Camera dei Deputati
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE (04.11.2003)
On. CARBONI
Al Ministro della giustizia
Per sapere – premesso che:
La casa di reclusione di Alghero chiusa nell’anno 1989 è stata riaperta nell’anno 1998 in concomitanza con la realizzazione del parco nazionale dell’Asinara e con la chiusura e la dismissione all’ente parco degli edifici esistenti sull’isola ed utilizzati dalla struttura penitenziaria;
il complesso carcerario di Alghero realizzato nella metà del secolo diciannovesimo è stato ristrutturato con criteri avanzati e finalizzato al recupero ed al trattamento dei detenuti a basso indice di pericolosità;
inizialmente sono stati assegnati all’istituto 100 detenuti dislocati in quattro sezioni ed un organico di circa 100 agenti di polizia penitenziaria, oltre al personale del trattamento, dell’amministrazione e del servizio sanitario già operanti nella struttura dell’Asinara;
l’istituto di Alghero si è segnalato fin dalla ripresa dell’attività per l’alto livello di presentazioni e per gli eccellenti risultati conseguiti tanto da essere segnalato tra i migliori dell’intero panorama penitenziario italiano;
Infatti gli operatori, pur con organico ridotto in tutti i diversi servizi, ma soprattutto per la polizia penitenziaria e per le attività trattamentali, hanno impegnato proficuamente e senza risparmio ogni energia per garantire lo svolgimento dei numerosi corsi didattici anche di istruzione superiore e di formazione professionale;
tuttavia negli anni non hanno ricevuto ascolto i richiami di allarme del personale e delle rappresentanze sindacali tendenti a sottolineare la esigenza di incremento degli organici e di quello della Polizia penitenziaria in particolare; progressivamente i disagi degli operatori e delle persone recluse sono aumentati per varie ragioni:
attualmente il numero degli agenti della Polizia penitenziaria assegnati alla Casa di reclusione di Alghero è inferiore a quello di prima assegnazione nel 1998, mentre il numero dei detenuti è raddoppiato rispetto a quello iniziale;
non è possibile prestare l’adeguata assistenza ai detenuti tossicodipendenti ed a quelli con patologie infettive anche per la riduzione drastica delle risorse da destinare a spese sanitarie, con i conseguenti problemi provocati dalla caduta dei livelli di assistenza sanitaria e farmacologia;
questa situazione produce gravi problemi all’interno della struttura penitenziaria ove aumentano i casi di auto lesioni ed è sempre più difficile mantenere accettabili livelli di prestazione dei servizi, il tutto a discapito del trattamento e delle attività formative e conseguentemente della qualità della vita e della serenità del lavoro;
di recente alcune rappresentanze sindacali del Corpo degli agenti della polizia penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione non avendo ricevuto alcuna risposta alle numerose segnalazioni e sollecitazioni inviate all’onorevole ministro della giustizia ed ai responsabili del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ai vari livelli.
Se non ritiene l’onorevole Ministro della giustizia di dover intervenire con la massima urgenza per incrementare l’organico degli agenti della polizia penitenziaria e degli altri operatori assegnati alla casa di reclusione di Alghero nel numero occorrente all’ottimale funzionamento della struttura così da consentire nuovamente il raggiungimento degli altri obbiettivi conseguiti negli anni scorsi.
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