Dichiarazione FSESP sul Libro Bianco della Commissione Europea
sui Servizi di Interesse Generale, COM(2004) 374

 

Nella riunione del 14 Giugno 2004, il Comitato Esecutivo della FSESP ha preso nota del Libro Bianco della Commissione Europea sui Servizi di Interesse Generale. La FSESP riconosce un certo numero di elementi positivi contenuti nel Libro Bianco. Comunque nel complesso il Libro Bianco offre poco più di quanto già a conoscenza prima della sua pubblicazione ed è quindi complessivamente deludente come risultato di un lungo processo di dibattito. Numerose dichiarazioni contenute nella Libro Bianco devono, infatti, essere analizzate molto criticamente.

Il Libro Bianco non elimina lo squilibrio tra le considerazioni di interesse generale e le norme sulla concorrenza. Senza rendere chiaro cosa costituisca un servizio non-economico lo squilibrio rimane nell’applicazione automatica delle norme sulla concorrenza. La Commissione si dichiara ‘neutrale’ relativamente alla proprietà dell’erogatore del servizio. Questa ‘neutralità’ comunque non è interpretata nel senso di una positiva autonomia, delegando la scelta di organizzazione dei servizi pubblici a livello locale, regionale e nazionale. La Commissione intende ‘neutralità’ come ‘pari trattamento’ dei fornitori pubblici o privati di servizi di interesse generale, soggetti agli stessi diritti e doveri. Però, è neutrale la Commissione, se continua a sostenere che il termine ‘servizio pubblico’ non è preciso e quindi non dovrebbe essere utilizzato? La FSESP respinge con forza questo concetto di ‘neutralità’. In contraddizione all’Articolo 295 del Trattato, l’approccio della Commissione ‘pregiudica le regole negli Stati Membri che governano il sistema della proprietà’.

Molte delle misure proposte nel Libro Bianco a favore dei servizi di interesse generale entrerebbero in effetto soltanto nel 2005 o più tardi. Nel frattempo la realtà politica per i servizi di interesse generale è predeterminato dalle proposte contenute nella Direttiva sui Servizi e nel pacchetto di aiuti statali della Commissione.

 

Sul lato positivo, il Comitato Esecutivo FSESP saluta gli aspetti del Libro Bianco elencati di seguito:

Il Libro Bianco sottolinea il ruolo essenziale degli Stati Membri e delle autorità locali e regionali nell’ambito dei servizi di interesse generale. E’ messo in risalto il rispetto rigoroso del principio di sussidiarietà.

La Commissione accetta di buon grado il nuovo Articolo III – 6 della bozza di Trattato Costituzionale e ritiene che questo provvedimento fornirà una base legale in più per le iniziative della Comunità nell’ambito dei servizi di interesse economico generale. La Commissione, comunque, in questo momento, non fornirà un quadro legale sui SIG ma ne esaminerà la necessità e la fattibilità una volta entrato in vigore il Trattato Costituzionale, cioè non prima del 2006.

La Commissione esaminerà la situazione dei servizi di interesse generale e la necessità per misure orizzontali nel 2005 ed intende presentare un rapporto sui risultati della sua ricerca al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo ed al Comitato per le Regioni prima della fine del 2005.

Significativamente, il Libro Bianco segna il punto in caso di tensione, relativamente all’applicazione delle regole del Trattato prevalga un l’obiettivo dell’interesse generale.

La Commissione annuncia la sua intenzione di rivedere la sua metodologia di valutazione per garantire che tutte le parti interessate, compresi i fornitori ed i dipendenti, siano pienamente coinvolti. L’esplicito riferimento al coinvolgimento dei dipendenti certamente costituisce un progresso rispetto all’attuale metodo di valutazione. E’ notevole anche che la Commissione intende fare delle proposte per un quadro di riferimento legale per rafforzare la cooperazione tra gli organismi regolatori delle amministrazioni nazionali.

La FSESP giudica criticamente i seguenti punti. Questi punti critici sbilanciano gli aspetti positivi contenuti nella Libro Bianco:

La valutazione e le conclusioni delle consultazioni del Libro Verde appaiano difettosi. Non è chiaro come la Commissione abbia valutato le 281 risposte al suo Libro Verde, provenienti da un’ampia gamma di organizzazioni e persino da singoli. Non è chiaro dall’analisi della Commissione come abbia preso in considerazione queste differenze. Per esempio la Commissione dichiara nel sommario delle risposte giunte nel corso della consultazione, che ci sono stati "alcuni commenti che affermavano che il Libro Verde era troppo concentrato sul mercato interno e la concorrenza". Un analisi più attenta in ogni caso avrebbe suggerito che ‘più che alcuni’ commenti criticavano l’attenzione posta sul mercato interno e la sulla concorrenza. Praticamente tutte le missive dalle autorità pubbliche hanno criticato questa particolare questione.

