RIUNIONE DIPARTIMENTO MEZZOGIORNO

RELAZIONE INTRODUTTIVA DI ANTONIO CRISPI - SEGRETARIO NAZIONALE FPCGIL
 

Napoli, 4 Novembre 2003

La Segreteria Nazionale, nel vuoto d’attenzione politica, di programmi e d’iniziative, da parte del Governo, mi permetto sottolineare anche dell’opposizione, ha deciso di rilanciare l’attività del Dipartimento Mezzogiorno, come scelta fondante dell’attività politica della Funzione Pubblica Nazionale.

La scelta politica di rilanciare l’attività del Dipartimento-Mezzogiorno è un segnale importante, sta a noi renderla da subito efficace, per ricercare, analizzare, selezionare, promuovere programmi ed iniziative per tenere alta l’attenzione sul Mezzogiorno, o sui Mezzogiorni d’Italia, dal punto di vista di un sindacato e di operatori, quali noi siamo, dell'impiego pubblico.

Parlare, oggi, del Mezzogiorno significa inquadrarlo nella sua dimensione Europea, Nazionale e Mediterranea, evitando, sapientemente, ogni contrapposizione con i paesi entrati, a pieno titolo, a far parte della Comunità Europea.

A livello Europeo si pongono alcune questioni importanti per il Mezzogiorno:  l’allargamento pone questioni inedite per il Sud, forse al momento non del tutto individuabili e definibili.

Credo però che la strada giusta sia quella del confronto e del coinvolgimento dei nuovi paesi su temi quali quello dello sviluppo, avendo il Mezzogiorno maturato esperienze negative, ma anche positive che possono rappresentare un patrimonio da offrire sul piano della costruzione di idee comuni per lo sviluppo futuro dell’Europa alle giovani democrazie dell’Est, a partire, da finanziamenti mirati, da parte della comunità Europea, per la nascita e la diffusione della piccola e media impresa, esperienza valida sia a livello Nazionale che Meridionale, privilegiando: ricerca comune, e qualità dei prodotti, piuttosto che la concorrenza sui costi del lavoro e dei prodotti; l’attuale dibattito sulla Cina docet, l’esperienza da noi maturata in tema di sviluppo territoriale e contrattazione programmata, per evitare una dannosa contrapposizione, una guerra tra”poveri”sulla ripartizione dei fondi Europei che potrebbe vederci entrambi penalizzati, viste le condizioni economiche e sociali di partenza del Sud e dell’Est.

La discussione ancora in corso, su quella che tutti individuano come la nuova costituzione Europea, che non sembra potersi chiudere nel semestre di Presidenza Italiana, avrà sicuramente e necessariamente la sua ricaduta sul Mezzogiorno, non fosse altro che per le forme istituzionali di supporto allo sviluppo.

Non è solo importante come si voterà nel nuovo parlamento Europeo, questione fondamentale per la rappresentatività e rappresentanza dei popoli, ma anche e soprattutto se sarà salvaguardata l’esperienza, tutta Europea, dello Stato sociale che le destre al potere cercano di distruggere;

la carta dei diritti Europea delle persone;

la costruzione di una politica estera comune;

di una difesa comune, del ripudio della guerra preventiva come mezzo dirimente delle controversie fra Nazioni.

la costituzione di una comunità Europea fondata sul diritto e laica.

Le religioni, quando, come stiamo vedendo, in alcuni paesi del medio oriente, informano e sono parti costituenti dello stato, procurano danni piuttosto che risolvere problemi sia sul piano dei diritti delle persone che nei rapporti internazionali, come la stessa storia Europea c'insegna. Tutti i fondamentalismi, a mio avviso vanno combattuti, siano essi di religione, mussulmana, ebraica o cattolica. Il crocifisso sta bene nel cuore di chi ci crede, nelle sedi di culto, nelle case di chi vuole esporli. Provo una gran delusione che sia un provocatore, come il sedicente signor Smith, a far nascere un dibattito sulla laicità dello stato Italiano senza che la sinistra vi partecipi con la ricchezza della sua tradizione laica e rispettosa delle Religioni. Su questo tema di così grande spessore e valore le persone si aspettano parole chiare e non meri calcoli elettorali. Coraggio e non reticenze.

vi è quindi l’attenzione politica dell’Europa nei confronti del Bacino del Mediterraneo da rivendicare e da rilanciare. Bacino culla della cultura e della civiltà Europea ed Occidentale dalla matematica alle scienze, al diritto, che l’Europa non può assolutamente dimenticare, tanto meno l’Italia e le comunità meridionali.

