COMMISSIONE
DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Bruxelles, 7.5.2003
COM(2003) 238 definitivo
COMUNICAZIONE
DELLA COMMISSIONE
AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO,
AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI
Strategia
per il mercato interno
Priorità 2003 ? 2006
INDICE
Introduzione
Parte A: Contesto
1. Il ruolo della strategia nel processo di riforma economica dell'UE
2. Perché una nuova strategia in questo momento?
3. Un approccio più mirato
4. Un programma di lavoro comune
Parte B: Priorità
1. Agevolare la libera circolazione delle merci
2. Integrare i mercati dei servizi
3. Assicurare industrie in rete di alta qualità
4. Ridurre l'incidenza degli ostacoli fiscali
5. Aumentare le opportunità di appalti pubblici
6. Migliorare le condizioni in cui operano le imprese
7. Affrontare la sfida demografica
8. Semplificare il contesto normativo
9. Applicare le norme
10. Fornire una maggiore e migliore informazione
Parte C: Sfruttare appieno i vantaggi del mercato interno allargato
Parte D: Costruire il mercato interno in un contesto internazionale
Parte E: Monitoraggio
Conclusioni
Introduzione
La presente strategia
illustra le iniziative che l'Unione europea dovrà intraprendere nell'arco
dei prossimi tre anni per trarre il massimo dei benefici dal mercato
interno dopo l'allargamento. La Commissione ha già avuto modo di esporre
le realizzazioni degli ultimi dieci anni nel campo del mercato interno .
Questa analisi mostra i grandi vantaggi che il mercato interno, quando
funziona bene, può apportare ed effettivamente apporta; ma rivela anche
che il mercato interno non funziona in modo ottimale sotto una serie di
aspetti e che mancano pertanto benefici tangibili. È necessario un nuovo
impulso per eliminare le carenze che ancora sussistono e mettere il
mercato interno in grado di offrire tutto il suo potenziale in termini di
competitività, crescita e occupazione.
Parte A : Contesto
1. Il ruolo della strategia nel processo di riforma economica dell'UE
Il Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2003 ha riconosciuto l'importanza
della strategia per il mercato interno come uno degli strumenti chiave per
il coordinamento delle politiche economiche al livello dell'UE, accanto
agli Indirizzi di massima per le politiche economiche e alle Linee
direttive per l'occupazione . Le azioni esposte nella strategia per il
mercato interno devono perciò essere viste in collegamento con le azioni
suggerite negli indirizzi e nelle linee direttive . Tutti e tre questi
strumenti sono stati snelliti e inseriti in una prospettiva triennale, per
assicurare un approccio più comprensivo, efficiente e coerente alla
riforma economica dell'UE .
La strategia per il mercato interno costituisce un importante contributo
ai lavori del nuovo Consiglio "competitività". Inoltre, la
Commissione presenta in questo periodo alcuni altri documenti
programmatici attinenti alla competitività, tra cui la comunicazione
sulla politica industriale in un'Europa allargata , il Libro verde
sull'imprenditorialità in Europa , la comunicazione sulla politica
dell'innovazione e un piano d'azione per promuovere la ricerca in Europa .
Il Consiglio "competitività" potrà così esaminare la
relazione tra i vari aspetti della sua attività e definire il quadro
globale per la competitività, come richiesto dal Consiglio europeo.
La presente strategia dovrebbe essere considerata anche una risposta alla
recente relazione del Parlamento europeo in questa materia . Detta
relazione sottolinea che migliorare il funzionamento del mercato interno
dovrebbe essere una delle grandi priorità dell'Unione e invita a prendere
una nuova importante iniziativa per accelerare la realizzazione delle
riforme fondamentali.
2. Perché una nuova strategia in questo momento?
Secondo la Commissione vi sono tre motivi principali per cui l'UE ha
bisogno di dare ora una spinta determinante al miglioramento del mercato
interno:
- I risultati non ottimali del mercato interno sono una delle difficoltà
che l'UE deve superare per realizzare l'ambizioso obiettivo che essa si è
data a Lisbona nel 2000. È necessario intraprendere rapidamente un'azione
decisiva. Sappiamo che possono essere necessari vari anni prima che le
misure adottate producano effetti reali sul terreno. Perché l'UE possa
divenire l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica
del mondo entro il 2010, le misure necessarie a creare un mercato
veramente unificato e integrato devono essere adottate molto presto.
- È urgente definire una strategia efficace per rafforzare il mercato
interno perché manca solo un anno all'allargamento. L'allargamento offre
possibilità senza precedenti sia agli Stati membri attuali che a quelli
nuovi, ma comporta anche dei rischi. Il mercato interno è costantemente
esposto al pericolo di una frammentazione e l'allargamento rappresenterà
un momento di elevata vulnerabilità, a meno che non rafforziamo tutti i
nostri strumenti e programmi politici fondamentali in modo che continuino
a funzionare bene, o meglio, in una Unione a 25 paesi . Solo allora
potremo dire di aver realizzato le acquisizioni potenziali offerte
dall'allargamento.
- Come altre parti del mondo, l'UE sta sperimentando un rallentamento
della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. Questa
situazione rende tanto più importante procedere speditamente alle riforme
strutturali per aumentare la capacità di crescita delle economie europee.
L'eliminazione delle strozzature esistenti nel mercato interno darà
all'Europa una capacità molto maggiore di sostenere la concorrenza sempre
più dura delle economie emergenti. L'Unione sarà anche meglio protetta
contro le future fluttuazioni del ciclo economico e disporrà di una base
economica più solida per affrontare le enormi sfide dell'invecchiamento
della popolazione.
3. Un approccio più mirato
Quando si aggiungono piani supplementari ad un edificio - e l'allargamento
rappresenta proprio questo per l'UE - è essenziale assicurare che le sue
fondamenta siano sufficientemente robuste. La presente strategia,
pertanto, punta con molta fermezza al rafforzamento degli elementi di base
o delle fondamenta del mercato interno e in questa ottica intende
rimuovere gli ostacoli agli scambi di beni e servizi, assicurare che le
norme approvate siano attuate correttamente e realmente applicate, ridurre
drasticamente le lungaggini amministrative, affrontare le barriere
fiscali, ampliare le opportunità nel settore degli appalti pubblici.
I problemi da risolvere sono in molti casi dei vecchi problemi, che hanno
resistito ai precedenti tentativi di soluzione. Ma il fatto che si tratti
di problemi familiari non significa che si dovrà lavorare "come al
solito". La Commissione sta avanzando alcune idee nuove e invita ad
armarsi di una più forte determinazione politica ad ottenere risultati a
favore delle imprese e dei consumatori.
Naturalmente, non tutte le azioni proposte sono nuove. Molto del lavoro
essenziale è già avviato e si trova in alcuni casi in una fase già
avanzata (ad esempio, il piano d'azione per i servizi finanziari,
l'accordo politico su un brevetto comunitario) e la presente strategia
opera per la sua rapida adozione o il suo rapido completamento. Sono
illustrate qui altre azioni proposte, che richiederanno però un esame
ulteriore e una valutazione d'impatto prima che la Commissione possa
avanzare proposte concrete. Ma altri interventi dovranno essere attuati
dagli stessi Stati membri. Si troveranno altri particolari su tutte le
azioni proposte e il relativo calendario in allegato alla presente
comunicazione.
4. Un programma di lavoro comune
Mano a mano che il quadro normativo del mercato interno prende forma,
l'accento si sposta gradualmente verso gli Stati membri, ai quali spetta
di far funzionare il mercato interno nella pratica, giorno per giorno. Il
mercato interno appartiene a loro, non alla Commissione. Sono loro che
devono attuare tempestivamente e correttamente la normativa relativa al
mercato interno, informare i cittadini e le imprese dei loro diritti e
risolvere i problemi come e quando si presentano. Sono loro che devono
agire secondo la lettera e lo spirito del mercato interno, astenendosi
dall'adottare leggi nazionali in conflitto con i principi del mercato
interno. Per svolgere il loro ruolo con buon esito, gli Stati membri
devono cooperare più strettamente tra loro e con la Commissione.
Per essere efficace, pertanto, questa strategia deve essere considerata
non come un mero documento della Commissione, bensì come un programma di
lavoro comune, sostenuto dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dagli
Stati membri (attuali e futuri).
Il nuovo trattato costituzionale, che sarà prodotto dalla Conferenza
intergovernativa, definirà le relazioni tra le varie istituzioni europee
e tra l'UE e gli Stati membri. È indispensabile che questo trattato
continui a fornire una solida base giuridica per il futuro sviluppo del
mercato interno, in modo che possa continuare a servire gli interessi
dell'Europa e a rafforzare la posizione dei cittadini e delle imprese
europei.
Parte
B: Priorità
1. AGEVOLARE LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
a) Valutazione
Gli scambi di merci transfrontalieri all'interno dell'UE continuano ad
essere più costosi e complessi che gli scambi all'interno di uno stesso
Stato membro. Quando vendono all'estero le società devono talvolta far
testare nuovamente o persino modificare i loro prodotti per soddisfare i
requisiti locali. L'intensità dei controlli e della sorveglianza dei
mercati varia da uno Stato membro all'altro e prodotti al di sotto degli
standard possono sfuggire ai controlli ed essere acquistati dai
consumatori, i quali hanno il diritto di confidare che tutti i prodotti
sul mercato corrispondano a standard elevati in campo sanitari e della
sicurezza.
La libera circolazione delle merci (e dei servizi) nel mercato interno è
basata soprattutto sulla fiducia: fiducia delle imprese di poter vendere i
propri prodotti in un contesto normativo chiaro e prevedibile; fiducia
delle amministrazioni degli Stati membri che le norme siano rispettate
concretamente in tutta l'UE e che, in caso contrario, le competenti
autorità degli altri Stati membri adottino gli opportuni provvedimenti;
e, naturalmente, fiducia dei consumatori che i loro diritti siano
rispettati e che i prodotti che acquistano siano sicuri e rispettosi
dell'ambiente.
Con l'aumento delle dimensioni dell'UE e della diversità degli Stati
membri in seguito all'allargamento, la fiducia nel funzionamento del
contesto giuridico esistente che garantisce la libera circolazione delle
merci necessita un ulteriore rafforzamento. Il modo migliore per procedere
in tal senso è di introdurre una serie di discipline che renderanno le
norme più trasparenti e prevedibili e che incoraggeranno le autorità
nazionali ad avere ciascuna più fiducia nei metodi e nelle valutazioni
delle altre. Si tratta di un'attività non sempre prestigiosa, ma che dev'essere
svolta per favorire il commercio intracomunitario e poter fruire dei
vantaggi delle economie di scala e di specializzazione.
Gli ostacoli tecnici continuano ad intralciare gli scambi transfrontalieri
di merci
· Gli scambi con i paesi terzi sono cresciuti più
rapidamente di quelli tra gli Stati membri e la convergenza dei prezzi tra
gli Stati membri ha subito in genere un arresto.
· Il 75% delle imprese pensa che la soppressione degli
ostacoli tecnici agli scambi di beni e servizi dovrebbe essere una delle
priorità assolute dell'Unione.
· In Svezia quasi una società su cinque incontra ostacoli
commerciali. L'85% delle società ha deciso di risolvere il problema
adattando i propri prodotti in modo da conformarli alle regole del paese
di destinazione .
· I regolamenti tecnici e la valutazione della conformità
sono la maggiore fonte di preoccupazione per le imprese spagnole,
all'origine della metà dei problemi da esse incontrati.
· Il tempo medio di adozione degli standard europei è
aumentato passando da 4,5 anni nel 1995a circa 8 anni nel 2001 . A più di
dieci anni dall'entrata in vigore della direttiva sui prodotti da
costruzione, è stato adottato solo il 22% dei 600 standard necessari a
creare un autentico mercato interno per questi prodotti .· Nel 2000 la
non applicazione del principio del riconoscimento reciproco ha fatto
perdere fino a 150 miliardi di € al commercio interno all'UE.
b) Azioni
1. Il riconoscimento reciproco è un pilastro fondamentale del
mercato interno. Esso consente ai prodotti di circolare liberamente grazie
alla loro conformità con le leggi nazionali dello Stato membro nel quale
sono stati commercializzati per la prima volta. Il principio è che non vi
siano norme procedurali specifiche né formalità supplementari. Questa è
la sua forza, ma allo stesso tempo anche la sua debolezza. Quando
sopraggiungono problemi, fa difetto la trasparenza, non esiste un
approccio generalmente accettato per valutare se i livelli di protezione
sono equivalenti e manca una procedura chiara mediante la quale un'impresa
possa ricorrere contro una decisione negativa. Di conseguenza, molte
società decidono di abbandonare taluni mercati o sono costrette a
modificare i loro prodotti per conformarsi ai requisiti locali. Siffatte
reazioni rischiano di diffondersi ulteriormente dopo l'allargamento.
La Commissione è pertanto del parere che siano necessarie norme
specifiche per strutturare maggiormente il riconoscimento reciproco, in
modo da migliorare la trasparenza e incoraggiare le autorità nazionali a
comportarsi in modo più 'europeo'. La Commissione pensa che il miglior
modo di procedere sia di adottare un nuovo regolamento comunitario che
stabilisca i principi fondamentali. Tra questi principi potrebbe figurare
l'obbligo di notifica dei casi di rifiuto del riconoscimento reciproco, la
possibilità per le imprese di dimostrare, attraverso un certificato
standard, che il prodotto contestato è legalmente commercializzato
altrove nell'UE e le possibilità di ricorso. Prima di presentare una
proposta la Commissione consulterà ampiamente gli Stati membri,
l'industria e le altre parti interessate in merito alle varie opzioni.
2. In settori più complessi o sensibili il riconoscimento
reciproco non è uno strumento sufficiente e l'unico modo di sopprimere
gli ostacoli è di armonizzare le norme nazionali a livello europeo.
Talvolta si ricorre ad una legislazione tecnica dettagliata, ma in certi
settori si è optato per un'alternativa normativa semplificata, nota come
il "nuovo approccio". Messo a punto nel 1985, esso limita
l'intervento legislativo alla fissazione dei requisiti essenziali
obbligatori che i prodotti devono soddisfare, lasciando ai fabbricanti la
scelta di applicare gli appropriati standard europei o altre specifiche
tecniche che rispettino detti requisiti essenziali.
Il nuovo approccio è uno strumento che ha dato e continua a dare buoni
risultati nello sviluppo del mercato interno, ma occorre rafforzare alcuni
dei suoi elementi, specialmente in vista dell'allargamento. Si tratta, tra
l'altro, di migliorare le procedure di valutazione della conformità,
rafforzare la cooperazione amministrativa e la sorveglianza dei mercati
per assicurare l'adozione di provvedimenti efficaci quando i prodotti non
soddisfano i requisiti essenziali e migliorare la sensibilizzazione
relativa alla marcatura CE. Potrà anche rivelarsi opportuno, per
migliorare e semplificare la legislazione, allargare l'impiego del nuovo
approccio a settori non ancora contemplati.
Queste idee sono esposte nella comunicazione della Commissione dal titolo
"Migliorare l'attuazione del nuovo approccio", che viene
pubblicata parallelamente alla Strategia per il mercato interno. Una delle
opzioni prese in considerazione è l'adozione di una direttiva di base
comune che contenga articoli standard su questioni orizzontali comuni a
tutte le direttive "nuovo approccio". Questa impostazione
renderebbe più coerenti tra loro le direttive "nuovo approccio"
e assicurerebbe un'attuazione più efficace.
3. Le norme tecniche europee svolgono una funzione particolarmente
vitale nell'attuazione delle direttive "nuovo approccio".
Attualmente occorre troppo tempo per mettere a punto degli standard. Le
organizzazioni europee di normalizzazione e l'industria europea devono
cooperare per accelerare il processo di definizione delle norme. È
necessario anche garantire la qualità nella definizione degli standard,
nonché il loro recepimento uniforme in norme nazionali, compreso nei
nuovi Stati membri. La promozione dei marchi europei volontari deve essere
rafforzata, dato che i marchi controllati al livello nazionale possono
avere un effetto di frammentazione. La Commissione assicurerà il
raggiungimento di questi obiettivi, in particolare attraverso contratti di
partenariato e contratti per il conseguimento di determinati risultati che
intende firmare nel 2003 con le organizzazioni di normalizzazione europee.
Lo scopo è di subordinare il sostegno finanziario della Comunità a
questi organismi al rispetto di chiari criteri di prestazione.
4. Al fine di garantire che lo sviluppo economico sia sostenibile,
l'UE ha stabilito requisiti minimi per la qualità dell'aria e dell'acqua
e per la riduzione dei rifiuti. È chiaro che il rispetto effettivo di
questi requisiti dipenderà dalla nostra capacità di limitare l'impatto
dei prodotti, ossia l'impatto della loro fabbricazione e del loro uso,
sull'ambiente. L'UE deve fornire all'industria un quadro normativo
coerente e flessibile, che garantisca efficacemente il rispetto dei
suddetti requisiti, ma che allo stesso tempo non vada a detrimento della
competitività e della libera circolazione nel mercato interno. Altrimenti
gli Stati membri cercheranno di rispettare gli standard ambientali europei
adottando le proprie norme tecniche nazionali, che possono creare nuovi
ostacoli agli scambi.
In risposta a questo problema la Commissione ha già approvato proposte
per introdurre requisiti ambientali in alcune parti della legislazione sul
mercato interno . Inoltre essa approverà prossimamente una proposta
innovativa per una direttiva quadro sulla progettazione ecologica dei
prodotti. Queste direttive dovranno essere adottate e attuate. Esse sono
in linea con i principi della politica integrata dei prodotti , per la
quale la Commissione esporrà prossimamente le nuove iniziative. La
normalizzazione può svolgere una funzione anche in questo settore. Una
migliore integrazione dei requisiti ambientali nelle norme tecniche può
contribuire a ridurre l'impatto dei prodotti sull'ambiente e riduce
inoltre lo sviluppo delle legislazioni nazionali sull'ambiente. Una
comunicazione in questa materia dovrebbe essere adottata entro la fine
dell'anno.