E’ quindi piuttosto dubbio, come il Libro Bianco possa concludere che siano riconciliabili il perseguimento e il raggiungimento degli obiettivi della politica pubblica con quelli della concorrenza.

La Commissione squalifica la sua stessa dichiarazione di ‘prevalenza’ di compiti d’interesse generale, in caso di tensione, relative all’applicazione delle regole del Trattato, dichiarando che "quindi sono le missioni protette piuttosto che il modo in cui sono realizzate... un pari campo di gioco per tutti gli erogatori e a garanzia del miglior impiego di denaro pubblico". Questa dichiarazione non si trova bene insieme ai precedenti riferimenti al principio di sussidiarietà e al diritto delle autorità locali di organizzare i loro servizi.

In Allegato 1, la Commissione dichiara, che il Libro Bianco si concentra come il Libro Verde principalmente, ma non esclusivamente, sugli argomenti collegati ai ‘servizi di interesse economico’, come utilizzate negli Articoli 16 e 86 (2) del Trattato. Il Libro Bianco comunque non fornisce ulteriori chiarimenti sulla terminologia di ‘servizi di interesse generale e servizi di interesse economico generale’. Una definizione è effettivamente fornita nella bozza di direttiva sui servizi, che qualifica attività non economiche o prive della caratteristica della retribuzione come nel caso delle attività svolte dallo Stato senza corrispettivo economico nel quadro delle sue funzioni in ambito sociale, culturale, educativo e giudiziario.", come previsto dal Articolo 50 del Trattato. La Commissione amplia consistentemente il concetto di ‘servizi di interesse economico generale’ come parte della sua strategia per il mercato interno ben oltre l’idea della rimozione degli ostacoli alla libera circolazione attraverso la normativa per il commercio. Piuttosto che proteggere i servizi di interesse generale c’è una corsa per applicare le regole del mercato interno a qualsiasi area concepibile, che effettivamente altera la capacità delle autorità locali e regionali di gestire l’auto-amministrazione. Quindi le dichiarazioni della Commissione sui servizi sanitari e sociali pongono forte preoccupazioni. La FSESP si interroga sulla terminologia ‘servizio sociale di interesse generale’. La terminologia sembra suggerire che ci potrebbe anche essere ‘servizi sociali di interesse economico generale’ che potrebbe essere soggetti alle regole della UE sulla concorrenza.

Il Libro Bianco dichiara che ‘come principio’ la definizione delle missioni e gli obiettivi dei servizi sociali e sanitari sia competenza degli Stati Membri. L’Articolo 152, 5 comunque, è inequivocabile circa questa competenza degli Stati Membri. Il Libro Bianco continua per dire che la "la distinzione tra le ‘missioni e gli strumenti’ possano aiutare gli Stati Membri che ricorrono a sistemi basati sul mercato per fornire servizi sanitari e sociali per anticipare il possibile impatto della legislazione UE sulla concorrenza". Letto insieme alle proposte sui servizi sociali e sanitari nella bozza della direttiva sui servizi, questa dichiarazione è altamente preoccupante. I servizi sociali e sanitari non sono, nella maggior parte dei paesi dell’UE, basati su elementi di mercato ma sulla prevalenza di considerazioni di solidarietà e finanziamento collettivo. Di fatti, il tentativo di "mercantilizzare" la sanità nel Regno Unito e nei Paesi Bassi è clamorosamente fallito.

Relativo al settore dell’acqua la Commissione intende pubblicare i risultati della sua valutazione intrapresa nel contesto della sua Strategia per il Mercato Interno. Ci si interroga di nuovo perché questa questione dovrebbe essere lasciata in sospeso e poi riaperta nel contesto della Strategia per il Mercato Interno, se la consultazione sul Libro Verde ha rivelato che una grande maggioranza delle autorità pubbliche ed altre organizzazioni respingono l’idea della liberalizzazione dell’acqua. La dichiarazione della Commissione nell’allegato 2 deve essere cambiata: "Non esiste alcun accordo relativo all’apertura del settore delle acque a livello Comunitario". Al contrario, apparire, che c’è un’ampia opposizione all’apertura del settore delle acque a livello comunitario, incluso il Parlamento Europeo.

 

DG/Congress/14June E.C./Statement white paper/