7° Congresso FSESP – 14-17 Giugno 2004, Stoccolma Risoluzione congressuale FSESP Servizi pubblici, la forza dell’Europa I servizi pubblici in Europa – evoluzione nel periodo compreso tra un Congresso e l’altro della FSESP 2000-2004 Il ruolo dei servizi pubblici ha avuto una notevole evoluzione negli Stati membri dell’Unione Europea a partire dalla VI Assemblea Generale della FSESP, tenutasi ad aprile del 2000. Dal punto di vista sociale, i principi sui quali poggiano i servizi pubblici non hanno smesso di erodersi. Sul piano economico, il dibattito si è centrato sulle restrizioni di bilancio imposte ai servizi pubblici e sul contributo degli stessi come attore economico. Tuttavia, si è iniziato a scoprire e persino ad apprezzare, man mano che risultava evidente l’impatto negativo dei progetti di liberalizzazione dell’UE, il contributo dei servizi pubblici in termini economici, attraverso i contributi al PIL, e in particolare attraverso la creazione di posti di lavoro. La Dichiarazione di Lisbona contiene alcuni elementi positivi che evidenziano questa evoluzione: "Le persone sono la principale risorsa dell'Europa e su di esse dovrebbero essere imperniate le politiche dell'Unione. Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell'Europa nell'economia della conoscenza…" (Conclusioni della Presidenza dell’UE, Consiglio Europeo di Lisbona, 23-24/03/00, p. 6 paragrafo 24). Tuttavia la dichiarazione indica chiaramente che il metodo preconizzato per garantire l’aumento della occupabilità e la crescita economica consiste nel potenziare i metodi del mercato interno. "Per completare il mercato interno in taluni settori e per migliorare le prestazioni insoddisfacenti di altri è necessario agire rapidamente per tutelare gli interessi delle imprese e dei consumatori". (Consiglio Europeo di Lisbona, p. 4 paragrafo 16). La dichiarazione sottolinea inoltre che la responsabilità principale nel conseguimento degli obiettivi formulati è essenzialmente del settore privato e dei partenariati pubblico-privato.. Al Consiglio Europeo del marzo 2000 si è affermato che il rendimento economico e la coesione sociale non sono obiettivi che si escludono a vicenda, ma si rafforzano reciprocamente. Sul modello di fornitura proposto, la dichiarazione di Lisbona ha altresì assicurato che dovrà essere testata la natura di questi due aspetti che si rafforzano reciprocamente. Per garantire questo legame, la FSESP deve sottolineare con forza che i servizi pubblici rappresentano la pietra angolare del rapporto tra rendimento economico e coesione sociale. La Risoluzione Servizi pubblici per i cittadini d’Europa, adottata dalla VI Assemblea Generale della FSESP, è stata applicata con un certo successo. In qualità di partecipante principale alla campagna Servizi pubblici per i cittadini d’Europa, la FSESP ha organizzato due grandi conferenze sui servizi pubblici, nel corso delle quali si è affrontato il tema dei rapporti tra l’Unione Europea e i servizi pubblici stessi. Il concetto di servizi di interesse generale è stato al centro dei dibattiti sul tipo di Unione che meglio si adatterebbe ai bisogni dei suoi cittadini. Tuttavia, l’obiettivo di ottenere l’adozione di un Libro Verde e di un Libro Bianco sui servizi pubblici da parte della Commissione Europea è stato reso più complicato dai dibattiti sul progetto di Trattato Costituzionale. In particolare, si è rivelato difficile stabilire i vantaggi di una direttiva quadro sui servizi di interesse generale. La FSESP ha avviato il processo di consegna a ciascuna Presidenza della UE di una Valutazione del servizio pubblico (Public Service Test). Sebbene non sia stata creata ufficialmente una piattaforma europea dei Servizi Pubblici, si sono stabilite alleanze più strette con la società civile, a livello orizzontale e settoriale. La FSESP ha svolto un ruolo fondamentale in occasione del Forum Europeo dell’Energia e dei Trasporti, e del Forum Europeo sulle politiche sanitarie. A livello orizzontale, il Gruppo di lavoro sugli appalti pubblici ha rafforzato il legame tra l’agenda sociale e quella in materia ambientale. Riassumendo, il clima politico che ha caratterizzato il periodo precedente al congresso ha reso difficile