5. La fiducia dei consumatori nella sicurezza dei prodotti si basa
su un'efficace sorveglianza dei mercati e su un'attuazione coerente in
tutta l'UE da parte delle competenti autorità, nonché sull'osservanza
degli obblighi da parte dei produttori e distributori. La sicurezza dei
prodotti destinati al consumo è disciplinata da direttive settoriali e
dalla direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, che è stata
recentemente rivista e rafforzata. La Commissione cercherà di assicurare
il rispetto dei requisiti della direttiva, sviluppando e rivedendo gli
standard europei, e riferirà sulla sua applicazione entro il 2006.
Inoltre, la Commissione intende presentare una proposta legislativa sulle
pratiche commerciali sleali, al fine di migliorare la tutela dei
consumatori e il funzionamento del mercato interno (dei beni e dei
servizi).
Anche una normativa europea più coerente in materia di contratti
favorirebbe gli scambi intracomunitari e aiuterebbe i consumatori a
raccogliere i benefici del mercato interno. Iniziative per promuovere la
convergenza delle legislazioni nazionali in materia di contratti saranno
intraprese nel quadro del piano d'azione relativo al diritto contrattuale
europeo .
6. Nel settore automobilistico, il sistema dell'omologazione CE
completa di veicolo si applica obbligatoriamente sia agli autoveicoli per
passeggeri che ai motocicli. Questo sistema presenta una serie di
vantaggi. Quando un autoveicolo o un motociclo è omologato in uno Stato
membro, può essere registrato e commercializzato in qualsiasi parte della
Comunità senza essere sottoposto ad altre prove. In tal modo si riducono
i costi per l'industria e si previene il riemergere di ostacoli nel
mercato interno. Il sistema deve ora essere esteso ad altri tipi di
veicoli, in particolare agli autocarri e ai furgoni.
2.
INTEGRARE I MERCATI DEI SERVIZI
a) Valutazione
Considerevoli differenze tra uno Stato membro e l'altro in campo normativo
- e la mancanza di fiducia nei rispettivi sistemi di regolamentazione -
sono la ragione principale per cui la libera circolazione dei servizi è
stata finora più un concetto giuridico che una realtà concreta. A causa
della natura complessa e intangibile di molti servizi - e dell'importanza
del know-how e delle qualifiche dei fornitori - i servizi sono
generalmente assoggettati a norme giuridiche di portata più ampia e più
complesse di quelle che si applicano alle merci.
Il quadro non è però completamente negativo. Nel settore dei servizi
finanziari l'azione è ben avviata e 32 delle 42 misure previste nel piano
d'azione per i servizi finanziari sono già state adottate. Tuttavia, i
cambiamenti strutturali, l'emergere di nuovi modelli d'impresa e la
costante evoluzione dei profili di rischio pongono nuovi problemi agli
organismi di regolamentazione e sorveglianza finanziarie. Sono state
individuate inoltre nuove strozzature, ad esempio nei campi della
compensazione e del regolamento, che costituiscono le arterie del sistema
finanziario. Un'attenzione particolare dovrà essere rivolta
all'identificazione degli ostacoli normativi che hanno l'effetto di
frenare gli scambi e la concorrenza sui mercati di quei servizi finanziari
al dettaglio che sono commerciabili.
Numerosi altri settori di servizi - quali turismo, distribuzione,
costruzione, ingegneria e consulenza, certificazione e prova o agenzie di
collocamento - non sono stati oggetto di una politica globale del mercato
interno. Vi sono vari modi di prestare questi servizi; mentre alcuni
possono essere forniti a distanza, grazie alle nuove tecnologie
dell'informazione e della comunicazione, molti richiedono tuttora la
presenza permanente o temporanea dell'impresa di servizi nello Stato
membro in cui il servizio è prestato. Per taluni servizi, quali la
distribuzione, avere una sede nel paese sul cui mercato si opera, resta la
strategia commerciale fondamentale. Tuttavia, tutti questi modi diversi di
prestare servizi incontrano una serie di ostacoli giuridici e
amministrativi .
Questi ostacoli si presentano in tutte le fasi del processo commerciale -
dall'avviamento dell'attività e dall'uso dei fattori di produzione quali
la manodopera e le apparecchiature, fino alle attività di promozione,
distribuzione, vendita e assistenza post vendita. Essi causano alle
società che operano tra gli Stati membri costi supplementari
considerevoli, con un conseguente spreco di risorse e una conseguente
limitata innovazione e differenziazione dei servizi. Alcune
società sono scoraggiate dall'operare in generale al livello
transfrontaliero, soprattutto le PMI, che sono molto presenti nei settori
dei servizi. Questa situazione limita la concorrenza e la scelta dei
consumatori, mantiene i prezzi ad un livello più elevato del necessario e
impedisce che venga sfruttato appieno il potenziale di creazione di posti
di lavoro delle industrie di servizi.
È ancora molto difficile prestare servizi attraverso le frontiere
· I servizi rappresentano appena il 20% degli scambi effettuati nel
mercato interno, ossia meno di dieci anni fa.
· Vi è un enorme potenziale di crescita nella maggior parte degli Stati
candidati, nei quali i servizi rappresentano tra il 56% e il 70%
dell'economia e il 54% dell'occupazione totale . · Quasi il 90% delle PMI
dell'UE opera nel campo dei servizi . · Il 40% delle imprese di fornitura
di servizi alle imprese afferma che sopprimere gli ostacoli al commercio
transfrontaliero significherebbe per queste imprese un incremento delle
vendite anche del 20% .· Vi sono innumerevoli esempi dei costi provocati
dagli ostacoli: un'impresa di software ha speso più di 6 milioni di €
l'anno per coprire i costi amministrativi connessi a trasferimenti di
personale tra gli Stati membri; una banca al dettaglio ha dovuto pagare 19
000 € di spese legali prima di poter lanciare una campagna promozionale
in due Stati membri .· Secondo stime recenti, l'ulteriore integrazione
dei servizi finanziari potrebbe far aumentare il PIL dell'UE di 130
miliardi di € in dieci anni e l'occupazione dello 0,5%.
b) Azioni
1. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare la proposta di
regolamento sulla promozione delle vendite, che agevolerà le campagne
promozionali transeuropee, e la direttiva sul riconoscimento delle
qualifiche professionali. Quest'ultima è intesa a favorire la mobilità
dei professionisti qualificati, anche ai fini della prestazione temporanea
di servizi in uno Stato ospitante in base alla conformità con le norme
dello Stato di provenienza, aumentando così la scelta dei consumatori e
assicurando la concorrenza nella tariffazione dei servizi professionali.
Gli Stati membri dovranno poi recepire la direttiva correttamente e entro
i termini stabili e assicurare che sia applicata in modo appropriato.
2. Prima della fine del 2003 la Commissione presenterà una proposta di
direttiva sui servizi nel mercato interno, che definirà un quadro
giuridico chiaro ed equilibrato, inteso ad agevolare le condizioni di
stabilimento e di prestazione transfrontaliera dei servizi. Essa si
baserà sulla combinazione di riconoscimento reciproco, cooperazione
amministrativa, armonizzazione ove assolutamente necessario e
incoraggiamento dei codici di condotta e delle regole professionali
europei.
La Commissione pubblicherà anche una comunicazione sulla competitività
dei servizi per le imprese e sul loro contributo al miglioramento dei
risultati delle imprese europee, nella quale saranno esposte le misure non
legislative di integrazione della direttiva. Tra queste vi è la
definizione di norme e misure europee intese a migliorare la copertura
statistica dei settori dei servizi.
3. Se i risultati del relativo studio di fattibilità saranno positivi, la
Commissione intende proporre l'estensione del meccanismo di screening ai
progetti di regolamenti tecnici nazionali , in modo da coprire i servizi
diversi da quelli della società dell'informazione (già contemplati).
Questa disposizione dovrebbe prevenire la formazione di nuovi ostacoli nel
mercato interno.
4. La Commissione assicurerà un seguito adeguato alla sua relazione sulla
sicurezza dei servizi per i consumatori, che prevede l'introduzione di una
misura legislativa intesa a sorvegliare e sostenere le politiche e le
misure nazionali in questo campo.
5. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare le restanti misure del
piano d'azione per i servizi finanziari, in particolare la direttiva sui
prospetti e la direttiva sui servizi d'investimento, e concludere la prima
lettura della direttiva sulla trasparenza prima della fine dell'attuale
legislatura.
6. La Commissione presenterà le ultime proposte previste dal piano
d'azione per i servizi finanziari, tra cui una nuova direttiva
sull'adeguatezza patrimoniale (all'inizio del 2004).
7. La Commissione pubblicherà inoltre, nella seconda metà di quest'anno,
una comunicazione sulla compensazione e sul regolamento, che illustrerà
le iniziative necessarie per completare la costituzione di uno spazio
europeo dei pagamenti e per agevolare la contrattazione transfrontaliera
di azioni. Questa comunicazione menzionerà la possibilità di istituire
un quadro normativo al livello dell'UE, fondato sul diritto comunitario.
8. La Commissione condurrà ampie consultazioni sul completamento e
sull'ulteriore sviluppo del piano d'azione per i servizi finanziari,
ponendo l'accento sulla costituzione di un mercato unico dei servizi
finanziari al dettaglio. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare
la direttiva sul credito al consumo, perché si possano compiere progressi
verso un effettivo mercato unico del credito.
3. ASSICURARE INDUSTRIE
IN RETE DI ALTA QUALITÀ
a) Valutazione
Le "industrie in rete" sono d'importanza fondamentale per la
nostra qualità di vita e il benessere di tutti i cittadini dell'Unione.
Esse rappresentano anche fattori di produzione essenziali per l'industria
comunitaria e incidono pertanto in modo determinante sulla competitività
internazionale dell'UE.
Negli ultimi dieci anni si è assistito ad una notevole apertura dei
mercati in questi settori, dovuta in parte alla legislazione comunitaria e
in parte agli sviluppi del mercato e delle tecnologie. Ne sono conseguiti
vantaggi consistenti sia per le imprese che per i consumatori.
La priorità è ora di completare il processo di apertura adottando le
proposte esistenti e, se necessario, formulandone di nuove. Un settore che
potrebbe richiedere nuove azioni è quello della fornitura di acqua che
resta frammentato e nel quale l'ammodernamento può produrre dei vantaggi
economici. Tuttavia, questo tema sarà oggetto di uno studio ulteriore. La
politica europea relativa alla proprietà delle risorse idriche e ai
servizi di fornitura idrica continuerà ad essere neutrale. Altri
interventi sono previsti per rendere moderno e dinamico il settore delle
poste.
Tutte le "industrie in rete" sono soggette ad obblighi di
servizio pubblico particolari, quali la fornitura di servizi essenziali ai
gruppi sociali vulnerabili e agli abitanti di zone geografiche
periferiche. È d'importanza fondamentale che questi obblighi continuino
ad essere rispettati. La Commissione pubblicherà tra breve un libro verde
che esamina il ruolo dell'UE in questo campo ed è inteso ad avviare un
ampio dibattito su problemi da risolvere.
Nei prossimi anni saranno necessari investimenti massicci per elevare la
qualità delle infrastrutture nell'UE, in particolare nei paesi di nuova
adesione. Dati i rigorosi vincoli di bilancio imposti ai governi, è
improbabile che i fondi pubblici siano sufficienti a finanziare queste
esigenze. Il settore privato svolgerà un ruolo sempre più importante nel
finanziamento delle infrastrutture, nell'ammodernamento dei servizi
essenziali e nell'assicurare che siano sostenibili sotto il profilo dei
costi e della migliore qualità possibile.
Tuttavia, i partenariati tra il pubblico e il privato sollevano
determinati problemi giuridici, che devono essere chiariti perché possa
essere instaurato un contesto giuridico prevedibile nel quale i
partenariati abbiano la possibilità di prosperare. La Commissione si
propone di procedere a tale chiarimento in due modi. In primo luogo,
analizzerà l'impatto della politica di concorrenza/aiuti di Stato dell'UE
sui servizi d'interesse economico generale. In secondo luogo, definirà in
che modo le norme relative agli appalti si applicano ai casi in cui i
partenariati tra pubblico e privato partecipano alle gare per la fornitura
di questi servizi.
L'apertura dei mercati ha portato vantaggi sia ai consumatori che alle
imprese
· Insieme all'evoluzione tecnologica, l'apertura dei mercati ha fatto
scendere i prezzi delle telefonate nazionali del 50% e delle telefonate
internazionali del 40% rispetto al 1998 .
· I prezzi delle tariffe aeree promozionali sono calati del 41% tra il
1992 e il 2000 . Il numero di rotte che collegano gli Stati membri è
aumentato del 46% rispetto al 1992, offrendo una maggiore scelta ai
passeggeri.
· Nei mercati liberalizzati le famiglie pagano per l'elettricità il 15%
in meno che nei mercati chiusi; e nel Regno Unito, in cui i mercati sono
aperti al 100%, pagano per la fornitura di gas il 25% in meno .· La
fornitura di acqua è un settore economico importante, poiché realizza un
fatturato annuo stimato ammontare a 80 miliardi di €, superando il
settore della fornitura di gas naturale. Ma la spesa annua per il consumo
di acqua varia tra 350 € a Berlino a 50 € a Roma (fornitura gratuita
in Irlanda) .· Gli investimenti infrastrutturali che dovranno essere
effettuati negli Stati membri di nuova adesione solo per i trasporti sono
stimati ammontare a 100 miliardi di €.
b) Azioni
1. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare rapidamente il
"secondo pacchetto per le ferrovie", il pacchetto destinato a
creare un "cielo europeo comune" e la proposta relativa
all'accesso ai servizi portuari. Il Consiglio dovrebbe dare mandato alla
Commissione per negoziare un accordo sui cieli aperti con gli Stati Uniti.
La Commissione presenterà rapidamente proposte per l'apertura dei mercati
dei trasporti di passeggeri, per completare il mercato interno nel settore
delle ferrovie.
2. Il Consiglio dovrebbe adottare rapidamente e attuare efficacemente il
"pacchetto energia" inteso ad aprire completamente i mercati del
gas e dell'elettricità per i consumatori diversi dalle famiglie entro il
2004 e per le famiglie entro il 2007.
3. Sebbene la politica europea relativa alla proprietà delle risorse
idriche e ai servizi di fornitura idrica resti neutrale, i servizi della
Commissione procederanno ad una revisione della situazione giuridica e
amministrativa del settore idrico e delle acque usate. Essa comprenderà
un'analisi degli aspetti concorrenziali, nel pieno rispetto delle garanzie
sancite dal trattato per quanto riguarda i servizi d'interesse economico
generale e le disposizioni ambientali. Tutte le opzioni saranno
considerate, comprese eventuali misure legislative.
4. Gli Stati membri devono assicurare un recepimento completo e tempestivo
della direttiva sui servizi postali, che aprirà alla concorrenza settori
di mercato sostanziali nel 2003 e nel 2006. La Commissione farà eseguire,
nel corso del 2006, uno studio che valuterà, per ciascuno Stato membro,
l'impatto sul servizio universale della piena realizzazione del mercato
interno dei servizi postali. In base ai risultati di questo studio, la
Commissione potrà fare ulteriori proposte.
5. La Commissione continuerà ad adoperarsi per chiarire, alla luce delle
prossime sentenze della Corte di giustizia, l'applicazione delle
disposizioni sugli aiuti di Stato per la compensazione dei costi della
fornitura dei servizi d'interesse economico generale.
6. Nel corso di
quest'anno la Commissione pubblicherà un libro verde inteso ad avviare un
dibattito sul modo migliore di assicurare che i partenariati tra settore
pubblico e settore privato per i grandi progetti siano intrapresi in
condizioni di effettiva concorrenza e piena certezza giuridica nel quadro
delle regole relative agli appalti. Se necessario, essa proporrà altre
misure (legislative) per agevolare tali partenariati.
4. RIDURRE L'INCIDENZA
DEGLI OSTACOLI FISCALI
a) Valutazione
Con la progressiva maturazione del mercato interno sempre più società
cercano di organizzarsi a livello europeo. Tuttavia, operare nel contesto
di 15 (e ben presto 25) diversi regimi di imposizione delle società
aggiunge un notevole grado di complessità alle attività commerciali.
Le società devono affrontare molteplici difficoltà, che vanno dal tempo
che occorre alle autorità fiscali per autorizzare i prezzi di
trasferimento nelle operazioni transfrontaliere effettuate tra due parti
dello stesso gruppo, alla limitazione della compensazione transfrontaliera
delle perdite (che possono far sì che un'impresa complessivamente in
perdita debba pagare imposte!) e ai problemi della duplice imposizione.
Inoltre, l'attuale sistema dell'IVA è tutto imperniato sull'imposizione
nel paese di consumo, con il risultato che molte imprese che operano
attraverso le frontiere devono pagare l'IVA in uno Stato membro nel quale
non hanno una sede permanente. Sono condizioni difficili e costose, dato
che l'operatore può non avere una buona conoscenza della lingua e della
legislazione del paese in questione. Si tratta di uno dei maggiori
ostacoli al buon funzionamento del mercato interno, soprattutto per le PMI.
L'attuale sistema, inoltre, non è sicuro contro le frodi; a questo
proposito è necessaria una risposta forte e coordinata da parte degli
Stati membri e della Commissione.
