(061015) PRECARI:
DOCUMENTO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE FP CGIL SULLA MANIFESTAZIONE DEL 4
NOVEMBRE
La Segreteria Nazionale si è riunita nella giornata di oggi 26 ottobre 2006 per valutare le ragioni della partecipazione al Comitato promotore Stop precarietà ora ed alla manifestazione nazionale indetta per il 4 novembre 2006. La scelta di partecipare a questo Comitato è stata dettata dalla valutazione circa l’opportunità di mantenere un rapporto con quei tanti soggetti, movimenti, associazioni, che oggi, come negli anni che sono dietro di noi, sono in grado di cogliere la complessità delle questioni che oggi percorrono la società italiana. Le ragioni di questa scelta, che ha caratterizzato il rapporto che tutta la CGIL ha tenuto negli ultimi anni con i movimenti, contaminandoli e lasciandosi contaminare, non sono venute meno e caratterizzano le nostre campagne contro la direttiva Bolkestein, contro il DDL Lanzillotta e per la raccolta di firme a sostegno del progetto di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Ma c’è, nella ricerca di stare anche nei movimenti, un punto per noi di discrimine che non può essere mai valicato e riguarda la non violenza ed il rispetto pure nell’asprezza della dialettica politica. Questo confine è per noi stato superato con la locandina dei COBAS pubblicata dal Manifesto il 25 ottobre, nella quale si usa un linguaggio violento, si personalizza la critica politica, si esprimono giudizi sulla CGIL intollerabili e si torna ad utilizzare una logica amico/nemico che inficia un qualsiasi dibattito democratico. Questo è tanto più grave in quanto avvenuto all’indomani di una riunione del Comitato che aveva per intero, sia dal punto di vista politico che da quello organizzativo, confermato merito e modalità condivise di sostegno della piattaforma e svolgimento della manifestazione. Abbiamo chiesto al Comitato promotore di prendere le distanze dall’iniziativa
dei COBAS, ma al termine della giornata di ieri, abbiamo dovuto prendere atto
del fatto che ciò non era possibile. La situazione che si è determinata rende oggi più di ieri necessaria una nostra iniziativa sul tema della precarietà. 350.000 precari dei nostri settori aspettano una risposta che la Legge Finanziaria non offre, nemmeno attraverso un percorso progressivo di stabilizzazione di tutte le forme di precariato, ad iniziare dai tempi determinati. In assenza del quale il confronto col Governo non potrà dirsi positivamente concluso. La Confederazione, da parte sua ha più volte sottolineato l’urgenza del tema della precarietà, ma si sta accumulando un ritardo che reclama un dibattito ed una decisione che non possono più essere rinviati e che continueremo a sollecitare.
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