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Roma, 30 Maggio 2005
Lettera aperta ai
Segretari Generali dei Sindacati “Autonomi”
del Comparto Sicurezza
Egregi Segretari Generali,
come saprete, venerdì notte si è conclusa, con la sottoscrizione dell’accordo sindacale, la vertenza per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici.
Un contratto che si chiude dopo una straordinaria mobilitazione dei lavoratori pubblici e delle loro organizzazioni sindacali rappresentative.
Sono stati necessari tre scioperi generali e molteplici iniziative di lotta e di mobilitazione, per far recedere il Governo dall’inconfessata tentazione di destrutturare e precarizzare il lavoro pubblico, cominciando a negare i diritti dei pubblici dipendenti.
Tre scioperi che sono costati sacrificio ai tantissimi lavoratori che vi hanno aderito; manifestazioni che hanno ribadito, per coloro che vi hanno partecipato, il valore e la dignità delle funzioni pubbliche, al servizio dei cittadini.
Un movimento di contrasto e di lotta, quindi, che complessivamente è costato molto, ma che
ha avuto la soddisfazione di ottenere ragione d’essere nel “giusto”.
Questo contratto si chiude con una percentuale di aumento medio del 5,01 % e con una destinazione sugli stipendi tabellari, di circa il 90% delle risorse, mentre, come rammentate, il primo rinnovo contrattuale 2004/2005, quello del comparto della Sicurezza, si chiuse con un incremento del 4,31 % al quale, per rispondere alle specifiche e peculiari caratteristiche del comparto, si aggiunsero risorse per un ulteriore 0,4%.
Non è il caso di recriminare su come, un diverso atteggiamento in quella trattativa e una eventuale adesione alla linea di quel movimento di lotta, avrebbe potuto conferire più forza alle rivendicazioni “giuste” dei lavoratori della sicurezza, con la prospettiva di un risultato migliore.
Ricordiamo con rammarico, invece, le espressioni francamente eccessive di chi rivendicava di essere altra cosa rispetto alla vertenza per la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni; fino a fornire appoggio alle peggiori dichiarazioni di disprezzo nei confronti dei circa 1,5 milioni di dipendenti pubblici, che sono state pronunciate nel corso di questa lunga e contrastata vicenda.
Purtroppo la storia si ripete.
Come per il precedente contratto del biennio economico 2001/2002, la diversità dai pubblici dipendenti, agitata a difesa delle presunte migliori posizioni degli appartenenti alle Forze di Polizia, quando il contratto degli “statali” definì incrementi maggiori di quelli già decisi per le forze di Polizia, si è rivelata strategia perdente; ed è ora necessario rifarsi a quanto ottenuto dai lavoratori del pubblico impiego con scioperi e lotte.
In quel biennio, l’adeguamento ottenuto semplicemente stando a guardare gli altri lottare, fu dello 0,99%.
Anche questa volta assisteremo alla passerella dei volti sorridenti di coloro che chiederanno la riapertura delle trattative per recuperare il differenziale fra il nostro contratto e quello appena sottoscritto per il pubblico impiego, senza ripensamenti e senza critiche a quel Governo, a cui ci si era mostrati fin troppo accondiscendenti,.
Un adeguamento stipendiale dello 0,7% che, aggiunti a quel famoso 0,99% dello scorso biennio, rendono la misura del danno alle giuste esigenze degli operatori di Polizia su cui, speriamo, si cominci a riflettere.
Qualcuno di voi, ha candidamente affermato che siccome l’OCSE (che non è un nuovo sindacato autonomo) ha dichiarato che i “salari dei pubblici dipendenti sono più che adeguati al caro vita” (non sappiamo se sono testualmente riprese le dichiarazioni dell’OCSE, sicuramente sono quelle testuali del SAPPe), la triplice (termine ormai anacronistico per chi si dichiara A-politico) doveva smetterla di strepitare per ottenere più soldi per gli statali.
Secondo alcuni di voi, quindi, il contratto degli statali avrebbe dovuto chiudersi al 4,31 % esattamente come si chiuse quello che Cgil, Cisl,Uil si rifiutarono di sottoscrivere per il Comparto Sicurezza alcuni mesi fa.
Se si avessero un briciolo di dignità e di onestà intellettuale, dovreste oggi ammettere che fu un errore chiudere quella trattativa con quelle risorse (4,31%) e ripensare alle false lusinghe di alcune parti politiche che sbandierano di una consonanza con i bisogni delle Forze di Polizia; una consonanza che viene poi reiteratamente contraddetta nell’esercizio delle responsabilità di Governo a cui sono state chiamate.
Siamo quasi certi, invece, che continuerete a marcare la distanza tra il mondo della sicurezza e quello del lavoro, ma ci auguriamo abbiate almeno la decenza di non ringraziare il Governo per quello 0,7% in più dovuto sullo stipendio e ottenuto grazie a quei lavoratori pubblici che avete tanto screditato.
Cordiali saluti
p. la Fp Cgil Nazionale
Comparto Sicurezza
Fabrizio Rossetti