SAPPE – OSAPP - FPS CISL Penitenziario - UILPA Penitenziari – FP CGIL - |
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Roma, 28 gennaio 2004 |
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COMUNICATO UNITARIO |
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Al Ministro della Giustizia Sen Roberto Castelli
Al Capo del DAP pres. G. Tinebra
Egregio Ministro, Egregio Presidente la gravissima vicenda della mobilità del personale di Polizia penitenziaria da alcuni Istituti del SUD verso regioni del NORD rivela la precisa ed inequivocabile volontà del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di rompere il sistema delle regole attraverso il quale, faticosamente, si è sviluppato il rapporto fra i Poliziotti penitenziari e chi governa. Sulla vicenda della mobilità coatta imposta dalla Direzione Generale del Personale si sta consumando una frattura insanabile fra le rappresentanze dei lavoratori e l’Amministrazione. Più di una volta abbiamo auspicato in Lei, signor Ministro, ed in Lei, Presidente, quello scatto di sensibilità istituzionale che avrebbe dovuto convincervi sull’opportunità di rinunciare a questa prova di forza, il cui prezzo, peraltro, ricadrà interamente sul Corpo della Polizia penitenziaria e sulle sue prospettive di evoluzione. Avete irresponsabilmente scelto, invece, di non tener conto né delle ripetute richieste di apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali, né del profondo malessere e disagio che questa decisione unilaterale sta provocando sull’intero sistema carcerario. Sbagliando, a nostro giudizio, avete deciso di scommettere su quanto questo sistema di rappresentanza complessiva è in grado di tenere e sulla capacità o meno delle organizzazioni sindacali di reagire a questa provocazione coinvolgendo i lavoratori. Lo state facendo, peraltro, anche sopravvalutando, sempre a nostro giudizio, l’atteggiamento accondiscendente che alcune pseudo organizzazioni sindacali su questa materia vi stanno offrendo sperando in contropartite certamente non lineari e favorevoli al diritto dei singoli operatori. Sappe, Osapp, Cisl FPS Penitenziario, UILPA - Penitenziari e Fp Cgil avrebbero fatto volentieri a meno di raccogliere la sfida. Il carico di responsabilità che sentono è enorme: per la tutela di quei trecento poliziotti penitenziari e delle loro famiglie per i quali, senza regole, volete procedere ad un trasferimento temporaneo d’autorità senza, oltretutto, riconoscere l’intera indennità per servizio di missione, ma anche per la difesa di un sistema di regole, conquistate con anni ed anni di sacrificio e di impegno sindacale, senza il quale episodi come quello che stiamo vivendo non offrirebbero alcuno spazio di tutela. Oggi, pertanto, l’unica risposta concreta e plausibile che sindacati responsabili possono mettere in campo è quella dell’inasprimento delle azioni di lotta e di mobilitazione. Vi informiamo, perciò, che lo stato di agitazione di tutto il personale della Polizia penitenziaria prosegue e che il 9 Febbraio, il 12 Febbraio, il 20 Febbraio, il 23 Febbraio, il 26 Febbraio e il 2 Marzo, davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si svolgeranno manifestazioni nazionali di protesta dei Poliziotti penitenziari che lavorano rispettivamente negli istituti della Basilicata, dell’Abruzzo e del Molise, della Puglia, della Calabria, della Campania e della Sicilia. Il 16 Marzo, sempre davanti al DAP, manifesteranno i Poliziotti penitenziari che operano nelle regioni del Nord, contrari a questo tipo di operazione che non risolve i problemi e che uccide di fatto, anche per loro, quel sistema di partecipazione e di democrazia attorno al quale si sono sempre sviluppate le relazioni sindacali. Entro il mese di Marzo, con modalità che sarà nostra cura rendere note, le scriventi rappresentanze sindacali organizzeranno una manifestazione nazionale di tutti i Poliziotti penitenziari del Paese. Distinti saluti
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