Testo dell'interrogazione
presentata dall'On Valpiana sulla difficile situazione del carcere di
Verona.
Atto Camera
Interrogazione a risposta
scritta
4-10626
presentata da TIZIANA VALPIANA
giovedì 29 luglio 2004 nella seduta n.501
VALPIANA. -
Al Ministro della giustizia, al
Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le Commissioni congiunte Affari Sociali e Giustizia della Camera dei
deputati hanno deliberato un'indagine conoscitiva sulla salute
penitenziaria per valutare lo stato del diritto alla salute tutelato
dalla nostra Costituzione all'interno del mondo carcerario, anche in
relazione alla riforma che avrebbe dovuto vedere il passaggio della
competenza sanitaria dal ministero della giustizia a quello della
salute;
in relazione al lavoro svolto nell'indagine conoscitiva, l'interrogante
in base all'articolo 67 della legge n. 354 del 26 luglio 1975, ha
effettuato una visita nella casa circondariale di Verona-Montorio,
constatando una situazione igienico sanitaria gravissima;
in una struttura progettata per un numero di detenuti da 250 ad un
massimo di 400 erano rinchiusi 665 detenuti, 63 detenute e 29 persone in
regime di semilibertà;
tale situazione di sovraffollamento comporta, evidentemente, una serie
di conseguenze drammatiche sia sul piano della vivibilità e dei rapporti
interpersonali, sia della sicurezza, sia delle condizioni materiali di
vita: a causa del consumo di acqua evidentemente superiore al
dimensionamento previsto, per esempio, in questi caldi giorni di luglio
l'erogazione di acqua subisce una sospensione di alcune ore giornaliere,
generalmente dalle 14 alle 19;
le celle, costruite per ospitare un detenuto ciascuna, passati in un
secondo tempo a due, ora ospitano tutte un terzo letto (a castello) con
la conseguente riduzione degli spazi di vita, di quelli dei servizi
igienici e della possibilità stessa di rimanere in piedi
contemporaneamente, costringendo così anche durante le ore giornaliere a
lunghe ore di ozio stesi sulle brande;
mentre i detenuti presenti in ogni sezione sono quindi passati da 50 a
75, a causa della mancanza di fondi, dopo i tagli contenuti nell'ultima
finanziaria alle spese per la giustizia, i turni di pulizia affidati ai
detenuti sono stati ridotti da sei ore a un ora e mezza quotidiana, con
la prospettiva di una ulteriore riduzione a turni di mezz'ora, scelta
che ha gravissime ripercussioni oltre che sul piano igienico sanitario,
anche sulla possibilità di lavoro dei detenuti, che vedono così
assottigliarsi le già magrissime possibilità di guadagno e di recupero
insito nella possibilità stessa di essere impegnati in un lavoro anche
se modesto e parziale;
inoltre sono ormai quasi del tutto esauriti i fondi a disposizione della
direzione del carcere per le spese di manutenzione, da tempo del tutto
assente, nonostante lo stabile e le strutture interne, usurate anche a
causa del costante sovraffollamento ne avrebbero assoluto bisogno, come
è dimostrato particolarmente dalla incivile e invivibile situazione in
cui versano i locali delle docce, scrostati, ammuffiti, sporchi;
nei giorni scorsi, inoltre, i detenuti e il personale di polizia
penitenziaria sono stati messi in forte allarme dal fatto che sono state
prese nuove misure per poter inserire un eventuale terzo letto sopra ai
due a castello, e paventano che possa iniziare ad arrivare un quarto
detenuto per cella, cosa, a giudizio dell'interrogante, impensabile e
inaccettabile anche dal punto di vista meramente fisico, vista l'incompenetrabilità
dei corpi;
nelle scorse settimane si è verificato un caso di tubercolosi, tanto che
l'intera popolazione carceraria e alcuni operatori sono stati sottoposti
alle indagini mediche del caso, con la rilevazione di 260 positivi ai
test che sono stati
condotti ad effettuare controlli ed esami radiologici presso l'Azienda
Ospedaliera di Verona, rilevando due casi «dubbi» e una decina in cui
saranno necessarie ulteriori verifiche;
è evidente quanto si tratti di una situazione allarmante sul piano
epidemiologico, e quanto la situazione di promiscuità della vita
carceraria non possa lasciare tranquilli circa lo sviluppo di possibili
ulteriori epidemie, ma tale vicenda pone anche interrogativi circa gli
ingenti costi economici determinati da una simile situazione, sia sul
piano dell'impiego di agenti per i trasferimenti all'ospedale, sia per i
costi sanitari che, in assenza del completamento della prevista riforma
della sanità penitenziaria gravano sul già sempre più ridotto bilancio
del ministero della giustizia, sia per l'impatto sulla struttura
ospedaliera pubblica che ha avuto notevoli difficoltà nell'affrontare un
simile aggravio di lavoro;
altrettanto grave è la situazione in cui lavorano gli agenti di polizia
penitenziaria e tutti gli altri operatori, con un organico
sottodimensionato di almeno un centinaio di persone e con turni di
lavoro massacranti, vista l'impossibilità di godere dei turni di riposo,
delle ferie, e della retribuzione di molte ore di lavoro straordinario
che oltrepassano il monte ore consentito; un solo agente gestisce nei
reparti oltre 70 detenuti, con conseguente affaticamento eccessivo e
turn-over di chi lavora nei
reparti detentivi, il che spesso richiede la sostituzione in caso di
assenza o malattia, da parte del personale impiegato negli uffici, nei
quali, conseguentemente, si accumulano arretrati che vanno a scapito dei
detenuti stessi;
d'altra parte, frequentemente, si verificano situazioni assolutamente
impossibili, come la mancanza di carta e altro materiale di cancelleria,
tanto che il personale stesso, dopo mesi di attesa, si è auto tassato
per poter acquistare una stampante indispensabile per lavorare;
il numero degli educatori a fronte dell'aumentata popolazione carceraria
è ancora di 4 unità, il che rende impossibile svolgere più del lavoro di
ufficio, rendendo sempre più aleatoria la possibilità da parte dei
detenuti di avere un colloquio;
risulta inoltre che nel periodo da giugno a fine settembre il magistrato
di sorveglianza del carcere sia assente, e non sia stato nominato un
sostituto, cosa che ha provocato l'annullamento di due udienze del
tribunale di sorveglianza per impossibilità a costituire il collegio
giudicante;
in una simile situazione - e molte altre carenze potrebbero essere
elencate - appare evidente l'assoluta impossibilità di poter svolgere il
compito rieducativo, riducendo l'istituzione carceraria a puro
contenitore;
appare del tutto evidente come, in tale situazione, solo il buon senso e
il senso di collaborazione tra detenuti e polizia penitenziaria consenta
di sopravvivere senza che si verifichino manifestazioni di protesta e
esasperazione -:
come intenda intervenire per porre fine immediatamente a nuovi ingressi
nel carcere di Montorio e come intenda migliorare le disumane condizioni
di vita dei detenuti e del personale carcerario che condivide con i
reclusi mancanze e rischi sanitari. (4-10626)
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