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Presidenza
del Consiglio dei Ministri Ufficio
del Ministro per le Pari Opportunità Direttiva
del 07.03.97 *
* * Considerato che
nella quarta Conferenza mondiale sulle donne sono stati individuati
numerosi obiettivi strategici per l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace;
che i governi si sono impegnati a realizzare azioni conseguenti in
relazione alle specificità delle singole realtà nazionali; Sentito il
Consiglio dei Ministri; Su proposta del
Ministro per le pari opportunità, Indirizza ai
Ministri la seguente direttiva: I Ministri,
nell'esercizio delle rispettive competenze e con le iniziative di volta
in volta necessarie, perseguiranno i seguenti obiettivi, nell'ambito
degli obiettivi strategici indicati nella Dichiarazione e nel Programma
di azione della quarta Conferenza mondiale sulle donne, allo scopo di
promuovere l'acquisizione di poteri e responsabilità da parte delle
donne, di integrare il punto di vista della differenza di genere in
tutte le politiche generali e di settore, di promuovere nuove politiche
dell'occupazione, dei tempi di vita e dell'organizzazione del lavoro, di
riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a donne e
uomini. 1.
Acquisizione di poteri e responsabilità (empowerment) - obiettivo
strategico G.1 Creare le
condizioni per una presenza diffusa delle donne nelle sedi in cui si
assumono decisioni rilevanti per la vita della collettività. Azioni 1.1 Assicurare
una presenza significativa delle donne, valorizzandone competenze ed
esperienze, negli organismi di nomina governativa e in tutti gli
incarichi di responsabilità delI'amministrazione pubblica. 1.2 Analizzare
gli effetti dei sistemi elettorali vigenti, al livello europeo,
nazionale e locale, sulla rappresentanza politica delle donne negli
organismi elettivi. 1.3 Analizzare
l'impatto dei sistemi e dei percorsi formativi, di aggiornamento, dei
modelli organizzativi del settore pubblico, sull'acquisizione di
incarichi di responsabilità da parte delle donne nell'ambito della
riforma della pubblica amministrazione e proporre gli opportuni
adeguamenti. 2.
Integrazione del punto di vista di genere nelle politiche governative (mainstreaming)
- obiettivo strategico H.1 Rafforzare e
adeguare i meccanismi istituzionali del mainstreaming. Azioni 2.1 Assicurare
un coordinamento strutturale e permanente dell'azione dei ministeri, al
fine di riesaminare normative, politiche e programmi, verificare lo
stato di attuazione degli obiettivi indicati nella presente direttiva e
studiare eventuali proposte innovative. 2.2 Assumere
iniziative, adottare regolamenti e altri atti necessari alla piena e
tempestiva attuazione della presente direttiva. 2.3 Verificare
lo stato di attuazione delle normative in materia di parità, e in
particolare della legge 10 aprile 1991, n. 125, anche al fine di
valutare l'adeguatezza delle strumentazioni istituzionali; avviare, con
l'apporto della Commissione nazionale per la parità e le pari
opportunità e del Comitato nazionale di parità e pari opportunità nel
lavoro, un processo di riforma finalizzato alla costruzione di un
sistema articolato preposto all'attuazione del mainstreaming. 3. Analisi
dei dati e valutazione di impatto - obiettivo strategico H.3 Produrre e
diffondere dati e informazioni disaggregati per sesso. Valutare
l'impatto equitativo di genere delle politiche governative. Azioni 3.1 Valutare
l'impatto equitativo della riforma dello Stato sociale, con particolare
riferimento ai rapporti tra i sessi e le generazioni. 3.2 Adottare il
metodo della valutazione di impatto sulle strutture e le relazioni di
genere prima dell'adozione di qualunque azione di governo. 3.3 Realizzare
un libro bianco sul lavoro, che analizzi in particolare l'influenza
delle differenza di genere sulle trasformazioni dei lavori e sulle
tipologie di lavoro nelle diverse fasce d'età e nei diversi settori e
zone del Paese. 3.4 Sviluppare,
anche per il tramite dell'ISTAT e del Sistema Statistico Nazionale, la
progettazione, la rilevazione e l'elaborazione delle statistiche con
disaggregazioni per sesso e per età; dare priorità alle
caratteristiche proprie di ciascun sesso nella programmazione della
ricerca, nella rilevazione dei dati e nell'analisi. 3.5 Promuovere
ricerche mirate a fare emergere le problematiche connesse alla
differenza di genere, in particolare fondandosi su dati delle
statistiche uff1ciali. 4.
