(041008) Carceri: è giunta l’ora delle risposte - Un piano straordinario di interventi per uscire dalla crisi
DICHIARAZIONE STAMPA DI CARLO PODDA SEGRETARIO GENERALE DELLA FP-CGIL NAZIONALE E DI ACHILLE PASSONI, SEGRETARIO NAZIONALE CGIL

Ancora una volta i riflettori che si accendono sul carcere illuminano una realtà attraversata da una profonda crisi politico-organizzativa e di valori alla quale questa volta si aggiunge un disastro finanziario al limite della bancarotta.

Ancora una volta i detenuti, con la loro azione di protesta, che tutti vogliamo si mantenga pacifica, denunciano condizioni di vivibilità indegne di un paese civile.

Nelle carceri si muore di più, ci si ammala di più e sempre meno esiste la possibilità di offrire concrete opportunità di riscatto e credibili alternative di reinserimento sociale.

Se il tema di questa ondata di proteste degli oltre 56.000 detenuti è la richiesta di maggiore legalità e di rispetto della legge, è il segno di una situazione ormai insostenibile.

Tutti sanno perché la qualità della vita in carcere è così repentinamente ed immediatamente scaduta in questi ultimi tre anni: questo mondo è stato attraversato da un lato dalla devastante azione del governo sul tema dei bilanci (circa 124 milioni di euro in meno rispetto all’esercizio finanziario 2001) e dall’altro dall’attività controriformatrice del Guardasigilli tesa a cancellare le speranze di evoluzione indispensabili per una istituzione quale quella carceraria.

Tutto ciò è stato accompagnato dalla macroscopica insensibilità istituzionale dell’ingegner Castelli che lo hanno portato a definire le carceri italiane Hotel a cinque stelle o ad indicare il modello carcerario cileno quale esempio da perseguire.

Ora, però basta con le analisi.

Gli uomini e le donne che nel carcere lavorano o nel carcere vivono chiedono atti concreti.

E’ ora che il Governo, il Parlamento e le istituzioni sentano il dovere di rispondere a questo lento ed inesorabile degrado ed abbandono in cui l’ingegner Castelli ha ricacciato il carcere.

Si apra immediatamente un confronto fra tutti i soggetti interessati, istituzioni, politica, operatori, associazioni del volontariato, Enti Locali e rete dei servizi e si assuma al più presto un piano straordinario di interventi tesi a ricondurre il nostro sistema carcerario ad una situazione di civiltà, giuridica e sociale.

Come primo atto il Governo si impegni a modificare la legge finanziaria invertendo la tendenza. Che si ricominci ad investire euro sul carcere.


Roma, 19 ottobre 2004