Al Dott. Orioli
In merito all’articolo sui salari,
pubblicato sul vostro giornale il 24 marzo, di F. Padoa Schioppa, siamo
stupiti dalla veemenza con la quale, per affermare una tesi esclusivamente
politica, si utilizzano strumentalmente dati senza alcuna comparazione con
l’andamento strutturale nel corso degli anni e con una confusione di
soggetti interessati.
Ricordiamo che l’incidenza della spesa per
retribuzioni sul PIL è passata dal 12,6% del 1990, all’11% del 2003, come
risulta dai dati ISTAT.
L’ISTAT afferma anche che le retribuzioni
contrattuali dei dipendenti pubblici nel periodo 2000-2004 sono cresciute
solo dell’8,2% a fronte di una inflazione reale del 12,8%. Invece le spese
per consulenze ed incarichi, con il Governo attuale, negli anni 2002-2003
sono cresciute del 54,2%.
Secondo l’ISTAT nel quadriennio 2000-2004,
nei settori pubblici contrattualizzati, la spesa per retribuzioni è
diminuita del 3,3%. In relazione alle differenze di crescita delle
retribuzioni nei diversi settori l’ARAN, pubblicando i dati comparati tra
pubblico e privato, non rileva le divaricazioni indicate dall’articolista.
Una domanda sulla flessibilità del lavoro:
dove si riscontra che a maggior precarietà corrisponde maggiore efficienza
ed economicità della pubblica amministrazione?
Ricordiamo come l’Italia abbia uno dei
rapporti più bassi, rispetto agli altri paesi europei, di dipendenti
pubblici in relazione alla popolazione e al totale degli occupati.
E’stato questo Governo ad abbandonare le
politiche dei redditi e una corretta politica fiscale, alle OO. SS. non
resta che la funzione rivendicativa che, con la richiesta dell’8%, si
limita alla difesa del potere di acquisto delle retribuzioni.
Roma, 24 marzo 2005
Carlo Podda
Segretario Generale FP-CGIL
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