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Come già avvenuto in precedenza, l’UGL attacca le posizioni di CGIL e UIL del CFS con una veemenza tale che viene il sospetto che a loro poco interessi discutere nel merito dei problemi sollevati, né sia di loro interesse un sistema di concorsi trasparente e che dia a tutti la stessa opportunità di vincere, indipendentemente dal Sindacato di appartenenza o della non appartenenza ad alcun Sindacato.
Cosa significa questo? Forse che una parte di carota la tenevano già tra i denti e hanno paura di vedersela sottratta?! Vogliamo ribadire che il nostro interesse, in qualità di Sindacati confederali, è quello di un sistema che offra a tutti la possibilità di avanzamenti di carriera al di là delle idee sindacali e politiche, e che premi preparazione, esperienza e impegno sul lavoro. Concetti che probabilmente appaiono sconosciuti e addirittura astrusi a chi fa della clientela lo scopo primo della propria attività sindacale. Ci sorprende, ma neanche più di tanto, il linguaggio truculento delle invettive che definiscono il Ministro “braccio armato delle Organizzazioni Sindacali”. È buffo che se delle richieste di chiarimento vengono accettate, si diventa “braccio armato” e se si coglie un elemento di forte dubbio rispetto alle procedure adottate, non si ama il Corpo Forestale dello Stato! Per quanto riguarda le accuse che ci hanno mosso per aver gettato fango sulle commissioni, facciamo presente di esserci limitati a sollevare legittimamente dei dubbi sui concorsi precedenti perché a nostro parere non erano state rispettate le procedure previste dalla legge. Non è certamente nostro il decreto con il quale si cambia il presidente di una commissione a meno di dieci giorni dalle prove del concorso, cosa tra l’altro che abbiamo appreso con un certo stupore. A proposito di “baratro”, forse sarebbe il caso di riflettere se il baratro non sia quello a cui ci eravamo ridotti: trasferimenti senza regolamento (come hanno tutte le altre forze di polizia), nessun regolamento dei concorsi (come hanno tutte le altre forze di polizia), mancanza di piante organiche (come hanno tutte le altre forze di polizia); concorsi dove l’impressione generale non è certo stata quella della prevalenza della preparazione e del merito; trasferimenti fatti con il solo criterio dell’appartenenza sindacale o politica; mancanza di risorse minime per mandare avanti i compiti essenziali dei Comandi stazione a fronte di spese eccessive per festeggiamenti e parate. Tutto questo lo abbiamo scritto nei nostri comunicati da molti mesi anche con il precedente Ministro e non è colpa nostra se finalmente qualcuno ci ha dato risposta. Sì una responsabilità ce l’assumiamo: quella di aver restituito un minimo di speranza a tutti quegli appartenenti al CFS che ogni giorno si impegnano tra mille difficoltà per portare avanti l’operatività del Corpo, offrendo all’opinione pubblica la vera immagine dei forestali, ma che non hanno avuto però la speranza di avere pari opportunità nei concorsi e nei trasferimenti. Pertanto invitiamo anche noi i colleghi a revocare la propria delega sindacale, ma a chi fa vane promesse o promuove una politica di clientela invece che di difesa dei diritti. E anzi di iscriversi a chi difende tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, aiutandoci nella battaglia per la trasparenza e la legalità, patrimonio e garanzia per tutti
FP-CGIL/CFS
UIL-PA/CFS
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