alla FSESP di identificare tra le autorità comunitarie aventi potere decisionale quelle che potessero sostenere la sua posizione. Pertanto, eventi fondamentali come il Trattato di Nizza, la Convenzione sul futuro dell’Europa e la Conferenza Intergovernativa hanno posto nuove sfide. Il dibattito sull’inserimento della Carta dei Diritti Fondamentali nel testo del trattato dell’UE ha avuto una particolare rilevanza per i servizi pubblici, in particolare per quanto riguarda la sezione sulla solidarietà (capitolo IV, articoli 27-38). Questa sezione si riferisce alla Previdenza Sociale e agli aiuti sociali, alle cure sanitarie e all’accesso ai servizi di interesse economico generale. In questi articoli si affermano i principi sui quali si fondano i servizi pubblici e tuttavia resta aperto il dibattuto sull’applicabilità legale delle disposizioni. La FSESP, in stretta collaborazione con la Confederazione Europea dei Sindacati (CES), ha coordinato la risposta a tutti questi sviluppi, per garantire che i bisogni del servizio pubblico fossero l’asse centrale della posizione dei sindacati. Questo periodo di intensa attività legislativa ha permesso che la FSESP ripetesse con forza il suo appello in favore di un riconoscimento esplicito del valore positivo dei servizi pubblici nel testo del Trattato dell’UE. La decisione di allargare l’Unione richiede con maggior urgenza di garantire che queste iniziative riflettano con forza una dimensione sociale. Eventi importanti dopo l’ultimo Congresso sono stati il Forum Sociale Europeo di Firenze (2002) e quello di Parigi (2003). La FSESP parteciperà al Forum Sociale Europeo con un suo programma e con priorità proprie. Gli avvenimenti del periodo compreso tra un Congresso e l’altro, 2000-2004, evidenziano il ritmo e l’importanza dei cambiamenti a livello europeo che hanno interessato i servizi pubblici in Europa, così come la necessità per la FSESP di svolgere un ruolo centrale, che sottolinei l’importanza di servizi pubblici forti. Le sfide che i servizi pubblici e la FSESP devono raccogliere Finanziamento dei servizi
pubblici – giustificazione sociale ed economica Con l’introduzione dell’euro si è data sempre maggiore enfasi ai criteri enunciati nel patto di stabilità e di crescita. La rigida applicazione degli obblighi di bilancio alle spese pubbliche si è trasformata in ortodossia economica. Per invertire questa tendenza, la FSESP deve assicurarsi che si ponga maggiormente l’accento sul concetto di investimento sociale intelligente. In altre parole, i cambiamenti all’interno dell’UE devono essere considerati un’opportunità per introdurre soluzioni sociali inventive e per rafforzare il modello sociale europeo, piuttosto che un modo per facilitare una maggiore liberalizzazione. Nel contesto dell’Unione allargata, la FSESP deve insistere sull’importanza del concetto secondo il quale una base sociale forte è essenziale per una crescita economica a lungo termine. A livello europeo, è necessario chiarire i messaggi politicamente ambigui in merito al Patto di stabilità e di crescita. È opportuno notare lo squilibrio esistente tra i messaggi che spingono gli Stati membri a risanare le finanze pubbliche, da una parte, e, dall’altra, la pressione, decisamente inferiore, a sostenere un investimento sociale intelligente. In termini puramente economici, la valutazione del Patto dovrà basarsi su una crescita economica strategica, sostenibile e a lungo termine che serva da criterio fondamentale rispetto al quale misurare la salute economica dell’UE. Miglioramento dell’immagine dei
servizi pubblici come scelta professionale attrattiva L’evoluzione demografica porterà ad un aumento della domanda di servizi pubblici e, al tempo stesso, della concorrenza nell’assunzione del personale. Oltre alle difficoltà di assunzione del settore pubblico, la riduzione del numero di lavoratori aumenterà la pressione sul finanziamento del settore pubblico e, di conseguenza, creerà esigenze di maggiore produttività ed efficienza. Malgrado l’aumento della disoccupazione, parti del settore pubblico stanno già sperimentando problemi di assunzione. I fornitori di servizi pubblici nel loro ruolo di datori di lavoro devono impegnarsi