QUALE
STATO 2/03
OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
APPENDICE/DOCUMENTAZIONE
GUIDA
ALLA LETTURA DEL "LIBRO VERDE"
I servizi di interesse generale secondo la Commissione europea
(a cura di E.B.)
Perché si parla di
servizi di interesse generale (SIG) ?
I primi quattro paragrafi del libro verde delineano cosa pensa la ue sulla
questione dei servizi di interesse generale, ed include riferimenti ai
valori condivisi ed al modello europeo di società: migliorare la qualità
di vita di tutti i cittadini e superare l'emarginazione e l'isolamento
sociali; importanza economica per la competitività e lo sviluppo
regionale; ruolo nel funzionamento del mercato unico ed integrazione
economica; elemento portante della cittadinanza europea e di una corretta
governance.
Nel paragrafo 4 viene presentata un'altra serie, importante, di ragioni:
la questione centrale del ruolo delle autorità pubbliche in un'economia
di mercato, garantendo il buon funzionamento del mercato e "il
rispetto delle regole del gioco da parte di tutti" e salvaguardando
"l'interesse generale" che è definito come "la
soddisfazione dei bisogni essenziali dei cittadini e la tutela dei beni
pubblici in caso di crollo del mercato".
- La valutazione nel
quarto paragrafo sembra confondere il ruolo dei servizi di interesse
generale in quanto tali con i limiti posti ad essi dalla concorrenza,
dalle regole del Mercato unico e dalle direttive sulla liberalizzazione.
Non è il ruolo del SIG garantire il buon funzionamento del mercati ed il
rispetto delle regole del gioco, piuttosto queste sono regole a cui i SIG
hanno dovuto conformarsi:
- La seconda parte del paragrafo 4, sull'interesse generale, sembra una
base promettente per stabilire il valore dei SIG. Ma non è sviluppato in
maniera adeguata.
Il sostegno alle
liberalizzazioni
Il paragrafo 5 sostiene che "La liberalizzazione ha dato impulso alla
modernizzazione, all'interconnessione e all'integrazione di questi
settori. Ha aumentato il numero dei concorrenti e generato riduzioni di
prezzo, specialmente in quei settori e paesi già liberalizzati."
- Questi giudizi radicali
sono controversi ed esistono prove che dicono il contrario. Sulla
modernizzazione, per esempio, imprese pubbliche come EdF (Electricité de
France) o Stockholm Vatten hanno giocato un ruolo molto importante nella
modernizzazione e nella integrazione dei loro settori; all'inverso la
liberalizzazione delle ferrovie nel Regno Unito ha rappresentato, nella
interconnessione e nell'integrazione, un passo indietro. In relazione alla
concorrenza e alla riduzione dei prezzi, l'esperienza del Regno Unito, uno
dei primi Paesi a liberalizzare, insegna che seppure esista un barlume di
concorrenza alla fine i tagli globali dei costi si sono realizzati in
tagli dei costi solo per le utenze di affari e non per i consumatori
domestici.
Il paragrafo 5 ammette in
maniera più cauta: "Per quanto sia ancora impossibile valutare
l'impatto a lungo termine dell'apertura alla concorrenza dei servizi di
interesse generale, sulla base dei dati disponibili, non vi sono elementi
a supporto della tesi secondo cui la liberalizzazione ha avuto un impatto
negativo sulla prestazione complessiva, almeno per quanto riguarda
l'accessibilità dei prezzi e la fornitura di servizi universali." ed
afferma che la UE ha sempre promosso una liberalizzazione
"controllata"a tutela dell'interesse generale.
- Ancora una affermazione
che può essere contrastata: ci sono prove decisive che la
liberalizzazione delle ferrovie ha peggiorato il servizio nel Regno Unito,
con una serie di incidenti attribuibili con precisione alla struttura
frammentata introdotta dalla liberalizzazione. E l'UE sta premendo
affinché una simile liberalizzazione delle ferrovie sia introdotta il
più rapidamente possibile ovunque in Europa - il recente documento
strategico della DG Mercato dice " Il Consiglio ed il Parlamento
dovrebbero rapidamente adottare il "secondo pacchetto ferrovie"…La
Commissione rapidamente presenterà le proposte per l'apertura del mercato
del trasporto passeggeri allo scopo di completare il Mercato unico nel
settore ferroviario."
