Intervento di Carlo Podda - Segretario Generale della Fp Cgil Nazionale

Punto 3

Risoluzione EM1: Direttiva sui servizi

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Care compagne e cari compagni,

sono Carlo Podda della Funzione Pubblica CGIL dell’Italia e svolgo, e questo è più importante, il mio intervento a nome del Gruppo del Mediterraneo per sostenere, con forza e decisione, la risoluzione d’emergenza sulla bozza di direttiva sui servizi presentata dalla Commissione. Risoluzione di emergenza non solo per ragioni di collocazione temporale ma soprattutto per l’importanza della questione

Questa bozza di direttiva è pericolosa ed inaccettabile. Che dobbiamo respingere. Come ci hanno dimostrato i compagni belgi che hanno manifestato il 5 giugno a Bruxelles. Per questo è giusto che noi ne chiediamo, oggi, nella sua attuale forma, il ritiro.

E’ giusto, infatti, che la direttiva venga ritirata perché i diritti sociali e sindacali, le leggi nazionali, le decisioni degli enti locali non possono essere neanche pensati come un ostacolo alla libera circolazione dei servizi. In ogni caso questa direttiva, non dice neppure chiaramente a quali "servizi" ci si riferisce, né quali tipi di "ostacoli" dovrebbero – o non dovrebbero – essere rimossi. In molti casi si capisce che siano considerati come ostacoli una buona parte dei requisiti sociali od ambientali presenti nelle nostre legislazioni nazionali.

Noi dobbiamo essere preoccupati che qualcuno pensi che gli accordi collettivi possano essere visti come "ostacoli al commercio". Non solo questo indebolirà gli accordi, favorirà il dumping sociale ma, come si dice nella risoluzione "potrebbe anche rendere difficile applicare accordi collettivi nei paesi senza sistemi legali"

Che Europa è quella che vede gli accordi collettivi e le iniziative sindacali per promuovere i diritti dei lavoratori non come elementi positivi per l’integrazione europea ma come ostacoli al suo sviluppo ?.

E’ una realtà che nel nostro paese, col governo Berlusconi, abbiamo già sperimentato e non vogliamo ripetere.

Ci si chiede se siamo o no favorevoli al mercato? Si tratta di un falso problema. Il mercato c’è al di là di quello che noi pensiamo. La vera domanda alla quale occorre rispondere è se siamo o no favorevoli ad una economia sociale di mercato, bilanciata da una vera Europa sociale e dei diritti. Ma se il mercato è questa giungla disegnata dal Commissario alla concorrenza, consiste nell’idea di far diventare le persone una merce ed anche le loro esigenze ed i loro diritti primari, come il diritto alla salute, allora noi saremo, di questa concezione del mercato, fieri ed orgogliosi oppositori.

Per essere così feroce verso le persone il mercato non ha bisogno di noi, né di questa Europa né di organizzazioni sindacali subalterne o timide.

Non sarà un caso che, come i giorni scorsi hanno sottolineato, i cittadini d’Europa fanno fatica a partecipare al voto ed una parte consistente l’Europa un luogo nel quale i loro diritti primari sono messi a rischio.

E’ giusto che la direttiva venga ritirata perché è inaccettabile che si voglia sostituire il principio di armonizzazione verso l’alto delle diverse legislazioni con il principio del paese d’origine che altro non è che il tentativo di distruggere il modello sociale europeo attraverso la logica della commercializzazione.

Con questa direttiva, inoltre, si vuole preparare una linea ultra liberista per le trattative per l’Accordo generale sul commercio dei servizi all’Organizzazione mondiale per il Commercio. Un’ Europa che commercializza i servizi al suo interno così da imporre, agli altri paesi, magari a quelli più poveri, la privatizzazione dei servizi pubblici. E’ questa l’Europa che vogliamo?

E poi, ultima ma non meno importante, la sanità. Si può davvero pensare che la sanità sia la stessa cosa di un supermercato o di una agenzia immobiliare? Noi dobbiamo respingere una proposta che vuole regolare, come un qualunque servizio, in questo modo la sanità, i servizi sociali e la cura della comunità agli anziani ed i disabili. Non è possibile, impunemente, iniettare il virus della concorrenza in quei servizi che si basano sulla universalità e la solidarietà. Gli Stati hanno bisogno di un ampio raggio di strumenti per gestire la spesa pubblica per la sanità e per garantire la qualità e l’accesso alle cure sanitarie. La direttiva indebolisce il controllo normativo nazionale, conducendo a maggiori incertezze ed incoraggiando la deregulation e la privatizzazione dei servizi di cura sanitaria.

Questa è la verità. Questo è il motivo per cui i sindacati dei paesi del Mediterraneo vi chiedono di sostenere ed approvare questa risoluzione e di farne oggetto di una nostra mobilitazione sia nazionale sia a livello europeo.

 

Un grande movimento bloccò nel 1998 l’ Accordo multilaterale sugli investimenti. Un grande movimento, che parta da qui, dal Congresso della Federazione sindacale europea dei servizi pubblici, potrà fermare anche questa direttiva così pericolosa. Grazie!