Roma,
12.09.2003
Al
Presidente
dell’Associazione Nazionale Magistrati
Edmondo Bruti Liberati
Caro Presidente,
Uno dei padri costituenti della nostra Carta, Piero Calamandrei, raccontava
che ai tempi del fascismo, nello studio di un avvocato di sua conoscenza si
vedeva appesa dietro la scrivania, sulla testa di lui seduto, una tabella
con un’iscrizione misteriosa: “non è”.
Chi entrava per la prima volta in quello
studio rimaneva perplesso e incuriosito sul significato di quell’iscrizione
cabalistica, ma non osava chiedere spiegazioni perché quelli erano anni in
cui anche nel fare domande bisognava essere prudenti. Ma poi, presa
confidenza, dopo un po’ di tempo, l’interlocutore, si faceva coraggio e
chiedeva il significato di quelle due parole:
“Una errata corrige” era la risposta,
“Nelle aule giudiziarie”, rispondeva l’avvocato, “in quella scritta che dice
“la legge è uguale per tutti” c’è un errore di stampa; dov’è scritto “è”
bisogna leggere “non è”.
Non c’era bisogno di aggiungere altro,
soprattutto a quei tempi.
E’ nel tentativo di trasformare quel “non
è” in “è” che si riassume il contributo di tutte le forze democratiche negli
ultimi cinquant’anni.
In quella battaglia contro una legalità
adulterata e falsificata, che nel periodo al quale si riferisce l’episodio
narrato da Calamandrei ha lasciato pesanti tracce sulla concezione della
vita e sulla stessa coscienza dei cittadini, decisivo è sempre stato il
contributo della Magistratura.
Spesso una battaglia di libertà anche come
condizione ineliminabile per la legalità.
Lo stesso Calamandrei diceva “dove non v’è
libertà non può esservi legalità”.
Per la FP CGIL la vostra, la nostra è una
battaglia di libertà.
La giustizia, purtroppo, è divenuto
terreno di scontro quotidiano, la sua rappresentazione distorta eccita gli
animi, spinge ad urlare.
Reputiamo, però, i recentissimi attacchi
all’Ordine Giudiziario oltre che lesivi degli stessi principi Costituzionali
che garantiscono la separazione dei poteri in questa Repubblica, un vero e
proprio attacco al cuore dello Stato.
E’ evidente che colpendo la Magistratura
si colpisce l’idea di uno Stato, di una società che rifiuta di accettare il
mercato ed il profitto come gli unici centri regolatori delle relazioni,
soggettive e collettive.
E’ altrettanto evidente che colpendo voi
si tenta di reintrodurre quell’errata corrige; si tenta di far ricomparire
nelle aule dei Tribunali quella scritta che si leggeva “la legge non è
uguale per tutti”
Esprimere solidarietà e totale
condivisione per le vostre battaglie è una condizione necessaria ma non
sufficiente, perché non si tratta più nemmeno di schierarsi in quello che,
in maniera distorta, si vuol dipingere come uno scontro fra Poteri.
E’ una vera e propria battaglia per la
democrazia, per l’uguaglianza e per la libertà.
Saremo con voi il 18 settembre.
Organizzeremo riunioni dei nostri comitati
degli iscritti in tutti i luoghi deputati all’esercizio del complesso
mandato giudiziario, dai Tribunali alle Carceri, dagli Uffici dei Giudici di
Pace ai Centri di Prima Accoglienza per Minori.
Con affetto.
Laimer Armuzzi
Segretario Generale FP CGIL Nazionale |