Il paragrafo 6 continua
con altre generalizzazioni ancora più controverse: "Gli iniziali
timori che l'apertura del mercato avrebbe avuto un impatto negativo sui
livelli di occupazione o sulla fornitura di servizi di interesse economico
generale si sono fino ad oggi dimostrati infondati. L'apertura del mercato
ha reso i servizi in genere più accessibili"
- Questo non è vero nel
settore dell'energia, ad esempio, dove si sono persi in Europa 250mila
posti di lavoro negli ultimi dieci anni, molti dei quali attribuibili alle
liberalizzazioni e alle risposte ad essa come l' outsourcing del lavoro; e
sia nel Regno Unito sia in Svezia, i primi a liberalizzare l'elettricità,
si sono dovute sanzionare le aziende più grandi che praticavano un
cartello per tenere alti i prezzi.
I valori europei
Il testo apprezza il fatto che il trattato di Amsterdam riconosce la
collocazione dei servizi di interesse economico generale fra i valori
condivisi dell'Unione e fa riferimento ad un "modello europeo di
società". Inoltre al paragrafo 11 si riconosce la diversità di
pratiche negli Stati membri e nelle Regioni, e si dice che : L'Unione
europea rispetta questa diversità e il ruolo delle autorità nazionali,
regionali e locali nel garantire il benessere dei loro cittadini e le
scelte democratiche relative fra l'altro al livello della qualità dei
servizi
- Questo riconoscimento
ha bisogno di un contro-bilanciamento del fatto che l'UE correntemente
tratta il mercato interno come se avesse una priorità rispetto alle
decisioni dei SIG. Questo non è un valore particolarmente europeo: la
stessa priorità data al commercio sui servizi pubblici si può vedere, ad
esempio, nel NAFTA (Accordo Nord Americano di Libero Scambio) e
globalmente nel GATS (Accordo generale sul commercio dei servizi) dell'OMC.
- La pratica corrente dell'UE inoltre restringe il diritto a fare scelte
democratiche. Un chiaro esempio è la direttiva sull'elettricità, che
come si dice poi nello stesso documento proibisce ad ogni Stato membro di
decidere contro la liberalizzazione. Questa è una restrizione alle scelte
democratiche più grande di quanto esista negli USA: ad esempio, a seguito
della crisi energetica in California molti Stati degli USA hanno congelato
o ribaltato i loro piani di liberalizzazione dei mercati
dell'elettricità, ma nessun paese UE può legalmente prendere una tale
decisione senza entrare in collisione con quanto affermato dalle Direttive
sull'elettricità.
Ignorata la richiesta
di una direttiva quadro
Il documento riconosce che ci sono state specifiche richieste per avere
una direttiva quadro: Il Parlamento europeo ha suggerito che la
Commissione presenti una proposta di direttiva quadro sui servizi di
interesse generale e anche il Consiglio ha chiesto alla Commissione di
approfondire la questione (paragrafo 9). Così poi si dice che il Libro
Verde intende "aprire un dibattito" su 4 questioni (paragrafo
12), solo una delle quali riguarda " una possibile direttiva
quadro".
- Il documento non
affronta le ragioni per menzionare, e quindi ignora, l'esplicita richiesta
sia del Parlamento che del Consiglio.
- E' possibile che l'Allegato "Obblighi di servizio pubblico" e
"strumenti di politica" che includono regolazione,
finanziamento, valutazione e GATS, sia in effetti un abbozzo di risposta
alla domanda di una direttiva quadro.
