(051117) Ex Cirielli: una legge dalle conseguenze drammatiche

Dichiarazione stampa di Fabrizio Rossetti

Responsabile Nazionale Fp Cgil settore penitenziario
 

Il sistema carcerario italiano non reggerà l’urto

 

            Una legge, la ex Cirielli, la cui applicazione farà esplodere definitivamente il nostro sistema carcerario, già dichiarato in stato comatoso dallo stesso Guardasigilli. 

            Le stime prefigurano un aumento della popolazione detenuta di circa 20.000 presenze per il solo anno 2006 che così passerebbero dalle attuali 61.000 unità a più di 80.000 e ciò a fronte di una immutata capacità di ricezione per soli 40.000 uomini e donne. 

            Il sistema carcerario non potrà quindi reggere all’impatto ex Cirielli e nessuno può minimamente ipotizzare a quali pericolosissime conseguenze saranno sottoposte le nostre carceri, le tantissime donne e uomini che nel carcere vivono o nel carcere lavorano. 

            Sarà difficile per la stessa Polizia penitenziaria governare l’applicazione di questa legge che interviene barbaramente sia sulle condizioni materiali di vita dei reclusi e degli operatori  sia sulla loro percezione di quel senso universale di giustizia ormai definitivamente sottratto ai luoghi di detenzione. 

            Gli scandalosi 19 Euro di spese pro-capite che lo Stato spende oggi per garantire quei servizi diretti alle persone detenute (assistenza sanitaria, istruzione, lavoro, attività trattamentali) diminuiranno ancora, mentre aumenteranno i letti a castello e le situazioni di insostenibile, indecente, incivile  promiscuità. 

            Aumenteranno i suicidi e la disperazione di quelle persone alle quali la legge sottrae possibilità di rivincita, si azzereranno le possibilità di reinserimento sociale. 

            Un carcere, insomma, quello che esce dall’approvazione della ex Cirielli, che si conferma un non luogo, una porzione extraterritoriale sul quale non si è faticato a scaricare gli effetti perversi di logiche e interessi tutti particolari. 

            Una responsabilità, anche morale, alla quale quella parte politica verrà sicuramente richiamata. 

            Doveroso, a questo punto, un provvedimento di amnistia, non fosse altro che per il giusto risarcimento che si deve a quei cittadini momentaneamente privati della libertà personale e oggi  costretti a subire l’ennesima legge vergogna. 


Roma,  29 novembre 2005