(030911) RIFORMA DELL'ORDINAMENTO GIUDIZIARIO: COMUNICATO STAMPA DI LAIMER ARMUZZI SEGRETARIO GENERALE FP CGIL

Riforma dell'ordinamento giudiziario: una legge contro le libertà, contro le garanzie costituzionali,
contro il principio di uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge.

Cesare Beccaria disse: "non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permettono che l'uomo cessi d'essere persona e diventi cosa".
Esattamente ciò che accadrà se passerà il tentativo di controriformare l'ordinamento giudiziario.
Vietare la libertà di associazione, censurare le sentenze, soffocare la libera manifestazione del pensiero, strumenti per governare uno stato antidemocratico.
E', né più né meno, l'attacco conclusivo per assoggettare definitivamente al potere politico l'ordine giudiziario.
Una legge liberticida, che calpesta la Costituzione e che modica profondamente l'assetto istituzionale di questo Paese.
Nel grande quadro delle libertà sono sempre state fondamentali le libertà politiche e quelle di manifestazione del pensiero, quelle, cioè, che la c.d. Casa delle Libertà sta tentando di cancellare per i cittadini magistrati.
Quanto, poi, alla richiesta di conoscere le modalità di svolgimento delle assemblee promosse dall'ANM il 18 settembre scorso, è un antico vizio del Ministro Castelli quello di reagire al crescente dissenso nei suoi confronti tentando di limitare l'esercizio della libertà di associazione, del diritto di sciopero.
Lo ha fatto anche nei confronti di quei lavoratori del Ministero della Giustizia che in questi ultimi due anni hanno partecipato in gran numero alle iniziative di mobilitazione e di sciopero contro le sue politiche.
Fece chiedere i nominativi dei partecipanti allo sciopero unitario del 16 Aprile 2002
Il Ministro dovrebbe sapere che anche la Fp Cgil il 18 settembre 2003 ha promosso iniziative di mobilitazione in tutti i luoghi dove si amministra la Giustizia, e che moltissimi lavoratori, partecipandovi, hanno espresso la loro piena ed incondizionata solidarietà alla magistratura per quella che abbiamo già definito una vera e propria battaglia di libertà.
Chieda, quindi, il Ministro Castelli anche le modalità di svolgimento e la durata delle nostre iniziative e chieda, anche, quanti lavoratori dipendenti dal Ministero che Lui amministra hanno partecipato a quelle manifestazioni di dissenso nei confronti delle iniziative del Governo e contro la sua politica vuota di contenuti e di valori; sapremo come rispondere.

Roma, 25.09.2003