Se questo non bastasse vi è una guerra sanguinosa ed infinita tra Israeliani e Palestinesi, elemento di destabilizzazione internazionale e di pericoli reali di terrorismo, verso cui l’Europa e la stessa Italia fino ad oggi sono stati tiepidi ‘iniziative e di atti concreti per la sicurezza d’Israele e la creazione dello stato Palestinese.

Perché questo Mare Nostrum che ci unifica, dalla ex Iugoslavia al Magreb fino alla Spagna e la Francia, è luogo, oggi, dell’immane tragedia degli immigrati che fuggono dai loro paesi alla ricerca di un futuro migliore, prima vessati e sfruttati dai nuovi commercianti-schiavisti di uomini e donne e poi incontrano la morte vicino alla meta della loro speranza. Se sbarcano poi, trovano ad aspettarli una legge disumana e razzista come la Bossi-Fini che li considera non uomini e donne,  ma merci che vanno rispedite al mittente, o spremuti se trovano un lavoro, e “non” una politica comune dell’Europa fatta d’accoglienza e d’integrazione.

E’ singolare che si abbia dovuto attendere il litigio nella maggioranza di una destra qualunquista, populista e per buona parte razzista, la trovata tattica e geniale di Fini, rivolta a risolvere “faccende” all’interno della maggioranza e non per favorire una vita migliore agli immigrati, per rendere attuale il tema del voto agli immigrati nel nostro Paese?

In ogni modo la sinistra non trova ancora la forza di affrontare il voto, come un diritto di chi lavora, paga le tasse e concorre ad aumentare la ricchezza del nostro Paese, ne rispetta le leggi poiché oramai integrato nella nostra società ed è identico ai cittadini italiani senza esami quindi e prove del nove da sostenere.

Infine, va ricordato che sul bacino del Mediterraneo si affacciano circa ottocento milioni di persone con le quali sarebbe oltremodo utile sviluppare scambi culturali, commerciali, infrastrutture e politiche di reciprocità nel rispetto delle culture, tradizioni e religioni, basata sulla tolleranza e la solidarietà, solo così è possibile sviluppare insieme conoscenza e ricchezza che possono far gestire i flussi immigratori all’insegna di un rapporto politico tra gli Stati e d’umanità tra le persone, solo così attraverso la ridistribuzione delle risorse e lo sviluppo è possibile fermare le guerre e orientare tutti a condurre efficientemente la lotta al terrorismo e sconfiggerlo.

Sul versante nazionale non è il primo anno ma terzo di fila che assistiamo ad una riduzione di risorse per il Mezzogiorno, lottiamo affinché sia l’ultimo.

Rispetto alla finanziaria 2003 si registra una riduzione complessiva delle risorse disponibili nel triennio, si passa, infatti, dai circa 45 miliardi previsti per il triennio 2003/2005 ai 39 per il triennio 2004/2006, in particolare slittano al 2006 le risorse per il co-finanziamento dei fondi Europei e per quanto riguarda le aree sotto utilizzate è solo simbolico per il 2004: 100 milioni d'euro. Si riducono gli stanziamenti per le infrastrutture nel Mezzogiorno del 50%, al Nord solo del 13%;

si sopprimono i prestiti d’onore.

La politica di questo Governo è strabica ed è rivolta al Nord. Sostenuta dall’asse Tremonti – Bossi. Non v’è nessun'intenzione per i problemi del Sud sia sul piano produttivo, sia sui servizi all’impresa.

Sono stati cancellati sia gli incentivi per l’auto-imprenditorialità, sia quelli per le infrastrutture materiali ed immateriali.

La riduzione dei fondi agli Enti Locali, Regioni, Province; Comuni, nega ogni politica sociale e tutela delle categorie più deboli, come gli anziani e i bambini, dai servizi fondamentali come la sanità, la scuola, ai trasporti alla casa, dal reddito sociale minimo garantito al sostegno per quelle famiglie che sono alla soglia della povertà pur se qualche volta percepiscono un reddito.

Premesso che ci troviamo di fronte ad un Governo Nazionale dannoso per il Mezzogiorno, assolutamente contrario agli interessi del Sud, per non dire nemico, per questo è una scelta opportuna e acquista grande importanza la manifestazione del 15 novembre a Reggio Calabria, vorrei invitarvi a riflettere sul fatto che comunque nel Sud vi sono molte risorse economiche a disposizione dei Governi locali: circa 80 miliardi di euro, tra fondi Europei e Nazionali che meritano la nostra attenzione per verificare l’efficienza, l’efficacia, la trasparenza delle politiche Regionali e soprattutto la qualità della spesa, da parte degli Enti locali, in termini d’incentivazione della ricerca pubblica, universitaria dell’innovazione del proprio modo d’essere istituzione, di promuovere formazione e politica d’accoglienza per gli immigrati.

