REGIONALE CALABRIA

 

 

 

Cosenza 11.12.2006

Prot. n. 27/2006

 

 

Al Al Direttore C.C. Cosenza D.ssa Maria Luisa Mendicino

Al Sottosegretario di Stato per  la Giustizia Prof. Luigi Manconi

Al Capo del Dipartimento A.P. Pres. Ettore Ferrara

Al Vice Capo del Dipartimento A.P. Dr. Emilio di Somma

Al Direttore della Direzione Generale del personale Dr. Gaspare Sparacia

All’Ufficio del Capo del DAP Servizio per le Relazioni Sindacali

Al Provveditore Regionale A.P. Calabria  Dr Paolo Quattrone

Al Magistrato di Sorveglianza Dr Alberto Liguori c/o Tribunale Cosenza

Al Signor Sindaco Avv. Salvatore Perugini Cosenza

Alla A.S.L. 4 Cosenza

Alle Segreterie nazionale  e regionale FP CGIL

Ai delegati ed iscritti FP CGIL Polizia penitenziaria

Agli Organi di Stampa

 

 

                       Gravi situazioni di vivibilità presso la Casa Circondariale di Cosenza.

 

   

 

Sono trascorsi appena 10 mesi dall’inaugurazione dell’Istituto penitenziario “Sergio Cosmai” di Cosenza e dalla denuncia fatta dalla scrivente sul reale compimento dei lavori  e sull’impiego improprio di personale di polizia penitenziaria nei lavori manuali di rifacimento.

 

Difatti non erano stati adeguati a norma di legge:

 

Ø      il muro di cinta, tutt’ora inagibile;

Ø      la cucina detenuti  che pare in dirittura di arrivo;;

Ø      l’infermeria, ancora non adeguata.

 

Nel merito, fu pesante l’attacco ad personam del signor Provveditore che nonostante non abbia mai smentito il contenuto della nota, tentò invano di sminuire il ruolo del Sindacato strumentalizzando la notizia e facendola passare come un boicottamento della cerimonia di inaugurazione.

 

Purtroppo siamo abituati a vedere ridimensionare od offuscare le amare verità che si perpetrano a spese della pubblica amministrazione ma, fiduciosi, continuiamo ad informare le massime autorità cui la presente è diretta per conoscenza, sulle inadempienze od anomalie degne di attenzione, emerse durante una recente assemblea dei lavoratori e che riguardano proprio l’istituto in questione.

 

Sottolineiamo che ormai non vi è più ombra di relazioni sindacali con l’Amministrazione regionale che ignora totalmente le OO.SS., inaspritesi ancor di più dopo gli spiacevoli ed antidemocratici fatti avvenuti in occasione dell’ennesima inaugurazione a Laureana Di Borrello e che, da questo atteggiamento, ne è scaturito l’adeguamento delle singole Direzioni tra cui appunto quella di Cosenza, che adotta decisioni autonome e lesive nei confronti del personale, in materia di organizzazione del lavoro, procedendo, tramite ordini di servizio ad hoc, alla rimozione od integrazione di unità nei singoli posti di servizio, basandosi sulla mera simpatia/antipatia o disponibilità degli interessati, non certamente sulla necessità di una ottimale organizzazione globale, così come più volte sollecitato dalla scrivente O.S.  con il solo obiettivo di consentire il buon funzionamento dei servizi.

 

Ciò diventa ancor più grave se tali decisioni, anziché essere comunicate come informazione preventiva o successiva alle OO.SS., vengono comunicate a tutto il personale durante le conferenze di servizio dal Comandante del reparto che, forte del ruolo che riveste, usa terminologie a dir poco discriminatorie e vessatorie nei confronti del restante personale additato poco velatamente di incapacità con termini offensivi tipo “le bestie”; descrivendo, invece, i 2 o 3 destinatari degli ordini di servizio quali unità di assoluta preparazione e capacità professionali, indispensabili all’andamento globale dell’istituto e meritevoli di tutte le agevolazioni, dichiarando altresì di non temere gli attacchi sindacali, ponendo in essere un comportamento intimidatorio ed autoreferenziale nei confronti di chi è costretto ad ascoltare, lanciando inoltre sottaciuti messaggi inequivoci ai vari rappresentanti sindacali in servizio presso la medesima sede.