Le quattro questioni
Le quattro questioni menzionate nel paragrafo 12 sono:
· l'ambito di
un'eventuale azione comunitaria che attui il trattato nel pieno rispetto
del principio di sussidiarietà; (paragrafi 38-42)
· i principi che potrebbero essere inclusi in un'eventuale direttiva
quadro o in un altro atto normativo in materia di servizi di interesse
generale e il valore aggiunto di tale strumento; (capitolo 3)
· la definizione della corretta governance nel settore
dell'organizzazione, della regolamentazione, del finanziamento e della
valutazione dei servizi di interesse generale, per assicurare una maggiore
competitività dell'economia e un accesso efficiente ed equo di tutte le
persone a servizi di alta qualità in grado di rispondere alle loro
esigenze; (capitolo 4)
· qualsiasi misura che possa contribuire ad aumentare la certezza
giuridica e a garantire un collegamento coerente e armonioso fra
l'obiettivo di mantenere alta la qualità dei servizi di interesse
generale e la rigorosa applicazione delle regole della concorrenza e del
mercato interno. (non è chiaro dove sia affrontata: il capitolo 5
riguarda le politiche commerciali e di sviluppo, principalmente il GATS,
che non è menzionata nelle quattro questioni chiave del paragrafo 12)
- Il documento non spiega
da dove spunti fuori questa agenda (e, specificatamente, da dove spuntino
fuori il primo, il terzo ed il quarto punto).
- Sulla terza questione - perché l'UE ha bisogno di prendere una
posizione sulla governance se non è stato ancora stabilito se essa ha un
ruolo rispetto ai SIG?
- La quarta questione sembra astratta. Una semplice risposta potrebbe
essere che il regime di appalti sia sufficiente a creare "un
collegamento coerente e armonioso": Ovunque i SIG abbiano un
contratto con il settore commerciale per beni e servizi, allora essi
dovrebbero seguire regole di non discriminazione e trasparenza.
- Il resto del documento non raggiunge nessuna specifica conclusione su
queste questioni, ma fa domande in relazione ad esse.
Background e
definizioni
Il documento afferma correttamente che il termine servizio di interesse
generale (SIG) non è nel Trattato, ma che è piuttosto estrapolato dal
termine servizio di interesse economico generale (SIEG) che è invece nel
Trattato. Viene data una definizione di servizio di interesse economico
generale (SIEG) che copre "qualsiasi altra attività economica
soggetta ad obblighi di servizio pubblico. (par.17). Respinge la nozione
di "servizi pubblici" come "meno precisa" e pertanto
non la utilizza.
- Le definizioni si
adattano ad un approccio che tratta l'attività economica come di base e
il SIG quasi come una forma di interferenza con essa;
- La nozione di "servizio pubblico" non è in verità meno
precisa di quella di SIG, ma avrebbe una connotazione positiva, ad es. di
ogni attività che è svolta da una autorità pubblica eletta per servire
l'interesse pubblico e non operazioni commerciali. Questo tipo di
definizione positiva pone più di una sfida al "mercato"
piuttosto che una definizione di SIG come giusto una sub-categoria
dell'attività economica con una gentile attenzione alla clausola
contrattuale. In ogni caso la UE è soddisfatta di usare la frase
"servizio pubblico" da un capo all'altro del documento sia
quando descrive la radiodiffusione e quando descrive gli obblighi inseriti
nelle direttive come "obblighi di servizio pubblico".
Il paragrafo 22 è un
atto di fede sul mercato mentre i SIG devono riempire i vuoti laddove i
servizi sono troppo costosi per i poveri e troppo importanti per essere
lasciati inadempiuti: Il mercato di norma assicura un'allocazione ottimale
delle risorse a vantaggio di ampie fasce della società. Tuttavia alcuni
servizi di interesse generale non sono garantiti dai mercati in quanto il
loro prezzo è troppo elevato per i consumatori che hanno un basso potere
d'acquisto o perché il costo di fornitura non può essere coperto
soltanto dal prezzo di mercato. La risposta a tali esigenze di base a
livello collettivo e qualitativo nonché la difesa dei servizi di
interesse generale hanno sempre rappresentato una responsabilità primaria
delle autorità pubbliche indipendentemente dal contributo eventualmente
offerto dalle forze di mercato. Fino ad oggi, l'importanza cruciale di
tale responsabilità rimane immutata.