per migliorare le condizioni dei lavoratori in materia di sviluppo di competenze, salute e sicurezza, garanzie di occupazione e retribuzione. Tutti i lavoratori del settore pubblico dovrebbero percepire salari proporzionali alle rispettive competenze e responsabilità. I dirigenti non dovrebbero essere un’eccezione a questa regola, né per difetto, né per eccesso. In primo luogo, perché condizioni di lavoro attrattive permetteranno di attirare e trattenere i lavoratori. In secondo luogo, perché è necessario ridurre la distanze tra i livelli salariali dei lavoratori del settore pubblico nella maggioranza dei Paesi. Si tratta di una condizione indispensabile per rendere interessanti questi posti di lavoro. In terzo luogo, perché lo sviluppo delle competenze dei lavoratori è la chiave della fornitura permanente di servizi di qualità ai cittadini. In quarto luogo, perché il corretto ed efficace funzionamento dei servizi pubblici richiede garanzie di un alto livello occupazionale, condizione necessaria per la neutralità e l’integrità di lavoratori votati all’interesse generale. Il dibattito sulla
prestazione dei servizi pubblici – la sfida della privatizzazione e della
commercializzazione Invece di considerare lo Stato come un semplice "attivatore" (enabler) di servizi pubblici, la FSESP deve rigorosamente promuovere il ruolo di uno Stato responsabile del FINANZIAMENTO e della PRESTAZIONE di servizi pubblici. Ha guadagnato terreno sul piano politico la tendenza a voler applicare indistintamente i criteri di gestione e di valutazione del settore privato al servizio pubblico, partendo dal preconcetto ideologico secondo il quale il settore privato è necessariamente più efficace di quello pubblico. La FSESP riconosce che questo porta di fatto a giustificare l’introduzione di meccanismi di liberalizzazione. Questo modo di vedere le cose è favorito dall’assenza di criteri rigorosi, soprattutto a livello europeo, necessari per valutare l’efficacia economica del settore privato rispetto a quello pubblico. Di fatto ci troviamo in una situazione in cui il preconcetto che le cose funzionino così rappresenta un’affermazione dogmatica senza alcun fondamento. Di fronte a questa forte crescente tendenza, la FSESP deve elaborare una strategia efficace che riesca a contrastare queste argomentazioni dogmatiche. Se la concorrenza del mercato si considerasse un fine in sé, persino i servizi pubblici vitali – come la garanzia d’accesso all’acqua potabile, la salute, l’alimentazione, la cultura, l’istruzione e i servizi sociali – rischierebbero di sottrarsi alla necessaria missione di base del servizio pubblico. Il Libro verde della Commissione Europea sugli appalti pubblici e i partenariati pubblico-privato (PPP) illustra, persino nel suo titolo, il predominio dell’attuale dogmatismo secondo il quale "il privato è ciò che c’è di meglio". La FSESP si è pronunciata con forza in favore di una valutazione parallela di esempi di partenariati pubblico-pubblico (PUP), sulla base di criteri identici. Con la collaborazione del PSIRU, la FSESP ha raccolto prove significative che illustrano i vantaggi dei PUP nella ricerca dell’equilibrio tra il costo e l’efficacia sociale di un servizio pubblico. La FSESP ritiene che ogni combinazione di appalto pubblico e PPP subirà necessariamente delle distorsioni. In mancanza di una valutazione neutrale del ruolo del settore pubblico che equilibri la situazione, l’esercizio serve solo ad estendere l’influenza del mercato interno e del diritto alla concorrenza, a discapito del programma sociale e dei diritti fondamentali. Mantenimento della qualità
