(051112) LA DIRETTIVA BOLKESTEIN DOPO IL VOTO: NOTA DI ROSA PAVANELLI SEGRETARIA NAZIONALE FP CGIL

La Commissione per il Mercato interno del Parlamento Europeo ha votato la direttiva Bolkestein, confermando la presenza del principio del paese d'origine e inserendo, nel campo di applicazione, i servizi di interesse economico generale.

Pubblichiamo di seguito la nota che affronta una prima valutazione del risultato della votazione, a firma di Rosa Pavanelli, della segreteria nazionale.


BOLKESTEIN: I RISCHI DOPO IL VOTO IN COMMISSIONE

Purtroppo siamo stati facili profeti. Dopo la manifestazione del 15 ottobre non ci avevano rassicurato le parole di chi anticipava (improbabili) miglioramenti della direttiva Bolkestein.
La direttiva sui servizi nel mercato interno è stata invece approvata il 22 novembre 2006, nella sua versione più liberista, dalla Commissione mercato interno del Parlamento Europeo. La maggioranza di centro destra (popolari, liberali e destra) ha persino respinto le già piuttosto blande ipotesi di compromesso studiate dalla relatrice socialista Evelyn Gebhardt. Il risultato è pessimo e il testo della direttiva rimane pericoloso.

Infatti l’inclusione dei servizi di interesse economico generale nel campo di applicazione della direttiva conferma la volontà di perseguire una politica liberista dei servizi pubblici e di pubblica utilità che rappresentano un affare di enormi dimensioni economiche.
Ci preoccupa che questa liberalizzazione avvenga in assenza di una chiara definizione dei servizi di interesse generale e dei servizi di interesse economico generale aprendo la possibilità di inserire nel campo di applicazione della direttiva sia beni comuni come l’acqua sia servizi pubblici come la sanità e i servizi sociali. Questo purtroppo dimostra che senza una legislazione quadro in difesa dei servizi pubblici in Europa sia inaccettabile una loro regolamentazione basata sui principi della direttiva Bolkestein.

Tutto ciò è aggravato dalla volontà di mantenere il principio del paese d’origine. La sconfitta alla Commissione mercato interno dimostra che questo principio non può essere temperato. E’ infatti antitetico al principio dell’armonizzazione e come tale si basa proprio su forme inaccettabili di discriminazione, che neppure l’esclusione del diritto del lavoro, riesce a rendere più tollerabili.

La CES ha condannato fermamente il risultato della votazione. Per quanto ci riguarda, assieme alla Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici, continuiamo a sostenere che questa direttiva, nelle sue forme attuali e, ancor di più, dopo il voto del 22 novembre, debba essere ritirata. Ora, e non dopo la sua approvazione dal Parlamento europeo.

Occorre mettere in capo il massimo impegno della Funzione Pubblica CGIL per coinvolgere lavoratrici e lavoratori, l’opinione pubblica, amministratori locali in un grande confronto che possa esercitare le necessarie pressioni sul governo e sulle forze politiche in vista del voto al Parlamento Europeo.

La FP CGIL si adopererà affinché la CES e la FSESP promuovano una grande mobilitazione europea che impegni i sindacati nazionali insieme al Social Forum Europeo e ai movimenti, per impedire che venga approvata una direttiva come questa, che, sulla base dell'ideologia del mercato, mette a rischio l'intera costruzione dell' Europa sociale ed anzi, mostra un’Europa delle istituzioni sorda agli interessi dei cittadini e dei lavoratori.

 

Roma, 24 novembre 2005