- Questo ragionamento va
connesso con l'ultima parte del paragrafo 4 che parla del concetto di
"crollo del mercato". Lascia aperta la principale questione
politica di chi, e come, decide che i servizi siano adeguatamente
soddisfatti e tutelati.
SCOPO DELL'AZIONE
COMUNITARIA - SUSSIDIARIETÀ
Nessun interesse del
Trattato per i servizi di interesse generale
Il documento correttamente afferma : Il trattato non colloca il
funzionamento dei servizi di interesse generale fra gli obiettivi
comunitari e non assegna alla Comunità poteri positivi specifici in
questo settore (paragrafo 29). Poi riconosce che gli stati, le regioni e
le autorità locali sono responsabili dell'organizzazione dei SIG; ma la
comunità ha " la competenza in settori importanti anche per i
servizi di interesse generale: il mercato interno, la concorrenza e gli
aiuti di stato, la libera circolazione, la politica sociale, i trasporti,
l'ambiente, la sanità, la politica dei consumatori, le reti transeuropee,
l'industria, la coesione economica e sociale, la ricerca, gli scambi e la
cooperazione allo sviluppo, la fiscalità " e quindi aggiunge che
"Le competenze e le responsabilità conferite dal trattato offrono
alla Comunità un ampio ventaglio di mezzi atti a garantire che ogni
cittadino nell'Unione europea possa avere accesso a servizi di interesse
generale di elevata qualità."(paragrafo 31, sott.nostra)
Il paragrafo successivo aggiunge la riaffermazione della responsabilità
nazionale, regionale e locale per i SIG ma aggiunge che: Cionondimeno, è
riconosciuto il ruolo della Comunità nel promuovere la cooperazione e il
coordinamento in questi settori. La Commissione è particolarmente attenta
a promuovere la cooperazione fra gli Stati membri su temi collegati alla
modernizzazione dei sistemi di tutela sociale.(paragrafo 31)
- La logica del paragrafo 31 è difficile da seguire. Per il fatto che la
comunità ha competenze per il mercato interno, ecc importanti per i SIG
questo non significa garantire ad ogni cittadino servizi di elevata
qualità. L'ultimo paragrafo poi fornisce uno strano mandato, alla
Commissione, a promuovere la modernizzazione dei sistemi di protezione
sociale.
Categorie di Servizi
di interesse generale e di servizi di interesse economico generale
Il paragrafo 32 enuncia una tripla classificazione dei SIG
La prima categoria sono i
servizi di interesse economico generale forniti dalle grandi industrie di
rete delle telecomunicazioni, dei servizi postali, dell'elettricità, dei
gas e dei trasporti. Si dice che "Contemporaneamente, la Comunità ha
elaborato un quadro regolamentare complessivo per questi servizi che
specifica gli obblighi di servizio pubblico a livello europeo e include
aspetti quali il servizio universale, i diritti dei consumatori e degli
utenti, la sanità e la sicurezza. Queste industrie hanno una chiara
dimensione comunitaria e le caratteristiche per sviluppare un concetto di
interesse generale europeo."