Altri aspetti della politica fiscale causano problemi sia all'industria
che ai cittadini. Alcuni Stati membri, ad esempio, tassano maggiormente i
dividendi transfrontalieri dei dividendi nazionali. Questo tipo di
discriminazione fiscale disincentiva fortemente la detenzione di
partecipazioni in diversi Stati membri e rallenta la formazione di mercati
di capitali paneuropei.
A ciò si aggiunga che, a causa delle differenze nella tassa
d'immatricolazione, i fabbricanti di automobili devono produrre modelli
diversi (ad esempio, con motori di diversa potenza) per i differenti
mercati nazionali. Essi non possono così beneficiare pienamente del fatto
che operano nel mercato interno. È possibile inoltre che persone che si
trasferiscono da uno Stato membro all'altro debbano pagare la tassa
d'immatricolazione due volte sullo stesso veicolo.
Gli ostacoli fiscali sono una delle grandi preoccupazioni delle imprese
nel mercato interno· L'UNICE sottolinea che l'esistenza di 15
amministrazioni fiscali distinte rappresenta "un grande onere per le
imprese, in particolare per le PMI" .· Il 77% delle imprese dichiara
che i regimi fiscali nazionali dovrebbero essere maggiormente ravvicinati
. Le più importanti società europee hanno invocato un'ulteriore
armonizzazione dei regimi fiscali dell'UE .· I costi che le imprese
devono sostenere per conformarsi alle disposizioni fiscali relative alle
società rappresentano tra il 2% e il 4% del gettito totale delle imposte
sui redditi delle società - ossia tra 4,3 miliardi di € e 8,6 miliardi
di € per l'intera UE.
b) Azioni
1. Per quanto riguarda l'imposta sulle società, la Commissione prenderà
le seguenti iniziative per rimuovere gli ostacoli principali:
- A breve termine, essa proporrà di rivedere la direttiva sulle società
madri e figlie, che è intesa ad eliminare la duplice imposizione
all'interno dell'UE e a consentire che tra società dello stesso gruppo i
dividendi siano versati senza deduzione della ritenuta alla fonte. La
Commissione proporrà anche di rivedere la direttiva sulle concentrazioni,
che è intesa ad agevolare la riorganizzazione delle società attraverso
il differimento di taluni oneri fiscali e la soppressione della duplice
imposizione. L'intenzione è di ampliare il campo di applicazione delle
due direttive attenuando talune condizioni in esse contemplate e
consentendo a più società di beneficiarne.
- A più lungo termine, la Commissione proporrà iniziative per introdurre
una base consolidata comune per l'imposta sulle società a livello
comunitario. Questo risultato potrebbe essere ottenuto senza armonizzare
le aliquote dell'imposta sulle società e farebbe compiere un grosso passo
avanti nella risoluzione dei problemi delle società poiché ridurrebbe le
spese di conformità dovute all'esistenza di 15 regimi fiscali distinti,
assicurerebbe lo sgravio fiscale transfrontaliero e semplificherebbe le
attuali complesse operazioni fiscali legate alla fissazione dei prezzi dei
trasferimenti.
2. Per quanto riguarda l'IVA, la Commissione pubblicherà una
comunicazione illustrante le ulteriori iniziative da adottare per
ammodernare e semplificare il regime esistente. Tra queste potrebbe
figurare l'introduzione di uno sportello unico per tutte le imprese
operanti in Stati membri nei quali non hanno una sede. Una siffatta
iniziativa diminuirebbe il costo amministrativo dell'IVA per le società e
faciliterebbe le attività commerciali transfrontaliere, giovando in
particolare alle PMI.
3. Per quanto riguarda la tassazione degli autoveicoli, la Commissione
raccomanda di sopprimere gradualmente la tassa d'immatricolazione entro un
periodo provvisorio variante tra cinque e dieci anni. Gli Stati membri
dovrebbero compensare la perdita di questa entrata con aumenti delle tasse
di circolazione annue e delle imposte sul carburante; quest'ultima misura
gioverebbe all'ambiente oltre che al mercato interno. La Commissione
presenterà proposte legislative per rimuovere gli ostacoli alla libera
circolazione delle automobili nel mercato interno.
4. Per quanto riguarda i dividendi, la Commissione pubblicherà una
comunicazione sugli effetti della giurisprudenza della Corte di giustizia
europea sui vari tipi di regimi fiscali relativi ai dividendi e prenderà
misure per garantire un trattamento non discriminatorio, se necessario
avviando procedure d'infrazione.
5. AUMENTARE LE
OPPORTUNITÀ DI APPALTI PUBBLICI
a) Valutazione
Il mercato degli appalti pubblici dell'Unione europea non è ancora
sufficientemente aperto e competitivo. Troppi acquirenti pubblici, in
particolare al livello dei governi locali, non conoscono la portata totale
delle norme. A causa dell'esistenza di una molteplicità di norme e
procedure nazionali, molti fornitori esitano a vendere alle
amministrazioni pubbliche, soprattutto di un altro Stato membro. Salvo
qualche eccezione, gli appalti pubblici si basano ancora ampiamente su
formalità amministrative su supporto cartaceo, ignorando i notevoli
vantaggi offerti dall'informatica.
Tutto questo si traduce in una limitata partecipazione transfrontaliera
alle procedure di aggiudicazione dei contratti, in inefficienze dei
mercati degli appalti pubblici, in perdite di opportunità commerciali e
nella scarsa probabilità che il contribuente ottenga dei benefici per i
costi sostenuti. I costi degli appalti non efficienti sono sbalorditivi.
Gli appalti pubblici sono semplicemente troppo importanti per l'economia
europea per lasciare che la situazione continui come ora. Considerando che
i bilanci pubblici sono sottoposti a forti pressioni, assicurare una
maggiore efficienza degli appalti è un modo ovvio di raggiungere migliori
risultati con una spesa minore.
L'adozione e l'efficace attuazione del pacchetto legislativo è essenziale
per ammodernare i sistemi europei di appalti pubblici. Senza di esso non
si potrà né realizzare un mercato degli appalti "elettronico"
di livello europeo, né si disporrà di un quadro giuridico adeguato ad
appalti complessi come quelli per le reti transeuropee. Ma vi è ancora di
più da fare. Come per altri settori chiave del mercato interno, gli Stati
membri dovranno assumere un ruolo molto più importante nell'assicurare
l'effettiva applicazione delle regole da essi stessi decise. Essi dovranno
anche semplificare le disposizioni nazionali e uniformare al massimo le
procedure di tutti gli enti aggiudicatori, perché le società possano
più facilmente partecipare alle gare di appalto. Si dovrebbero prendere
anche misure per assicurare che i partenariati tra pubblico e privato per
i grandi progetti possano essere conclusi in condizioni di effettiva
concorrenza e trasparenza, conformemente alle norme relative agli appalti
.
La Commissione è del parere che gli Stati membri dovrebbero insediare una
autorità nazionale responsabile di vigilare sul rispetto delle
disposizioni relative agli appalti pubblici da parte degli enti
aggiudicatori. Taluni Stati membri hanno già preso questa iniziativa.
L'autorità in questione dovrebbe avere la possibilità, nell'interesse
generale, di adire un tribunale per le eventuali infrazioni, perché si
possa far uso di mezzi di ricorso efficaci contro gli enti aggiudicatori
che non hanno rispettato le procedure. Il rafforzamento dei mezzi di
ricorso dovrebbe essere accompagnato da una più intensa cooperazione
amministrativa tra gli Stati membri (basata sulla rete di appalti europea
di recente costituzione).
Tra le misure intese a garantire un maggiore rispetto delle procedure vi
è l'elevamento degli standard professionali dei funzionari responsabili
delle gare di appalto. Chi è responsabile della spesa di grosse somme dei
denari pubblici dovrebbe conoscere perfettamente le norme che disciplinano
le gare pubbliche d'appalto. Gli Stati membri dovrebbero perciò
assicurare che i propri funzionari responsabili delle gare d'appalto
abbiano accesso a misure di formazione che consentano loro di acquisire e
sviluppare la competenza professionale richiesta dall'importanza della
loro funzione.
I governi e i contribuenti non ottengono i benefici corrispondenti ai
costi sostenuti· Gli appalti pubblici rappresentano il 16% del PIL
dell'UE, ossia un valore pari a 1 429 miliardi di € . Una riduzione dei
costi del 5% dovuta ad una maggiore concorrenzialità ed efficienza dei
mercati degli appalti pubblici permetterebbe quindi di risparmiare più di
70 miliardi di €, ossia una somma superiore di quattro volte al bilancio
della Danimarca per l'istruzione .· Nel 2001 solo il 16% circa (in
valore) degli appalti pubblici sono stati pubblicati su scala comunitaria
.· Gli appalti transfrontalieri (compresi gli appalti indiretti
aggiudicati tramite affiliate all'estero) sono passati dal 6% nel 1987 al
10% nel 1998, ma sono rimasti in seguito allo stesso livello. Questi dati
sono considerevolmente inferiori a quelli rilevati nel settore privato,
nel quale gli acquisti transfrontalieri rappresentano il 20% circa.· Le
procedure di appalto elettroniche che vadano oltre la pubblicazione di
avvisi hanno nell'UE un ruolo trascurabile.
b) Azioni
1. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare il pacchetto
legislativo relativo agli appalti, che consolida e ammoderna il regime
attuale e crea le condizioni per la diffusione delle procedure di appalto
elettroniche. Gli Stati membri devono recepire il pacchetto legislativo
nelle legislazioni nazionali correttamente ed entro i termini stabiliti.
Esso offre agli Stati membri un'eccellente opportunità per razionalizzare
e semplificare la propria legislazione e standardizzare le procedure.
2. La Commissione intende proporre agli Stati membri di conferire ad
un'autorità di vigilanza nazionale esistente (o ad un altro organismo
nazionale) il potere di adire un organo di ricorso o un tribunale
nazionale in vista dell'attuazione di mezzi di ricorso efficaci. Tali
organismi dovrebbero essere indipendenti dagli enti aggiudicatori e
dovrebbero assicurare che casi di inadempienza gravi siano efficacemente
sanzionati. Questo si potrebbe realizzare nel quadro della revisione della
suddetta direttiva sulle procedure di ricorso in materia di appalti
pubblici, prevista per il 2004.
3. La rete di appalti pubblici di recente istituzione dovrebbe essere
estesa a tutti gli Stati membri, agli Stati del SEE e ai paesi candidati.
Essa dovrebbe essere dotata di adeguate risorse da parte degli Stati
membri perché possa divenire lo strumento della risoluzione dei problemi
transfrontalieri (in connessione con la rete SOLVIT), della messa in
comune delle pratiche migliori e del miglioramento dell'accesso delle PMI
agli appalti pubblici. Essa dovrebbe anche incoraggiare gli Stati membri a
sviluppare la formazione del personale e la "certificazione"
delle competenze richieste, tra cui la conoscenza della normativa
comunitaria, per migliorare la professionalità dei responsabili.
4. Gli Stati membri
dovrebbero assicurare che tutti i loro sistemi operativi per le procedure
di appalto elettroniche siano perfettamente conformi ai requisiti previsti
dal pacchetto legislativo, quando questo entrerà in vigore (probabilmente
nella seconda metà del 2005). Essi dovrebbero prefiggersi di arrivare ad
effettuare una quota significativa (in valore) delle loro aggiudicazioni
di appalti con strumenti elettronici entro la fine del 2006. La
generalizzazione delle procedure di appalto elettroniche dovrebbe essere
realizzata prima del 2010. L'anno prossimo la Commissione presenterà un
piano d'azione (comprendente misure legislative e non) per un approccio
coordinato in tutta l'UE.
5. Vi sono notevoli possibilità di razionalizzare maggiormente le spese
per la difesa in Europa. Questa razionalizzazione avrà a sua volta il
vantaggio di rendere più competitiva l'industria europea delle
attrezzature militari . La Corte di giustizia europea ha pronunciato una
serie di importanti sentenze sul campo di applicazione dell'articolo 296
del trattato, che contempla deroghe per gli interessi della sicurezza
essenziali degli Stati membri. Entro la fine del 2003 la Commissione
pubblicherà una comunicazione interpretativa sulle implicazioni di tali
sentenze, tra l'altro per il settore degli appalti pubblici. Essa intende
anche presentare un libro verde nel 2004 in vista di ulteriori iniziative
riguardo agli appalti nel settore europeo della difesa.
6. MIGLIORARE LE
CONDIZIONI IN CUI OPERANO LE IMPRESE
a) Valutazione
Le iniziative dirette a integrare i mercati
rimuovendo gli ostacoli tecnici e fiscali agli scambi e riducendo la
burocrazia sono decisive per migliorare il contesto in cui operano le
imprese, ma esse saranno veramente efficaci solo se si creeranno le
condizioni quadro per sostenere le imprese creative e dinamiche. Le
piccole imprese in particolare sono molto sensibili ai cambiamenti del
contesto in cui operano. È per questo che il Consiglio europeo di Feira
del giugno 2000 ha approvato la Carta europea delle piccole imprese.
Le misure politiche necessarie a promuovere l'imprenditorialità e
l'innovazione sono per lo più di competenza diretta degli Stati membri .
Spetta a loro condurre le azioni necessarie in questi campi, approfittando
pienamente degli scambi di esperienze e delle pratiche migliori esistenti
in altre parti dell'Unione europea. Il modo migliore di procedere in
questo caso è di effettuare un'analisi comparativa utilizzando i progetti
della procedura Best con il coordinamento della Commissione e servendosi
delle informazioni raccolte con le relazioni sull'attuazione della Carta
europea per le piccole imprese .
Vi sono tuttavia una serie di settori nei quali si può fare direttamente
ricorso alle politiche del mercato interno per promuovere
l'imprenditorialità e l'innovazione in un'economia che si basa sempre
più sulla conoscenza. L'Europa è una ricca sorgente di creatività, ma
sono necessari altri interventi per assicurare condizioni quadro propizie
nelle quali questa creatività possa essere trasformata in investimenti e
attività economica competitiva.
Gli operatori economici devono sapere che i loro investimenti in idee e
prodotti innovativi saranno protetti in tutta l'UE, in particolare contro
la pirateria e la contraffazione . In questo campo si è già ottenuto un
grado significativo di armonizzazione al livello comunitario; ma
l'applicazione coerente dei diritti di proprietà intellettuale su tutto
il territorio dell'UE è divenuta ora una questione chiave: nell'era
digitale in cui viviamo, infatti, le merci e i servizi possono facilmente
essere copiati e trasferiti da un luogo all'altro. L'aspetto
dell'applicazione sarà ancora più decisivo in un mercato interno
allargato. È anche importante agevolare la commercializzazione
transfrontaliera dei prodotti protetti dal diritto d'autore, quali
prodotti stampati, film e CD, in modo che tutti possano beneficiare dei
risultati dell'innovazione.
Inoltre, gli investitori, quando compiono le loro scelte d'investimento,
hanno bisogno di essere sicuri che possono fidarsi dei documenti contabili
delle società in cui investono. Le imprese devono essere sicure che
competono tra loro a parità di condizioni (ad esempio, senza gli effetti
distorsivi degli aiuti di Stato), che possono stringere alleanze
strategiche e fusioni transfrontaliere in piena fiducia e che esistono le
adeguate strutture giuridiche per consentire a tutte le imprese, di tutte
le dimensioni, di operare efficacemente ovunque nell'UE allargata.
L'UE deve contribuire a creare un ambiente nel quale le imprese possano
prosperare· Più di 17 000 posti di lavoro regolari si perdono ogni anno
a causa della pirateria e della contraffazione nell'UE .· Secondo fonti
industriali, il 37% del software utilizzato nell'UE è usurpativo, il che
rappresenta perdite di introiti pari a 2,9 miliardi di € . Nel 2001
l'industria musicale ha registrato un calo generale delle vendite pari in
media al 7,5% nell'UE . Nel settore delle calzature e dell'abbigliamento
le merci usurpative o contraffatte rappresentano il 22% delle vendite .·
Attualmente, la protezione dei brevetti che copre appena 8 paesi europei
costa circa cinque volte più che negli Stati Uniti o in Giappone.
L'accordo politico sul brevetto europeo dimezzerà questi costi e offrirà
protezione in 25 Stati membri; i costi saranno sempre superiori a quelli
negli Stati Uniti o in Giappone, ma la situazione sarà molto migliore di
quella attuale .· Il contributo delle merci e dei servizi protetti dal
diritto d'autore al PIL dell'UE è significativo (più del 5%) e in
crescita .· Nel 2001 il valore totale degli aiuti di Stato concessi in
tutta l'UE è stato di 86 miliardi di €, pari allo 0,99% del PIL dell'UE
.· Il 39% delle fusioni e delle acquisizioni di società sono ormai
transfrontaliere, mentre dieci anni fa erano il 26%. Più del 40% delle
grandi società ha concluso accordi di cooperazione con società di altri
Stati membri.
b) Azioni
1. Il Consiglio dovrebbe terminare rapidamente l'esame del regolamento
relativo ad un brevetto comunitario legalmente sicuro ed economicamente
accessibile. Per rendere operativo il brevetto comunitario sono necessari
anche altri due provvedimenti: la convenzione di Monaco del 1973 deve
essere rivista in modo da consentire all'Ufficio europeo dei brevetti di
rilasciate brevetti comunitari e deve essere istituito un tribunale
speciale per il brevetto comunitario.
2. Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare rapidamente la
direttiva intesa a rafforzare l'applicazione dei diritti di proprietà
intellettuale (essenziale nella lotta contro la contraffazione e la
pirateria) e la direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate
per mezzo di elaboratori elettronici.