dei servizi pubblici e Qualità attraverso la trasparenza La FSESP riconosce che, per mantenere il loro ruolo centrale nella promozione di un modello sociale europeo, i servizi pubblici devono continuare a crescere e ad adattarsi. La FSESP si impegna a garantire il mantenimento dell’equilibrio tra qualità, accessibilità e sostenibilità economica dei servizi pubblici. La FSESP si impegna inoltre a coordinare il suo lavoro con l’Internazionale dei servizi pubblici (ISP) nella campagna in favore di Servizi pubblici di qualità, approvata in occasione del Congresso mondiale dell’ISP tenutosi ad Ottawa. La funzione dei servizi pubblici consiste nel rispondere ai bisogni dei cittadini. Pertanto, è fondamentale considerare che gli utenti e i lavoratori partecipino all’elaborazione dei contenuti delle missioni di servizio pubblico, oltre che alle decisioni e al controllo della loro concreta attuazione. La FSESP si impegna a garantire che ogni processo di modernizzazione dei servizi pubblici si realizzi con il più alto livello di trasparenza. La FSESP si propone di garantire che la modernizzazione avvenga nel riconoscimento esplicito che i servizi pubblici svolgono un ruolo positivo nella società. I rapporti di lavoro ed il sistema di contrattazione collettiva devono favorire lo sviluppo della qualità. L’impulso sarà dato dalla partecipazione dei lavoratori e dal potenziamento delle competenze strategiche. Lo sviluppo della qualità non deve riguardare solamente la direzione, ma dovrebbe essere una preoccupazione permanente di tutto il personale. Le organizzazioni affiliate alla FSESP s’impegnano a far sì che i lavoratori della funzione pubblica abbiano una reale influenza diretta sull’evoluzione della loro attività professionale e del loro posto di lavoro. In un’epoca di grandi cambiamenti, questa influenza è vitale. Essa è, per il lavoratore, la chiave dello sviluppo della proprie competenze e, di conseguenza, la garanzia della sua occupabilità. Idealmente, dovrebbe tradursi in un maggior grado di soddisfazione dei cittadini e delle aziende nei confronti dei servizi pubblici. Imporre limiti ragionevoli al processo OMC/AGCS (WTO/GATS)
La Commissione Europea, nel suo ruolo di partner negoziatore in rappresentanza dell’UE, ha formulato un’agenda favorevole alla liberalizzazione del commercio mondiale. La FSESP chiede alla Commissione Europea di riconoscere i limiti del suo mandato di negoziatore. Attualmente, la Commissione approfitta dell’ampia applicazione delle leggi sulla concorrenza a determinati aspetti dei servizi pubblici ritenuti di responsabilità degli Stati membri. Questa applicazione della politica della concorrenza permette quindi di giustificare una competenza condivisa. I settori dell’istruzione, dei servizi sociali, della sanità e della cultura hanno corso il rischio di essere inseriti in questo ambito come settori aperti. È opportuno affermare in modo inequivocabile l’esclusione dei settori della salute, dell’istruzione, della cultura, dei servizi sociali e dell’acqua da ogni obbligo commerciale. La politica commerciale dell’Unione Europea continua a far crescere il ruolo delle aziende private nella fornitura di servizi di distribuzione dell’acqua e nelle prestazioni sanitarie. La FSESP si impegna a stabilire uno stretto coordinamento con l’ISP, l’OIL e le reti internazionali al fine di garantire che la posizione di negoziatore della Commissione sia conforme alle norme che si suppone debbano accompagnare il modello sociale europeo. Raccomandazioni per la tutela e la promozione dei servizi pubblici In occasione dell’Assemblea Generale del 2000, si decise di adottare misure specifiche per garantire la dimensione dei servizi pubblici nel processo di allargamento. È evidente che l’UE dà ai criteri economici maggiore enfasi che ai criteri sociali del patrimonio comunitario. La FSESP si impegna a garantire che i nuovi membri siano percepiti come membri a pieno titolo dell’UE, con il diritto di beneficiare di servizi pubblici dal più alto livello possibile di qualità (vedi risoluzione specifica sull’UE allargata). La FSESP si impegna in modo deciso e continuativo perché i servizi pubblici siano inseriti nel cuore del Trattato dell’UE. Essa continuerà a difendere un modello sociale europeo basato su servizi pubblici forti e competenti, gestiti e finanziati dallo Stato e/o dagli Enti locali. La FSESP si impegna a promuovere il concetto di investimento sociale intelligente nell’ambito dell’UE. Si impegna inoltre ad imparare dalle campagne nazionali in materia di promozione del servizio pubblico e, per quanto possibile, ad adottare tattiche simili a livello europeo. La FSESP ribadisce che una tassazione sana ed equa è essenziale al mantenimento dell’equilibrio socio-economico (Dichiarazione strategica dell’Assemblea