SETTIMO CONGRESSO DELLA FSESP 14-17 GIUGNO 2004 FOLKETS HUS, STOCCOLMA, SVEZIA
Punto 2 – Relazione finanziaria e delle attività Carola Fischbach-Pyttel, Segretaria generale della FSESP Relazione finanziaria e delle attività 14 giugno 2004 (bozza non corretta) Negli ultimi 4 anni la FSESP ha fatto grandi passi avanti. Provo un senso di soddisfazione e di orgoglio nel fare questa affermazione. Il nostro lavoro non è stato facile, ma per definizione il lavoro dei sindacati non lo è. Una serie di fattori esterni hanno influenzato la nostra vita politica e sindacale: 12 Stati membri dell’Unione Europea ora usano l’Euro come moneta unica. Oltre che per i suoi vantaggi economici molti, anche la FSESP, hanno accolto l’Euro come simbolo dell’identità europea. Eppure, una donna coraggiosa come Ann Lindh, ex Ministro svedese degli Affari Esteri, ha perso tragicamente la vita poco prima del referendum sull’euro che si sarebbe tenuto in Svezia. Il Patto di Stabilità e Crescita dell’UE si è dovuto imbattere in grandi difficoltà, e la cosiddetta strategia di Lisbona ha fallito nel suo obiettivo primario, più occupazione in Europa. La Convenzione sul Futuro dell’Europa stipulata nell’aprile 2002, si è diretta verso l’obiettivo ambizioso di riformare l’attuale mosaico dei Trattati UE e di fonderli in un’unica Costituzione. L’ulteriore trasformazione della bozza di Costituzione si è fermata alla fine del 2003. La guerra unilaterale contro l’Iraq con le sue orribili morti e violazioni dei diritti umani ha provocato in Europa uno spaccamento. Nell’attacco terroristico su un treno di pendolari a Madrid persero la vita 200 persone, e la reazione dell’allora Governo conservatore spagnolo ha innescato una pronta risposta dell’elettorato nelle successive elezioni. L’ultimo periodo congressuale è stato caratterizzato dalla questione dell’allargamento dell’Unione Europea a nuovi dieci paesi membri. Il 1° Maggio 2004 è stato festeggiato veramente come un momento storico, anche per i sindacati. D’altro canto è stata proprio la tenacia e l’audacia dei portuali del Gdansk che ha iniziato questo processo. Il dogma del neo-liberalismo, la promozione indiscriminata della liberalizzazione e del libero mercato dettano l’agenda politica di molti dei Governi europei e certamente anche della Commissione Europea. Sembra di essere entrati in una spirale concorrenziale per il lavoro a basso costo, la riduzione delle tasse e la riduzione dei trasferimenti sociali. In molti paesi i sindacati sono dovuti ritornare sulla difesa delle pensioni. E questa battaglia è ancora aperta. La demografia viene dipinta come uno spettro, presa come giustificazione per i tagli nella struttura sociale degli stati membri dell’UE, quando il nostro principale problema è la disoccupazione a lungo termine, l’incapacità di creare sufficienti posti di lavoro per il miglioramento delle condizioni di vita. I movimenti sindacali sono stati coinvolti in molte campagne negli ultimi anni, una delle più importanti è stata quella per la lotta contro gli accordi GATS sui servizi. La paura di una possibile ramificazione di questi accordi ai servizi pubblici di base, come l’acqua, sanità e istruzione, ed anche l’oscura natura degli accordi GATS hanno dato luogo a una delle proteste più significative dei nostri tempi. E lo slogan è stato "Commercio equo" piuttosto che "Commercio libero". L’unione Europea si trova ad un punto decisivo. Le discussioni sulla costituzione Europea sono state infastidite dai conflitti. Anche se il Consiglio Europeo entrante adotterà la bozza di Costituzione, c’è un cammino molto lungo prima di arrivare alla ratifica della Costituzione nei Paesi Membri. Quello che è in gioco è l’orientazione politica generale dell’Unione Europea; sarà possibile gestire una Unione Europea allargata continuando a costruire una Unione Europea politica e soprattutto sociale? Ma come possiamo spiegare ai cittadini europei, ai nostri membri, che devono sostenere il progetto dell’Unione Europea, se questa Unione Europea non ha una faccia sociale, se lo scopo di alcuni governi è quello di abrogare il cuore delle norme sociali dell’UE, come è il caso della direttiva sull’orario di lavoro. Dobbiamo dire che abbiamo bisogno di una direttiva sull’orario di lavoro