Ministero della Giustizia 

DIPARTIMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA 

Comitato per le Pari Opportunità Comparto Sicurezza 

 

 Roma 17 Dicembre 2002

Al Ministro delle Pari Opportunità On.le Stefania Prestigiacomo

 ROMA

Al Signor Capo Dipartimento

S E D E

Al Signor Vice Capo Dipartimento

S E D E

Al Direttore della Direzione Generale del personale e della formazione

S E D E

Al Comitato Nazionale di Parità e Pari Opportunità nel Lavoro

presso Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale

via Salandra, 28 ROMA

All'Ufficio Relazioni Sindacali

S E D E

 

Alle Organizzazioni Sindacali S.A.P.Pe. O.S.A.P.P. - C.I.S.L.-F.P.S./P.P. - C.G.I.L.-F.P. - U.I.L.-P.A./P.P. - Si.N.A.P.Pe.

- F.S.A. C.N.P.P. Si.A.P.Pe. U.G.L./F.N.P. - Si.A.L.Pe.-A.S.I.A. - S.A.G.-P.P.

S E D E

 

OGGETTO:

Relazione sugli obiettivi e le azioni che il C.P.O. si è proposto nel secondo anno di funzionamento. Documento di lavoro. -

I - consuntivo anno 20.12.2001 - 20.12.2002

Il Comitato, con costanza di intenti, ha rafforzato l'identità - anche ideologica - all'interno delle sue componenti, mantenendo - con giusto equilibrio le diversità professionali di opinione e di indirizzo dei singoli. Si confermano, quindi, le regole. Regole che nel primo anno di mandato (dicembre 2000, 2001) occuparono subito la questione pari opportunità, con la produzione del Codice di condotta finalizzato alla tutela della dignità della persona sul lavoro e alla lotta contro le molestie, con l'intento di ridurle al minimo, per creare un ambiente dal quale siano esclusi comportamenti lesivi e sia garantita l'inviolabilità fisica e psichica della persona, ma già allora se ne segnalava la mancata attuazione. Oggi, con la presente relazione, si ribadisce la mancata conoscenza di quanto a livello centrale è stato adottato. Alto è stato il numero di interventi richiesti per la disamina delle questioni personali, professionali e di merito e, nell'intento della soluzione individuale, si è comunque sempre ricercato il risultato collettivo per il corretto funzionamento di tutta l'amministrazione, che nei termini deve adempiere al suo fine istituzionale nel rispetto di tutte le sue componenti. Nello specifico, si è ricercato all'interno dei casi trattati, così denominati per convenzione, la presenza di molestie non apertamente denunciate per il timore di mancanza di credibilità, di derisione, o peggio ancora, di subire ulteriori ritorsioni. Per questo motivo, per evitare che le analisi rimanessero all'interno di un semplice percorso burocratico, seppur efficiente per soluzioni immediate, ma non di meno privo della capacità di rimozione dei fenomeni che determinano i comportamenti incriminati, tutti i componenti del Comitato hanno frequentato uno specifico corso di formazione presso l'AG.FO.L. di Padova. Il contatto con esperte consulenti di Enti locali e componenti di Commissioni per le Pari Opportunità della Regione Veneto, che nel passato hanno ricoperto la carica di Consigliere di Parità, ha portato non solo alla conoscenza del quadro normativo italiano e degli indirizzi Comunitari in materia di lavoro e molestie, ha permesso di recepire l'importanza, negli ordinamenti del personale, del Codice di condotta europeo per la tutela della dignità degli uomini e delle donne sul lavoro e contro le molestie sessuali, nonché dei progetti per un modello di formazione della base, dei quadri e dei dirigenti nel mondo del lavoro e delle pubbliche amministrazioni. Di qui l'esigenza di una diversa progettazione e funzionalità del Comitato con piani di formazione rivolti ai componenti dei Comitati periferici (da realizzare nel successivo mandato) e alla costituzione di gruppi di lavoro interni per lo studio e la conoscenza delle realtà nel territorio. Necessaria quindi anche la costituzione di una rete di connessione non solo con gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, ma anche con Comitati e Commissioni esterni alla nostra Amministrazione (progetto per la predisposizione di un'area con indirizzo e posta da associare al sito internet del Dipartimento). Con la disposizione del 3.7.2001 dell'allora Capo del Dipartimento f.f. si offrirono a questo comitato strumenti utili per il perseguimento dei propri fini istituzionali, sì da consentire l'adozione di misure dirette a rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono, o condizionano, la realizzazione di pari opportunità. Al Comitato, nella persona del Presidente o di un suo delegato, fu riconosciuta la possibilità di partecipare alle contrattazioni ed alle commissioni esistenti presso l'Amministrazione Centrale qualora le stesse abbiano ad oggetto aspetti rilevanti per l'attività del comitato stesso. Al momento, con l'auspicio di una maggiore visione e partecipazione ai lavori in atto e alle contrattazioni sindacali, nell'ottica dei progetti per la formazione del personale sopra richiamate, il Presidente e il vice Presidente del Comitato hanno tenuto delle lezioni sulle pari opportunità nei recenti corsi per allievi vice ispettori e vice sovrintendenti di Polizia Penitenziaria presso la Scuola di Formazione ed Aggiornamento del Personale di Via di Brava in Roma. Nell'ambito della formazione il Comitato è stato presente anche nell'incontro del 18 settembre 2002 tra Amministrazione e sindacati per il piano formativo operativo ON THE JOB degli allievi vice ispettori. In relazione invece ai lavori della Commissione vestiario per il Corpo di polizia penitenziaria, che ha portato poi all'emanazione del D.M. 24 gennaio 2002 relativo, si è potuto apprezzare l'approntamento della nuova foggia della divisa per il personale femminile che ha reso merito al progetto, con evidente risultato di, immagine per le destinatarie. Nel corso della seduta tenuta con il Presidente della Commissione il 7 giugno 2001 si è evidenziata la possibilità di recuperare i dati delle corporature del personale femminile per consentire la produzione di capi di vestiario individuale. La soluzione, innovativa e vincente, trovò il massimo consenso nel Comitato, considerato anche il numero delle unità monitorabile senza particolari difficoltà, per cui, per il futuro, se ne auspica l'adozione. Si colse anche l'occasione per segnalare l'opportunità di dotare i reparti e i servizi della Polizia Penitenziaria di equipaggiamento e materiali di armamento più funzionali. Nel caso i giubbetti antiproiettile allo stato in dotazione, si segnalarono come dedicati esclusivamenti al personale maschile, mancando di adeguato adattamento al busto della donna, come invece tenuto conto in modelli di nuova produzione. Si segnala, infine, la difficoltà a brandire l'arma in dotazione individuale alle agenti che, pur con l'utilizzo di entrambe le mani, resta di difficile soluzione viste le dimensioni dell'impugnatura.