Generale della FSESP: Carta fiscale europea 2000) e rinnova la richiesta di una tassa sulle operazioni finanziarie speculative a breve termine. La FSESP reclama livelli realistici di imposte alle aziende in tutta l’Unione europea, come meccanismo per far sì che il contributo delle aziende alla società sia proporzionale al loro patrimonio. La FSESP chiede che si riconosca che i servizi d’interesse generale rappresentano un pilastro del modello sociale europeo, garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini e delle comunità, e parte integrante della coesione economica, territoriale e sociale. La FSESP si impegna a realizzare una campagna per garantire un più ampio riconoscimento dei partenariati pubblico-pubblico (PUP), come alternativa sostenibile a quelli pubblico-privato (PPP). La FSESP esaminerà le opzioni giuridiche esistenti che permetterebbero di imporre dei limiti alla portata delle regolamentazioni del mercato interno, e così ristabilire il necessario equilibrio tra il diritto alla concorrenza e i diritti fondamentali, e se la Commissione Europea è rimasta neutrale rispetto al concetto di proprietà. La FSESP chiede che i principi, su cui sono basati i servizi d’interesse generale, siano riflessi nella politica commerciale estera dell’Unione europea. . La FSESP invita, dunque, la Commissione Europea a fare in modo che il suo mandato di negoziatore nei confronti dell’OMC-AGCS si basi altresì sui principi del modello sociale europeo. Si intraprenderà un’azione finalizzata alla ricerca della cooperazione con le organizzazioni che condividano le stesse analisi e misure attorno ad obiettivi comuni. Sempre più persone ritengono che i servizi pubblici costituiscano l’alternativa a una visione del mondo prevalentemente commerciale. Si tratta di una considerazione strategica importante per la FSESP.
Capitolo sui servizi sociali e sanitari Il Comitato Permanente per i servizi sociali e sanitari della Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici, sulla base della risoluzione sui servizi pubblici, s’impegna a proporre, per il periodo 2004-2008, azioni nei seguenti ambiti: Nell’Europa allargata, la FSESP difenderà il mantenimento dei principi del modello sociale europeo nell’ambito delle prestazioni sanitarie e nella politica sociale. Concretamente, la FSESP si propone di fare in modo che, nel settore sanitario e in quello dei servizi sociali di una Unione europea allargata, la solidarietà, l’universalità e l’uguaglianza siano considerati principi fondamentali. La FSESP si impegnerà a garantire che i sindacati affiliati fuori dall’Unione europa dispongano dei mezzi necessari per applicare tali principi nei rispettivi Paesi. La FSESP si impegna a fare quanto è in suo potere per lottare contro i tentativi di liberalizzazione nei settori della sanità e dei servizi sociali in Europa. La FSESP è consapevole dei tentativi di estendere l’applicazione della legislazione del mercato interno al settore della sanità e dei servizi sociali in Europa, senza tenere conto dell’obbligo sociale fondamentale che ha questo settore nei confronti di tutti i cittadini europei. Il ruolo della Corte di Giustizia Europea nel facilitare tali tentativi dimostra il vuoto politico esistente a livello europeo in materia di tutela della salute. La FSESP si impegna a fare tutto quanto è in suo potere perché la politica europea riconosca alla sanità e ai servizi sociali la qualifica di servizi di interesse generale. Essa si impegna altresì a garantire che il concetto di investimento sociale intelligente sia applicato al settore della sanità. La FSESP si impegna a coordinare la sua azione con quella dell’Internazionale dei Servizi Pubblici (ISP), in modo che la campagna a favore di servizi pubblici di qualità presti una particolare attenzione alla sanità e ai servizi sociali. L’accento sarà posto sul rapporto tra la garanzia di qualità delle condizioni di lavoro del personale e la qualità delle cure prestate al paziente/cliente. Per fare in modo che il concetto di salute come diritto umano sia applicato il più possibile, si sottolineerà la possibilità per il personale della sanità e dei servizi sociali di contribuire attivamente al raggiungimento