La concreta riduzione o meno dei servizi e dello Stato sociale al Sud.

il ricorso o meno all’imposizione fiscale locale per affrontare problemi, quali l’istruzione e la spesa per la tutela della salute;

il ricorso o meno al documento di programmazione regionale DPEFR, che non è solo fondamentale per la costruzione di bilanci trasparenti ed efficaci, ma anche utile per tentare di coniugare emergenza e programmazione.

Una riflessione sulla contrattazione programmata, abbandonata dal Governo, rispetto a patti territoriali e contratti d’area, in particolar modo al grado di coinvolgimento e di partecipazione nostra della FP a livello territoriale, nel rapporto con la confederazione.

Una valutazione su lavoro e occupazione, sulle norme attuative della legge 30 per quanto attiene il mercato del lavoro al Sud, a partire dal fatto che il trend positivo di crescita dell’occupazione, qualitativamente soprattutto precaria, registrata fino al 2001 è oggi in fase recessiva con una velocità doppia rispetto alla crescita.

Lo stato attuale dei collocamenti pubblici, trasferimento del personale e quant’altro.

Un’attenzione particolare agli Statuti regionali, per quanto attiene il coinvolgimento dei soggetti sociali nella discussione e nella loro definizione, per evitare, come sta accadendo, penso alla Calabria, (fortunatamente si è fatta un’altra scelta in Campania), che si annulli l’elezione diretta del Presidente della Giunta, per un ritorno all’antico da parte dei partiti e che si centralizzi a livello regionale senza delocalizzare su Province, e comuni ciò che oggi si condanna a livello Nazionale, e infine senza distinguere nettamente ruolo e funzione di ogni livello territoriale, dalla programmazione Regionale, all’esecutività degli altri Enti locali.

Sicurezza, legalità e diritti di cittadinanza. Sono argomenti inevitabili per ogni forma di supporto e sviluppo del Mezzogiorno, basta seguire la cronaca quotidiana.

Il Mezzogiorno però, non va visto solo come luogo di problemi, a volte irrisolti e perenni. Molte cose sono cambiate anche in termine positivo. Noi stessi abbiamo determinato il cambiamento della pubblica Amministrazione e abbiamo tutto l’interesse a renderlo evidente.

Vi sono esperienze d’eccellenza vissute sui territori del Sud, anch’esse devono aiutarci a fotografare il Mezzogiorno, lo sviluppo locale e a definire proposte ed azioni d’attivare insieme ai livelli Confederali e contrattuali.

Dalla mia esposizione si evince una questione che a voi sicuramente non sfugge.

Da qualsiasi versante affrontiamo le problematiche del Sud, il nostro lavoro s'interseca con la confederazione e gli altri dipartimenti Nazionali.

Non ci dobbiamo sostituire al loro, d’altro canto un dipartimento del Mezzogiorno ha caratteristiche d’orizzontalità, il suo referente naturale è il territorio.

Il territorio non può essere tagliato a fette, in lungo o in largo e gli ambiti d’intervento sono quelli istituzionali, quindi penso che il nostro lavoro vada necessariamente condotto in relazione alla Confederazione e agli altri Dipartimenti.

Usufruendo del loro lavoro, offrendo il nostro, scegliendo per quello che mi riguarda sempre la strada dell’approfondimento dell’iniziativa possibilmente comune.

In questo senso intendo muovermi, se voi convenite continueremo insieme in questa direzione.


Altre due considerazioni:

la prima: non credo che dobbiamo lavorare per approntare un altro convegno sul Mezzogiorno, ma approfondire temi e selezionare priorità che da oggi individueremo, localizzando l’iniziativa di volta in volta su di un territorio, tenendo conto degli impegni più in generale.

La seconda: reputo necessario da ora l’analisi di un programma di incontri sul territorio, nell’arco di un paio di mesi per un approfondimento delle singole realtà regionali.

Infine è mia intenzione sottoporre, alla Segreteria Nazionale FP, la creazione, se siete d’accordo, di un Osservatorio Territoriale sui diritti di cittadinanza, sulla sicurezza e lo sviluppo locale che tenga sotto osservazione una serie di dati statistici a supporto del lavoro che dovrà svolgere il dipartimento e dei territori.

L’Osservatorio sarà attivato sulle Regioni dell’area 4 (riferimento dei mercati Nazionali) e di obiettivo

1 (aree del disagio economico dell’UE) di seguito elencate:

- Campania

- Molise

- Puglia

- Sardegna

- Sicilia

- Calabria

- Basilicata

I dati saranno raccolti con dettaglio regionale e provinciale con raffronto per area territoriale Mezzogiorno

, (sarà possibile il confronto anche con il Nord-Est, il Nord-Ovest ed il Centro) e nazionale.