- Questo appare un resoconto storicamente scorretto. Le direttive
indicavano i servizi sui cui vi era un accordo per la loro
liberalizzazione. Non vi era un programma sistematico di regolamentazione
complessiva specificante gli obblighi di servizio pubblico: per esempio la
direttiva per l'elettricità menziona ciò in un una modalità restrittiva
come una opzione disponibile per gli stati. Nell'articolo 3, paragrafo 2
dice: "Nel pieno rispetto delle pertinenti disposizioni del trattato,
in particolare dell'articolo 90, gli Stati membri possano, nell'interesse
economico generale, imporre alle imprese che operano nel settore
dell'energia elettrica obblighi di servizio pubblico per quanto riguarda
la sicurezza, compresa la sicurezza di approvvigionamenti, la regolarità,
la qualità e il prezzo delle forniture nonché la protezione
dell'ambiente. Tali obblighi devono essere chiaramente definiti,
trasparenti, non discriminatori e verificabili…"
- Il riferimento a un concetto di interesse generale europeo offre ancora
un altro fondamento logico per un intervento comunitario. Questo è stato
usato dalla CE almeno dalla comunicazione sui SIG del 1996, per riferirsi
a quei settori dove le direttive di liberalizzazione dovevano essere
accompagnate da clausole sugli obblighi di servizio pubblico.
La seconda categoria sono
gli altri servizi di interesse economico generale, quali la gestione dei
rifiuti, l'approvvigionamento idrico o il servizio pubblico di
radiodiffusione, che non hanno, per ora, specifiche direttive
La terza categoria dove l'azione UE non impegnata è definite abbastanza
precisamente come "servizi non economici e servizi che non incidono
sugli scambi commerciali"
Il paragrafo 33 poi
indica, correttamente, che le pratiche UE hanno avuto un impatto sui SIEG
senza garantire i servizi per i cittadini (responsabilità degli Stati), e
così la UE sta prendendo "misure specifiche dirette per porre in
vigore norme comunitarie nei settori della concorrenza e degli aiuti di
stato. Ciò potrebbe dare l'impressione di uno squilibrio nell'azione
comunitaria che potrebbe da ultimo comprometterne la credibilità."
Regolazione
Una dettagliata sezione sulla regolazione è inserita nei paragrafi 34 e
35, che suggeriscono che ci sono problemi nel lasciare la regolazione dei
settori agli Stati, a causa del pericolo di interferenze politiche.
Quindi, da quando è incoraggiato lo scambio di buone pratiche in ogni
modo: " la creazione di regolatori europei per i servizi di interesse
generale (…)non sono stati ancora ampiamente discussi e potrebbero porre
qualche problema."
Generalizzare dalla
legislazione di settore?
Questa sezione (paragrafi 37-41) è una delle parti del documento che
effettivamente discute la possibilità di una direttiva sui servizi.
In questo contesto, al
Consiglio europeo di Laeken, la Commissione si è impegnata ad individuare
lo strumento più adatto per garantire lo sviluppo di servizi di interesse
generale di alta qualità nell'Unione europea, in stretta coerenza con
tutte le politiche comunitarie.
Si potrebbe creare uno strumento generale, chiarire e consolidare gli
obiettivi e i principi comuni a tutti o a molti tipi di servizi di
interesse generale nei settori di competenza comunitaria. Tale strumento
potrebbe costituire la base per un'ulteriore normativa settoriale che
consenta di raggiungere gli obiettivi fissati nello strumento quadro,
semplificando quindi e consolidando il mercato interno in questo settore
(Paragrafi 38-39)
Si afferma che Il
consolidamento potrebbe avere anche un importante valore simbolico in
quanto dimostrerebbe chiaramente l'approccio comunitario e l'esistenza di
un concetto comunitario di servizi di interesse generale. Inoltre, il
consolidamento agevolerebbe i nuovi Stati membri nello sviluppo delle loro
iniziative di regolamentazione in questo settore. Con uno svantaggio:
"uno strumento quadro che fissi obiettivi e principi comuni sarebbe
generico, in quanto si baserebbe sul comune denominatore di servizi
diversi con caratteristiche molto differenti" e così si potrebbero
avere, per alcuni, standard più bassi.
