7° Congresso FSESP – 14-17 Giugno 2004, Stoccolma Risoluzione congressuale FSESP sulla Direttiva sui Servizi nel Mercato Interno
L’Europa deve essere più che un mercato interno I sindacati europei e i cittadini non possono accettare che il Mercato interno diventi la sola guida dell’ integrazione europea. Il commercio transfrontaliero può portare sviluppo, occupazione e coesione, ma solo se lavora per la gente, e non contro esso. La concorrenza deve essere bilanciata dalla solidarietà e l’Europa deve essere più che uno spazio economico. La FSESP e la CES sono sempre più frustrati per il modo in cui la "concorrenza" sia considerata la misura con cui raffrontare tutto e con il mancato avanzamento dell’Europa sociale: p.e., sono sotto sfida, essenzialmente sul terreno dei "costi", .la bozza di Direttiva sulle Agenzie di Lavoro Temporaneo e la Direttiva sull’orario di lavoro, La bozza di Direttiva è fatalmente imperfetta La bozza di direttiva sui Servizi è l’ultimo, più sfacciato, esempio di come la concorrenza abbia la precedenza sugli interessi sociali ed ambientali. Essa rappresenta molti dei temi che ci preoccupano. L’obiettivo del testo è di promuovere il Mercato Interno nei "servizi" imponendo agli Stati Membri la rimozione degli ostacoli che impediscono alle aziende di operare in altri paesi. In ogni caso quale saranno gli effetti sui servizi coperti dalla direttiva? La FSESP, la CES e molte altre organizzazioni temono che la direttiva danneggerà i Servizi di Interesse Generali (SIG) e che, nell’assenza di un quadro normativo europeo sui SIG, questi servizi diventeranno beni di mercato da vendere e comprare puramente per profitto. Questo si oppone all’obiettivo di conseguire SIG di qualità per tutti. Inoltre, quali tipi di "barriere" saranno giudicate contro gli scambi trans-frontalieri? La FSESP, la CES e molte altre organizzazioni temono che saranno messe a rischio molte legittime. richieste sociali ed ambientali Nelle conclusioni di Lisbona del 2000 è stato dichiarato che "le persone sono il bene principale dell’Europa" ma la proposta di Direttiva sui Servizi appare considerare soltanto gli interessi degli operatori economici privati mentre dovrebbe avere mire più ampie come lo sviluppo sostenibile, una maggiore e migliore occupazione,una maggiore coesione sociale, economica e territoriale, e servizi di interesse generale di qualità. Ci sono gravi preoccupazioni circa l’assistenza sanitaria e i servizi sociali In particolare, la FSESP respinge le proposte che regolano la sanità, i servizi sociali e la cura della comunità agli anziani ed i disabili. Non è possibile iniettare la concorrenza nei servizi nazionali che si basano sulla solidarietà senza pregiudicare la loro gestione. La bozza di Direttiva è contraria all’Articolo 152 del Trattato, (che fermamente ascrive la sanità alla responsabilità degli Stati Membri) ed anche al proposto Articolo III-6. Gli Stati Membri hanno bisogno di un ampio raggio di strumenti regolamentari per gestire la spesa pubblica per la sanità e per garantire la qualità e l’accesso alle cure sanitarie. L’EPSU ha paura che, se adottata, la bozza di Direttiva indebolirebbe il controllo normativo nazionale, conducendo a maggiori incertezza legali incoraggiando la deregulation e la privatizzazione dei servizi di cura sanitaria. Devono essere salvaguardati i diritti sociali, sindacali, occupazionali La FSESP è anche profondamente preoccupata dall’applicazione del ‘principio del paese-di-origine’ rispetto alle sue conseguenze sulla capacità delle autorità pubbliche (a livello nazionale e locale) di controllare ed individuare gli abusi, soprattutto nel mercato del lavoro. La FSESP ha seri dubbi in riguardo all’espletamento dei controlli e della supervisione degli erogatori trans-frontalieri dei servizi dai paesi d’origine. E’ legittimo rivendicare la soddisfazione di questi dubbi prima che sia approvata la Direttiva, non dopo. La FSESP nutre grave preoccupazione circa l’impatto della Direttiva sui lavoratori in distacco e ritiene che molti dei problemi che esistono oggi saranno solo peggiorati. Inoltre, la FSESP è preoccupata che alcuni accordi collettivi applicati attraverso meccanismi legali possono essere visti come "ostacoli al commercio" e soggetti a sfida dalle aziende dei ‘paese d’origine’. Non solo questo indebolirà questi accordi e condurre al dumping sociale ma potrebbe anche rendere difficile applicare accordi collettivi nei paesi senza sistemi legali. La FSESP deplora il fatto che gli accordi collettivi e le iniziative sindacali per promuovere i diritti dei lavoratori non siano visti come elementi positivi per l’integrazione europea – elementi che hanno bisogno di promozione e rafforzamento, non lo smantellamento. Non è chiaro che tipo di impatto la direttiva avrebbe sui codici "volontari" di pratica ed altri tipi di strumenti per l’autoregolamentazione. L’Europa ha bisogno di un quadro legale per proteggere e promuovere servizi di interesse generale di qualità Piuttosto che inseguire la direttiva sui Servizi, la Commissione ed il Consiglio dovrebbero concentrare i loro sforzi sulla creazione di un quadro normativo positivo per i Servizi di Interesse Generale per i cittadini Europei, come richiesto dai sindacati europei e dal Parlamento Europeo. Si dovrebbe iniziare a lavorare per disegnare i nuovi principi per i servizi pubblici a sostegno di tale quadro. La FSESP non comprende la necessità della Commissione di aspettare finche non entri in vigore il nuovo Trattato prima di iniziare questo processo. La Commissione dovrebbe anche garantire che la posizione dell’UE nella contrattazione internazionale sul commercio sia consistente a tale quadro. La FSESP continua a sostenere le campagne per bloccare la liberalizzazione internazionale dei servizi finche non sia chiaro che tipo di impatto questo comporterebbe per i servizi pubblici nei paesi sviluppati ed in via di sviluppo. La bozza di Direttiva sui servizi non deve essere un ulteriore passo verso la liberalizzazione dei servizi pubblici nel GATS. La bozza di Direttiva sui servizi non è accettabile nella sua forma attuale La bozza di Direttiva sui servizi non è accettabile nella sua forma attuale e dovrebbe essere ritirata. L ’Unione Europea non dovrebbe promuovere il commercio e la concorrenza nei servizi di interesse generale né dovrebbe promuovere la concorrenza tra lavoratori né mettere in discussione i diritti e protezioni degli accordi collettivi. La FSESP e le sue organizzazioni affiliate faranno alleanze con le altre organizzazioni coinvolte dalla Direttiva per opporsi alle sue proposte. La FSESP fa appello alla Commissione Europea, agli Stati Membri ed al Parlamento Europeo per respingere la Direttiva nella sua attuale forma.
Adottata dal Congresso il 15 Giugno 2004 |