Roma, 26/04/2005
Presenti : Marco Bersani (Attac), Enzo Bernardo e Sandro Morelli (FpCgil), Franco Russo (Forum per la Democrazia Costituzionale), Raffaella Bolini (Arci), Piero Bernocchi (Confederazione Cobas).
La riunione, essendo la prima dopo la manifestazione del 19 marzo scorso a Bruxelles, ha cercato innanzitutto di fare il punto della situazione sulla Direttiva Bolkestein, sia dal punto di vista dell’iter procedurale istituzionale, sia dal punto di vista della campagna di mobilitazione. Per quanto riguarda l’iter istituzionale della Direttiva, la situazione è la seguente. Essendo la Direttiva Bolkestein di procedura co-decisionale, la Commissione Europea, dopo averla approvata il 13 gennaio 2004, non può intervenire nel processo con modifiche o emendamenti, fatta salva la possibilità di ritirarne il testo qualora al termine del processo co-decisionale la ritenesse non conforme al testo iniziale approvato. Questo significa che, dal punto di vista della Commissione Europea, il percorso prosegue. Il processo co-decisionale chiama di conseguenza in causa da una parte il Consiglio Europeo (ovvero i Governi, e più specificamente il Consiglio dei Ministri Europei Concorrenza e Mercato Interno) ed il Parlamento Europeo, che invece possono intervenire sul testo per modificarlo o emendarlo. Per quanto riguarda quest’ultimo, la Direttiva è al vaglio, tra l’altro, delle Commissioni Ambiente, Lavoro e Industria, Affari Sociali e Mercato Interno, le quali devono esprimere un proprio parere. Allo stato attuale, la Commissione Ambiente ha espresso un parere fortemente critico, chiedendo l’esclusione dei servizi di interesse generale dall’applicazione della direttiva, chiedendo il ritiro del principio del paese d’origine, e chiedendo la non operatività della direttiva fino a quando non sia approvata una direttiva specifica sui servizi di interesse generale. Al contrario la Commissione Lavoro e Industria si è pronunciata molto favorevolmente per un’approvazione della direttiva così com’è. Una importante novità si è invece registrata nella Commissione Mercato Interno, nella quale la relatrice Evelyne Gebhardt (della Spd tedesca) ha presentato un testo radicalmente emendatorio, che, se preso in blocco, in buona sostanza snaturerebbe la Direttiva Bolkestein. Il testo presentato, infatti, oltre ad escludere totalmente dal campo di applicazione tanto la legislazione sul lavoro, quanto quella relativa ai servizi di interesse generale, sostituisce il principio del paese d’origine con il principio del mutuo riconoscimento abbinato all’armonizzazione normativa e al principio del paese di destinazione. In pratica, si tratta di un pacchetto di modifiche che –se prese in blocco (il principio del mutuo riconoscimento da solo non garantisce alcunché)- significherebbero un tale cambiamento da mettere in discussione il senso stesso della direttiva. Naturalmente, occorre tener conto del fatto che questo testo modificato allo stato attuale è non molto più che una proposta della relatrice, senza alcuna garanzia di una maggioranza che lo sostenga; oltre al fatto che, se in sede di discussione le modifiche proposte non fossero votate in blocco, bensì selettivamente, i vantaggi possibili svanirebbero repentinamente. Ad ogni modo, il calendario ora ridefinito prevede : a) inizio della discussione in Commissione Mercato Interno : 24 maggio b) votazione in Commissione Mercato Interno : entro fine giugno c) passaggio in prima lettura al Parlamento Europeo : fine settembre-inizio ottobre Pertanto, ancora una volta, i tempi inizialmente ipotizzati si sono dilatati –segno dell’evidente difficoltà in cui versa la Direttiva Bolkestein. Nella seconda parte della riunione, si è affrontato il percorso futuro, partendo dalla constatazione di come sia necessaria in prima battuta la moltiplicazione delle iniziative sul territorio –che già si contano a decine- per diffondere informazione, consapevolezza e mobilitazione : dunque avanti con la