3. La Commissione presenterà una comunicazione sulla gestione del diritto
d'autore e dei diritti connessi, nella quale saranno individuate le misure
atte a creare un contesto più favorevole per la commercializzazione e la
concessione di licenze transfrontaliere relative a tali diritti.
4. Gli Stati membri sono fermamente invitati a continuare i loro sforzi
per ridurre ancora l'importo totale degli aiuti di Stato e a riorientare
gli aiuti verso obiettivi orizzontali d'interesse comunitario, quali la
protezione dell'ambiente e la ricerca e lo sviluppo. Un'altra priorità è
costituita dall'adozione definitiva della proposta di riforma del regime
delle concentrazioni . Inoltre, la Commissione proporrà un nuovo
regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi di
trasferimento di tecnologia tra imprese.
5. Un regolamento adottato di recente impone a partire dal 2005 a tutte le
società quotate nell'UE di redigere i propri conti consolidati in
conformità dei principi contabili internazionali (IAS). Questa misura
assicurerà la trasparenza e una maggiore comparabilità tra gli stati
finanziari consolidati delle società quotate nell'UE e, di conseguenza,
una migliore allocazione dei capitali e forse una riduzione del costo del
capitale. Gli IAS sono fissati dalla International Accounting Standards
Board, un organismo internazionale indipendente che definisce le norme
contabili. Per assicurare un adeguato controllo politico, il regolamento
stabilisce che, per essere applicati nell'UE, gli IAS dovranno essere
recepiti nella legislazione comunitaria. Gli IAS esistenti saranno
recepiti nel corso del 2003, purché siano state apportate le opportune
modifiche ad alcuni di essi.
È importante inoltre tener conto dell'impatto del regolamento sulle PMI.
Poiché si tratta per lo più di società non quotate, esse non sono
obbligate a conformarsi agli IAS. Potrebbe però essere nel loro interesse
farlo, per agevolarsi l'accesso ai mercati di capitali. Saranno necessarie
in proposito determinate iniziative da parte degli Stati membri.
La Commissione pubblicherà prossimamente una comunicazione sulle
priorità da rispettare, nel 2003 e oltre, per migliorare la qualità
della revisione legale dei conti nell'UE. Sono previste, tra l'altro,
l'aggiornamento e il rafforzamento dell'ottava direttiva sul diritto delle
società (che tratta dell'accesso alla professione di revisore contabile e
della sua disciplina); l'istituzione di un meccanismo di coordinamento
europeo della vigilanza pubblica sulla professione di revisore contabile
(inteso ad assicurare un'adeguata vigilanza sulla professione a livello
nazionale e un appropriato coordinamento a livello europeo); l'adozione
nell'UE dei principi internazionali di revisione contabile a partire dal
2005.
6. La Commissione adotterà tra breve un piano d'azione relativo al
diritto societario e alla governanza delle società nell'UE, che prevede
azioni a breve termine (2003-2005), a medio termine (2006-2008) e a lungo
termine (2009 e oltre). Tra le azioni a breve termine vi sono una proposta
di decima direttiva di diritto societario sulle concentrazioni
transfrontaliere e una proposta di 14esima direttiva di diritto societario
sul trasferimento transfrontaliero della sede sociale. Anche la direttiva
sulle offerte pubbliche di acquisto dovrebbe essere adottata quanto prima.
Queste direttive aiuteranno le società ad organizzarsi in modo più
efficiente all'interno del mercato interno.
7. La Commissione intende
proporre un regolamento su uno statuto europeo di società privata per le
PMI, se i risultati di uno studio di fattibilità in corso di esecuzione
saranno positivi. Esso consentirà alle PMI di organizzarsi in modo più
efficiente a livello europeo (ossia fornirà loro opportunità analoghe a
quelle che lo statuto di società europea offre alle società più grandi
a partire dal 2004).
7. AFFRONTARE LA SFIDA
DEMOGRAFICA
a) Valutazione
L'invecchiamento della popolazione porrà grossi problemi ai sistemi
pensionistici. La responsabilità primaria di affrontare questi problemi
incombe agli Stati membri. Sono essi che dovranno prendere decisioni
politiche di fondo per riformare il sistema pensionistico pubblico.
Il mercato interno può, tuttavia, dare un contributo positivo generando
crescita, che dovrebbero aiutare a migliorare le finanze pubbliche. Esso
può anche contribuire a creare posti di lavoro, che sono indispensabili
se l'Unione vuole elevare il suo tasso di occupazione (anche incoraggiando
una maggiore partecipazione al mercato del lavoro delle persone sopra i 55
anni di età) e mantenere un coefficiente di dipendenza sostenibile come
pure la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici.
Anche alcune misure molto specifiche attinenti al mercato interno possono
svolgere una funzione utile riguardo alle pensioni aziendali e
professionali (o private), che nella maggior parte degli Stati membri
diverranno più importanti in futuro. La definizione di un quadro
prudenziale grazie al quale i fondi pensione possano operare
efficientemente nel mercato interno e si possa garantire un alto livello
di protezione delle pensioni nonché l'abolizione di qualsiasi tipo di
trattamento fiscale discriminatorio nell'erogazione transfrontaliera delle
pensioni aziendali e professionali sono questioni importanti che devono
essere affrontate con urgenza.
Al di là del problema delle pensioni, l'invecchiamento della popolazione
avrà ripercussioni anche sulla sanità . Gli Stati membri sono
responsabili della gestione dei propri sistemi sanitari e spetta pertanto
principalmente a loro affrontare questo problema. Tuttavia, il mercato
interno incide sulle politiche nazionali della sanità in vari modi,
specialmente per quanto riguarda l'accesso transfrontaliero ai trattamenti
e la loro prestazione transfrontaliera . L'unica restrizione che si può
concepire in proposito è che questa situazione non deve deteriorare la
capacità degli Stati membri di assicurare un adeguato accesso a
trattamenti ospedalieri di alta qualità sul loro territorio, di
controllare la spesa pubblica e di mantenere standard pubblici elevati.
Un'applicazione ben gestita della normativa del mercato interno al settore
della sanità può essere utile sia ai pazienti che ai prestatori, in
quanto è in grado di assicurare l'uso più efficiente possibile delle
risorse in tutta l'UE. Ciò di cui vi è bisogno ora è una concezione
comune per i sistemi della sanità a livello europeo, per far sì che
questo potenziale sia pienamente sfruttato.
La conseguenza dell'invecchiamento è una riduzione del numero di
lavoratori e un aumento del numero dei pensionati
· Si prevede che il numero delle persone al di sopra dei 65 anni passi da
61 milioni nel 2000 a 103 milioni nel 2050 e il numero degli
ultraottantenni da 14 milioni a 38 milioni .
· Il rapporto tra persone in età lavorativa e persone al di sopra
dell'età pensionabile (65+) scenderà da 4:1 a -2:1 entro il 2050 .·
Solo la metà circa degli europei di età tra 55 e 59 anni e meno di un
quarto di quelli di età tra 60 e 64 anni sono ancora occupati .· Se gli
impegni dei sistemi pensionistici a ripartizione venissero iscritti a
bilancio, in taluni Stati membri essi rappresenterebbero un debito
superiore al 200% del PIL.· Nei prossimi decenni la spesa dei regimi
pensionistici pubblici aumenterà nella maggior parte dei paesi di una
quota variante tra il 3% e il 5% del PIL.
b) Azioni
1. Gli Stati membri dovrebbero completare entro i termini previsti
l'attuazione della direttiva sui fondi pensione, che accrescerà sia la
sicurezza che la sostenibilità economica delle pensioni aziendali e
professionali. Essa consentirà anche alle società multinazionali di
gestire fondi singoli pensione che coprono tutta l'UE, agevolando così la
mobilità transfrontaliera all'interno dell'impresa.
2. La Commissione avvierà la seconda fase della consultazione delle parti
sociali in merito a misure intese a garantire che le persone che cambiano
posto di lavoro trasferendosi da uno Stato membro all'altro (compresi
coloro che cambiano in tal modo datore di lavoro) non subiscano riduzioni
indebite dei loro diritti a pensione. A seconda di quale sarà l'esito
definitivo di questa consultazione, la Commissione esaminerà
l'opportunità di proporre una direttiva sulla trasferibilità delle
pensioni aziendali e professionali.
3. La Commissione porterà avanti la sua decisa azione per combattere la
discriminazione fiscale contro i fondi pensione aventi sede in altri Stati
membri. Si tratta di una misura essenziale se si intende instaurare un
autentico mercato interno delle pensioni aziendali e professionali.
4. Nel settore della sanità, la Commissione collaborerà strettamente con
gli Stati membri - in particolare nel gruppo di riflessione ad alto
livello sulla mobilità dei pazienti - per elaborare una concezione comune
dei modi in cui il mercato interno può sostenere i sistemi sanitari
nazionali, nel pieno rispetto della pertinente giurisprudenza della Corte
di giustizia europea. Quando il processo di consultazione, avviato nel
luglio 2002, sarà completato, i risultati saranno presentati agli Stati
membri per un'ulteriore discussione.
8. SEMPLIFICARE IL
CONTESTO NORMATIVO
a) Valutazione
L'esistenza di un contesto normativo di alta qualità è di fondamentale
importanza per la competitività. Per questo motivo il Consiglio europeo
di Lisbona ha posto in testa all'agenda politica dell'Unione il
miglioramento e la semplificazione delle normative. Per tradurre questo
impegno politico in azione, la Commissione ha presentato un piano d'azione
per una migliore regolamentazione e un programma flessibile di
semplificazione , che trattano sia delle fasi preparatorie di nuovi atti
legislativi che del miglioramento dell'acquis' comunitario esistente. Il
recente Consiglio europeo di Bruxelles ha sottolineato ancora una volta
l'importanza di migliorare il quadro normativo.
Tuttavia, presentare un piano d'azione non basta - deve anche essere
concepito in modo da funzionare concretamente. La Commissione sta
cominciando a imporsi nuove discipline (in particolare nel campo della
valutazione a priori dell'impatto e della semplificazione degli atti
giuridici comunitari esistenti). Tocca ora al Consiglio e al Parlamento
fare altrettanto, soprattutto quando si tratta di apportare profonde
modifiche alle proposte della Commissione durante i negoziati. Una
migliore regolamentazione una semplificazione a livello comunitario dovrà
sempre essere accompagnata da un'attività corrispondente al livello degli
Stati membri, in particolare durante la fase sensibile del recepimento
della legislazione comunitaria in disposizioni amministrative nazionali.
Per assicurare la qualità della regolamentazione non è sufficiente che
l'incidenza delle misure sia stata studiata prima della loro proposta, che
i testi siano ben redatti e chiari e le misure proporzionate agli
obiettivi. Nel mercato interno essa dipende anche dalla scelta delle
tecniche o degli strumenti legislativi giusti, vale a dire quelli più
efficaci nell'eliminare gli ostacoli agli scambi transfrontalieri pur
servendo gli interessi pubblici, quali la sanità, la sicurezza e lo
sviluppo sostenibile, e rispettando per quanto possibile le diversità
nazionali.
Ciò chiama in causa questioni complesse, come il ruolo del riconoscimento
reciproco in contrapposizione all'armonizzazione e, se l'armonizzazione è
necessaria, il ricorso al regolamento o alla direttiva e il grado di
armonizzazione appropriato. È necessario stabilire anche il giusto
equilibrio tra la regolamentazione effettuata dalle pubbliche autorità e
la coregolamentazione o autoregolamentazione del settore privato, che
passa attraverso l'elaborazione di norme europee e codici di condotta.
La Commissione ritiene che la questione della tecnica o dell'architettura
legislativa sia un aspetto importante del dibattito relativo ad una
migliore regolamentazione, che non è stato ancora del tutto esplorato.
Essa avvierà perciò un'ampia consultazione durante il 2003, tenendo
conto degli sviluppi che si produrranno nella Convenzione sul futuro
dell'Europa e delle discussioni in corso riguardo ad un futuro accordo
interistituzionale su una migliore regolamentazione, in vista di chiarire
le sue opinioni su queste complesse questioni nel corso del 2004.
Infine, il Parlamento europeo ha proposto l'introduzione di un "test
di compatibilità" con il mercato interno, al quale sottoporre tutte
le legislazioni adottate a livello nazionale. La Commissione pensa che si
tratti di una proposta interessante. Spesso gli Stati membri adottano e
attuano norme che sembrano loro opportune senza considerarne le
implicazioni per il mercato interno. Un "test di compatibilità"
potrebbe essere una disciplina autoimposta molto utile.
Le imprese hanno bisogno di regole migliori - a livello nazionale e
comunitario· Una regolamentazione di scarsa qualità costa alle imprese
europee almeno 50 miliardi di € l'anno . Il costo totale per la società
della regolamentazione si situa tra il 4% e il 6% annuo del PIL, ovvero
tra 360 e 540 miliardi di € .· Gli Stati membri sono responsabili di
una quota della regolamentazione che oscilla tra il 50% e il 90% . Uno
studio svedese stima che Bruxelles è responsabile solo del 10% circa del
bagaglio normativo . Un recente studio effettuato nel Regno Unito stima
che il 60% circa delle norme sono emanate al livello nazionale .· Non
meno di 6 000 progetti di regolamenti tecnici nazionali sono stati
notificati alla Commissione dal 1992 . Se da un lato si dimostra così che
uno screening al livello comunitario è utile, dall'altro la quantità di
norme costituisce di per sé una seria minaccia per la competitività
europea.· L'87% delle imprese afferma che la priorità più importante è
di avere UN UNICO insieme di norme, invece di 15 - e ben presto 25.
b) Azioni
1. La Commissione avvierà un'ampia riflessione e consultazione
sull'architettura legislativa del mercato interno e pubblicherà le sue
conclusioni nel 2004 tenendo conto degli sviluppi intervenuti nell'ambito
della Conferenza intergovernativa. La Commissione potrebbe definire
determinati criteri, di cui tener conto, ad esempio, nel decidere se
optare per il riconoscimento reciproco, per il "nuovo approccio"
o per un'armonizzazione più dettagliata, e nel decidere le condizioni
alle quali dovrebbe essere applicato il controllo del "paese
d'origine". Essa prenderà in considerazione anche il coinvolgimento
del settore privato e della società civile attraverso iniziative di
coregolamentazione e autoregolazione, come ad esempio l'elaborazione e
l'applicazione di norme europee e codici di condotta volontari.
2. La Commissione lavorerà insieme al Parlamento europeo, al Consiglio e
agli Stati membri per sviluppare l'idea di un "test di
compatibilità" con il mercato interno. Scopo del test sarebbe di
offrire al legislatore nazionale un orientamento sul modo migliore di
conciliare gli interessi della libera circolazione in un'Europa senza
frontiere con altri legittimi obiettivi di politica pubblica. Se un
siffatto test venisse applicato nelle prime fasi del processo legislativo
- e a tutti i livelli di governo - il rischio di frammentazione potrebbe
essere considerevolmente ridotto. Insieme ai meccanismi preventivi che
esistono già, quali la notifica delle norme e regolamentazioni tecniche,
una siffatta autodisciplina potrebbe rivelarsi uno strumento molto
efficace nell'assicurare che il legislatore tenga conto dei più ampi
interessi europei quando riflette all'introduzione di nuove misure.
3. Il Consiglio è invitato a istituire un gruppo di lavoro orizzontale su
una "migliore regolamentazione" con il quale la Commissione
possa interagire su base regolare. Questo gruppo lavorerebbe
all'attuazione del piano d'azione per una migliore regolamentazione,
compresa l'attuazione delle parti di responsabilità degli Stati membri.
La Commissione aprirà anche un sito Internet sul quale le parti
interessate potranno portare alla sua attenzione esempi di norme
particolarmente complesse o che potrebbero non superare il "test di
compatibilità" con il mercato interno.
4. La Commissione elaborerà, in stretta cooperazione con gli Stati
membri, appropriati indicatori per misurare i progressi compiuti verso un
quadro normativo di migliore qualità e verso un onere amministrativo
minore, a cominciare dal mercato interno. Il controllo dei risultati è
essenziale per garantire la coerenza del processo di miglioramento della
regolamentazione e per mostrare alle imprese e ai cittadini d'Europa che i
loro governi prendono l'iniziativa sul serio.
9.
APPLICARE LE NORME
a) Valutazione
Se le direttive riguardanti il mercato interno non sono attuate
tempestivamente o non sono applicate correttamente nella pratica, i
cittadini e le imprese dell'UE possono effettivamente essere privati dei
loro diritti per quanto riguarda il mercato interno. Molti di questi
diritti discendono direttamente dal trattato: la loro mancata applicazione
può provocare fallimenti e frustrazioni. Un tale danno autoinflitto causa
un pregiudizio perfettamente inutile all'economia europea e compromette la
fiducia che i cittadini ripongono nell'Unione europea.
In ultima analisi, un'applicazione efficace può essere ottenuta solo se
gli Stati membri sono pronti a svolgere un ruolo molto più attivo nella
gestione quotidiana del mercato interno. Dipende da loro assicurare che le
norme che essi stessi hanno adottate abbiano un'efficacia reale.
Quando le cose non funzionano, attualmente i cittadini e le imprese hanno
la scelta tra presentare una denuncia alla Commissione o adire un
tribunale nazionale. Questa situazione non è completamente soddisfacente.
I procedimenti a livello nazionale possono essere lenti e costosi e non
rappresentano sempre un'opzione valida. Le denunce alla Commissione
possono mettere in moto procedure d'infrazione contro lo Stato membro
interessato, ma queste procedure hanno tempi di risoluzione lunghi e non
offrono al singolo denunciante l'opportunità di reclamare un indennizzo.