che sia degne di essere chiamata una direttiva sulla salute e sulla sicurezza. Questa direttiva è principalmente fatta per proteggere i lavoratori, non gli affari. Noi vogliamo una Unione Europea diversa basata sui valori sociali, non sul dumping sociale! Questo è quanto vogliamo dire al nuovo Parlamento Europeo eletto e alla nuova Commissione. Negli ultimi 4 anni la vita all’interno della FSESP non è stata così semplice. Durante il nostro ultimo Congresso, tenutosi a Lisbona nel 2000, Herbert Mai è stato rieletto presidente della FSESP, Anna Salfi e Poul Winkler vice presidenti. A causa dei problemi incontrati nella fondazione di Ver.di, Herbert non ha chiesto di essere rieletto presidente della ÖVT e di conseguenza la sua presidenza alla FSESP è finita nel marzo del 2001. Anna Salfi è stata eletta presidentessa, Poul Winkler è rimasto vice presidente e Anne-Marie Perret è stata eletta vicepresidente femmina. Poul Winkler si è dimesso da presidente della FOA nel maggio 2002. Il Comitato Esecutivo ha eletto Dave Prentis come nuovo vicepresidente uomo nel novembre del 2002. Vorrei rendere omaggio a Herbert e a Poul in questo Congresso. Loro non hanno più il privilegio di condividere le gioie della direzione FSESP, ma grazie ad entrambi per il lavoro svolto e per il contributo dato alla FSESP. I cambiamenti nella direzione possono causare delle rotture ma credo che la nuova leadership non solo salvaguarderà la continuità ma riuscirà a gestire la FSESP in tempi difficili. La FSESP ha raggiunto dei risultati positivi, sia nella promozione della sua politica che nello sviluppo dell’organizzazione. Grazie a voi Anna, Anne-Marie e Dave per aver affrontato le sfide con spirito di cooperazione e amicizia. I rapporti sulle attività 2000-2003 sono stati approvati dal Comitato Esecutivo. Esse ci fornisco i dettagli della vasta gamma di attività svolte dalla FSESP negli ultimi anni. Voglio sottolineare le principali caratteristiche. Non voglio entrare troppo in merito alle nostre attività settoriali. Queste verranno descritte dai Presidenti dei 4 Comitati Permanenti. Vi chiederò di approvare questo rapporto e di adottare il rapporto finanziario 2000-2003. FSESP e i Servizi Pubblici Promuovere i Servizi pubblici è una delle due priorità, e ci ha tenuti molto occupati negli ultimi 4 anni. Nel settembre del 2000, la Commissione Europea ha pubblicato il suo secondo rapporto sui Servizi di Interesse Generale. Il rapporto confermava semplicemente che la politica di liberalizzazione portata avanti dalla Commissione ha avuto successo, e che le norme che regolano la concorrenza e i principi di interesse generale sono compatibili. E stato solo attraverso le intense pressioni politiche che siamo riusciti ad influenzare nel 2001 il dibattito del Parlamento Europeo sul rapporto della Commissione. Politicamente il risultato più importante per il Parlamento è stato quello di sostenere l’idea di una Direttiva quadro ed anche la creazione di un Osservatorio Europeo per il Controllo dei Servizi Pubblici. Il vertice di Laeken svoltosi alla fine del 2001 ha avviato il lavoro della Convenzione sul Futuro dell’Unione Europea. Le principali richieste della FSESP sono state: Un equilibrio migliore tra le norme che regolano la concorrenza e quelle che regolano la fornitura di servizi di interesse generale; Un passaggio dalla promozione della concorrenza alla promozione degli interessi pubblici; Riparare gli effetti negativi dell’apertura dei mercati; Una giusta opportunità per i servizi pubblici sul mercato; Un rafforzamento dei servizi di interesse generale per garantire i diritti fondamentali dei cittadini; Soprattutto noi abbiamo voluto e vogliamo il riconoscimento dei servizi di interesse generale all’interno dei valori e degli obiettivi della Costituzione Europea e un rafforzamento dell’art. 16, riguardante i Servizi di Interesse Generale Economici. La FSESP ha iniziato una campagna stabilendo come traguardo la Convenzione Europea. La FSESP e altre Federazioni CES, UNI Europa, l’ETF, e l’ETUCE sono d’accordo per una sottomissione congiunta. Noi abbiamo cercato di allargare il sostegno alle nostre richieste associando altre organizzazioni, come per esempio la Piattaforma Sociale, il CEEP (il Centro Europeo delle