedentemente segnalato). Questo significa che occorre potenziare la capacità di soluzione dei conflitti già all’interno dei posti di lavoro, rafforzando l’incisività delle RSU, proprio al fine di evitare che il contenzioso giunga in sede giudiziaria. Da questo punto di vista, occorre però considerare
che la principale debolezza è rappresentata, ancora una volta, dalla
difficoltà della controparte di assumere il ruolo che dovrebbe – in base
ai cambianti intervenuti – essergli proprio. Come tutti sappiamo, infatti,
nonostante la legge lo imponga, il dirigente non ha ancora vestito i panni
del “datore di lavoro privato”. L’esperienza - il primo impegno deve consistere nel rafforzare la conoscenza e la capacità di intervento riguardo ai diritti fondamentali del lavoro e alle leggi basilari che ne garantiscono l’esigibilità (Statuto dei lavoratori, tutela della maternità, diritti dei disabili, sicurezza e salute sul lavoro e così via). In parallelo, c'è richiesta attività di supporto anche riguardo alle problematiche dello Stato sociale (ad esempio, in merito alle questioni riguardanti la previdenza e l’assistenza) rispetto alle quali si avvertono, a livello generale e nei singoli posti di lavoro, rischi concreti di perdita dei diritti acquisisti; - il secondo elemento su cui concentrare l’attenzione è l’approfondimento delle materie tipicamente contrattuali (come ad esempio: gli orari di lavoro, i turni, la mobilità, l’inquadramento professionale e così via). Ed è proprio su questi temi che vorremmo basare la nostra proposta formativa. La proposta - diffondere le conoscenze in materia legislativa e giurisprudenziale nel loro evolversi; - elaborare una proposta formativa con contenuti e modalità decisi e valutati collettivamente: che può, a nostro giudizio, trovare soluzione attraverso:
- utilizzo della banca dati non solo relativa alle problematiche giuridiche della PA ma anche a quelle del rapporto di lavoro privato in riferimento ai settori o comparti da noi organizzati. - approfondimenti sotto forma di seminari (ad esempio, sulla riforma del mercato lavoro, sulle questioni del welfare, ect.). - in particolare vogliamo segnalare, come del resto voi già conoscete, il nascere e l’estendersi d’attività di mobbing nei confronti di molti lavoratori e lavoratrici, l’emissione di prime sentenze e quindi la necessità d’iniziative specifiche volte ad approfondire la materia e delineare linee d’intervento da parte della nostra categoria. Questa proposta deve ovviamente essere rivista, progettata in dettaglio e implementata in stretto rapporto, da un lato, con le strutture territoriali di Funzione pubblica e, dall’altro con i comparti, i dipartimenti e gli uffici della struttura nazionale. In conclusione, si propone quindi di condurre:
La valutazione di produrre un foglio giuridico indirizzato alle Rsu o riservare uno spazio specifico sul sito. Rapporti con la Confederazione sia a livello territoriale che nazionale per promuovere anche in Confederazione la particolarità dei servizi alla persona all’iscritto della Funzione Pubblica. Vi propongo, infine, la costituzione di un gruppo di lavoro consultivo e propositivo formato da rappresentanti della FP NAZ, REGIONALI., CAMERE DEL LAVORO METROPOLITANE, che sulle proposte avanzate elabori contenuti specifici, percorsi concreti e tempi certi di realizzazione che possono traguardare a mio avviso proprio le elezioni delle RSU. Le proposte elaborate vanno, poi sottoposte alla Segreteria Nazionale e da queste al direttivo Nazionale qualora se ne ravvisi l’opportunità. La proposta che vi sottopongo è la seguente: EMILIA E ROMAGNA, VENEZIA, PIEMONTE, FIRENZE, LAZIO,
NAPOLI, SARDEGNA, PALERMO, ABRUZZO, MILANO. Ufficio Giuridico e Vertenze
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