E' altresì corretto dire
che il Trattato avrebbe bisogno di essere emendato, altrimenti il
linguaggio esistente potrebbe solo giustificare la copertura dei SIEG::
… si potrebbe ricorrere all'articolo 95, ma uno strumento quadro basato
su questa norma dovrebbe limitarsi a servizi di interesse economico
generale aventi un effetto sugli scambi intracomunitari….Se è
auspicabile una normativa comunitaria per tali settori, una modifica del
trattato potrebbe rappresentare il modo migliore per fornire un idoneo
fondamento giuridico.(paragrafo 40)
- L'allegato include un
maggiore tentativo di arricchire il dettaglio di una "serie comune di
obblighi" con una lista di contenuti indicanti gli elementi chiave:
- Una serie comune di obblighi; Servizio universale; Continuità; Qualità
del servizio; Accessibilità dei prezzi; Protezione degli utenti e dei
consumatori;
- -Ulteriori obblighi specifici: Sicurezza della fornitura; Accesso alla
rete e interconnettività Requisiti a garanzia del pluralismo dei mezzi di
comunicazione di massa;
- L'allegato inoltre aggiunte dettagli importanti sugli strumenti
politici, con titoli interessanti: Organizzazione dell'intervento di
regolamentazione; Finanziamento di servizi di interesse generale; La
valutazione dei servizi di interesse generale; La dimensione
internazionale: politica commerciale
Servizi economici e
non economici
Il paragrafo 43 indica il punto molto importante secondo cui i SIG in
generale sono solamente soggetti alle regole generali dell'UE: le
disposizioni quali il principio di non discriminazione e il principio
della libera circolazione delle persone valgono per l'accesso a tutti i
tipi di servizi. Le norme sugli appalti pubblici si applicano ai beni, ai
servizi o alle opere acquisite da enti pubblici nella prospettiva di
fornire servizi sia di natura economica che non economica.; mentre i SIEG
solamente sono soggetti a la libertà di fornire servizi, il diritto di
stabilimento, le norme sulla concorrenza e sugli aiuti di stato (paragrafo
43). Questa sezione discute la struttura dell'attività economica attorno
ad un settore e dice che ogni SIG dovrebbe avere un mercato a monte in cui
le imprese contrattano con le autorità pubbliche la fornitura di questi
servizi. Per questi mercati a monte valgono le regole del mercato interno,
della concorrenza e degli aiuti di stato. (paragrafo 44). Inoltre fa
notare che i limiti dell'attività economica variano nel tempo per varie
ragioni, e così non sarebbe né fattibile né auspicabile fissare a
priori un elenco definitivo di tutti i servizi di interesse generale che
sono da considerarsi di natura "non economica"(paragrafo 45).
Viene affermato che ci sono ancora timori legati all'incertezza giuridica
e che le preoccupazioni europee possono essere collegate al modello
sociale europeo, e alla presenza dei gruppi di volontariato.
UN CONCETTO COMUNE DI
SIG
Questa sezione amplia la
discussione sulla nozione europea di SIG e suggerisce che le direttive
esistenti abbiano identificato dei titoli generali come servizio
universale, continuità, ecc
Obblighi comuni
La discussione copre i
titoli : Servizio universale; Continuità; Qualità del servizio;
Accessibilità dei prezzi; Protezione degli utenti e dei consumatori
Il paragrafo 53 introduce
alcuni obiettivi impliciti quando dice che il concetto di servizio
universale "ha permesso di soddisfare le esigenze di interesse
pubblico in molti ambiti, quali quelli dell'efficienza economica, del
progresso tecnologico, della protezione ambientale, della trasparenza e
della responsabilità, dei diritti dei consumatori e delle misure
specifiche sulla disabilità, l'età o l'istruzione. Il concetto di
servizio universale ha anche contribuito a ridurre i livelli di disparità
nelle condizioni e nelle opportunità di vita negli Stati membri."