Imprese con partecipazione pubblica, e Imprese di Interesse Generale Economiche) e il CESLIG ( il Comitato di Collegamento Europeo sui Servizi di Interesse Generale) Influenzare il lavoro della Convenzione Europea non era la prima priorità nel 2002 e nel 2003. La FSESP si è trasformata in un importante giocatore all’interno di una rete di pressioni politiche. Ora siamo visti come la forza trainante per il ruolo importante che i servizi pubblici devono avere nella UE, la FSESP come parte integrante della CES è stata l’iniziatrice di ciò. Nel maggio del 2003 la Commissione ha pubblicato il suo atteso Libro Verde sui Servizi di Interesse Generale. E iniziata una nuova battaglia nel Parlamento Europeo tra coloro che sostengono il libero mercato e coloro che sostengono un’economia di mercato socialmente bilanciata. A differenza del 2001 questa volta siamo stati capaci di cooperare con Philippe Herzog, del Parlamento Europeo, che non solo si consulta con i sindacati e con gruppi della società civile, ma prende anche in considerazione i loro punti di vista. La principale proposta sopravvissuta ai disguidi è stata la richiesta fatta nel gennaio di questo anno per un ambito legale sui Servizi di Interesse Generale. Un tale ambito legale, sotto la co-decisione, dovrebbe essere avviato. Principi comuni di servizi pubblici- uguaglianza, accessibilità, continuità, efficienza, responsabilità e partecipazione dei cittadini- includendo garanzie finanziarie Una chiara demarcazione delle linee tra i servizi pubblici e le norme che regolano la concorrenza includendo esoneri, di questa ultima, sui servizi sociali, sanitari, idrici e istruzione Il diritto delle autorità locali ad auto prodursi i servizi primari senza paura di invasioni da parte della Corte di Giustizia Europea Un processo di valutazione democratica delle esistenti direttive settoriali Nel maggio del 2004 la Commissione, ha messo sul mercato il suo Libro Bianco sui Servizi di Interesse Generale. Nel tirare le somme sui risultati delle consultazioni sul Libro Verde, la Commissione crede che al momento non ci sono sufficienti consensi per un ambito legale per i SIG, ma la Commissione si riserva di ritornare sulla questione una volta che la Costituzione Europea verrà ratificata.
Cosa abbiamo ottenuto? La costituzione Europea è chiaramente il prodotto di un difficile impegno politico. La Costituzione Europea non da una soddisfacente risposta a tutte le richieste fatte dai sindacati. So anche che ci sono delle polemiche all’interno dei sindacati su cosa la costituzione deve e su cosa non deve fare. Sono ancora profondamente convinto che la sua approvazione significherebbe un maggiore progresso per un Unione Europea politica e sociale. Se vogliamo che l’Unione Europea progredisca dal punto di vista politico e sociale abbiamo bisogno di questa Costituzione Europea. Non ci devono essere dubbi a riguardo. Il principale obiettivo della FSESP, della UNI Europa, ETF e ETUCE, era quello di ottenere un riferimento ai Servizi di Interesse Generale negli obiettivi futuri della UE. Il nuovo art. I-3 non fa riferimento esplicito ai SIG, ma questo articolo contiene molti valori che noi condividiamo pienamente. E suggerisce implicitamente che i Servizi di Interesse Generale sono necessari perché i cittadini possano godere dei diritti fondamentali. Gli obiettivi dei sindacati comprendono la promozione della pace e il benestare dei cittadini. I sindacati sono impegnati nel lavoro per uno sviluppo sostenibile dell’Europa basato su una crescita economica bilanciata e un’economia sociale di mercato. Questa economia sociale di mercato deve essere altamente competitiva e deve mirare alla piena occupazione e al progresso sociale, con un alto livello della tutela per l’ambiente. I sindacati si impegnano per combattere l’esclusione sociale e la discriminazione, promuovere la giustizia sociale, l’uguaglianza tra uomini e donne, la solidarietà tra generazioni e la tutela dei diritti dei bambini. Nel mondo intero l’UE contribuisce allo sviluppo sostenibile della terra, al commercio equo e libero e all’annullamento della povertà. Noi tutti possiamo sottoscrivere questi valori. La Carta dei Diritti Fondamentali è stata integrata nel Trattato e perciò ha un valore legale.