Inoltre, la Commissione non può intervenire in ogni singolo caso di
mancata applicazione, soprattutto nella prospettiva di un'Unione
allargata. È necessario prendere subito delle iniziative per evitare una
deriva verso una situazione in cui le violazioni del diritto comunitario
restino incontestate e sia compromessa la fiducia nel funzionamento del
mercato interno.
Vi sono una serie di soluzioni possibili a questi problemi, alcune delle
quali sono illustrate nella recente comunicazione della Commissione sul
"miglioramento nel controllo dell'applicazione del diritto
comunitario" . Tra i possibili modi di procedere vi sono
l'accelerazione della gestione, da parte della Commissione, delle
procedure d'infrazione e un maggiore ricorso a iniziative del tipo
"riunioni pacchetto" , per risolvere un maggior numero di casi
senza ricorrere ad un'ulteriore azione legale.
Aldilà di queste possibili iniziative, la Commissione ritiene importante
individuare mezzi di ricorso alternativi, diversi dai procedimenti
nazionali e dalle procedure d'infrazione. Naturalmente, essa continuerà
ad applicare le procedure d'infrazione, quando questo strumento le parrà
il più efficace per trovare una soluzione o quando possono essere
istituiti importanti precedenti giuridici. Ma, nella maggior parte dei
casi, modi alternativi di risolvere i problemi possono essere più
efficaci e proporzionati.
Si sta facendo strada il ricorso a misure complementari alle procedure
d'infrazione. L'iniziativa SOLVIT , ad esempio, è un tentativo -
attraverso la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri - di
rendere più agevole il risarcimento nei casi in cui le norme del mercato
interno non sono applicate in concreto. Un'altra soluzione possibile - che
potrebbe essere integrata con SOLVIT - è l'istituzione, in ciascuno Stato
membro, di un meccanismo che contribuirebbe ad assicurare la corretta
applicazione della normativa del mercato interno e dei pertinenti articoli
del trattato.
Tali meccanismi offrirebbero ai cittadini e alle imprese strumenti di
ricorso nel proprio Stato membro, consentendo di compiere un progresso
tangibile verso l'approssimazione dell'Unione europea allargata ai
cittadini. Essi potrebbero trattare problemi che, benché rappresentino
tecnicamente violazioni del diritto comunitario, sono in realtà di natura
amministrativa o tecnica. La Commissione potrebbe così concentrarsi sui
casi più gravi, che hanno le conseguenze più vaste. È chiaro che questa
ipotesi solleva una serie di importanti quesiti ai quali la Commissione
dovrà trovare una risposta soddisfacente prima di prendere qualsiasi
iniziativa.
Una migliore applicazione è altrettanto importante sotto il profilo degli
interessi dei consumatori. Ciascuno Stato membro ha sviluppato un sistema
di attuazione adattato alla propria situazione nazionale. Questi sistemi
non sono però sempre adeguati alle sfide connesse con gli acquisti
transfrontalieri nel mercato interno. I consumatori devono confidare che i
governi siano in grado di contrastare efficacemente le frodi
transfrontaliere o altre operazioni illegali, per poter acquistare senza
esitazione dai venditori di altri Stati membri.
I ritardi nel recepimento e un'applicazione inefficace restano un grave
problema
· Il deficit di recepimento medio ammonta al 2,4%. In altri termini, gli
Stati membri sono in ritardo nella notifica di più di 550 atti
legislativi nazionali che recepiscono le direttive comunitarie .
· Il numero di casi d'infrazione aperti è salito da 700 a quasi 1600 tra
il 1992 e oggi . Ciò significa che un gran numero di direttive non sono
correttamente attuate né applicate come dovrebbero al livello nazionale.
· Due terzi dei casi d'infrazione che giungono alla Corte di giustizia
hanno tempi di risoluzione superiori a quattro anni .
· Partendo dal presupposto che i nuovi Stati membri si comportino come
gli Stati membri attuali, il numero di casi d'infrazione aumenterà di
più del 40% entro il 2007, a meno che non si cambi politica.
· Solo una metà circa delle imprese afferma di ricevere facilmente aiuto
dalle proprie autorità nazionali quando incontra problemi attinenti al
mercato interno.
b) Azioni
1. Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a fissare e a rispettare
obiettivi di recepimento più ambiziosi ad ogni Consiglio europeo di
primavera. Ciò si è già verificato negli ultimi anni, ma dovrebbe
essere introdotto in forma permanente . È fondamentale mantenere la
pressione politica sul recepimento, per evitare la frammentazione del
mercato interno in un'Unione con 25 paesi.
2. La Commissione pubblicherà una raccomandazione illustrante una serie
di "pratiche migliori", che dovrebbero essere applicate
uniformemente in tutta l'Unione per assicurare un recepimento migliore e
più rapido; ad esempio, l'elaborazione di "calendari" di
recepimento e la necessità di discutere regolarmente con i parlamenti
nazionali e regionali dei risultati conseguiti nel recepimento. Essa
intensificherà inoltre l'attività comune con gli Stati membri durante la
fase di recepimento nell'ambito del cosiddetto "dialogo
preventivo". Questo dialogo verterà in particolare sulle misure
d'importanza economica maggiore e su quelle che, a causa della loro
natura, sembrano più difficili da recepire.
3. La Commissione ritiene che la situazione attuale possa giustificare
l'adozione di uno strumento giuridico inteso a rendere obbligatori taluni
aspetti dell'attuazione. Tra questi vi potrebbe essere l'obbligo di
notificare le misure elettronicamente e di fornire alla Commissione
tabelle di concordanza che illustrino nei dettagli l'attuazione delle
disposizioni tramite leggi nazionali. Senza tabelle di questo tipo,
verificare se le misure di recepimento adottate in 25 Stati membri sono
pienamente conformi ai requisiti di una particolare direttiva
significherà perdersi in un mare di carte. Lo strumento in questione
potrebbe anche fornire un sostegno giuridico per SOLVIT.
4. La Commissione invita gli Stati membri e il Parlamento a definire un
periodo di recepimento fisso (2 anni), dal quale ci si potrebbe discostare
solo se il volume o la complessità della misura da recepire lo
giustificassero. Analogamente, la Commissione vorrebbe sondare le opinioni
riguardo all'inserimento nelle direttive di clausole standard per le
sanzioni come pure di clausole standard che diano alla cooperazione
amministrativa una base più solida.
5. Gli Stati membri sono invitati ad adoperarsi al massimo per eliminare
le infrazioni di cui sono responsabili, in modo da poter risolvere il
maggior numero possibile di casi pendenti. La Commissione pensa che molti
dei casi aperti possano essere facilmente risolti se vi è la volontà di
farlo. L'obiettivo per ciascuno Stato membro dovrebbe essere di ridurre il
numero di infrazioni attinenti al mercato interno del 50% almeno entro il
2006. La Commissione si adopererà anche perché
sia dato maggior seguito alle sentenze della Corte di giustizia, in
particolare da parte degli Stati membri non direttamente interessati dalle
relative cause.
6. La Commissione intraprenderà uno studio che esamini i diversi
possibili modi di migliorare l'applicazione della normativa relativa al
mercato interno. Esso dovrebbe, tra l'altro, valutare l'opportunità e la
fattibilità dell'istituzione di meccanismi di applicazione negli Stati
membri.
7. La Commissione introdurrà nella home page del sito web EUROPA una
sezione speciale nella quale saranno descritte le varie procedure a
disposizione dei cittadini e delle imprese che cercano di difendere i
propri diritti conformemente alla legislazione comunitaria. Essenzialmente
esso illustrerà i mezzi di ricorso più efficaci, che comporteranno per
lo più modi alternativi di risolvere i problemi, come ad esempio
attraverso la rete SOLVIT. Lo scopo è di risolvere più rapidamente i
problemi e di limitare il ricorso alle procedure d'infrazione solo ai casi
di violazione del diritto comunitario più gravi. Saranno in tutti i casi
indicate stime dei tempi e dei costi delle procedure.
8. Per assicurare una applicazione più uniforme della normativa di tutela
dei consumatori in tutta l'Unione, la Commissione proporrà un regolamento
(più o meno contemporaneamente alla strategia per il mercato interno) che
istituirà una rete di autorità pubbliche responsabili dell'applicazione
per l'intera Unione europea. Mentre le autorità responsabili del mercato
interno dovrebbero controllare il comportamento e le decisioni delle
amministrazioni nazionali e locali, queste autorità controllerebbero
principalmente il comportamento dei privati.
10. FORNIRE UNA MAGGIORE E MIGLIORE INFORMAZIONE
a) Valutazione
Perché il potenziale racchiuso nel mercato interno sia pienamente
sfruttato, non è sufficiente mettere a punto un quadro giuridico e
applicarne le disposizioni. I cittadini e le imprese devono anche
conoscere i loro diritti e le opportunità connessi al mercato interno e
alcuni di loro avranno bisogno d'informazioni pratiche su come esercitare
concretamente tali diritti. Questa esigenza è supplementare rispetto alla
necessità generale di spiegare le politiche del mercato interno al
pubblico e alle parti interessate nel quadro della costruzione del
consenso pubblico e politico necessario a far avanzare il mercato interno.
La politica dell'informazione, pertanto, non è solo un supplemento
facoltativo o un'opportunità per fare pubblicità alle attività dell'UE.
Essa è parte integrante degli sforzi per costruire un mercato unico
funzionante a tutti gli effetti.
Vi è ancora molto da fare. La conoscenza dei diritti connessi al mercato
interno resta in generale limitata. Coloro che incontrano problemi
nell'esercizio dei loro diritti, spesso non sanno come trovare una
soluzione. I prestatori di servizi si trovano confrontati a difficoltà
particolari, poiché i servizi sono soggetti ad una gamma più ampia di
regole e regimi di autorizzazione più complessi di quelli che
disciplinano la fornitura di merci. I cittadini devono inoltre essere
informati sui loro diritti in quanto consumatori, e specialmente in quanto
utenti di servizi. Nei paesi candidati il deficit d'informazione è ancora
più grande che negli attuali Stati membri.
Se si vuole rimediare a questa lacuna, è necessario operare un forte
cambiamento nella scala delle iniziative per l'informazione. Soprattutto
gli Stati membri e i paesi candidati devono assumere tutta la loro
responsabilità riguardo all'informazione dei propri cittadini e investire
le necessarie risorse.
I cittadini e le imprese dell'UE non conoscono ancora i loro diritti in
merito al mercato interno· Una recente indagine della Commissione ha
rivelato che i cittadini dell'UE che ritengono di essere ben informati sul
mercato interno sono meno della metà. Il 49% degli interpellati, ad
esempio, pensa di aver bisogno di un permesso di lavoro per lavorare in un
altro Stato membro e solo il 29% sa di avere la facoltà di votare alle
elezioni locali e per il PE nello Stato membro di accoglienza .· Meno
della metà delle imprese interpellate afferma di reputarsi ben informata
sui diritti che le derivano dal mercato interno. Il dato scende al 41% nel
caso delle piccole e medie imprese.· Quasi il 20% delle imprese che
attualmente non esportano afferma che potrebbe farlo se disponesse di
informazioni maggiori e di migliore qualità.· Secondo un'indagine del
2002 in Slovenia meno del 10% delle imprese si ritengono pienamente
informate riguardo agli obblighi e ai vantaggi derivanti dal mercato
interno.
b) Azioni
1. Gli Stati membri dovrebbero elaborare piani nazionali per
sensibilizzare al mercato interno i propri cittadini e le proprie imprese.
I progressi saranno misurati nell'ambito del quadro di valutazione del
mercato interno e del comitato consultivo "mercato interno", che
si riunisce al livello dei direttori generali.
2. Il fabbisogno d'informazioni sull'UE e sul mercato interno delle
imprese e dei consumatori dei nuovi Stati membri richiederà un'attenzione
speciale oltre che la definizione di una strategia di comunicazione
globale per questi Stati. La Commissione terrà conto di questo fabbisogno
nella revisione della strategia di comunicazione del 2005, che farà
seguito alla conclusione, alla fine del 2004, dell'attuale strategia per i
paesi candidati finanziata con fondi Phare. Essa dovrebbe basarsi sulle
iniziative già avviate o programmate e utilizzare efficacemente i mezzi
d'informazione e le organizzazioni atte a fungere da elemento di
trasmissione, in particolare quelle che hanno già svolto un ruolo nella
fase preparatoria dell'adesione.
3. Le iniziative della Commissione quali il dialogo con i cittadini e le
imprese e il servizio di orientamento per i cittadini saranno
progressivamente estese ai nuovi Stati membri. La Commissione apporterà
miglioramenti al sito di dialogo in rete, in modo che i cittadini e le
imprese accedano più facilmente alle informazioni pratiche e utili. Gli
Stati membri dovrebbero, da parte loro, assumere una maggiore
responsabilità per la qualità delle informazioni fornite tramite il
dialogo.
4. La Commissione istituirà un portale d'informazioni di prima qualità
riunendo le iniziative esistenti, tra cui il dialogo con i cittadini e le
imprese , il servizio di orientamento per i cittadini , SOLVIT , i Centri
europei dei consumatori , Fin-net e EEJ-Net , e offrendo ai cittadini e
alle imprese l'accesso ad un'ampia gamma d'informazioni e consigli pratici
riguardo ai diritti e alle opportunità connessi al mercato interno . I
cittadini e le imprese possono anche rivolgersi a Europa in diretta - un
servizio cui si può accedere attraverso un unico numero telefonico in
tutta l'Europa (00800 67891011) e che risponde a domande su tutti gli
aspetti dell'UE e orienta le persone verso i siti Internet o le fonti
d'informazioni più adeguati alle loro esigenze. È evidente che sia il
portale che Europa in diretta devono essere ampiamente promossi.
5. Nell'ambito dell'iniziativa in corso per rendere il sito EUROPA più
chiaro e più accessibile, il pubblico più specializzato (giornalisti e
altri) sarà indirizzato verso un nuovo portale sul mercato interno, che
riunirà informazioni sugli sviluppi politici e legislativi riguardanti il
mercato interno, indipendentemente dal dipartimento responsabile
all'interno della Commissione.
6. La rete degli
eurosportelli deve essere estesa perché vi sia almeno un Centro europeo
dei consumatori in ciascuno Stato membro. Il compito principale di questi
centri è di fornire informazioni ai consumatori sui loro diritti nel
mercato interno e di offrire loro assistenza e consulenza riguardo ai
meccanismi di risoluzione delle controversie e all'assistenza giudiziaria
quando hanno dei problemi.
Parte C: Sfruttare
appieno i vantaggi del mercato interno allargato
a) Valutazione
I paesi candidati hanno compiuto importanti progressi negli ultimi anni.
Tuttavia, incorporare l'acquis comunitario e costruire progressivamente le
istituzioni responsabili dell'applicazione delle norme del mercato interno
non è un'impresa da poco. Ovviamente, resta ancora molto da fare e gli
sforzi sostenuti per aiutare questi paesi dovranno continuare fino
all'adesione e oltre.
Gli Stati membri attuali dovranno anch'essi adeguarsi alla nuova
situazione determinata dall'allargamento. Innanzitutto essi devono
assicurare che tutte le loro autorità competenti siano ben informate e
ben preparate a riconoscere tutti i diritti connessi al mercato interno ai
nuovi Stati membri.
Nel primo periodo dopo l'adesione vi saranno certamente problemi iniziali.
In particolare, sarà necessario un maggiore intervento nei settori
disciplinati solo dalle disposizioni del trattato , ossia là dove non
esiste una legislazione comunitaria derivata. Più in generale è
inevitabile che vi siano problemi di conformità e applicazione . Dovranno
essere rafforzate in particolare le autorità di sorveglianza dei mercati.
È importante risolvere questi problemi fin dal loro insorgere, per
mantenere l'integrità del mercato unico ed evitare il ricorso alla
clausola di salvaguardia del mercato interno .
In ultima analisi, il successo di un mercato interno formato da 25 paesi
dipenderà dalla fiducia reciproca. L'elemento chiave è costituito dalla
cooperazione amministrativa e dall'intesa tra i funzionari delle
competenti autorità nazionali, che consentiranno di trovare il modo per
risolvere in pratica i problemi. Non vi sono però soluzioni magiche,
queste condizioni si potranno instaurare solo con il tempo. Vi sono, ad
ogni modo, una serie di azioni che, se prese allo stesso tempo, possono
produrre risultati positivi.
b) Azioni
1. Il sostegno alle attività di sviluppo delle istituzioni continuerà ad
essere fornito nel periodo 2004-2006 attraverso lo strumento di
transizione , che fornirà adeguate risorse all'ulteriore potenziamento
delle capacità degli Stati membri di applicare la legislazione relativa
al mercato interno. La Commissione accelererà il processo di monitoraggio
e presenterà una relazione globale di controllo sei mesi prima
dell'adesione.
2. La Commissione farà in modo che i paesi candidati possano formalmente
notificare le loro misure di attuazione prima dell'adesione. Queste non
dovranno, naturalmente, essere nuovamente notificate dopo l'adesione. Ciò
contribuirà a rendere più ordinato il processo di notifica e controllo
della conformità con la normativa comunitaria. La Commissione concluderà
anche accordi di notifica preventiva per quanto riguarda i progetti di
regolamentazioni tecniche nazionali .
3. Per sopprimere gli ostacoli alla libera circolazione delle merci e dei
servizi, i paesi candidati sono sollecitati a completare rapidamente il
vaglio della loro legislazione alla luce degli articoli 28, 43 e 49 del
trattato e a revocare tutte le norme e le regolamentazioni nazionali,
regionali o locali che discriminino i cittadini o le imprese di altri
Stati membri.