Il paragrafo 58 riguarda
la qualità e menziona alcuni standard stabiliti nelle direttive di
liberalizzazione
- Si può notare che alcuni standard sono stabiliti in molte direttive non
commerciali, come per l'ambiente e l'acqua;
I paragrafi 62 e 63 sulla
protezione dei consumatori suggeriscono che le norme orizzontali di tutela
dei consumatori si possono applicare analogamente a quanto avviene negli
altri settori dell'economia, e che, fra le altre cose, la trasparenza (es.
nei contratti..) è una delle principali indicazione dell'UE
- --Il documento dovrebbe, alla fine, notare un conflitto esistente della
protezione dei consumatori con la riservatezza commerciale che molte
aziende si aspettano sia acquisita come priorità sui diritti dei
consumatori alla trasparenza;
Good governance /
Obblighi e scelta del modello organizzativo
La sezione discute i modelli di fornitura. Il paragrafo 79 presenta i
modelli usuali con cui gli stati possono decidere se fornire questi
servizi direttamente tramite la propria amministrazione oppure se
affidarli a terzi (soggetti pubblici o privati).
Comunque, viene poi
asserito che in effetti la legislazione UE dice che le operazioni in-house
sono operazioni commerciali e che sono soggette alle regole della
concorrenza ( e quindi, implicitamente, gli operatori interni non possono
vedersi assegnate la fornitura del servizio senza che prima sia offerta ad
altre proposte (private). Il paragrafo riferisce di tre vecchi casi della
Corte di giustizia europea (1989, 1991 e 1999) ed afferma: i fornitori di
servizi di interesse economico generale, compresi i fornitori di servizi
in-house, sono in ogni caso imprese e quindi soggette alle norme sulla
concorrenza del trattato. Le decisioni di concedere diritti speciali ed
esclusivi ai fornitori di servizi in-house o di favorirli in altri modi
possono costituire una violazione del trattato, nonostante la parziale
tutela offerta dall'articolo 86. La giurisprudenza ne conferma la
correttezza, in particolare: nel caso in cui i requisiti di servizio
pubblico che il fornitore del servizio deve soddisfare non siano
correttamente specificati ; nel caso in cui il fornitore del servizio sia
manifestamente incapace di soddisfare la richiesta ; nei casi in cui
esista un modo alternativo di soddisfare i requisiti con un effetto meno
negativo sulla concorrenza .
- Questo sembra
abbastanza contrario alla maggioranza degli attuali pareri giuridici. Per
esempio, il rapporto della Direzione generale della concorrenza sull'acqua
(Dicembre 2002) riferisce che il caso BFI nel 1998 dove la Corte di
giustizia europea dice che in casi dove certe esigenze nell'interesse
generale non possono essere garantite dalle aziende private lo Stato può
richiedere che tale attività sia svolta dall'autorità pubblica o da
organizzazioni sulle quali voglia mantenere una influenza decisiva.
- Questo sembra, in realtà, imporre lo stesso regime della gara d'appalto
obbligatoria (competitive tendering) imposto dal primo ministro britannico
Thatcher tra il 1989 e 1997 che richiedeva ad ogni ente locale di svolgere
una gara d'appalto per ogni lavoro pubblico prima di poterlo assegnare ad
un operatore inhouse
Il paragrafo 83 dice che
le autorità pubbliche mantengono una notevole libertà nell'organizzare
la fornitura di servizi di interesse generale ma che talvolta l'assenza di
una normativa specifica può creare incertezza sul piano giuridico e
distorsioni del mercato e afferma, riferendosi al rapporto della DG
Concorrenza sull'acqua (dicembre 2002) Ad esempio, nel settore delle
acque, la mancanza di una normativa specifica ha determinato lo sviluppo
assai difforme delle strutture industriali negli Stati membri
- Questo è usualmente descritto come il prodotto di storie diverse, e
considerato come una sorta di prova delle differenze culturali e politiche
tra stati e che l'UE può e deve sostenerle;
- L'implicazione è se una direttiva può o deve essere introdotta per
imporre un singolo modello di struttura in tutta Europa. La domanda è
perché dovremmo volere questo e chi ne beneficerebbe? Come dicono la DG
Concorrenza nel report sull'acqua o la DG Mercato interno sulle strategie
di mercato interno non ci sono le basi per una azione da parte della UE se
non per quanto riguarda il commercio transfrontaliero che in questo campo
esiste poco o nulla.