II - progetti

La rinnovata ambizione di una nuova determinazione dell'azione del Comitato, si stabilisce con il seguente segnale di partecipazione:

possiamo e dobbiamo

l. Revisionare il regolamento del Comitato Pari Opportunità a seguito del confronto con regolamenti esistenti presso altri comitati che puntano su maggiori risorse umane e finanziarie.

2. Completamento e potenziamento di strumenti per il C.P.O. volti a renderlo visibile e maggiormente operativo.

3. Individuazioni delle molestie sessuali nei rapporti di lavoro tra appartenenti al Corpo, nel particolare rapporto di subordinazione gerarchica. Mobbing diretto ed indiretto.

4. Somministrazione di questionari relativi alle molestie sessuali al personale.

5. Formazione sulle pari opportunità già dai corsi di istruzione dei vari ruoli degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria (base, ruoli intermedi, quadri e dirigenti).

6. Formazione dei componenti supplenti del C.P.O. da parte del C.P.O..

7. Sollecitare gli organi competenti, al fine di realizzare il ruolo unico degli Ispettori.

8. Azioni positive:

a. organizzazione del convegno sulle pari opportunità;

 b. sportello informativo;

c. maggiore visibilità del Comitato per le Pari Opportunità (sito internet).

 

Il Presidente del Comitato

Dr.ssa Armida Miserere