4. Il processo di negoziazione, conclusione e attuazione dei protocolli
degli accordi europei sulla valutazione della conformità e l'accettazione
dei prodotti industriali (PECA) continuerà nella misura in cui essi
possono essere applicati per un periodo ragionevole prima della data di
adesione (2007 nel caso di Bulgaria e Romania). I PECA sono una forma
particolare di accordo riguardante il riconoscimento reciproco della
valutazione della conformità dei prodotti industriali, basata
sull'adozione da parte dei paesi candidati della normativa comunitaria per
tali prodotti e sulla creazione dell'appropriata infrastruttura di
attuazione. Si tratta di strumenti utili per l'integrazione di questi
paesi nel mercato interno.
5. Le amministrazioni dei paesi candidati e degli Stati membri dovranno
dimostrare di aver preso le iniziative atte a informare le autorità
competenti e i funzionari responsabili dell'applicazione sulle
implicazioni dell'allargamento, in modo che ai cittadini e alle imprese
siano riconosciuti tutti i diritti derivanti dall'adesione, fatte salve
eventuali disposizioni transitorie.
6. Molti degli attuali Stati membri sono pronti ad offrire azioni di
formazione a breve termine ai funzionari dei paesi candidati addetti al
mercato interno. La Commissione istituirà una base di dati per agevolare
questo tipo di scambi. Si potrebbe prendere in considerazione anche una
cooperazione tra più paesi (che comprendesse una formazione comune, la
condivisione delle risorse, la risoluzione comune dei problemi e il
benchmarking).
Parte D: Costruire il
mercato interno in un contesto internazionale
a) Valutazione
Con l'ampliamento si presenta all'UE la grande sfida di sviluppare
relazioni più strette con i nostri "nuovi vicini" - Russia,
Ucraina, Moldavia, Bielorussia e i paesi del Mediterraneo meridionale. In
cambio di un migliore accesso ai mercati comunitari, si chiederà a questi
paesi di allineare progressivamente e quanto più possibile le loro
regolamentazioni a quelle dell'UE. questo processo apporterà una serie di
vantaggi: faciliterà notevolmente il commercio tra l'UE e questi paesi, a
beneficio di entrambe le parti e fornirà ai "nuovi vicini" un
quadro normativo "pronto all'uso" corrispondente ai bisogni di
un'economia di mercato.
Nell'economia odierna altamente globalizzata si sentono sempre di più
nell'UE gli effetti delle legislazioni/regolamentazioni adottate a
migliaia di chilometri di distanza. Se ne è già avuta la dimostrazione
in settori che vanno dall'informativa finanziaria al commercio
elettronico, alla protezione dei dati personali. Di conseguenza, le
autorità di regolamentazione europee devono procedere in modo molto più
sistematico a consultazioni con gli organismi corrispondenti dei
principali partner commerciali dell'UE al fine di evitare quanto più
possibile l'insorgere di problemi.
In taluni casi la sede di discussione più appropriata per le autorità di
regolamentazione è a livello globale, ad esempio nell'ambito
dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), dell'OCSE,
dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO), del
Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria o della Commissione
internazionale sulle norme contabili (IASB) . Nel settore automobilistico
l'UE è parte contraente in due accordi internazionali conclusi sotto gli
auspici della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa (UN/ECE).
La convergenza normativa globale è particolarmente importante in questo
settore, nel quale le relazioni commerciali si fanno sempre più
internazionali.
In altri casi il dialogo bilaterale può essere più appropriato. Ad
esempio, l'anno passato i servizi della Commissione hanno elaborato con i
servizi del governo degli Stati Uniti responsabili della regolamentazione
dei prodotti una serie di orientamenti globali per la cooperazione e la
trasparenza in materia normativa. Vi sono anche dialoghi bilaterali
specifici per settore, come quelli sviluppati con le autorità di
regolamentazione e vigilanza finanziaria degli Stati Uniti nel contesto
del dialogo UE-USA relativo ai mercati finanziari o il dialogo UE-Giappone
sulla riforma della regolamentazione. Lo scopo di questi dialoghi non è
solo quello di disinnescare i problemi esistenti; essi dovrebbero anche
contribuire a rendere meno probabili futuri conflitti. Lo scambio
d'informazioni e la possibilità che ciascuna parte dà all'altra di
esprimersi sulle sue norme prima che siano adottate sono essenziali per
assicurare un dialogo proficuo.
L'economia globalizzata pone grandi sfide anche alle amministrazioni
doganali. Esse devono garantire l'impermeabilità delle frontiere esterne
dell'UE mentre il volume degli scambi internazionali non cessa di
aumentare. Con l'allargamento gran parte dell'onere ricadrà sui nuovi
Stati membri. È necessaria un'azione per assicurare che le misure che
proteggono i cittadini europei, i consumatori e l'ambiente da prodotti
pericolosi o non sicuri provenienti da paesi terzi continuino ad essere
applicate con la stessa efficienza lungo tutte le frontiere esterne
dell'UE. Una buona gestione delle frontiere esterne è essenziale per
garantire la fiducia nel mercato interno.
b) Azioni
1. Per attuare il programma "nuovi vicini" l'obiettivo è di
concludere nuovi accordi che integrino, ove necessario, gli accordi di
partenariato e cooperazione e gli accordi di associazione che esistono
già tra l'UE e questi paesi. Questi nuovi accordi possono essere conclusi
solo quando i paesi in questione avranno allineato le loro norme a quelle
europee e avranno dimostrato di essere in grado di applicarle
efficacemente.
2. La Commissione continuerà a promuovere e difendere l'approccio
normativo dell'UE nell'ambito degli organismi internazionali quali l'OMC e
la WIPO. Nel settore automobilistico sarà incoraggiata per quanto
possibile la convergenza tra la legislazione UE e le regolamentazioni UN/ECE.
3. La Commissione rafforzerà i dialoghi esistenti in materia di
regolamentazioni, in particolare il dialogo UE-USA relativo ai mercati
finanziari. Essa valuterà anche se è nell'interesse dell'UE avviare
nuovi dialoghi in altri settori politici o con altri paesi e riferirà in
proposito al Consiglio e al Parlamento.
4. La Commissione si adopererà per migliorare i controlli alle frontiere
esterne grazie ad un approccio comune alla gestione dei rischi. Essa
propone anche di istituire gruppi di esperti doganali negli Stati membri,
incaricati di fornire rapidamente un sostegno specializzato alle frontiere
esterne. Queste questioni saranno affrontate in una comunicazione della
Commissione sul "ruolo delle dogane alle frontiere esterne", che
dovrebbe essere pubblicata prossimamente. Una seconda comunicazione
relativa ad un "ambiente semplificato e privo di supporti cartacei
per le dogane e il commercio" esplorerà i modi in cui si possono
gettare le basi di uno scambio informatizzato delle informazioni
necessarie ai fini doganali.
Parte E: Monitoraggio
L'effettuazione sistematica di un monitoraggio e di una valutazione a
posteriori sarà decisiva del successo della strategia per il mercato
interno. Non ha molto senso stabilire delle priorità politiche e non
assicurarsi della loro realizzazione. È fondamentale controllare che le
azioni proposte siano effettivamente attuate e producano gli effetti
desiderati.
La strategia sarà pertanto oggetto di un monitoraggio a tre livelli. Il
primo compito sarà di assicurare che le misure proposte siano adottate
tempestivamente. Ciò significherà esercitare una pressione sui
responsabili delle decisioni ogniqualvolta si verificheranno ritardi. Il
secondo compito sarà di assicurare che le misure siano applicate come si
deve. Ancora una volta, sarà possibile prendere misure per rimediare ai
problemi riscontrati. Infine, deve essere misurato l'impatto delle misure
sul terreno, ossia il loro effetto sui mercati, sulle imprese e su altri
operatori economici.
Controllare l'impatto sul terreno è un compito particolarmente difficile,
che richiede la messa a punto di una serie completa di indicatori, la
quale dipende a sua volta dalla disponibilità di appropriate statistiche
per tutti gli Stati membri. È importante iniziare ad elaborare questi
indicatori quanto prima, anche se il monitoraggio può di per sé essere
eseguito solo dopo che una determinata azione sia stata completamente
attuata e abbia avuto il tempo di produrre i suoi effetti. Per fortuna,
non si parte da zero. La Commissione ha già sviluppato indicatori per
misurare l'efficacia delle sue politiche in settori specifici, quali le
telecomunicazioni e l'energia. Nel campo degli appalti pubblici, sono
stati istituiti due gruppi - uno formato da rappresentanti delle imprese e
l'altro da rappresentanti delle autorità pubbliche - che tengono sotto
osservazione i livelli di realizzazione delle gare transfrontaliere e la
loro incidenza sui prezzi. La Commissione ha anche messo a punto l'indice
del mercato interno - un indicatore composito che rivela i benefici per il
'mondo reale' del mercato interno in generale .
Occorre anche riflettere sulla forma di presentazione degli indicatori e
sugli strumenti per farlo. La Commissione produce attualmente una serie di
strumenti di monitoraggio, tra cui la relazione di attuazione della
strategia per il mercato unico, la relazione sul funzionamento dei mercati
dei prodotti e dei capitali (relazione Cardiff), la relazione sulla
politica di concorrenza e i vari quadri di valutazione. Si deve ora
esaminare la relazione tra questi vari strumenti. Vi è senza dubbio la
possibilità di razionalizzate un po' il lavoro.
Conclusioni
La presente strategia per il mercato interno rappresenta un insieme
organico di azioni destinate a migliorare i risultati prodotti dal mercato
interno nell'Unione allargata.
Alcune di queste azioni si trovano già in una fase avanzata, poiché le
proposte hanno seguito il loro corso attraverso l'iter legislativo. Altre
azioni dovranno essere sottoposte ad un esame ulteriore ed essere
sviluppate nei prossimi mesi prima che la Commissione possa presentare
proposte. Per una serie di azioni sono responsabili dell'attuazione gli
stessi Stati membri.
Alla luce dello stadio di preparazione delle varie azioni, si invitano il
Consiglio (previa risoluzione preparata dal Consiglio
"concorrenza") e il Parlamento a:
· approvare l'indirizzo generale esposto nella strategia per il mercato
interno;
· impegnarsi ad adottare le proposte già presentate (o da presentare)
entro le scadenze indicate ;
· sostenere l'intenzione della Commissione
di raccogliere le opinioni sul modo migliore di affrontare determinati
ostacoli, in vista di formulare proposte in una fase successiva ;
· rivolgere un appello agli Stati membri perché svolgano pienamente la
loro parte nel migliorare il funzionamento del mercato interno nei settori
di loro competenza .
Tipo 1: azioni da
adottare o completare prossimamente
Tipo 2: azioni da esaminare e discutere ulteriormente
Tipo 3: azioni la cui attuazione è di competenza degli Stati membri
ALLEGATO
1. AGEVOLARE LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 2 La Commissione presenta una proposta di regolamento sul riconoscimento
reciproco per agevolare la sua corretta applicazione. Essa si basa sui
risultati di un'ampia consultazione degli Stati membri, dell'industria e
delle organizzazioni di consumatori sulle possibili opzioni. La decisione
3052/95 del Consiglio, che impone agli Stati membri di informare la
Commissione di tutti i casi nei quali è stato rifiutato il riconoscimento
reciproco e che non dà i risultati sperati, dovrà essere modificata o
integrata nel regolamento. 12/2004
1 1 La Commissione adotta una comunicazione sulla corretta attuazione del
principio del riconoscimento reciproco. Scopo della comunicazione è di
chiarire, anticipando il regolamento, i diritti e gli obblighi attuali
degli operatori economici e delle amministrazioni nazionali nei casi in
cui i prodotti sono commercializzati in uno Stato membro la cui
legislazione prevede norme tecniche diverse. 06/2003
2 2 La Commissione potrebbe proporre una direttiva di base comune, tenendo
conto delle discussioni e delle eventuali conclusioni del Consiglio
relative alla comunicazione sul "nuovo approccio". Una siffatta
direttiva potrebbe contemplare una serie di questioni orizzontali, comuni
a tutte le direttive "nuovo approccio", comprese misure per
sostenere la cooperazione amministrativa e articoli 'standard' intesi ad
assicurare una più omogenea attuazione di tali direttive. 12/2004
3 1 La Commissione firma contratti di partenariato e contratti per il
conseguimento di determinati risultati con le organizzazioni di
normalizzazione europee, per accelerare la definizione di standard,
specialmente nei settori in cui la normalizzazione è avanzata ad un ritmo
troppo lento, e migliorare la loro qualità. Uno dei maggiori organismi di
normalizzazione (CEN) si è già impegnato a ridurre il tempo medio
necessario a preparare gli standard da otto a tre anni. 12/2003
3 1 La Commissione intraprende un ampio studio sulla marcatura volontaria
a livello nazionale ed europeo. Alla luce dei risultati dello studio la
Commissione esaminerà i possibili modi di incrementarne gli effetti
positivi e ridurre i rischi di frammentazione del mercato e di confusione
dei consumatori. 06/2004
4 1 La Commissione pubblica una comunicazione in cui espone le prossime
iniziative di applicazione della politica integrata dei prodotti. Tale
politica si sofferma sulle varie fasi del ciclo di vita dei prodotti, allo
scopo di migliorarne la prestazione ambientale globale. Questa iniziativa
di livello comunitario dovrebbe ridurre la necessità di adottare misure
nazionali che, per essere divergenti, potrebbero erigere nuovi ostacoli
alla libera circolazione delle merci. 06/2003
4 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva quadro
sull'integrazione degli aspetti ambientali nella progettazione dei
prodotti. Questa iniziativa si basa sui principi del "nuovo
approccio": gli elementi di base e i parametri della progettazione
relativi agli aspetti ambientali sono specificati nella direttiva quadro,
mentre i requisiti della progettazione ecologica del prodotto specifico
saranno fissati attraverso misure di attuazione della Commissione,
sostenute da norme volontarie. oltre ad essere positiva per l'ambiente,
l'iniziativa dovrebbe anche facilitare notevolmente il commercio di questi
prodotti nel mercato interno. 06/2004
4 1 La Commissione pubblica una comunicazione sull'integrazione degli
aspetti ambientali nel processo di normalizzazione. Essa invita gli
organismi di normalizzazione, le autorità nazionali e le parti
interessate a tenere maggiormente conto delle considerazioni ambientali in
tutte le fasi del processo di normalizzazione al livello nazionale e al
livello europeo. 12/2003
5 1 La Commissione darà mandato agli organismi di normalizzazione europei
di sviluppare nuovi standard o di rivedere quelli esistenti, al fine di
assicurare la conformità con i requisiti stabiliti dalla direttiva sulla
sicurezza generale dei prodotti. I riferimenti alle norme pertinenti
saranno pubblicati anche nella Gazzetta ufficiale. La Commissione
controllerà l'attuazione della direttiva nell'arco di tempo coperto dalla
strategia; essa preparerà entro il 2006 una relazione di applicazione e
valuterà la sorveglianza del mercato e il rispetto della direttiva negli
Stati membri. 06/2004
5 1 La Commissione prevede di proporre una direttiva sulle pratiche
commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori. Si
tratterà di una direttiva quadro che armonizzerà le disposizioni
nazionali relative alle pratiche commerciali sleali delle imprese nei
confronti dei consumatori. Essa si baserà sul riconoscimento reciproco
per assicurare il pieno funzionamento del mercato interno e, allo stesso
tempo, un elevato livello di protezione dei consumatori, in modo da
promuoverne la fiducia. 06/2003
6 1 La Commissione proporrà di rimodellare la direttiva quadro sui
veicoli a motore e i loro rimorchi (direttiva 70/156/CEE). Uno degli
obiettivi principali è di estendere l'omologazione europea del veicolo
completo ai furgoni (facoltativa per i nuovi tipi nei 12 mesi successivi
all'entrata in vigore della nuova direttiva, obbligatoria per i nuovi tipi
dal 1° gennaio 2007 e obbligatoria per i tipi esistenti dal 1° gennaio
2009) e agli autocarri (facoltativa per i nuovi tipi nei 12 mesi
successivi all'entrata in vigore della nuova direttiva, obbligatoria per i
nuovi tipi dal 1° gennaio 2008 e obbligatoria per i tipi esistenti dal
1° gennaio 2010). 09/2003
2. INTEGRARE I MERCATI DEI SERVIZI
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano il progetto di
regolamento sulla promozione delle vendite nel mercato interno, che
consentirà in particolare alle PMI di ricorrere alle promozioni
commerciali per richiamare l'attenzione sui loro prodotti in nuovi
mercati. Le grandi imprese saranno in grado di realizzare una promozione
unica in tutta l'UE invece di 15 (o 25) campagne diverse. I consumatori
trarranno beneficio dalla maggiore concorrenza e dalla trasparenza
dell'informazione sulle promozioni commerciali effettuate. 12/2003
1 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano il progetto di direttiva
sul riconoscimento delle qualifiche professionali. La direttiva proposta
si propone di chiarire e semplificare le disposizioni, allo scopo di
agevolare la libera circolazione di personale qualificato tra gli Stati
membri, specialmente in vista di un'Europa allargata. 03/2004
2 1 La Commissione presenta una proposta di direttiva sui servizi nel
mercato interno. La proposta è intesa a rimuovere gli ostacoli e a
ridurre i costi delle lungaggini amministrative per le imprese, mantenendo
al contempo alti livelli di tutela dei consumatori. Queste migliorie
gioveranno a tutti i prestatori di servizi, che, appena attraversano i
confini di uno Stato membro, devono affrontare regimi giuridici diversi e
la duplicazione degli obblighi amministrativi. La Commissione pubblicherà
anche una comunicazione sulla competitività dei servizi per le imprese,
nella quale presenterà misure non legislative destinate ad integrare la
direttiva. Tra queste misure figureranno lo sviluppo di standard europei e
provvedimenti per migliorare la copertura statistica dei settori dei
servizi (si tratta di un'iniziativa molto importante, poiché tali
statistiche mancano quasi del tutto attualmente e senza di loro è molto
difficile analizzare l'effettiva evoluzione in atto nelle industrie di
servizi). 12/2003
3 1 Fatti salvi i risultati di uno studio di fattibilità, la Commissione
proporrà un'estensione ai servizi della direttiva 98/34/CE relativa alla
notifica delle norme e regolamentazioni tecniche nazionali da parte degli
Stati membri (aldilà dei servizi della società dell'informazione). I
risultati dello studio di fattibilità saranno pubblicati entro la fine
dell'anno. 12/2004
4 2 Alla luce della reazione del Consiglio e del Parlamento europeo alla
relazione della Commissione sulla sicurezza dei servizi per i consumatori,
la Commissione deciderà se presentare una proposta per un quadro
legislativo inteso a controllare e a sostenere le politiche e le misure
nazionali in questo campo. Vi potrebbero essere incluse, ad esempio, la
raccolta sistematica di dati sugli incidenti, i ferimenti e i rischi (i
dati attualmente disponibili non sono adeguati), le procedure per lo
scambio d'informazioni sugli sviluppi delle politiche e delle
regolamentazioni nazionali e le procedure per la fissazione, ove
necessario, di norme europee. 12/2004
5 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva sui
prospetti informativi che dovrebbe consentire alle imprese di reperire
più facilmente capitali in tutta l'UE prevedendo contemporaneamente
adeguate disposizioni per gli investitori. 09/2003
5 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva sui servizi
d'investimento. La nuova direttiva sostituisce quella adottata nel 1993 e
viene proposta sullo sfondo dei grandi cambiamenti strutturali intervenuti
negli ultimi cinque anni sui mercati finanziari dell'UE. La direttiva
proporrà alle imprese d'investimento un "passaporto unico" che
consentirà loro di operare in tutta l'UE, e assicurerà allo stesso tempo
un elevato livello di protezione agli investitori che utilizzano i servizi
delle imprese d'investimento. 06/2004
5 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo concludono l'esame in prima
lettura della direttiva sulla trasparenza. Questa è stata proposta per
aumentare la quantità di informazioni (ad esempio, sulle partecipazioni e
sui cambiamenti nella composizione del capitale) a disposizione degli
investitori sulle società quotate. Oltre a salvaguardare gli interessi
degli investitori, la proposta dovrebbe contribuire a integrare
ulteriormente i mercati europei dei valori mobiliari e ad aumentare la
disponibilità di fondi d'investimento. 06/2004
6 1 La Commissione propone una nuova direttiva sull'adeguatezza
patrimoniale. Essa introdurrà un quadro più moderno e flessibile dei
requisiti patrimoniali che le banche e le imprese d'investimento dovranno
soddisfare. Gli obiettivi globali sono di aumentare al massimo l'efficacia
delle norme sull'adeguatezza dei fondi propri, assicurare una stabilità
finanziaria costante, mantenere la fiducia negli investimenti finanziari e
proteggere i consumatori. Il nuovo regime dovrebbe anche assicurare che i
requisiti patrimoniali per poter erogare prestiti alle piccole e medie
imprese siano adeguati e proporzionati. 03/2004
7 1 La Commissione pubblica una comunicazione sulla compensazione e sul
regolamento. Essa indicherà chiaramente il punto di vista della
Commissione riguardo alla necessità e ai contenuti di azioni legislative
intese ad agevolare lo svolgimento interconnesso ed efficiente delle
compensazioni e dei regolamenti transfrontalieri. La comunicazione
servirà da base per la discussione con le autorità e gli attori del
mercato. 09/2003
8 1 La Commissione condurrà un'ampia consultazione sul completamento e
l'ulteriore sviluppo del piano d'azione per i servizi finanziari, ponendo
specialmente l'accento sulla creazione di un mercato unico dei servizi
finanziari al dettaglio. 12/2003
8 1 Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero adottare la direttiva sul
credito al consumo per progredire verso un effettivo mercato unico del
credito. 03/2004
3. ASSICURARE INDUSTRIE IN RETE DI ALTA QUALITÀ
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano proposte
sull'unificazione del cielo europeo per la gestione del traffico aereo (in
modo da ridurre i ritardi negli aeroporti, che costano circa 3 miliardi di
euro all'anno) e sull'accesso ai servizi portuali. 06/2003
1 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano il secondo pacchetto di
misure volte a potenziare le ferrovie europee riguardanti, in particolare,
la sicurezza, l'interoperabilità, l'Agenzia ferroviaria europea e
l'apertura del mercato dei trasporti di merci. Le misure suddette
dovrebbero promuovere la concorrenza e garantire alle imprese servizi di
migliore qualità. Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la
proposta relativa ad una concorrenza "controllata" per i
trasporti pubblici. La Commissione presenta proposte volte ad aprire il
mercato del trasporto passeggeri onde completare il mercato interno nel
settore ferroviario. 12/2003
1 1 Il Consiglio incarica la Commissione di negoziare un accordo
"cieli aperti" con gli Stati Uniti. Il sistema attuale, che si
basa su accordi bilaterali tra i singoli Stati membri e gli USA e che la
Corte di giustizia ha giudicato incompatibile con il diritto comunitario,
rallenta notevolmente la ristrutturazione dell'industria UE nel settore
dei trasporti aerei e ostacola il funzionamento del mercato interno.
