NUORO

 

Nuoro 14.11.2006

 

 

 

 

Al Signor Direttore dell'Istituto Penitenziario di Mamone

Al Signor Provveditorato regionale A.P per la Sardegna

Al Capo del Dipartimento dell’Amm.ne Penitenziaria

Alla Segreteria Nazionale e Regionale C.G.I.L. F.P. Polizia Penitenziaria

 

 

                          Comunicazione sindacale

 

   

 

Da tempo segnaliamo   la difficile situazione esistente presso la Casa Reclusione di Mamone senza che si siano registrati adeguati segnali di attenzione da parte dell’Amministrazione in favore del personale.

 Non bastasse la situazione data, episodi recenti, come l’ipotesi di attivare, presso la stessa C.R. Mamone, una sezione per detenuti ex Art. 21. all’interno dello stabilimento centrale, dove sono reclusi i detenuti comuni, corrono il rischio di pregiudicare un contesto non certo roseo.

 Francamente riteniamo inopportuna tale decisione e ancor di  più sconcerta che simili iniziative siano assunte unilateralmente e senza confronto alcuno con le rappresentanze sindacali del personale, anche se in tal senso quanto accaduto  non è certo la una novità, la condotta sin qui tenuta dalla direzione non si è infatti distinta per il rispetto delle relazioni sindacali, tutt’altro.

 Del resto anche l’occasione degli ultimi due incontri con la nostra delegazione trattante, buonismo a parte si è tradotta ancora una volta in un nulla di fatto, con la direzione impegnata non già in un confronto ma nell’esercizio di semplice informazione, successiva e non preventiva oltre che non esaustiva sulle questioni materie d’oggetto.

 Costringendo le parti a prendere atto delle decisioni assunte, che prevedono l’applicazione della turnazione sui quattro quadranti e ciò non già per assicurare una migliore organizzazione o assicurare più affidabilità al servizio, ma solo ed esclusivamente per ragioni d’ordine finanziario, ignorando come al solito i possibili risvolti in tema di sostenibilità da parte dei lavoratori.

Per questa O.S.,come da nota a verbale, detta turnazione non è attuabile, e abbiamo sentito l’esigenza e il dovere nei confronti dei lavoratori di spostare il confronto ad un tavolo superiore, sede in cui si presume si possano avere risposte più precise; anche questa richiesta è rimasta inevasa.

Nel frattempo apprendiamo con rammarico, che la direzione pur a conoscenza dei problemi e dei limiti ha deciso di optare per i quattro quadranti, illustrandone le ragione in sede di conferenza di servizi.

Non nascondiamo l’amarezza per questa decisione ne per il modo in cui è maturata ancora una volta ignorando i problemi dei lavoratori e le proposte delle organizzazioni sindacali, decidendo, di divulgare la notizia delle nuove disposizioni al giorno successivo alla festa del Corpo, crediamo per evitare che malcontento e sconforto determinassero una naturale azione di protesta silenziosa con la diserzione dell’iniziativa promossa dalla direzione.

Come si poteva facilmente immaginare, ciò ha ulteriormente appesantito il disagio nei colleghi, perché è emerso in tutta chiarezza la scarsa incisività della direzione nei confronti del P.R.A.P., che ha portato la struttura a subire una decisione che comporterà ulteriori problemi.

Anzitutto l’abrogazione del progetto organizzativo frutto di incontri con le OO.SS, che aveva fatto sperare al superamento di quelle condizioni di precarietà e di incertezza organizzativa che non poche ingiustizie e difficoltà operative aveva determinato e che oggi si corre il rischio di riproporre.

 La chiusura dei posti di servizio, e il conseguente abbandono del territorio, misura radicale e non isolata per poter impiegare tutti gli operatori sui quattro turni che comporterà di fatto assieme all’evidente contrazione dei presidi   una limitazione dei progetti trattamentali per il recupero dei detenuti.

 Non senza amarezza si deve rilevare come la direzione pur riconoscendo esplicitamente in verificarsi  nel recente passato di traduzioni effettuate con scorta ridimensionate, e  di piantonamenti svolti sul terzo turno (vietato per legge), effetto dei noti problemi organizzativi e delle altrettanto note carenze d’organico, non ha sciolto i dubbi sulle reali possibilità che questi fenomeni possano ripetersi.

Segnaliamo inoltre, la decisione della direzione per il 11.11.2006 di cedere due moto nuove Polizia Penitenziaria qui in sede da oltre due anni, alla Casa Circondariale di Nuoro, senza adeguate motivazioni.

Più volte abbiamo affrontato le problematiche vissute dal personale  ed è apprezzabile l’impegno che la maggioranza dei Colleghi ha messo e mette nel quotidiano agire.

Ma evidentemente c’è chi  non ha interesse che la situazione possa migliorare, forse anche perché in una condizione di maggiori disagi si aprono spazi per polemizzare più che per affrontare concretamente i problemi dei lavoratori.

Disagio legato, soprattutto, al fatto che da anni ormai, già dall’insediamento dell’attuale direzione, le relazioni sindacali nell’Istituto si sono rivelate burrascose, e ripetuti sono stati gli interventi della scrivente per segnalare singole controversie che appesantivano ulteriormente il clima conflittuale esistente.

In considerazione di quanto detto si chiede di sospendere ogni eventuale iniziativa avviata e di convocare, come richiesto dalla CGIL  un incontro urgente al P.R.A.P. sulle problematiche di quest’Istituto penitenziario.

 

Ci riserviamo, fin da adesso, in assenza di segnali di attenzione concreti di promuovere idonee iniziative a sostegno della vertenza.

 

         Distinti saluti

 

 

P. LA SEGRETERIA PROVINCIALE CGIL

FUNZIONE PUBBLICA DI NUORO

(Sandro Fronteddu)