di condizioni di lavoro accettabili, attraverso la cooperazione sul posto di lavoro e il dialogo sociale,. La FSESP constata che la Carta dei diritti fondamentali dell’UE è stata inserita nel testo del Trattato di Costituzione europea. La FSESP si impegna a garantire che sia rispettato l’articolo 35 relativo alla "Protezione della salute". Concretamente, essa promette di fare quanto è in suo potere perché tutte le politiche europee riflettano "un livello elevato di protezione della salute umana". Considerate le difficoltà particolari che sperimentano i settori della sanità e dei servizi sociali quando si tratta di assumere e trattenere il personale, la FSESP si impegna ad esercitare la propria pressione per ottenere l’adozione di appropriate norme che consentano di percepire questi settori come un’interessante opportunità professionale. Si evidenzieranno le migliori pratiche nel campo del lifelong learning, la crescita personale e la comodità delle condizioni di salute e di sicurezza. La FSESP si impegna a collaborare con l’ISP per garantire che le prestazioni sanitarie e i servizi sociali non siano soggetti all’Accordo generale sul commercio dei servizi (AGCS) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Concretamente, essa difenderà il rafforzamento della solidarietà come obiettivo strategico dell’offerta dell’assicurazione-malattia. Nell’ambito della campagna che punta a garantire che la sanità e i servizi sociali non siano soggetti a una commercializzazione internazionale, la FSESP si impegna a rafforzare i legami con quelle organizzazioni che condividano una simile visione progressista.
Capitolo sulle amministrazioni nazionali ed europee La cooperazione tra i Direttori generali ed i Ministri responsabili per la Funzione Pubblica dell’Unione Europea che si svolge sotto gli auspici della Commissione Europea, ha assunto proporzioni considerevoli. Grazie ad essa sono state realizzate analisi comparative e sono state formulate raccomandazioni strategiche in ambiti politici chiave come le risorse umane, i sistemi salariali, la mobilità, la formazione, la performance del settore pubblico e le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (e-government). Tutto ciò, molto spesso, senza sentire il parere delle organizzazioni sindacali. D’altra parte, i dipendenti della funzione pubblica sono oggetto di pressioni perché migliorino la qualità del loro servizio e facciano propria la dimensione europea nonostante le minori risorse. L’integrazione politica, sociale ed economica dell’Europa è ampiamente legata a una maggiore cooperazione amministrativa in tutto il territorio comunitario, che si mostra tanto più necessaria in un’Unione Europea con 25 Stati membri. Si tratta adesso di rafforzare una posizione sindacale coordinata a livello europeo, capace di garantire che i lavoratori dell’amministrazione siano dotati dei mezzi adeguati per rispondere in modo equo, efficace e responsabile ai bisogni dei cittadini. Due obiettivi indissociabili staranno alla base del lavoro del Comitato permanente per l’Amministrazione Nazionale ed Europea della FSESP, per il prossimo periodo compreso tra un Congresso e l’altro. Creazione di un Comitato per il dialogo sociale settoriale Il Comitato continuerà ad esercitare la propria pressione perché si stabilisca una base di dialogo sociale indipendente, forte e rappresentativa nel settore delle amministrazioni nazionali dell’Unione Europea, in vista di stabilire norme sociali e migliorare la qualità e la prestazione dei servizi attraverso la partecipazione dei lavoratori e degli utenti in generale, sia a livello nazionale che europeo. Pertanto bisognerà risolvere la questione della rappresentatività sindacale, convincendo i datori di lavoro della necessità di organizzarsi a livello europeo; Il Comitato elaborerà una sua agenda per il dialogo sociale, che affronterà in particolare temi quali le condizioni di lavoro, e-government e la mobilità. Il programma di lavoro congiunto delle parti sociali intersettoriali europee per il periodo 2003-2005 rappresenta una buona base di partenza. Il Comitato continuerà ad esercitare la sua influenza sulla cooperazione informale dei Direttori generali per la