06/2003
2 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano il "pacchetto
energia", che aprirà completamente i mercati del gas e
dell'elettricità per i clienti commerciali entro il 2004 e per le
famiglie entro il 2007. Le imprese, in particolare le PMI, e i consumatori
beneficeranno di prezzi più bassi come le loro controparti negli Stati
membri che hanno liberalizzato autonomamente il settore. 06/2003
3 2 La Commissione ha affidato a contraenti esterni uno studio sul settore
idrico, di cui intende avvalersi per ottenere ulteriori informazioni dagli
Stati membri, dall'industria e dai consumatori. In funzione delle
informazioni raccolte, i servizi della Commissione potrebbero redigere in
una fase successiva un documento di lavoro che esamini la situazione
giuridica e amministrativa del settore, compresi gli aspetti relativi alla
concorrenza, nel pieno rispetto delle garanzie previste dal trattato per i
servizi di interesse economico generale e delle disposizioni ambientali.
Si inviterebbero le parti interessate a formulare osservazioni sul
documento suddetto. In base alle loro reazioni, la Commissione deciderebbe
le misure del caso vagliando tutte le opzioni possibili, tra cui le
iniziative legislative. In tale contesto, si terrà debitamente conto del
libro verde sui servizi di interesse economico generale e del libro verde
sui partenariati tra settore pubblico e settore privato. 12/2004
4 1 La Commissione porterà a termine uno studio che valuterà, per
ciascuno Stato membro, l'impatto sul servizio universale della piena
applicazione del mercato interno per i servizi postali. In funzione dei
risultati dello studio, la Commissione potrà formulare proposte
finalizzate all'apertura totale del mercato nel 2009. 12/2006
5 1 La Commissione chiarisce ulteriormente l'applicazione delle norme
sugli aiuti di Stato alla compensazione per i costi connessi ai servizi di
interesse economico generale, alla luce delle prossime sentenze della
Corte in cui si deciderà se le compensazioni di questo tipo debbano
essere assimilate agli aiuti di Stato. 12/2003
6 1 La Commissione pubblica un libro verde sui partenariati tra settore
pubblico e settore privato che dovrebbe alimentare un ampio dibattito sul
modo migliore per garantire che i partenariati riguardanti i progetti più
vasti siano avviati in condizioni di effettiva concorrenza e di totale
chiarezza conformemente alla normativa sugli appalti. In funzione dei
risultati della consultazione, la Commissione proporrà iniziative (anche
non legislative) volte a promuovere la certezza del diritto e ad eliminare
gli ostacoli ingiustificati ai partenariati tra settore pubblico e settore
privato. 12/2003
4. RIDURRE L'INCIDENZA DEGLI OSTACOLI FISCALI
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 La Commissione propone di modificare la direttiva sulle società madri
e sulle consociate, il cui scopo principale è abolire la doppia
imposizione nell'UE consentendo il pagamento dei dividendi (a determinate
condizioni) tra certi gruppi di società senza ritenute fiscali. La
revisione punterà principalmente ad estendere il campo di applicazione
della direttiva ad un maggior numero di società, in modo da ridurre i
rischi di doppia imposizione e i costi di conformità. 06/2003
1 1 La Commissione propone una revisione della direttiva sulle fusioni,
che attualmente aiuta le società a organizzare la loro attività su base
transfrontaliera delegando il pagamento di certi oneri fiscali a
determinate condizioni. Visto il sempre maggior numero di società che
riorganizzano la loro attività (su base transfrontaliera) per aumentarne
l'efficienza e sfruttare le possibilità commerciali offerte dal mercato
interno, occorre ampliare il campo di applicazione della direttiva.
06/2003
1 1 La Commissione pubblica una comunicazione che riprende i risultati
tecnici delle discussioni tecniche con gli Stati membri e con le parti
interessate sui vari modi per fornire alle società una base imponibile
consolidata per le loro attività a livello di UE, riducendo i costi di
conformità e semplificando le procedure attuali. La comunicazione
riferirà, in particolare, sull'andamento del progetto pilota per le PMI
denominato "Imposizione del paese di residenza" e sulla
possibilità di usare le norme contabili internazionali come punto di
partenza per la creazione di una base imponibile comune dell'UE. 12/2003
2 1 La Commissione pubblica una comunicazione in cui si propongono altre
misure volte a modernizzare e a semplificare il regime IVA, in particolare
una modifica delle norme sul luogo di prestazione dei servizi con la quale
il meccanismo di inversione dell'onere diventerebbe la regola generale per
gli scambi tra soggetti d'imposta stabiliti in Stati membri diversi.
12/2003.
2 2 La Commissione
esamina attivamente l'opportunità di presentare una proposta volta ad
istituire un luogo unico di conformità per tutte le imprese che operano
in Stati membri dove non sono stabilite, in modo da ridurre i costi
amministrativi dell'IVA per le società, in particolare le PMI.
L'iniziativa suddetta fa parte di quelle annunciate nella comunicazione
sull'IVA (vedi sopra). Sono in corso una consultazione delle società
europee in proposito sul sito web "La vostra voce in Europa" e
colloqui con le amministrazioni fiscali. 12/2004
3 2 La Commissione presenta proposte legislative per eliminare gli
ostacoli alla libera circolazione delle automobili nel mercato interno.
12/2004
4 1 La Commissione pubblica una comunicazione relativa all'impatto della
giurisprudenza della Corte di giustizia europea sui vari tipi di sistemi
di tassazione dei dividendi. L'analisi della giurisprudenza della Corte di
giustizia europea agevolerà la creazione di sistemi non discriminatori di
tassazione dei dividendi e permetterà alla Commissione di prendere
provvedimenti, anche sotto forma di procedure d'infrazione, per garantire
un trattamento fiscale non discriminatorio dei dividendi transfrontalieri.
12/2003
5. AUMENTARE LE
OPPORTUNITÀ DI PARTECIPAZIONE AGLI APPALTI PUBBLICI
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero adottare il pacchetto
legislativo sugli appalti per i settori classici e per i servizi pubblici,
con il duplice obiettivo di semplificare e chiarire le direttive
comunitarie vigenti e di adeguarle alle moderne esigenze amministrative
proprie del mutato contesto economico. Si stanno consolidando le tre
direttive attuali in un'unica misura contenente disposizioni volte ad
agevolare l'uso, da parte delle pubbliche autorità, delle tecnologie
dell'informazione per le commesse pubbliche. 12/2003
1 3 Gli Stati membri applicano il pacchetto sulle commesse pubbliche entro
il termine fissato provvedendo, al tempo stesso, a
razionalizzare/semplificare la loro legislazione e a standardizzare le
loro procedure. Gli Stati membri informano la Commissione dei progressi
compiuti. 06/2005
2 2 La Commissione propone modifiche volte a rafforzare la direttiva sulle
procedure di ricorso nell'aggiudicazione di appalti pubblici aumentando
eventualmente, previa consultazione, i poteri delle autorità di
sorveglianza nazionali. 12/2004
3 3 Gli Stati membri dovrebbero intensificare la cooperazione
amministrativa onde risolvere i problemi connessi agli appalti
transfrontalieri, sviluppando in particolare la rete europea per gli
appalti pubblici (EPPN) creata di recente su iniziativa delle autorità
danesi, che deve essere estesa a tutti gli Stati membri, vecchi e nuovi.
Gli Stati membri devono stanziare fondi sufficienti per consentire all'EPPN
di conseguire i suoi obiettivi. 06/2004
3 3 Gli Stati membri devono promuovere la formazione sugli appalti (anche
via internet), per migliorare la conoscenza delle norme europee fra i
funzionari competenti ai vari livelli governativi. Occorre inoltre
procedere a scambi delle pratiche migliori attraverso l'EPPN. 12/2004
4 2 La Commissione elabora un piano d'azione sugli appalti elettronici
affinché gran parte delle attività del settore possa svolgersi
elettronicamente entro il 2006. Anzitutto, si tradurranno le disposizioni
legislative del pacchetto sulle commesse pubbliche in requisiti
funzionali. La Commissione incarica inoltre le organizzazioni di
normazione europee di definire norme tecniche per gli appalti elettronici.
06/2004
5 1 La Commissione pubblica una comunicazione interpretativa che definisce
le implicazioni delle recenti sentenze della Corte sul campo di
applicazione dell'articolo 296 del trattato (deroghe giustificate da
interessi essenziali degli Stati membri in materia di sicurezza). 12/2003
5 2 La Commissione pubblica un libro verde sulle altre eventuali
iniziative nel campo delle commesse belliche europee. 12/2004
6. MIGLIORARE LE
CONDIZIONI IN CUI OPERANO LE IMPRESE
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 Il Consiglio adotta il regolamento sul brevetto comunitario (in base
all'accordo politico raggiunto in occasione del Consiglio Concorrenza del
marzo 2003). 06/2003
1 1 Il Consiglio adotta la proposta volta a creare una corte comunitaria
dei brevetti e prende le misure necessarie per consentire all'Unione
europea di aderire alla convenzione sul brevetto europeo. 12/2006
2 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva
sull'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale onde rafforzare
la lotta contro le merci usurpative e contraffatte. 12/2003
2 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva sulla
brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori
elettronici, che promuoverà l'innovazione e risulterà vantaggiosa sia
per i progettatori e i fornitori di software che per gli utenti delle
tecnologie brevettabili. 12/2003
3 2 La Commissione adotta una comunicazione sulla gestione dei diritti
d'autore e dei diritti connessi nel mercato interno in cui si individuano
le misure necessarie per creare un contesto più favorevole alla
commercializzazione transfrontaliera di questi diritti e al rilascio delle
relative licenze. 09/2004
4 1 Il Consiglio adotta la riforma proposta del regime delle fusioni per
garantire anche in futuro l'efficacia del controllo delle fusioni
nell'ambito della globalizzazione e dell'ampliamento. La riforma proposta
riguarda la revisione delle soglie di reddito e le questioni
giurisdizionali e procedurali 06/2004
4 1 La Commissione adotta un nuovo regolamento sull'esenzione per
categoria onde agevolare gli accordi di trasferimento tecnologico tra
società. 06/2004
4 3 Gli Stati membri riducono ulteriormente l'importo complessivo degli
aiuti di Stato riorientando il sostegno verso obiettivi orizzontali di
interesse comunitario quali l'ambiente, la ricerca/sviluppo e le PMI. La
Commissione continuerà a verificare e a pubblicare i risultati attraverso
il quadro di valutazione degli aiuti di Stato. in corso
5 1 Adozione formale delle norme contabili internazionali in vigore (IAS),
previe modifiche per alcune di esse. Un regolamento di recente adozione
impone a tutte le società dell'UE quotate in borsa di preparare i
rispettivi conti consolidati secondo le IAS dal 2005 in poi. Le IAS
vengono stabilite dall'Organismo di normalizzazione contabile
internazionale (IASB), un'organizzazione internazionale indipendente
incaricata di fissare le norme contabili. Per garantire l'indispensabile
controllo politico, il regolamento sulle IAS crea un nuovo meccanismo
dell'UE per l'adozione formale delle IAS ai fini della loro applicazione
nell'UE. Le decisioni vengono prese dalla Commissione in base al parere
del comitato di regolamentazione contabile, composto da rappresentanti
degli Stati membri, e del gruppo consultivo per l'informativa di bilancio
in Europa, composto da esperti contabili del settore privato di numerosi
Stati membri. 09/2003
5 1 Adozione formale delle nuove IAS in corso
5 2 La Commissione mette a disposizione degli Stati membri una piattaforma
(o un forum) in cui possono discutere di come agevolare l'adozione delle
IAS da parte delle società non quotate in borsa, comprese le PMI (ad
esempio, separando le informazioni a fini tributari da quelle finanziarie
per i conti individuali). 06/2004
5 1 La Commissione pubblica una comunicazione che definisce le priorità
dal 2003 in poi onde migliorare la qualità della revisione legale dei
conti nell'UE. 06/2003
5 1 La Commissione propone di modernizzare l'ottava direttiva sul diritto
societario (accesso alla e regolamentazione della professione di revisore
dei conti). 12/2003
5 1 La Commissione crea un meccanismo di coordinamento europeo per
garantire il controllo pubblico della professione di revisore dei conti a
livello nazionale e un coordinamento adeguato a livello dell'UE. 03/2004
5 2 Adozione delle norme internazionali in materia di audit per tutte le
revisioni dei conti riguardanti le società dell'UE. Ora come non esistono
nell'UE norme concordate in materia di audit, indispensabili per garantire
una qualità ottimale delle revisioni dei conti. A detta di tutti,
qualsiasi iniziativa in questo campo deve basarsi sulle norme
internazionali in materia di audit (ISA). Nei prossimi due anni, la
Commissione e gli Stati membri si attiveranno per creare un quadro di
sorveglianza basato sulle ISA. 03/2005
6 1 Il Consiglio e il Parlamento europeo adottano la direttiva sulle
offerte pubbliche di acquisizione, che favorirà lo sviluppo e la
ristrutturazione delle imprese tutelando al tempo stesso gli azionisti.
