(030801) Giustizia
Minorile: la riforma Castelli riporta il sistema all’anno zero - In un
sistema repressivo i diritti dei minori saranno meno tutelati - DICHIARAZIONE
STAMPA DI FABRIZIO ROSSETTI Responsabile Nazionale Fp Cgil
Non c’è nessun bisogno di
riformare in questo modo la giustizia minorile in Italia. Cancellare i Tribunali
per i minori e eliminare ogni effettiva specializzazione del giudice minorile
provocherà un abbassamento della tutela reale dei diritti dei minori. La riforma voluta dal Ministro Castelli non è necessaria neanche se inquadrata all’interno del fenomeno della devianza giovanile; non è necessaria perché negli ultimi dodici anni si è registrato un calo progressivo di circa 6.000 denunce a carico di minori; da 45.000 a circa 39.000 con un calo più consistente negli ultimi due anni.
Il Censis nel 2001 ha evidenziato che i minori denunciati sono il 2,6%
del totale dei cittadini denunciati. A livello europeo il confronto è con tassi
molto più alti: il Regno Unito registra un incidenza del fenomeno pari a circa
il 24%, la Francia il 21% e la Germania il 13%.
E’ utile evidenziare che i primi due paesi sono quelli dove si pratica
la cosiddetta tolleranza zero nei confronti dei minori.
In calo, dal 1995 al 2001, anche il dato dei minori stranieri denunciati,
da circa 12.000 a poco meno di
8.000.
Questi dati confrontati con altri paesi europei vedono l’Italia in
posizione sicuramente migliore.
Questa riforma, quindi, non serve a creare più sicurezza, anzi, si
inserisce in un contesto nel quale
gli effetti potrebbero essere contrari.
Questa riforma è il segnale di un disprezzo innato
per una giustizia riparativa, assimila il diritto minorile al sistema
penale utilizzato per gli adulti e segna l’abbandono della cultura del
reinserimento sociale dei giovani italiani e stranieri in situazioni di disagio
e dell’integrazione dei ragazzi immigrati e rifugiati.
Questa riforma è in stridente contraddizione con gli impegni che lo
stesso Governo Italiano ha formalmente assunto all’ONU poco più di un anno fa
quando il nostro Paese si è impegnato a mantenere ordinamenti speciali
sulla giustizia Minorile.
E’ triste doverlo affermare, ma questa riforma, se approvata
definitivamente, porterebbe l’Italia da una posizione di avanguardia culturale
al livello delle nazioni meno progredite in tema di cultura minorile.
La Cgil, le associazioni del volontariato, giuristi, professionisti del
settore e tantissimi operatori del settore hanno già detto NO e preannunciano,
per settembre, una serie di manifestazioni di protesta contro quella che può
essere definita una vera e propria controriforma oscurantista. Roma 04/08/2003
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