Avremmo potuto fare meglio? Forse uno dei principali problemi che abbiamo avuto internamente è stato quello di fare chiarezza sul tipo di regolamentazione richiesta per i SIG, cosa dovrebbe coprire e cosa non dovrebbe coprire,dovrebbe essere orizzontale o settoriale, o entrambi? Quali competenze dovrebbe avere la Commissione in questa area? Cos’è un servizio di interesse generale non economico opposto ad uno economico? Non siamo riusciti completamente a conciliare le visioni conflittuali all’interno della FSESP. Abbiamo detto di avere un forte bisogno di un ambito regolatore Europeo prima, e poi di coprire quelle aree dove la Commissione Europea ha aperto i mercati. Per la FSESP questo significa l’elettricità e il gas. Dobbiamo riflettere ulteriormente sulla questione, se si o no, se abbiamo o non abbiamo bisogno di un ambito europeo in quello aree dette in gergo europeo servizi di interesse non economico. Ci sono coloro che tra noi sostengono che i servizi come la sanità e i servizi sociali, per esempio, dovrebbero essere affidati agli stati membri. La Commissione non dovrebbe avere nessuna responsabilità e non dovrebbe avere alcun diritto ad interferire. Dovrebbe essere applicato il principio di sussidiarietà. Per quanto riguarda le altre posizioni, si, i servizi sanitari e sociali, le loro organizzazioni e fondazioni dovrebbero essere responsabilità degli stati membri, ma questa responsabilità viene erosa da una vasta gamma di politiche del mercato interno, dalla mobilità delle persone e dei servizi. C’è anche il rischio che i sostenitori della sussidiarietà, sostengano, anche se contrari, gli obiettivi politici del libero mercato. Quindi la richiesta per una sussidiarietà non è sufficiente. Noi abbiamo anche bisogno di uno standard europeo per impostare le necessità di solidarietà comune anche per i servizi sanitari e sociali. Un ambito infrasettoriale orizzontale, potrebbe fornire, la protezione della sussidiarietà a lungo termine, il diritto di auto governo locale, manterrebbe l’obiettivo di migliorare il servizio pubblico.
E riguardo all’art. III-6 della Costituzione Europea? La formula proposta non elimina tutte le ambiguità e le contraddizioni legate ai servizi di interesse generale contro i servizi di interesse generale economico. Ma coinvolge tutte le battaglie: la concorrenza dovrebbe vincere su tutte le strade? la sussidiarietà dovrebbe prevalere sulla legislazione comunitaria? (proposta della Presidenza Irlandese) Chi può fare qualcosa per i servizi di interesse generale o piuttosto per i servizi di interesse generale economici, a livello locale, regionale o nazionale, a livello europeo e come abbiamo visto con i GATS a livello globale? Quello che il nuovo art III-6 fa, fornire la possibilità di regolare gli SEIG dal punto di vista della coesione economica, sociale e territoriale. Nella risoluzione intitolata Servizi Pubblici, una caratteristica principale del Modello Sociale Europeo, adottato dal Comitato Esecutivo nel Novembre del 2003, lo abbiamo qualificato come un importante "spostamento di enfasi".
