(070413) SANITA' - MEDICI: REPLICA ALL'ARTICOLO DI MARIO PIRANI DEL 23 APRILE SCORSO
DI ROSSANA DETTORI, SEGRETARIA NAZIONALE FP CGIL E MASSIMO COZZA SEGRETARIO
NAZIONALE FP CGIL MEDICI
Pubblichiamo il testo della replica di Rossana Dettori, Segretaria nazionale Fp Cgil e Massimo Cozza, Segretario nazionale Fp Cgil Medici, all'articolo di Mario Pirani, editorialista di Repubblica, del 23 aprile scorso. Egregio dott. Mario Pirani, La prima è che il ruolo gestionale ed amministrativo ricade non solo sul primario ma su tutti i medici “dirigenti” e gli operatori sanitari, infermieri e psicologi compresi, con una restrizione degli spazi di autonomia e di responsabilità clinico-assistenziale per tutti. In altre parole il ruolo pervasivo delle direzioni generali delle aziende, su
indicazione della politica regionale, sta sempre più limitando quella che era la
professionalità, con l’obbiettivo della economicità, passando sopra la testa di
tutti, in troppi casi anche dei cittadini. Se poi a questo aggiungiamo il potere decisionale delle direzioni generali, ai limiti dell’arbitrarietà, sulla nomina dei primari ed ancor più dei cosiddetti primarietti (responsabili di strutture semplici), il cerchio si chiude. Per quanto concerne i poteri nei reparti appare ovvio, nonché sancito dalla vigente legislazione, che il primario deve avere la responsabilità delle direttive e del buon andamento del reparto, sia dal punto di vista gestionale che clinico. Ma questo non deve limitare la professionalità dei singoli medici. Vi sono sentenze che hanno condannato dirigenti medici che non sono intervenuti a far rilevare le scelte cliniche sbagliate del primario. E per noi è un passo in avanti di tutta la medicina ospedaliera aver superato un periodo buio nel quale il primario prendeva tutte le decisioni cliniche, gli aiuti lo “aiutavano”, e gli assistenti eseguivano, a prescindere. Basti pensare che per diventare dirigente ospedaliero ci vogliono almeno sei anni di laurea più cinque di specializzazione sul campo. Per quanto riguarda il personale infermieristico, certamente non ha la
responsabilità delle decisioni cliniche, ma dell’assistenza si; dovrebbe anzi
essere titolare delle decisioni e scelte in campo assistenziale. Non è problema
di gerarchie ma di responsabilità che sono proprie di ogni figura professionale
per le competenze e saperi a loro riconducibili. Roma, 27 aprile 2007 |