Nelle attività di raffronto sarà tenuta in considerazione delle politiche di coesione (introduzione ed applicazione di normative, legislazioni, suggerimenti) con l’Unione Europea, la capacità d'utilizzo dei fondi Europei, la spesa e la tipologia dei progetti e degli obiettivi attuati dagli Enti locali.

I dati statistici di riferimento e gli indici per la ricostruzione della banca dati di base comprendono informazioni di carattere generale sulla “Popolazione”, sul “Tessuto imprenditoriale”, sul “Mercato del lavoro”, sui principali “Risultati economici”, sulla “Apertura dei mercati”, sul “ Tenore di vita”, sulla “Competitività del Territorio”, sul “Contesto sociale”, sulla “Qualità della vita e del Territorio”, sul ” Ruolo ed azioni degli Enti locali in merito allo sviluppo e alla qualità della vita e del territorio”.

Sarà ricavato un capitolo d’informazione statistica riferita ai “Diritti di cittadinanza” utilizzando parametri ed indici riferiti alla scolarità, all’occupazione, al sistema sanitario e così via ed un capitolo sulla “Sicurezza sociale” riferito a parametri ed indici forniti dal Ministero degli Interni.

I dati statistici saranno ricavati da varie fonti, tutte ufficiali e certificate, quali:


- ISTAT

- CENSIS

- ISTITUTO TAGLIACARNE

- UNION CAMERE – INFOCAMERE

- MINISTERO DEGLI INTERNI

- MINISTERO DELL’INDUSTRIA

- MINISTERO DELLA SANITA’

- BANCA D’ITALIA

- POSTE ITALIANE spa

- INPS

- LEGAMBIENTE

- ITALIA OGGI

- ILSOLE 24 ORE.

In particolare, il capitolo sulla “Popolazione”, oltre ai dati generali d'anagrafe, conterrà quelli sulla popolazione straniera residente (comunitaria ed extracomunitaria).

Il capitolo sulla “Competitività del territorio” terrà conto del numero dei protesti bancari e sui fallimenti (dichiarati e chiusi).

Il capitolo d’indagine “Contesto sociale” conterrà una serie di dati specifici sui principali reati registrati sul territorio, sul numero di persone denunciate e sui minori di 18 anni denunciati (quantità ed incidenza sul totale), l’indici sulla presenza del crimine associato.

Tale quantità e qualità d’informazioni potranno disegnare un complesso sistema d’interpretazione d'alcuni fenomeni utili alla redazione di un rapporto.

A queste attività di ricerca si pensa di abbinare una serie d'attività di rapporto e contatto diretto con acquisizione di documentazione, dati, informazioni con alcuni soggetti locali, ad esempio:

- con le Direzioni Scolastiche Regionali;

- con le Province e le Regioni;

- con il Ministero degli Interni e le prefetture;

per l’acquisizione d’informazioni e dati sui progetti speciali di formazione/comunicazione sulla legalità sui fenomeni delinquenziali o, comunque, su tutte le iniziative collegate a tali tematiche ed a quelle specifiche riferite ai “Diritti di cittadinanza”, per un aggiornamento costante ed un approfondimento sui dati statistici.

Ulteriore efficace attività d’indagine sarà dedicata alla progressiva acquisizione delle deleghe trasferite dallo Stato alle Regioni e da queste a Province e Comuni, al loro percorso attuativo, allo stato applicativo ed alle conseguenti trasformazioni e riorganizzazioni degli Enti anche in relazione agli obiettivi di democrazia e di partecipazione definiti dalla nuova Carta Costituzionale Europea.

Per completare le analisi sarà utile, inoltre, “osservare” le attività di ricerca e le varie pubblicazioni realizzate da vari ed apprezzati Enti, tra questi:

- SVIMEZ

- CENSIS

- CNEL

- BANCA D’ITALIA

L’attività d’Osservatorio, come già accennato precedentemente, troverà una propria pubblicazione con l’edizione di n. 3 report semestrali, che saranno consegnati alla FP Nazionale: uno d'aggiornamento (presentato e discusso con le strutture regionali prima elencate) ed uno definitivo “annuale” (presentato con seminario Nazionale pubblico diretto sia alle strutture Territoriali sia ai soggetti sociali e politici).

La pubblicazione del report potrà avvenire anche in rete Internet con la creazione di un sito intitolato all’Osservatorio e con l’apertura di link interni ai siti della FP-CGIL Nazionale e dell'Ires Campania attraverso i quali, sarà disponibile il rapporto semestrale in formato pdf liberamente scaricabile.

Sarà possibile, inoltre, attivare uno spazio “forum” per consentire una partecipazione attiva a tutte le strutture territoriali della FP, attraverso spazi di discussione, invio materiali e documentazioni.