Cosa abbiamo ottenuto con il Libro Verde/Bianco sui Servizi di Interesse Generale? Dal punto di vista positivo: Il Libro Bianco conviene che "il compito di un interesse generale debba prevalere in caso di tensioni sull’applicazione delle regole del Trattato". La Commissione non considera appropriato continuare a sottomettere un ambito legale orizzontale a questo livello. Essa sostiene il riesame della questione una volta che il Trattato Costituzionale entrerà in vigore, con il nuovo art III-6 come diversa base legale. Dal punto di vista negativo: La Commissione considera la "missione degli interessi generali" l’essere protetta dalle norme che regolano la concorrenza e non tanto il modo in cui vengono adempiti. La commissione non suggerisce esplicitamente di privatizzare alcuni servizi, ma crede che sia necessario "assicurare una partecipazione di tutti i fornitori e un uso migliore del denaro pubblico". Nel contesto delle limitazioni del budget del Patto di Stabilità e Crescita Europeo e in combinazione con le misure proposte dalla Direttiva sui servizi, come pure l’approccio all’associazione pubblica privata, rappresenta un cocktail pericoloso di politiche, molto somigliante alla politica del governo Thatcher; e può avere delle ripercussioni sui servizi pubblici, le loro organizzazioni e finanziamenti. Possiamo concludere dicendo che il Libro Bianco ha il beneficio di lasciare aperto il dibattito sui servizi di interesse generale. Dovremmo usare questa opportunità per il nostro caso. Ma il dibattito politico non è ancora vinto.
FSESP e Contrattazione Collettiva Nel gennaio 2004 è stato formalmente stabilito il Comitato per il Dialogo Sociale Settoriale, per i governi locali e regionali, tra la FSESP e la Piattaforma dei datori di lavoro del CEMR. Questo è il secondo settore dopo l’elettricità che vede coinvolta la FSESP in un dialogo sociale formale. La FSESP e la CEMR si sono compromessi sul dialogo Europeo già nel 1994. Abbiamo impiegato solo 10 anni per formalizzare questo dialogo. Il processo è stato ostacolato da problemi rappresentativi sia da parte dei datori di lavoro che dai sindacati. Ma siamo arrivati alla fine. Dal punto di vista della FSESP ci siamo riusciti in modo elegante perché la delegazione sindacale è guidata dalla FSESP. Abbiamo accolto affiliati no FSESP con noi. Quindi abbiamo trovato una soluzione su misura della CES Ma il vero lavoro comincia adesso. I partner sociali hanno già sviluppato un programma di lavoro congiunto. Adesso tocca a noi dare sostanza a questo dialogo e trasformarlo in uno strumento efficace. La FSESP, noi tutti abbiamo bisogno di sviluppare una strategia per coinvolgere quelle organizzazioni di lavoratori che non sono coperte dalla CEMR. Siamo stati capaci di fare della FSESP un partner sociale nel settore ospedaliero e nelle amministrazioni nazionali. Ma è nel settore delle amministrazioni nazionali che abbiamo avuto problemi. Questi problemi sono comunque serviti per testare la capacità confederativa e la struttura della FSESP. Questo non può essere negato. Come i governi locali e regionali, la FSESP è di gran lunga la più rappresentativa organizzazione sindacale Europea in questo settore. Questo non viene messo in dubbio ne dalla Commissione Europea ne dai rappresentanti dei datori di lavoro. E la rappresentanza esclusiva della FSESP che viene contestata, principalmente da quelle organizzazioni che vogliono entrare a farne parte, cioè EUROFEDOP e USSP-CESI. Tuttavia dobbiamo riconoscere che la rappresentanza FSESP può essere migliore più di quanto non lo sia in questo momento. Dobbiamo riconoscere che la maggior parte di questi problemi sono problemi della CES. Non siamo stati capaci di convincere tutti i sindacati del settore pubblico che appartengono alla CES di affiliarsi alla FSESP. Siamo intervenuti varie volte agli incontri del Comitato Esecutivo CES, ai Congressi CES abbiamo avuto colloqui ed abbiamo cercato di cambiare lo Statuto della CES (se do uno sguardo alla lista dei rappresentanti dei sindacati partecipanti all’incontro con il direttore generale del TROIKA sotto la presidenza irlandese il 27 maggio, la EUROFEDOP viene rappresentata solo da sindacati appartenenti ai