Funzione Pubblica in merito a quelle tematiche riguardanti i lavoratori del settore pubblico e controllerà l’applicazione dei contratti collettivi intersettoriali europei nel settore statale (per esempio, telelavoro, lifelong learning, lavoro part-time e a tempo determinato). Rafforzamento della risposta sindacale europea nel settore statale Il Comitato continuerà a difendere il mantenimento delle amministrazioni nazionali in ambito pubblico, attraverso l’organizzazione di campagne e la definizione di indicatori comuni di qualità che possano stabilire cosa fa del settore pubblico un buon fornitore di servizi sicuri e accessibili per tutti i cittadini e le aziende. Il Comitato continuerà a difendere il posto della pubblica amministrazione come fonte fondamentale di posti di lavoro. Attraverso opportuni studi, si analizzerà l’impatto delle restrizioni di bilancio sui livelli di occupazione e sulla qualità nel settore pubblico, da un lato, e la domanda di servizi pubblici di qualità, dall’altro. Bisognerà elaborare le relative risposte alternative. Il Comitato coordinerà le strategie e le azioni europee in merito ai diritti sindacali e della contrattazione collettiva, tenendo conto in particolare i salari, le pensioni, le pari opportunità, la giornata lavorativa e il diritto all’informazione e alla consultazione, così come l’etica del settore pubblico, relativa all’accessibilità delle amministrazioni e alla situazione dei lavoratori del servizio pubblico. Nella prospettiva dell’europeizzazione delle politiche sull’immigrazione, e sulla difesa e sicurezza, il Comitato dovrà elaborare posizioni comuni anche su questi due temi. Capitolo sugli enti locali e regionali Le iniziative e le politiche dell’Unione Europea in settori quali le finanze pubbliche, i servizi di interesse generale, gli appalti pubblici e i partenariati pubblico-privato continuano ad interessare gli enti locali e regionali. Le politiche sociali comunitarie, come le direttive per l’occupazione, fissano dei parametri applicabili ai Comuni e agli altri Enti territoriali in qualità di datori di lavoro. Le politiche dell’Unione Europea hanno delle ripercussioni per alcune categorie di lavoratori degli enti locali e regionali, come ad esempio i vigili del fuoco, attraverso le Direttive sulla sicurezza contro gli incendi, per esempio. Il Comitato Permanente per gli Enti Locali e Regionali si è dato le seguenti priorità: 1. Portare avanti il suo progetto analizzando con occhio critico le implicazioni dei partenariati pubblico-privato nelle amministrazioni locali e regionali, in particolare attraverso l’organizzazione di seminari di lavoro per ricercatori sindacali. Questo progetto deve permettere di influenzare e contrastare le grandi politiche europee volte a promuovere i partenariati pubblico-privato. 2. Promuovere l’autonomia e la democrazia locali ed opporsi alle misure che riducono la capacità di autodeterminazione dei lavoratori e delle loro comunità, persino nella prestazione di servizi attraverso imprese pubbliche. I referendum locali dimostrano la volontà di mantenere il carattere pubblico dei servizi pubblici. La FSESP presterà assistenza alle organizzazioni affiliate, fornendo loro un insieme di strumenti, definendo tecniche di campagna e offrendo esempi. La FSESP continua a denunciare l’impatto dell’AGCS sugli enti locali. 3. Sviluppare il dialogo sociale nel settore delle amministrazioni locali e regionali a livello europeo. Il Comitato per il dialogo sociale nelle amministrazioni locali e regionali appena creato deve rafforzare la capacità delle parti sociali di dare forma ai futuri sviluppi nell’amministrazione locale e regionale e di articolare il dialogo sociale a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Concretamente, il Comitato settoriale si dedicherà a: · Promuovere, a livello locale e regionale,servizi pubblici di qualità, che siano in grado di creare posti di lavoro attrattivi e poggino su valori quali la democrazia, la solidarietà e l’etica dei servizi pubblici; · Sostenere la dimensione locale e regionale della Strategia europea per l’occupazione, al fine di potenziare l’occupazione e l’elaborazione di pratiche di lavoro moderne e flessibili, adatte