Costituzione Europea: sondaggio post-referendum in Francia e nei Paesi Bassi
La Direzione Generale “Stampa e Comunicazione della Commissione Europea ha commissionato e coordinato due sondaggi, effettuati dalla società Gallup Europe, dopo il voto referendario sulla Costituzione Europea rispettivamente in Francia e nei Paesi Bassi finalizzati a comprendere meglio il significato del voto, ma anche le ragioni dell’astensione, le motivazioni degli elettori, gli scenari possibili dopo quello che alcuni hanno definito un “terremoto politico” per l’Unione Europea.
In Francia, dove il referendum si è svolto il 29 maggio 2005, il sondaggio è stato effettuato il 30 e 31 maggio su un campione di 2015 intervistati. Il referendum olandese si è tenuto il 1° giugno ’05 la ricerca è stata effettuata 2 al 4 giugno su un campione di 2000 intervistati.
In entrambi i casi il tasso di partecipazione al voto è stato molto elevato, segno di un grande interesse sull’argomento. In particolare in Francia, dove il 69,34% degli elettori si è recato al voto, la rilevanza della percentuale dei votanti è desumibile dal confronto con i due precedenti referendum su temi europei: quello sul trattato di Maastricht del 20 settembre 1992, in cui votò il 69,69% degli elettori e quello sull’allargamento della CEE, il 23 aprile 1972, che registrò il 60,24% di votanti. Sempre in Francia, al contrario, il tasso più basso di partecipazione al voto si registrò nelle elezioni europee del 13 giugno 2004 con solo il 42, 76% di votanti. In Olanda la percentuale di votanti è stata del 62,8%, la più alta ad un referendum nella storia dei Paesi Bassi.
L’astensionismo si è concentrato maggiormente tra i giovani. In Francia ha riguardato il 34% dei giovani tra 18 e 24 anni ed il 40% di quelli tra 25 e 39 anni. Il 54% degli olandesi tra 18 e 24 anni non ha partecipato al voto. Nei Paesi Bassi, inoltre, si è astenuto il 43% dei lavoratori autonomi e il 46% dei lavoratori manuali, mentre in Francia l’astensionismo non registra particolari differenze tra le categorie professionali. Infine, in entrambi i casi ha riguardato maggiormente gli abitanti dei grandi centri urbani rispetto a quelli delle aree rurali.
La Costituzione Europea è stata respinta dal 54,68% degli elettori francesi. Nel voto francese il “No” si impone al 63% tra gli elettori compresi nella fascia d’età tra 40 e 50 anni e al 59% tra i giovani da 18 a 24 anni. Ancora, il “No” supera il 50% dei voti in tutte le categorie professionali, ma arriva al 76% del voto operaio. Il 94% degli elettori del Partito Comunista e il 95 % di quelli del Fronte Nazionale/MNR hanno votato contro la Costituzione Europea, contro il 61% degli elettori del Partito Socialista e il 25% dell’UMP/UDF. Il voto contrario ha raggiunto il 61% nelle zone rurali e il 47% nelle arre urbane.
Nei Paesi Bassi il voto contrario alla Costituzione Europea ha raggiunto il 61,6%. I giovani tra 18 e 24 anni si sono espressi per il “No” al 74%, 8 punti percentuali in più rispetto agli elettori compresi tra 25 e 54 anni. Il voto contrario ha riguardato maggiormente gli elettori che hanno compiuto solo la scuola dell’obbligo (67%). Anche in Olanda la maggioranza del voto operaio si è espresso per il “No” (78%). La maggior parte dei votanti ha seguito le indicazioni del partito politico di riferimento, ad eccezione degli elettori del CDA, partito al Governo, che hanno votato “No” al 47%.
2.1 Le ragioni del “Si” In Francia il 39% dei voti favorevoli è motivato dalla necessità di proseguire nella costruzione Europea e il 16% perché da sempre sostenitori di una Costituzione Europea. L’11% dichiara di avere votato “Si” per rafforzare l’Europa di fronte agli Stati Uniti e, complessivamente, il 21% per migliorare la situazione economica e sociale della Francia, per affermare un’Europa sociale, per la pace in Europa. Nei Paesi Bassi il 24% del “Si” è motivato dalla esigenza di rafforzare la costruzione europea, il 13% dal bisogno di rafforzare l’identità europea, il 12% di rafforzarne le istituzioni. Anche in Olanda il 10% dei favorevoli alla Costituzione europea motiva il voto con la necessità di rafforzare l’Europa nel rapporto con gli Stati Uniti, mentre il 22% per migliorare la condizione economica ed occupazionale dell’Europa, per garantirne la pace, per rafforzare la democrazia e la partecipazione dei cittadini europei.