petizione popolare, con i pronunciamenti delle istituzioni comunali, provinciali e regionali. Ma occorre ampliare quantitativamente e qualitativamente la Campagna sia a livello nazionale che europeo. A livello europeo, dopo l’importante giornata di studio svoltasi il 18 marzo al Parlamento Europeo, che ha visto trecento rappresentanti di reti associative, sindacali e politiche confrontarsi sulla campagna contro la direttiva, il primo obiettivo è quello di costituire un Gruppo di lavoro permanente e stabile che funzioni da coordinamento reale fra le diverse campagne nazionali e che sia moltiplicatore dell’informazione tra istituzioni europee e movimenti impegnati nelle campagne. Per quanto riguarda il livello nazionale, si è approfondita la necessità di collegare la Direttiva Bolkestein da una parte con la Direttiva di modifica dell’orario di lavoro (verso l’approvazione, in prima lettura. entro il mese di maggio); dall’altra, con la mobilitazione contro il Gats e la WTO, che in questo 2005 vedrà tappe decisive. In buona sostanza, l’esigenza emersa è quella di un focus sull’Europa in quanto tale, poiché, aldilà della necessità di costruire adeguata opposizione ad ogni direttiva improntata alle politiche neoliberiste, appare chiaro come si debba impostare un discorso complessivo che investa il ruolo e l’identità dell’UE in quanto tale, riaprendo anche la discussione (magari attraverso un appello che indichi i punti da cui ripartire per costruire un’altra Europa) sul Trattato Costituzionale europeo che alla fine di maggio vedrà il passaggio politicamente decisivo dei referendum francese e olandese. E occorre anche portare in avanti la profondità della campagna, sapendo costruire, oltre all’opposizione ad ogni provvedimento distruttivo, contenuti ed obiettivi che sostanzino una proposta alternativa, come ad esempio la richiesta di una direttiva europea sui servizi di interesse generale, che si basi su una sorta di statuto europeo dei beni comuni, e che ne dichiari la non negoziabilità, in quanto garanzia di diritti universali. Si è infine pensato che, se adeguatamente costruito con tutte le tappe necessarie, l’obiettivo di tutto questo percorso possa essere la costruzione di una giornata di lotta europea, con manifestazioni nazionali, per la difesa dei servizi pubblici e per il ritiro della Direttiva Bolkestein e dell’accordo Gats, per il prossimo autunno, ovvero in corrispondenza con il passaggio della direttiva Bolkestein al Parlamento europeo in prima lettura. Da questo punto di vista, ci sono alcune tappe dei movimenti europei che potrebbero aiutare la costruzione di questo percorso : dalla riunione preparatoria del FSE (20-22 maggio a Praga) al Forum Sociale Mediterraneo (16-19 giugno a Barcellona, dove la Campagna terrà un seminario importante); dal G8 di inizio luglio in Scozia all’appuntamento di fine luglio a Ginevra contro il WTO. L’idea è dunque di un percorso che si dipani dentro le mobilitazioni e che trovi una prima tappa di elaborazione all’appuntamento della Convenzione delle/i cittadine/i europee/i a Genova il 3/4 dicembre 2005. In buona sostanza, le articolazioni del percorso sono così previste: a) entro fine giugno (a ridosso della votazione in Commissione Mercato Interno) : seconda giornata di studio europea sulla Direttiva Bolkestein, aperta anche ai contributi delle forze sociali e di movimenti dei paesi dell’allargamento, nella quale lanciare l’ipotesi di una giornata di lotta europea; b) costruzione del percorso, attraverso le tappe di Praga, FSMed di Barcellona, G8 in Scozia, mobilitazioni contro la WTO di Ginevra; c) inizio ottobre (a ridosso del passaggio della direttiva in prima lettura al Parlamento Europeo) giornata europea di lotta con manifestazioni nazionali per la difesa dei servizi pubblici d) appuntamento di approfondimento e di discussione della Convenzione delle/i cittadine/i europee/i a Genova il 3/4 dicembre 2005.
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