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In continuità con le iniziative già
svolte nelle singole amministrazioni a sostegno della vertenza per la
stabilizzazione dei lavoratori con contratto a tempo determinato e con
contratto di formazione lavoro dipendenti dai Ministeri, dagli Enti
pubblici non Economici, dalle Agenzie Fiscali e dalla Presidenza del
Consiglio, abbiamo deciso di organizzare questa mobilitazione davanti
Palazzo Chigi, in concomitanza con le discussioni sul varo del DPEF.
La precarietà del lavoro è precarietà del servizio; questo particolarmente in un settore, quello pubblico, dove i servizi erogati misurano la soddisfazione di diritti. Precarizzare o esternalizzare il lavoro nei settori pubblici significa precarizzare i diritti e ridurre il loro livello di esigibilità. L’incertezza generata dalle continue proroghe a questi contratti è solo un ulteriore conferma della politica del giorno per giorno, del Governo Berlusconi, che ha oramai come obiettivo esplicito lo smantellamento del sistema pubblico come garanzia dei diritti di cittadinanza. Noi invece sappiamo che il contributo di questi lavoratori è essenziale per il buon funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni. Molti infatti vengono impiegati nelle normali attività istituzionali delle amministrazioni e hanno, ormai, acquisito professionalità che non possono e non devono essere disperse. Quindi questi lavoratori, ed i lavori dove sono impegnati, sono una risorsa per tutto il paese. Ma si porrebbe comunque il loro diritto ad avere un
futuro stabile. La precarietà del lavoro si traduce in precarietà della
vita e questo è comunque per noi inaccettabile. La nostra proposta è di predisporre un piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato per questi lavoratori a tempo determinato, nonché la trasformazione a tempo indeterminato dei rapporti di lavoro con contratti di formazione. Proposta che non riguarda solo quelli che hanno avuto proroghe. Chiediamo, inoltre, una verifica seria delle esternalizzazioni deliberate e si decida di riprendere tutto ciò che rientra nelle attività istituzionali degli enti pubblici. Stabilizzazione del lavoro significa stabilizzazione dei diritti, nessun’altra soluzione è praticabile. Per questi motivi siamo in piazza e se sarà necessario ci ritorneremo.
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