 

Certamente si apprezza la volontà della Direzione di adeguare i livelli di sicurezza in taluni posti di servizio, dettata dalla necessità di far proseguire efficacemente l’andamento degli stessi, ma non possiamo essere d’accordo sul metodo adottato perché, non solo manca di comunicazione alle OO.SS. ma, considerato che l’adeguamento interessa solo determinati uffici, vela l’intenzione di procedere alla sistemazione di alcune unità che si troverebbero in posizione differente con l’approssimarsi della scadenza della graduatoria generale sugli interpelli, non tenendo conto della necessità di incrementare

 

altri settori come l’N.T.P. fortemente disagiato, nonché tutti i posti di servizio nuovi o preesistenti che campano alla giornata come:

 

Ø      colloqui familiari dove manca la figura di un responsabile fisso;

Ø      colloqui avvocati che dovrebbero contare sempre sulla presenza di unità maschili per ottemperare alle procedure di controllo all’entrata ed all’uscita dei detenuti;

Ø      la rotonda che dà l’accesso ai padiglioni (atrio mandorla) che dovrebbe funzionare in h 24 ma che invece rimane scoperta in h 24;

Ø      la  portineria e la porta carraia che dovrebbero  poter contare su una rosa di personale onde consentire l’agevole osservanza degli  ordini di servizio;

Ø      la sala regia/operativa che dovrebbe funzionare in h 24;

Ø      il servizio nuovi giunti mai attivato;

Ø      i turni notturni (18/24 e 06/00) sempre al di sotto dei livelli minimi di sicurezza che mettono in serie difficoltà operative/logistiche il preposto di sorveglianza generale che, qualora un detenuto a causa di malore improvviso necessita di  ricovero urgente, per ottemperare all’emergenza senza mettere a rischio la salute del detenuto è costretto, non avendo sufficiente personale, a sguarnire completamente i posti di servizio, con gravi ripercussioni sulla sicurezza dell’intero istituto..

 

C’è poi da sottolineare l’abitudine sempre più radicata sulla mancata informazione della variazione dei turni e, a tal proposito appare molto strano che i mod. 14/A, laddove vengono effettuate variazioni di turni o posti di servizio, da un mese a questa parte non contengono più cancellature e si presentano belli lindi, come se non fossero mai avvenute variazioni!

Altra segnalazione riguarda la diversa distribuzione dei turni festivi che, nei turni smontanti, è diventata priorità di chi opera negli uffici consentendo agli stessi di partecipare al F.E.S.I. in maniera più vantaggiosa rispetto ai turnisti, veri destinatari dei fondi. Inoltre si registra la preferenza di far gravare i turni di 12/18 al personale residente in città o che non fruisce di abbinamenti, per comodità di viaggio, ad altre unità; quelli che hanno effettuato richiesta di abbinamenti, vengono anche favoriti nella turnazione che segue il 18/24, con inizio dei turni più agevoli, riservando i turni di 06.00/12.00 al solo personale che ha colpa di risiedere in centro; è stata acquisita anche l’abitudine, da parte degli addetti all’ufficio servizi, di concedere il riposo settimanale prima del turno di notte e non successivo alla stesso.

Tutto ciò con evidente violazione dei contenuti dell’A.Q.N..

 

Altra nota dolente, che ha onor del vero interessa l’intera regione, è la mensa di servizio, inadeguata per qualità e quantità, che propina dei menù fissi preparati senza la partecipazione della commissione apposita che non viene nemmeno investita per l’effettuazione dei  dovuti controlli.

 

A distanza di ormai 10 lunghi mesi manca ancora un’adeguata copertura della guardia medica, completamente assente nella fascia oraria 22.00/08.00, tant’è che se intervengono necessità o comunque richieste d’assistenza medica, anche per malori di lieve entità, da parte dei detenuti, è necessario chiamare il 118; ciò comporta certamente un ulteriore aggravio dell’assistenza che il pronto soccorso è chiamato a garantire sul territorio.

