(030306) IL MINISTERO DELLA DIFESA E' SEMPRE PIU' UN MINISTERO PER LA GUERRA: LETTERA APERTA DI LAIMER ARMUZZI SEGRETARIO GENERALE FP CGIL AL MINISTRO DELLA DIFESA ON. ANTONIO MARTINO 

Egregio Ministro

Il 7 marzo la Funzione Pubblica Cgil è scesa al fianco dei lavoratori civili del Ministero della Difesa per contrapporre ai pochi che sostengono la guerra la voce, la forza serena e tranquilla dei tanti cittadini, in questo caso dipendenti del suo Dicastero, che sono per la pace.
Lo ha fatto organizzando in tutte le realtà lavorative del Ministero della Difesa iniziative di mobilitazione per una pace senza se e senza ma.
Assemblee interne ed esterne ai luoghi di lavoro, manifestazioni territoriali e girotondi intorno agli arsenali, agli stabilimenti militari ed alle caserme hanno visto la partecipazione di migliaia di lavoratori civili del Ministero della Difesa.
In tantissimi casi a queste iniziative hanno dato il loro sostegno associazioni civili, gruppi laici e cattolici e tavoli territoriali per la pace.
Il 7 di Marzo abbiamo vissuto una bellissima giornata di partecipazione nel suo Ministero.
Tutto ciò nonostante alcuni scomposti tentativi di alcuni vertici militari che, come nel caso di Pavia, hanno deciso di schierarsi con quelli che la guerra la vogliono senza se, senza ma.
Negarci l'autorizzazione a svolgere un'assemblea con i lavoratori dello stabilimento Genio Militare di Pavia è stato un vero e proprio attacco alle regole democratiche sancite dalla Carta Costituzionale.
Il ripetersi di episodi sintomatici di un clima di intolleranza che si và costituendo nel suo Ministero cominciano a dare il segno di un vero e proprio disegno teso a soffocare il dissenso, considerando anche le sue recenti affermazioni sull'ineluttabilità di una guerra e la sua dichiarata propensione ad un attacco all'Iraq, senza se e senza ma.
Dal 7 Marzo in tutte le nostre ( ed evidenziamo questa specificazione di possesso) bacheche sindacali è stato esposto il vessillo ( e non bandiera) arcobaleno simbolo di pace.
A Noceto di Parma, stabilimento Militare, il Comandante, in maniera assolutamente scomposta e con toni che mascherano a fatica una grande insofferenza sul tema della pace, ha invitato il nostro delegato sindacale a rimuovere quel vessillo, pena chissà quali sanzioni per " violazione di disposizioni governative".
Ora, a prescindere dal clima sudamericano che trasuda dal vocabolario usato dal comandante di quello stabilimento militare, risulta evidente almeno una cosa: la bacheca sindacale gode di extraterritorialità; ciò a tutela proprio della libertà, garantita dalla Costituzione, di pensiero e di opinione per le rappresentanze sindacali, le associazioni in genere, i comuni cittadini. Esistono competenti sedi giurisdizionali alle quali ricorrere nel caso in cui comunicati e volantini siano lesivi di interessi soggettivi o generali; se esporre il vessillo della pace lede interessi del suo Ministero si rivolga, e faccia rivolgere i comandanti degli stabilimenti o dei reparti, ai competenti giudici.
Noi continueremo a batterci contro la guerra usando gli unici strumenti che abbiamo
disposizione, continueremo, quindi, a manifestare ed ad esporre il simbolo arcobaleno che in tutto il mondo rappresenta la volontà di pace per milioni di persone.
Non ci faremo intimidire da nessuno e non ci convincerete mai sull'ineluttabilità della guerra.
Mi permetto di ricordarle, per l'incarico che ricopre, che la migliore Difesa è la pace.
Distinti saluti.

Roma 11 Marzo 2003