12/2003
6 1 La Commissione propone una decima e una quattordicesima direttiva in
materia di diritto societario riguardanti rispettivamente le fusioni
transfrontaliere e i trasferimenti transfrontalieri della sede sociale.
12/2003
7 2 La Commissione ha avviato uno studio di fattibilità per valutare la
necessità concreta e gli eventuali ostacoli connessi alla creazione di
uno statuto dell'impresa privata europea, una forma giuridica atta a
soddisfare le esigenze delle PMI che operano in vari Stati membri. Se lo
studio darà risultati positivi, la Commissione proporrà un regolamento
in merito. 12/2006
7. AFFRONTARE LA SFIDA
DEMOGRAFICA
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 3 Gli Stati membri applicano la direttiva sui fondi pensione, che
propone un quadro prudenziale per garantire la sicurezza delle pensioni e
un livello di protezione elevato per i futuri pensionati. Prevede inoltre
istituzioni flessibili per definire una politica efficace in materia di
d'investimenti. 06/2005
2 2 La Commissione valuta l'opportunità di proporre una direttiva sulla
trasferibilità delle pensioni professionali, fatto salvo l'esito della
seconda fase delle imminenti consultazioni delle parti sociali. 06/2004
3 1 La Commissione si adopera ulteriormente per combattere le
discriminazioni contro i fondi pensione costituiti in altri Stati membri.
La Commissione prenderà provvedimenti energici contro tutti i casi che le
verranno segnalati e garantirà che la giurisprudenza pertinente della
Corte di giustizia europea sia applicata in tutta l'UE. in corso
3 3 Prima che entri in vigore la direttiva sui fondi pensione, gli Stati
membri adeguano la normativa nazionale per garantire un trattamento non
discriminatorio dei fondi pensione costituiti in altri Stati membri
06/2005
4 1 La Commissione garantisce la piena conformità con la giurisprudenza
della Corte di giustizia onde sfruttare le potenzialità del mercato
interno contribuendo a migliorare la situazione dei sistemi sanitari degli
Stati membri. Sono stati avviati colloqui in materia con gli Stati membri,
anche attraverso il gruppo di riflessione ad alto livello sulla mobilità
dei pazienti. Per dare il via a queste discussioni, la Commissione
esporrà i risultati delle sue consultazioni sulla mobilità dei pazienti.
12/2003
8. SEMPLIFICARE IL CONTESTO NORMATIVO
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 2 La Commissione definisce un'impostazione coerente per quanto riguarda
la tecnica legislativa e la scelta dello strumento giuridico nel mercato
interno, occupandosi di aspetti quali il ricorso o meno al reciproco
riconoscimento, la "nuova strategia", la coregolamentazione o
gli accordi volontari; il livello di armonizzazione e l'eventuale
inserimento di clausole sul mercato interno; le circostanze in cui si
devono considerare prioritari i regolamenti, ecc. La Commissione
consulterà il Consiglio, il Parlamento europeo, l'industria e le altre
parti interessate. L'impostazione proposta potrebbe essere illustrata in
una breve comunicazione della Commissione nell'ambito delle iniziative
sulla governance e sul miglioramento della regolamentazione. 06/2004
2 1 La Commissione prepara, previe consultazioni con il Parlamento europeo
e con Stati membri, un "test di compatibilità con il mercato
interno" su cui i legislatori nazionali si baserebbero per evitare
che i loro provvedimenti incidano sui principi del trattato riguardanti la
libera circolazione. Il test potrebbe essere avallato con una risoluzione
del Consiglio. La Commissione raccomanda inoltre agli Stati membri di
associare maggiormente i non cittadini alla definizione di tutte le misure
e di informarli delle misure adottate (ad esempio, rendendone disponibili
on line). 03/2004
3 1 La Commissione crea un sito web attraverso il quale le parti
interessate possono segnalare le norme particolarmente complesse e quelle
che non soddisfano il "test di compatibilità con il mercato
interno". 09/2003
3 1 Si invita il Consiglio (Competitività) a creare un gruppo di lavoro
sul "miglioramento della regolamentazione", che potrebbe
elaborare piani di semplificazione nazionali in linea con l'attività
svolta a livello comunitario. 06/2003.
4 2 La Commissione
definisce insieme agli Stati membri indicatori di valutazione dei
progressi fatti nella creazione di un quadro normativo di qualità per il
mercato interno basandosi, ma non esclusivamente, sul piano d'azione della
Commissione del giugno 2002 per il miglioramento della regolamentazione.
Si tratterebbe sia di indicatori di input (ad esempio: le misure
annunciate sono state prese in tempo?) che di indicatori di impatto (ad
esempio: le misure in questione hanno ridotto l'onere amministrativo?). A
tal fine, ci si baserà sui risultati del progetto della Commissione
relativo agli indicatori di qualità normativa avviato nell'ambito del
programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità.
06/2004
9. APPLICARE LE NORME
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 3 Gli Stati membri si impegnano a fissare e a rispettare obiettivi più
ambiziosi in termini di trasposizione in occasione dei Consigli europei di
primavera.Su richiesta del Parlamento europeo, la Commissione avvia uno
studio di fattibilità onde valutare se sia metodologicamente e
praticamente possibile quantificare il costo dell'ultima trasposizione. Si
possono inoltre utilizzare gli strumenti esistenti, quali il meccanismo
interattivo per la definizione delle politiche, per valutare i costi
sostenuti dalle imprese a causa dei ritardi nella trasposizione e di
un'applicazione inadeguata delle direttive UE. 03/2004
2 2 La Commissione pubblica una raccomandazione in cui definisce le
"pratiche migliori" per accelerare la trasposizione e
migliorarne la qualità, che consistono tra l'altro nel: a) far sì che
nella fase di trasposizione ci si avvalga pienamente dell'esperienza
acquisita dai funzionari durante i negoziati; b) fissare i
"calendari" per la trasposizione (data del primo progetto di
testo di applicazione, data prevista per l'approvazione da parte del(i)
ministro(i) competente(i), data di inizio del processo parlamentare,
ecc.); c) limitare la trasposizione allo stretto necessario, senza
aggiungere altri elementi tali da rendere più complicata la legge o la
sua applicazione (i cosiddetti "abbellimenti"); d) far
intervenire urgentemente lo "Stato" qualora si rischi di non
rispettare le scadenze (a causa di ritardi a livello regionale/provinciale
negli Stati membri federali/decentrati); e) riferire periodicamente ai
parlamenti nazionali e regionali sull'andamento della trasposizione per
mantenere la pressione. 03/2004
2 1 La Commissione individua periodicamente le direttive che dovrebbero
essere oggetto di un "dialogo preventivo", cioè il dialogo in
corso tra la Commissione e gli Stati membri, subito dopo l'adozione della
direttiva onde accelerare e migliorare la trasposizione. Si sceglieranno
le direttive che rappresentano misure di particolare importanza economica
e/o quelle che per natura sono più difficili da trasporre.La Commissione,
inoltre: a) scrive sistematicamente a tutti gli Stati membri dopo un mese
dall'adozione di una direttiva per informarsi, tra l'altro, del loro
calendario di programmazione; b) indice riunioni bilaterali con gli Stati
membri per discutere degli eventuali problemi di trasposizione; c) se del
caso, inserisce la trasposizione nell'ordine del giorno delle riunioni con
gli esperti onde individuare rapidamente i problemi; d) elabora
orientamenti per aiutare gli Stati membri a trasporre le leggi più
complesse. 09/2003
2 1 La Commissione elabora statistiche relative al tempo medio necessario
per applicare le direttive, su cui riferisce periodicamente nel quadro di
valutazione del mercato interno. 06/2003
3 2 La Commissione propone uno strumento giuridico che renda obbligatori
determinati aspetti dell'applicazione quali la notifica elettronica delle
misure di applicazione e l'uso delle tabelle di concordanza, in modo da
rendere più trasparenti ed efficaci le verifiche della conformità.
09/2004
4 2 La Commissione propone di fissare un periodo standard o un periodo di
trasposizione nel quadro dell'accordo interistituzionale per il
miglioramento della regolamentazione, da cui ci si potrà discostare solo
per le misure molto complesse. La Commissione consulterà inoltre gli
Stati membri e il Parlamento europeo sui seguenti punti: a) inclusione
nelle direttive di clausole standard sulle sanzioni (che prevedano
sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive qualora si venga meno agli
obblighi derivanti dalla direttiva); e b) una clausola standard che
costituisca una base giuridica più solida per la promozione della
cooperazione amministrativa. 12/2004
5 3 Gli Stati membri si adoperano con il massimo impegno per ridurre il
numero delle loro infrazioni almeno del 50% entro il 2006. A tal fine, si
potrebbero combinare la rapida composizione delle controversie, l'uso di
soluzioni alternative alle procedure d'infrazione formali (come SOLVIT) e
le misure preventive, procedendo progressivamente su base annuale. La
Commissione riferirà sui progressi degli Stati membri attuali nel quadro
di valutazione del mercato interno. Essa si augura che il Consiglio
europeo di primavera confermi questo obiettivo di "riduzione delle
infrazioni" insieme agli altri traguardi in materia di trasposizione.
12/2006
6 1 La Commissione pubblica i risultati di uno studio di fattibilità sui
diversi modi per migliorare l'applicazione della normativa in materia di
mercato interno. Lo studio valuta, tra l'altro, se sia opportuno e
fattibile creare in ciascuno degli Stati membri un organo o un meccanismo
che agevoli la corretta applicazione della legislazione sul mercato
interno e degli articoli pertinenti del trattato. 12/2004
7 1 La Commissione crea una sezione speciale nella home page del sito web
EUROPA in cui definisce le diverse procedure che i cittadini e le imprese
possono seguire per tutelare i loro diritti a norma della legislazione
comunitaria (tra cui la rete SOLVIT e, come soluzione estrema, le
procedure d'infrazione). Si allegherà sistematicamente una stima dei
tempi e dei costi connessi. 12/2003
8 1 La Commissione propone un regolamento sulla cooperazione tra le
autorità nazionali incaricate di applicare le leggi sulla tutela dei
consumatori, che devono disporre di un minimo di poteri di indagine e di
applicazione comuni. Il regolamento definirà un quadro di diritti e
obblighi di assistenza reciproca di cui le autorità incaricate
dell'applicazione potranno avvalersi nel trattare con gli operatori
commerciali disonesti colpevoli di infrazioni transfrontaliere. 06/2003
10. FORNIRE INFORMAZIONI
PIÙ COMPLETE E ATTENDIBILI
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 3 Gli Stati membri definiscono piani nazionali per sensibilizzare
maggiormente i loro cittadini e le loro imprese alle possibilità che
offre il mercato interno. 03/2004
1 2 La Commissione organizza colloqui sull'elaborazione e sull'attuazione
dei piani nazionali in sede di comitato consultivo sul mercato interno (IMAC),
composto da direttori generali, per garantire un impegno adeguato al
massimo livello. 12/2003
1 2 La Commissione sorveglia l'attuazione dei piani nazionali e riferisce
in merito nel quadro di valutazione del mercato interno. 12/2004
2 1 La Commissione riesamina la sua strategia globale in materia di
comunicazione, tenendo conto delle esigenze dei nuovi Stati membri.
12/2005
3 2 La Commissione migliora i siti web di dialogo per agevolare l'accesso
alle informazioni pratiche. 03/2004
3 2 La Commissione estende ai nuovi Stati membri il servizio di
orientamento dei cittadini. 06/2004
3 2 La Commissione estende progressivamente ai nuovi Stati membri il
dialogo con i cittadini e con le imprese. 12/2005
3 3 Gli Stati membri adottano un'impostazione più costruttiva e si
assumono la piena responsabilità della qualità delle informazioni messe
a disposizione attraverso il dialogo. 12/2003
4 2 La Commissione crea un portale d'informazione di altissimo livello che
associ il dialogo e il servizio di orientamento con le iniziative
connesse, quali SOLVIT, i centri europei per i consumatori, Fin-Net e
EEJ-Net 12/2004
5 2 La Commissione crea un nuovo portale per il mercato interno che
riunisca le informazioni sugli sviluppi politici e legislativi connessi,
indipendentemente dal servizio competente. 12/2005
6 2 La Commissione e gli Stati membri estendono la rete degli
Eurosportelli (centri europei per i consumatori) affinché esista almeno
un centro in tutti gli Stati membri. 12/2004.
SFRUTTARE APPIENO I
VANTAGGI DEL MERCATO INTERNO AMPLIATO
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 1 Sei mesi prima dell'adesione, la Commissione elabora una relazione
globale di verifica su ciascun paese candidato concentrandosi, tra
l'altro, sulla capacità del paese in questione di onorare tutti gli
impegni e di soddisfare tutti i requisiti derivanti dai negoziati di
adesione. Nelle conclusioni delle relazioni si individueranno gli
eventuali problemi e ritardi e le necessarie misure correttive. 12/2003
2 1 La Commissione istituisce un sistema che consenta ai paesi candidati
di notificare le loro misure di applicazione prima dell'adesione. 06/2003
2 1 La Commissione negozia una serie di accordi bilaterali con i paesi in
via di adesione per agevolare la notifica dei loro progetti di misure
tecniche ai sensi della direttiva 98/34/CE. La Commissione valuta la
conformità delle misure tecniche proposte con le norme comunitarie e
informa i paesi in via di adesione dell'esito della valutazione. 12/2003
3 3 I paesi in via di adesione elaborano relazioni di screening della loro
legislazione in base agli articoli 28, 43 e 49 del trattato (libera
circolazione delle merci, diritto di stabilimento e libera prestazione dei
servizi). Le relazioni permetteranno di individuare gli eventuali ostacoli
alla piena applicazione degli articoli suddetti e di proporre, se del
caso, misure volte ad eliminarli. 06/2004
4 1 Estensione, applicazione e conclusione di PECA (Protocolli degli
accordi europei sulla valutazione della conformità e sull'accettazione
dei prodotti industriali) con i paesi in via di adesione. Gli accordi PECA
costituiscono una forma particolare di riconoscimento reciproco basata
sull'adozione della legislazione comunitaria sui prodotti industriali e
sulla creazione di strutture amministrative appropriate nei paesi in via
di adesione, onde agevolare i loro scambi con l'UE. Sono già in vigore
accordi PECA con quattro paesi in via di adesione, altri due accordi sono
stati firmati e sono in corso i negoziati con altri tre paesi. 12/2003
4 1 Conclusione di PECA con Romania e Bulgaria. Proseguiranno i negoziati
con Romania e Bulgaria onde concludere e applicare accordi che coprano il
maggior numero possibile di settori molto prima della data di adesione
prevista (2007). 06/2006
5 3 I paesi in via di adesione e gli Stati membri comunicano alla
Commissione le misure specifiche prese per informare le autorità
competenti e i funzionari responsabili dell'applicazione sulle conseguenze
che comporterà la piena applicazione del mercato interno dopo
l'ampliamento. 06/2004
6 1 La Commissione crea una base di dati per agevolare gli scambi mirati
tra i funzionari dei paesi candidati che si occupano del mercato interno
06/2004.
COSTRUIRE IL MERCATO
INTERNO IN UN CONTESTO INTERNAZIONALE
AZIONE TIPO DESCRIZIONE PERIODO
1 2 La Commissione si adopera per la conclusione di accordi con i
"nuovi vicini", i cui negoziati potranno iniziare solo quando i
paesi in questione avranno fatto progressi sufficienti in termini di
ravvicinamento legislativo e di capacità di applicazione. Si elaboreranno
pertanto piani d'azione annuali per ciascun paese, contenenti parametri di
riferimento che serviranno a stabilire se il paese abbia attuato
correttamente i piani. in corso
2 2 La Commissione si adopera per arrivare ad una convergenza normativa
tra l'UE e gli organismi internazionali nel settore automobilistico.
Parallelamente alla codificazione delle tre direttive quadro dell'UE in
questo settore, la Commissione continuerà a partecipare alla
codificazione dei regolamenti della Commissione economica per l'Europa
delle Nazioni Unite (UN/ECE). Le direttive dell'UE dovrebbero basarsi
sempre più sulle prescrizioni tecniche contenute in detti regolamenti. in
corso
3 2 La Commissione valuta l'opportunità di estendere il dialogo normativo
ad altri settori e paesi e comunica il risultato di questo riesame al
Consiglio e al Parlamento europeo. 12/2004
4 1 La Commissione pubblica una comunicazione sul "ruolo delle dogane
alla frontiera esterna", incentrata sulla protezione contro i
prodotti pericolosi e sull'opportunità di introdurre un sistema di
controlli doganali basati sui rischi, che presuppone un accordo con gli
Stati membri sulle priorità dei servizi doganali e sulle misure da
prendere in merito ai rischi connessi, nonché scambi computerizzati di
informazioni tra i servizi doganali. 06/2003
4 1 La Commissione pubblica una comunicazione su "un contesto
semplice e non cartaceo per le dogane e il commercio", nell'intento
di consentire alle imprese di utilizzare il sistema computerizzato
proposto per gli scambi di informazioni in modo da ridurre i costi e da
accelerare le procedure doganali. 06/2003.
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