 

Riguardo all’ammodernamento della struttura, nonostante i padiglioni siano stati interessati al rifacimento con lo stanziamento di notevoli risorse finanziarie e controlli da parte di personale specializzato nonché di collaudi effettuati, ci chiediamo: nessuno si è accorto che le celle che ospitano i detenuti non sono provviste di interruttori elettrici all’esterno delle stesse, impedendo di fatto il controllo notturno e ritardando notevolmente l’intervento degli operatori di polizia penitenziaria nel caso in cui si dovessero verificare eventi critici?

  

Altra grossa anomalia è la presenza di pannelli elettrici sistemati alle spalle delle postazioni fisse degli agenti di sezione, quali garanzie per la salute degli stessi che non solo sono esposti alle onde elettriche, ma devono sopportare anche il fastidioso rumore che emanano?

 

Nella garitta esterna, che è in bella mostra di fianco al cancello esterno non è stato previsto un ricambio d’aria e neanche una finestra che consenta al personale lì preposto di poter accertare le generalità di chi accede in istituto; per farlo, il “tapino” di turno, deve uscire fuori abbandonando la postazione e comunque rischiando la propria incolumità fisica perché tale postazione è coperta da una bellissima casupola che copre la visibilità, dall’aspetto di una baita, tutta in legno, materiale non certamente idoneo perchè di facile infiammabilità, realizzata con i famosi lavori a basso costo e destinata all’accoglienza dei familiari dei detenuti in attesa di colloquio; all’interno della stessa, è stato destinato un sontuoso bagno che dovrebbe essere a disposizione dei familiari ma che non può essere utilizzato perché non esiste l’attacco alla rete fognaria né quello alla rete idrica potabile, praticamente una bella esposizione!

 

Molte sono le anomalie più volte segnalate da questa O.S. ma oggi, a tutela della salute di tutti coloro che operano o vivono in istituto, ci vediamo costretti a chiedere l’immediato intervento delle Autorità in indirizzo, segnalando purtroppo, dopo tutti i soldi spesi, dopo tutti gli elogi giunti da ogni dove verso un’opera pubblica referenziata come una delle più moderne e funzionali, oltre al cattivo funzionamento dei cancelli elettrici,  registriamo la possibilità di presenza di materiali di amianto fortemente nocivi alla salute.

 

Chiediamo pertanto una verifica immediata e, qualora i sospetti siano confermati, la tempestiva rimozione e bonifica dei luoghi interessati che vanno dalla Chiesa al padiglione di media sicurezza previo accertamento che non esistano altre zone interessate da questi materiali, anticipando già da subito che, se non si provvederà a risoluzioni immediate, valuteremo la possibilità di interessare  l’Autorità Giudiziaria.

 

Infine una nota che, qualora corrispondesse al vero sarebbe di assoluta gravità; pare che le auto di servizio vengano utilizzate, da funzionari dell’A.P., anche per fini personali come accompagnare i figli all’università con tanto di autista penitenziario, una grossa agevolazione che, se legittima, si potrebbe eventualmente estendere a beneficio di tutto il personale?!?...

Ma la riflessione è:

-chi impartisce dette disposizioni illegittime, ma anche chi le esegue, oltre al rispetto della normativa che disciplina l’utilizzo delle auto blu, si è mai posto il ragionevole dubbio del rischio che fa correre ai propri congiunti, laddove dovesse essere posto in essere qualche attentato? E non si dica che sono possibilità remote perchè è ancora fresco il ricordo dell’aggressione subita da una scorta in traduzione di 2 detenuti presso il nosocomio cosentino l’11 luglio scorso e sapientemente passata in soft.

 

Rimaniamo  in attesa di risposte concrete nella speranza di non ricevere ulteriori messaggi intimidatori od azioni vessatorie nei confronti di chi cerca di operare nel rispetto della legge ed a tutela dei lavoratori.

Distinti saluti.

 

 

Il Segretario Generale  FP CGIL Il Coordinatore  Regionale Polizia penitenziaria FP CGIL
Franco Bozzo   Isabella Iannuzzi