Al punto 82 si dice : Nel
settore dei servizi ambientali, in particolare per quanto riguarda la
gestione dei rifiuti, le autorità pubbliche possono concedere diritti
esclusivi agli organismi creati dai produttori per il riciclaggio di
taluni rifiuti. Tali organismi sono soggetti alle norme sulla concorrenza.
Essi sono spesso creati nel contesto di approcci innovativi intesi a
garantire la prevenzione e il riciclaggio di rifiuti, ad esempio
l'applicazione della cosiddetta "responsabilità del
produttore". Ciò implica l'attribuzione ai produttori di prodotti
che sono fonti di rifiuti di una responsabilità sul piano finanziario per
la gestione dei rifiuti.
Finanziamento
Il paragrafo 85 dice che molti servizi di interesse generale non possono
essere forniti sulla base dei soli meccanismi di mercato e sono necessarie
specifiche disposizioni per garantire l'equilibrio finanziario del
fornitore (presumibilmente significa sovvenzioni). Il paragrafo 86 da
un'ampia vista dei finanziamenti dei SIG che includono meccanismi di
solidarietà, media delle tariffe ecc. Il paragrafo 87 dice che gli stati
membri hanno abolito in misura crescente i diritti esclusivi di fornitura
di servizi di interesse generale e hanno aperto i mercati. Il paragrafo 88
dice che la Commissione ha annunciato la propria intenzione di creare un
quadro comunitario per gli aiuti di stato concessi ai servizi di interesse
economico generale e quindi, con l'esperienza acquisita nell'applicazione
di questo quadro, di adottare un regolamento nel settore dei servizi di
interesse economico generale. L'elaborazione di linee guida
sull'applicazione delle norme sugli aiuti di stato ai servizi di interesse
economico generale è attualmente in corso
- Il progetto UE sugli
aiuti di Stato può essere interessante. Al momento è chiaro che la UE è
frustrata dal fatto che gli stati abbiano troppe esenzioni per i SIG,
così presumibilmente l'intenzione è quella di restringerle;
- La sezione non è una adeguata discussione di tutte le questioni
concernenti il finanziamento dei SIG/ SIEG. Inoltre tratta come un
"trend" la crescita della liberalizzazione, che è stata guidata
proprio dalle direttive UE
Il paragrafo 91 dice che
la normativa comunitaria non considera altri criteri pertinenti per la
scelta del meccanismo di finanziamento, quali l'efficienza o gli effetti
redistributivi. Non sono oggetto di studi specifici gli effetti del
meccanismo scelto sugli investimenti a lungo termine dei fornitori di
servizi e di infrastrutture e la sicurezza della fornitura. Comunque il
paragrafo 92 si domanda se la Comunità debba assumere iniziative a favore
di specifici meccanismi di finanziamento.
GLOBALIZZAZIONE E GATS
Il paragrafo 101 dice che
nelle negoziazioni GATS la Comunità europea ha liberamente deciso di
assumere impegni vincolanti in ordine ad alcuni servizi di interesse
generale già aperti alla concorrenza nell'ambito del mercato interno.
Grazie a tali impegni, i fornitori stranieri ottengono l'accesso al
mercato della Comunità europea alle medesime, o talora più restrittive,
condizioni previste per qualsiasi fornitore europeo di servizi. Non è
specificato quali siano questi servizi, ma si dice che gli impegni non
avevano finora avuto alcun impatto sul modo in cui i servizi di interesse
generale sono regolamentati nel diritto comunitario. Non avevano inoltre
esercitato alcun impatto sulle modalità di finanziamento dei servizi
stessi"
Bibliografia:
Durrieu, Yves "Analyse
critique su livre vert"
Fischbach-Pyttel, Carola, Public Hearing, Services of General Interest, 11
June 2003, Committee on Economic and Monetary Affaire, European Parliament
Hall, David "A critique of the EC green paper on Services of General
Interest - stage 1" (draft) , Public Services International Research
Unit, PSIRU, University of Greenwich, giugno 2003
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