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Al Ministro della Giustizia On. Roberto Castelli |
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Egregio Ministro
fra qualche giorno il Governo dovrebbe avviare le procedure di consultazione sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria per gli anni 2004-2006. Tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del Corpo della Polizia penitenziaria verranno, quindi, convocate a Palazzo Chigi. Le scriventi organizzazioni sindacali giudicherebbero più che positiva la possibilità che la convocazione davanti al Presidente del Consiglio dei Ministri sia preceduta da un incontro con Lei. Crediamo importantissimo che questa particolare fase di difficoltà che sta vivendo l’Amministrazione penitenziaria venga affrontata e discussa preliminarmente in un confronto il cui obiettivo condiviso deve essere la soluzione dei malesseri e delle arretratezze del sistema penitenziario. Per agevolarla in questa auspicabile decisione le preannunciamo alcune delle questioni sulle quali giudichiamo necessaria una maggiore caratterizzazione del Ministro della Giustizia in sede di predisposizione del DPEF 2004-2006:
PERSONALE, LAVORO E PROFESSIONALITA’
La dotazione organica del personale di Polizia penitenziaria è ferma al 1990. Giudichiamo indispensabile che in sede di elaborazione del DPEF si definiscano spazi e risorse per un intervento normativo che quanto meno aggiorni l’organico fissato rendendolo finalmente compatibile con i numerosi compiti che dal 1990 ad oggi si sono aggiunti a quelli istituzionalmente già definiti. Dovuto, comunque, un intervento che almeno riempia i vuoti di organico determinati dalla continua ed inarrestabile uscita di personale dall’attività operativa, per quiescenza o per incarichi amministrativi. Anche gli organici del personale di direzione, d’intervento sociale ed educativo, di amministrazione e di gestione finanziaria degli Istituti penitenziari e dei servizi sociali hanno carenze medie del 30% con situazioni drammatiche in molte aree del paese dove direttori, educatori, contabili, assistenti sociali sono costretti a coprire più incarichi in sede diverse, con una mobilità continua e logorante.
RISORSE FINANZIARIE
Il progressivo drenaggio delle risorse finanziarie devolute al settore sta riducendo interventi e servizi ad una gestione minimalista che priva delle condizioni essenziali la qualità già misera delle vita in carcere, di chi ci lavora e di chi ci vive.
I mancati investimenti sul terreno dell’ammodernamento dei mezzi e delle strutture, sulle politiche della formazione professionale e sulle politiche contrattuali per il personale della Polizia penitenziaria stanno assumendo risvolti drammatici. Insufficienti, già da quest’anno le somme a disposizioni per le indennità e per il rimborso spese di trasporto per missioni nel territorio nazionale e estero. I servizi sanitari sono messi in crisi; i beni e le forniture per il mantenimento, l’assistenza, le attività lavorative, formative e scolastiche per i detenuti sono assolutamente al di sotto del minimo necessario, i centri di servizio sociale sono minacciati di sfratto dalle loro sedi. Il livello di indebitamento dell’Amministrazione verso fornitori e verso i propri dipendenti è valutato in oltre 100 milioni di euro, pari ai tagli che le ultime manovre finanziarie e gli altri interventi di riduzione delle spese hanno imposto al settore penitenziario.
Il DPEF 2004 – 2006 non può non tener conto di questa drammatica situazione.
L’ORGANIZZAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE E DEGLI ISTITUTI PENITENZIARI
Le linee per l’ammodernamento e per la riorganizzazione dell’amministrazione, tracciate negli scorsi anni, si sono appannate ed hanno subito arretramenti vistosi. Il decentramento realizzato è di profilo burocratico anziché progettuale. I posti di dirigente, destinati alla direzione degli istituti penitenziari, dei servizi sociali, agli uffici dipartimentali ed ai Provveditorati regionali sono ancora scoperti al 95%, mentre, ancora da definire l’inserimento organico della nuova figura del Commissario della Polizia penitenziaria nell’organizzazione carceraria. Irrisolto il problema del sovraffollamento e della concreta individuazione dei circuiti differenziati. Lavoro in carcere e sanità penitenziaria sono, poi, due questioni sulle quali a prescindere dalle sensibilità e dalle opinioni è indispensabile un investimento maggiore per i prossimi anni.
Signor Ministro
queste sono solo alcunI dei problemi che le scriventi organizzazioni sindacali vorrebbero discutere con Lei prima della predisposizione del DPEF 2004-2006. C’è però un’esigenza che prescinde dalla sua volontà o meno di attivare questo confronto preventivo con le rappresentanze sindacali dell’Amministrazione penitenziaria: che il DPEF 2004-2006 ribalti le priorità fin qui adottate dal Governo e riponga le questioni della Giustizia e della Sicurezza in cima all’agenda politica; che le prossime finanziare ricomincino ad investire sul Ministero della Giustizia e sull’intera Amministrazione penitenziaria . Distinti saluti Roma 2 Luglio 2003
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