ai bisogni dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore pubblico; · Organizzare attività volte a rafforzare le associazioni dei datori di lavoro e quelle dei lavoratori all’interno delle amministrazioni locali e regionali nei nuovi Stati membri; · Completare, dove necessario, il lavoro delle parti sociali intersettoriali; · Seguire le iniziative della Commissione Europea nel campo delle politiche sociali e/o per l’impiego o altre aventi conseguenze per il settore dell’amministrazione locale e regionale in materia sociale e d’occupazione, comprese le politiche del mercato interno e la politica regionale.4. Migliorare la propria capacità di articolare il dialogo sociale e la contrattazione collettiva a livello nazionale ed europeo, applicando strategie sindacali coordinate, anche in materia di diritti sindacali (promovendo, ad esempio, azioni di solidarietà). Capitolo sulle imprese di pubblici servizi (Public Utilities) Nelle aziende di pubblico servizio continuano le liberalizzazioni spesso accompagnate dalle privatizzazioni. A partire dal 1 luglio 2007, tutti i consumatori di energia elettrica e gas avranno la possibilità di scegliere il fornitore. Il dibattito che punta a forzare la liberalizzazione dei servizi dell’acqua è già iniziato a livello nazionale, europeo e mondiale, nell’ambito dell’AGCS. La quota pubblica nel settore del trattamento dei rifiuti continua a diminuire. Molti iscritti della FSESP lavorano nel settore privato. I lavoratori delle imprese pubbliche e private hanno gli stessi datori di lavoro europei, spesso presenti in tutto il mondo. Le politiche europee che interessano tutti i settori dei pubblici servizi hanno delle ripercussioni sui lavoratori e sulle loro organizzazioni sindacali. In tali circostanze, la FSESP ha individuato le seguenti priorità: Liberalizzazione. La FSESP continuerà a considerare con sguardo critico la liberalizzazione dell’energia, sottolineando le conseguenze negative previste per l’occupazione, i salari e le condizioni di lavoro, i consumatori, gli obblighi del servizio pubblico, l’ambiente e l’affidabilità democratica (democratic accountability). La FSESP intensificherà i suoi lavori sulla regolamentazione democratica, cercando alleanze con le associazioni dei consumatori, i gruppi di lotta contro la povertà, i movimenti ecologisti e i governi locali. La FSESP si opporrà ai tentativi europei di liberalizzazione del settore dell’acqua. Contrariamente alle norme sulla qualità dell’acqua, che sono di competenza europea perché si tratta di garantire a tutti i cittadini europei un’acqua di elevata qualità, la creazione di un mercato interno dei servizi idrici non rientra tra le funzioni comunitarie né si è dimostrata la necessità di prendere delle misure a livello europeo. La FSESP sottolineerà la necessità di una strategia europea per la gestione dei rifiuti che si basi sui principi del servizio pubblico. Sviluppo del dialogo sociale e dell’azione transnazionale. La FSESP ha per obiettivo la tutela dell’occupazione, dei salari e delle condizioni di lavoro. In questo senso è necessario intensificare il dialogo sociale, attraverso la creazione di comitati di dialogo sociale settoriale nei diversi settori dei pubblici servizi. Un altro mezzo consiste nel rafforzare il coordinamento e l’azione congiunta in merito a richieste e tematiche comuni, in particolare quando si hanno datori di lavoro in comune. La FSESP realizzerà una campagna perché i lavoratori approvino le norme sociali della FSESP per il settore dell’elettricità e del gas. Il Comitato permanente continuerà a seguire l’evoluzione della situazione dei comitati aziendali europei del settore. Sviluppo sostenibile. Il raggiungimento di una certa crescita e di uno sviluppo sostenibile è un aspetto fondamentale per i settori dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti. È legato alla responsabilità sociale delle aziende, alla creazione di posti di lavoro e alla possibilità di godere di un ambiente sano e sicuro per le generazioni presenti e future. Il Comitato permanente valuterà i mezzi per contribuire a mettere l’Europa sulla via dello sviluppo sostenibile.
Adottata dal Congresso il 16 Giugno 2004 |