centri nazionali CES). Quindi non si può negare che i problemi che noi abbiamo con USSP-CESI si sarebbero potuti ridurre, se le altre anomalie non fossero esistite. Sono d’accordo che il pluralismo dei sindacati è una realtà in quasi tutti i paesi europei. So che abbiamo diverse sensibilità e differenze nell’azione sindacale e orientazione politica, ma trovo inaccettabile che non stiamo giocando con le stesse regole e sotto lo stesso tetto della CES. Questa situazione è dannosa per la FSESP ed anche per la CES. Ecco perché ci ritroviamo con questioni irrisolte. Questo significa che non siamo riusciti ad andare avanti nel dialogo sociale nelle amministrazioni nazionali. La situazione nelle amministrazioni nazionali ha fatto rinascere un dibattito riguardo il "valore aggiunto" del dialogo sociale in generale. E sicuramente vero che il dialogo sociale sia a livello settoriale che intersettoriale sta facendo grandi progressi. Invece il progresso è molto lento e l’UNICE e le organizzazioni dei datori di lavoro del settore privato vogliono tutt’altro che concludere accordi vincolanti a livello dell’Unione Europea. Ma questa non è esattamente la ragione per cui ci stiamo battendo per costruire questa area contrattuale Europea. Se mettessimo al sicuro le pratiche di contrattazione collettiva potremmo finalmente difendere le esistenti relazioni industriali nazionali? Se la risposta a ciò è affermativa, allora dovremmo essere preparati a sostenere attivamente e a creare dei legami tra la negoziazione collettiva nazionale e le relazioni industriali europee. Il dialogo sociale settoriale è perciò uno strumento strategico importante che noi dobbiamo sfruttare. E la cosa più importante se guardiamo ai nuovi stati membri, dove la contrattazione collettiva a livello settoriale appena esiste. Il dialogo sociale europeo potrebbe fornire degli impulsi importanti per questi paesi. Dovremmo investire di più per fare dei progressi nel dialogo sociale. Un investimento importante che abbiamo fatto è stata la creazione della EPSUCOB@, la rete della FSESP per la contrattazione collettiva. Con le nostre relazioni annuali sulla contrattazione la EPSUCOB@ dovrebbe essere lo strumento necessario per condividere ed analizzare le informazioni sulla contrattazione collettiva. Vi invito a consultare il bollettino EPSUCOB@, una fonte di informazioni aggiornate sui risultati della contrattazione collettiva e sulle azioni sindacali.
La FSESP e le Organizzazioni
Dopo la chiusura del Comitato Esecutivo della FSESP il 23 aprile c.a., un collega mi ha detto: "bel lavoro! La FSESP ha fatto molta strada". Sono stato molto orgoglioso. Come molte persone sono suscettibile ai complimenti. Ma mi fa molto piacere vedere come molti colleghi siano orgogliosi di far parte dello sviluppo della FSESP. Lo dico nonostante i problemi che abbiamo avuto e che avremo nel capirci e nel trovare dei consensi. Possiamo vedere gli sviluppi della FSESP a diversi livelli: Il profilo politico della FSESP si è definito. Siamo visti come l’organizzazione leader per le questioni sui servizi pubblici. Altre organizzazioni al di fuori dei sindacati considerano l’affiliazione alla FSESP vantaggiosa. La campagna che abbiamo condotto da 10 anni sull’approvvigionamento pubblico è un esempio convincente. Far collaborare una coalizione di Verdi e l’approvvigionamento Sociale è stato un modo per intensificare l’incidenza della nostra pressione politica. La FSESP ha aumentato la sua capacità di mobilitazione. La FSESP ha sostenuto tutte le manifestazioni della CES nel corso degli ultimi anni. L’immagine pubblica della FSESP è migliorata. I rappresentanti della FSESP negli ultimi 4 anni si sono incontrati con i ministri ed altri rappresentanti dei governi delle successive presidenze UE. abbiamo avuto incontri con il presidente della Commissione Prodi e con i Commissari Loyola de Palacio, Diamantopoulou e Lamy. Abbiamo discusso con i rappresentanti dei Socialisti Europei e con i Verdi. Ci siamo allargati fino ai MPE del PPE e della Sinistra Unita. Siamo riusciti a cooperare con i membri del Parlamento Europeo su informazione, consultazione e servizi di interesse generale. Ci siamo riuniti con i membri della