2.2 Le ragioni del “No” Le giustificazioni del “No” francese sono prevalentemente di natura sociale. Il 31% dei votanti esprime la sua contrarietà con la preoccupazione degli effetti negativi sulla situazione economica, produttiva ed occupazionale della Francia. A questa percentuale va aggiunto un altro 26% che lamenta il rischio di peggiorare una situazione già molto grave dell’economia e della disoccupazione. Il 19% considera il progetto economico dell’Unione Europea troppo liberista e il 16% si dichiara contrario per l’assenza di una dimensione sociale dell’Europa. Solo il 2% afferma di avere votato “No” perché contrario alla direttiva Bolkenstein. Il 18%, invece, dichiara di avere votato contro la politica del Governo e il Presidente della Repubblica. Solo il 4% si esprime contro l’integrazione europea ed un ulteriore 2% contro l’unione politica dell’Europa. Il 6% motiva il voto con la contrarietà all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea e un 5% al rischio di perdita della sovranità nazionale. Infine il 5% imputa alla carenza dell’informazione la ragione del “No”.
Nei Paesi bassi l’assenza di informazione è la ragione prevalente del voto contrario (32%), seguita dalla perdita della sovranità nazionale (19%) e dall’opposizione alla politica del governo nazionale (14%). Il 13% teme un’aumento delle tasse. L’8% si esprime chiaramente contro l’integrazione europea, il 6% contro un ulteriore allargamento, il 5% contro l’unione politica dell’Europa e il 3% contro l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Le motivazioni sociali risultano più attenuate nel voto olandese rispetto a quello francese. Il 7% teme gli effetti sulle condizioni economiche, sociali ed occupazionali del Paese, rispettivamente il 5% e il 2% considerano la politica economica europea troppo liberista e lamentano l’assenza di un’Europa sociale. Il 5% considera la Costituzione Europea troppo poco democratica. In entrambi i casi l’analisi socio-demografica delle risposte non mostra significative variazioni rispetto alla composizione sociale, anagrafica e geografica del campione intervistato.
3 - Dopo il refendum In entrambi i Paesi e’ stato chiesto agli intervistati, tanto a coloro che hanno partecipato al voto, quanto a coloro che si sono astenuti, di esprimersi sulle conseguenze del voto.
3.1 Soddisfazione rispetto al risultato Il 54% dei francesi è soddisfatto dell’esito del referendum, contro il 39% che è deluso. E’ da notare che l’8% degli elettori per il “Si” afferma di essere soddisfatto del risultato del voto. La percentuale dei soddisfatti raggiunge il 56% tra gli astenuti.
In Olanda è soddisfatto il 67% degli intervistati e, tra questi, ben il 25% dei sostenitori della Costituzione. Anche tra gli astenuti i soddisfatti raggiungono il 68%.
3.2 Le conseguenze del voto per l’Unione Europea
L’appartenenza all’Unione Europea
Nonostante la vittoria del “No” i francesi non mettono in discussione l’appartenenza del loro Paese all’Unione Europea che, per l’88% è un fatto positivo. Questa percentuale, in ogni caso altissima, è del 99% tra i votanti del “Si” e dell’83% tra quelli del “No”: ancora, il giudizio è sostanzialmente omogeneo nella distribuzione socio-demografica del campione ad eccezione degli elettori dell’estrema destra del Fronte Nazionale MNR che al 54% giudicano negativamente l’adesione della Francia all’Unione Europea. Anche in Olanda l’82% dei cittadini considera positiva l’apparteneza del loro Paese all’Unione Europea. Tale percentuale è omogenea rispetto all’appartenenza politica degli intervistati, mentre segna alcune variazioni in rapporto al grado di istruzione ( il 72% di quelli con un livello basso di istruzione) e alla professione, segnando il 73% tra gli operai.
L’importanza della Costituzione Europea
Il giudizio varia significativamente nei due paesi. In Francia, secondo il 75% degli intervistati la Costituzione Europea è indispensabile per perseguire la costruzione europea: questa affermazione raccoglie il 90% tra chi ha votato “Si” e il 66% tracci ha votato “No” e si distribuisce al 77% tra i partecipanti al voto del referendum e il 69% tra gli astenuti. Pur essendo maggioritaria in tutte le fasce di età, questa opinione è meno diffusa tra i giovani compresi tra i 18 e 24 anni (66%). L’opinione che la Costituzione sia indispensabile per costruire l’Europa è ampiamente maggioritaria tra gli elettori di tutti gli schieramenti politici fatta eccezione, ancora una volta, per i sostenitori dell’estrema destra del FN MNR. Nei Paesi Bassi, al contrario, il 50% degli intervistati non considera indispensabile la Costituzione Europea. Il giudizio negativo si distribuisce su tutte le classi socio – demografiche del campione, con punte massime che riguardano, in base alla composizione anagrafica, i cittadini tra 40 e 54 anni (57%), gli operai (61%), quanto alla composizione sociale. In rapporto alla vicinanza politica, solo il 50% degli elettori del partito di maggioranza al governo, il CDA, considera la Costituzione europea indispensabile.
Il giudizio sulle istituzione europee Anche su questo tema il giudizio è molto diverso nei due paesi. Le istituzioni europee godono di una buona reputazione presso il 53% dei francesi, percentuale che raggiunge il 62% tra i giovani compresi fra 18 e 24 anni. L’opinione negativa sulle istituzioni europee è espressa dal 60% di coloro che hanno votato “No” al referendum, dal 64% degli elettori del Partito Comunista e dal 78% di quelli della destra Fronte Nazionale MNR. Il giudizio degli olandesi è invece in prevalenza negativo: per il 61% degli intervistati le istituzioni europee godono di una cattiva reputazione. Il giudizio è uniformemente distribuito nel campione, dove i meno diffidenti risultano i giovani tra 18 e 24 anni che giudicano positiva l’immagine delle istituzioni europee al 37%. Da notare che anche gli elettori del CDA si esprimono negativamente al 57%.
3.3 Le conseguenze del voto Rinegoziare la Costituzione per un’Europa più sociale Ben il 62% dei francesi considera che la vittoria del “No” permetterà di rinegoziare la Costituzione al fine di arrivare ad un testo con un maggiore contenuto sociale. E’ un giudizio uniforme, maggiormente condiviso dalle donne (65%9 rispetto agli uomini (59%) e dagli operai (71%9 rispetto alle altre categorie professionali. In controtendenza appare solo il giudizio di coloro che hanno votato “Si” al referendum e tra gli elettori dell’UMP UDF che, rispettivamente all’66% e al 52%, considerano che la vittoria del “No” non comporterà la rinegoziazione della Costituzione con contenuti sociali. Anche il 65% degli olandesi ritiene che la vittoria del “No” permetterà di elaborare un testo costituzionale più orientato sui temi sociali ed anche in Olanda le donne sono più convinte degli uomini (70% contro 59%).
L’opinione è largamente maggioritaria in tutte le categorie
del campione, ivi compresi coloro che hanno votato “Si” al referendum (55%)
e gli elettori del CDA (68%). Una nuova Costituzione Europea può difendere meglio gli interessi nazionali. Il 59% dei francesi ed il 66% degli olandesi ritengono che la vittoria del “No” favorisce un nuovo testo della Costituzione europea che permetta di difendere meglio anche gli interessi nazionali dei due paesi. In entrambi i casi la distribuzione delle risposte del campione intervistato è omogenea e coerente con quella relativa alla rinegoziazione della Costituzione per un’Europa sociale.
L’influenza della vittoria del “No” in Europa Mentre solo una minoranza (48% dei francesi e 27% degli olandesi) ritiene che la vittoria del “No” possa diminuire l’influenza dei rispettivi paesi all’interno dell’Unione europea, diversa è l’opinione riguarda all’influenza che l’esito dei referendum produrrà sugli altri Stati Membri dell’Unione.
Senza rilevanti differenze statistiche, infatti, il 69% dei
francesi e il 62% degli olandesi pensano che la vittoria del “No” nei due
Paesi orienterà verso il voto contrario alla Costituzione Europea anche
l’elettorato degli Stati Membri che si accingono a sottoporre a referendum
la Costituzione Europea. 3.4 L’avvenire della Costituzione europea La dichiarazione n. 30 del Trattato Costituzionale prevede che “..se in un periodo di tempo di due anni dalla data di sottoscrizione del trattato che stabilisce la Costituzione per l?Europa, i quattro quinti degli Stati Membri hanno ratificato il trattato e uno o più Stati Membri hanno incontrato difficoltà nel procedere alla ratifica, il Consiglio Europeo affronterà la questione”. Sulla scorta di questa disposizione è stato chiesto agli intervistati quale delle seguenti opzioni sarà, a quel punto, preferibile: - Abbandonare questo testo della Costituzione per tutti gli Stati Membri - Organizzare un nuovo voto nei paesi che non hanno ratificato la Costituzione - Applicare la Costituzione solo nei paesi che l’hanno ratificata. Di fronte alle alternative proposte il 36% dei francesi privilegia l’abbandono pure e semplice della Costituzione, il 35 % preferisce l’indizione di un nuovo referendum nei paesi che non l’hanno ratificata e solo il 18% prende in considerazione l’ipotesi di applicarla solo nei paesi dove è stata ratificata. L’abbandono della Costituzione è la soluzione privilegiata dagli elettori del “No” (48%), dai cittadini tra 40 e 54 anni (42%) e dagli elettori del PC (59%) e del FN MNR (67%). Naturalmente, il 54% dei votanti per il “Si” preferisce l’idea di un nuovo referendum, anche se tale ipotesi non raggiunge la maggioranza neppure tra l’elettorato dell?UMP/UDF (45%). Nei Paesi Bassi la percentuale dei favorevoli all’abbandono della Costituzione si alza al 45%, contro il 27% degli intervistati a favore di un nuovo referendum e il 18% che preferisce l’ipotesi di un’Europa a due velocità. Come in Francia, l’abbandono della Costituzione è maggiormente gradito dai cittadini compresi fra 40 e 54 anni (50%) e dai sostenitori del “No” (55%). * * * * * I testi dei sondaggi:
Francia http://europa.eu.int/comm/public_opinion/flash/fl171_fr.pdf
Paesi Bassi http://europa.eu.int/comm/public_opinion/flash/fl172_en.pdf
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