Convenzione Europea. Tutti questi contatti e scambi hanno contribuito a migliorare la nostra immagine. Il lavoro della FSESP nei settori è progredito significativamente. Il lavoro fatto dai 4 comitati permanenti sta mostrando dei risultati. Pochi indicatori: la FSESP alla 3za Conferenza sulla Qualità incoraggerà un reparto sull’apprendimento per tutta la vita durante la Presidenza Olandese. La FSESP viene riconosciuta come il principale contribuente al Forum Europeo sulla Politica Sanitaria. La FSESP gioca un ruolo importante nel dialogo sull’energia Europa-Russia. La FSESP è la voce dei lavoratori dei governi locali in Europa. Siamo diventati esperti su varie tematiche, dal partenariato pubblico-privato alla direttiva sull’orario di lavoro. La FSESP è attiva su un numero crescente di Consigli Europei sul Lavoro. La FSESP mette in pratica la parità di genere. Siamo la sola organizzazione sindacale europea che ha messo in pratica sistematicamente la parità di genere nelle nostre strutture e politiche. Abbiamo circa il 50% di delegati donne qui nel nostro congresso. Vogliamo che le donne e gli uomini vengano rappresentati in ugual numero. Vogliamo migliorare la funzionalità della Commissione per la Parità di Genere, e siamo sulla via giusta. I finanziamenti FSESP sono stati consolidati. Basate sull’aumento stabilito nel precedente Congresso di Lisbona, siamo riusciti a restituire i prestiti di emergenza dei sindacati affiliati, a pareggiare i bilanci, a creare dei fondi di riserva ad organizzare le nostre attività. Nel 2000 avevamo uno staff composto da 9 persone, oggi nel segretariato ve ne sono 12. E un team eccellente è anche fondere persone con capacità politiche ad altre con capacità amministrative ed organizzative. Una miscela esplosiva. Questo ci permette di svolgere il lavoro più tranquillamente e ci permette di fare cose che prima non eravamo capaci di fare. Guardate il nostro sito internet troverete una grande differenza con quello del 2000. La FSESP ha reclutato nuove organizzazioni. Diamo il benvenuto a tutte quelle organizzazioni che si sono affiliate alla FSESP negli ultimi 4 anni. Avete preso una decisione importante. E spero che il fatto di essere membri della FSESP vi ricompensi tanto da poter dire: abbiamo preso la decisione giusta. La FSESP ha celebrato il suo 25mo anniversario lo scorso anno. Siamo un’organizzazione giovane e stimolante, spero che questa rimanga tale. Abbiamo speso molte energie e tempo per preparare questo congresso. Abbiamo cambiato l’ordinamento interno del Congresso per coinvolgere i sindacati affiliati, per assicurare un processo di partecipazione e trasparenza, di tener conto della bozza delle risoluzioni. Queste risoluzioni formeranno in seguito la programmazione politica per le azioni future della FSESP. Lasciatemi ringraziare i nostri colleghi svedesi per aver ospitato il Congresso nella bellissima città di Stoccolma. Avete fatto il possibile perché questo Congresso si potesse svolgere nel migliore dei modi. Se questo Congresso potrà contribuire a raggiungere un comune senso dei propositi, a costruire un’identità e a creare un’unità, allora tutti gli sforzi fatti verranno ripagati. Vorrei ringraziare tutti voi per l’impegno e per il lavoro svolto nella FSESP. Il lavoro dei sindacati Europei spesso significa lavoro e soldi in più, viaggi e tempo perso negli incontri, e a volte gli incontri non sono cosi interessanti come noi tutti sappiamo. Ma l’impegno di ognuno di noi è l’essenza per il nostro successo. La FSESP ha passato il test di attinenza per le organizzazioni, ma molto deve essere ancora fatto per rendere più significativa la FSESP per i sindacati affiliati. Se al prossimo congresso saremo capaci di dire: FSESP vuol dire più membri conosciuti. Se più membri potranno dire: il mio sindacato è affiliato della FSESP e la FSESP ha lavorato con altri sindacati per creare un Consiglio Europeo sul Lavoro. Il mio sindacato è membro della FSESP e la FSESP ha organizzato un seminario sull’orario di lavoro. Se altri membri delle affiliate FSESP possono essere impegnati nel nostro lavoro, possono sentirsi parte attiva del movimento sindacale europeo, allora avremmo fatto insieme un buon lavoro. |