Formazione a una cultura della differenza di genere - obiettivo
strategico B.4 Recepire,
nell'ambito delle proposte di riforma della scuola, dell'università,
della didattica, i saperi innovativi delle donne; promuovere
l'approfondimento culturale e l'educazione al rispetto della differenza
di genere. Azioni 4.1 Introdurre
negli insegnamenti curricolari lo studio dei diritti fondamentali delle
donne, secondo le enunciazioni delle Convenzioni e dei Documenti delle
Nazioni Unite. 4.2 Favorire e
incrementare la conoscenza del percorso delle donne nella storia e del
loro contributo, e di quello dei movimenti femminili e femministi, allo
sviluppo e al progresso della società, anche mediante la promozione di
progetti didattici di carattere disciplinare o interdisciplinare, di
iniziative di formazione e di aggiornamento dei docenti e mediante la
produzione di materiali didattici. 4.3 Promuovere
iniziative formative orientate al rispetto delle differenze e alla
soluzione pacifica delle controversie e dei conflitti. 4.4 Promuovere,
anche mediante percorsi articolati, l'educazione alla sessualità, alla
consapevolezza e alla valorizzazione della differenza di genere, a
rapporti tra i sessi fondati sull'affettività, sulla reciprocità e
sulla condivisione di responsabilità. 4.5 Consultare
nell'iter di discussione sulle proposte di riforma della scuola e
dell'università le associazioni delle ricercatrici, delle pedagogiste,
delle insegnanti, delle studentesse. 4.6 Favorire
l'accesso delle donne alla ricerca e alle cattedre universitarie. 5. Politiche
di sviluppo e di promozione dell'occupazione - obiettivo strategico F.5 Rafforzare
le strutture produttive legate alla innovazione; investire nei settori
della qualità della vita, della formazione, della cultura, della
salvaguardia del territorio e dell'ambiente. Azioni 5.1 Valutare
l'impatto equitativo di genere nella scelta dei settori di sviluppo e
dei programmi di investimento. 5.2
Quantificare le ricadute sull'occupazione femminile degli investimenti
pubblici sull'occupazione e sulla formazione professionale. 5.3 Finanziare
incentivi per l'occupazione femminile nelle aree di crisi e del
Mezzogiorno, dove la disoccupazione delle donne è particolarmente
elevata. 5.4 Assumere il
patto territoriale e gli altri strumenti di contrattazione al livello
locale come momenti privilegiati per definire e perseguire obiettivi
strategici per l'occupazione femminile. 5.5 Adottare
programmi finalizzati alla formazione mirata, alla transizione
scuola-lavoro, alla promozione di competenze femminili nell'ambito di
lavori socialmente utili e del settore non-profit, alla sperimentazione
di itinerari professionali di alta specializzazione . 5.6
Sperimentare, anche con azioni pilota, iniziative volte a contrastare il
lavoro sommerso, anche attraverso attività formative per la creazione
di lavoro indipendente, valorizzando nuovi saperi e competenze. 6.
Professionalità e imprenditorialità femminile - obiettivo strategico
F.2 Promuovere
nuovo sviluppo attraverso la valorizzazione del potenziale di
innovazione costituito dalla professionalità e dell'imprenditorialità
femminile. Azioni 6. 1 Potenziare
e incentivare tutte le iniziative tese a creare occupazione e in
particolare promuovere autoimprenditorialità, anche mediante
l'utilizzazione e il potenziamento della legislazione a favore della
creazione di impresa e la piena applicazione della normativa sul
prestito d'onore per le/i giovani. 6.2 Sostenere
le esperienze di privato sociale definendo standard di qualità delle
prestazioni, ed elaborando nuovi sistemi di regolazione appropriati alla
diversificazione e innovazione delle tipologie di lavoro. 6.3 Realizzare
un monitoraggio permanente sull'accesso delle donne ai fondi strutturali
europei, garantire trasparenza nella informazione e nella gestione,
promuovere iniziative volte alla piena utilizzazione dei finanziamenti,
anche attraverso misure di sostegno alla progettazione; realizzare un
monitoraggio permanente sull'imprenditorialità femminile e sulla
formazione professionale, anche allo scopo di potenziare la ricerca e la
sperimentazione su percorsi professionali innovativi. 7. Politiche
dei tempi, degli orari e dell'organizzazione del lavoro - obiettivo
strategico F.6 Realizzare
politiche dei tempi e dei cicli di vita che consentano a donne e uomini
di svolgere, in fasi diverse dell'esistenza, gli impegni di lavoro, di
cura, di formazione culturale e professionale. Promuovere politiche di
organizzazione del lavoro che valorizzino la differenza di genere e non
determinino discriminazioni in base al sesso, nell'accesso al lavoro e
nello sviluppo della carriera. Azioni 7.1 Promuovere,
in sede di concertazione tra governo e parti sociali, l'adozione di
politiche degli orari di lavoro flessibili, tali da adattarsi alle
diverse esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, nei diversi periodi
di vita, con possibilità di optare per moduli orario ridotti e di
rientrare nel modulo tempo pieno senza penalizzazioni di carriera. 7.2 Avviare uno
studio in sede interministeriale allo scopo di analizzare - anche in
seguito alla risoluzione approvata dal Parlamento europeo in materia di
riduzione e adattamento del tempo di lavoro - i costi e i benefici in
termini finanziari, di benessere e coesione sociale, di politiche
orientate alla riduzione dell'orario di lavoro. 7.3 Definire e
proporre una nuova disciplina del lavoro notturno per donne e uomini che
preveda garanzie per lavoratrici e lavoratori sui limiti di svolgimento
dei turni di notte e sulla tutela della salute, e che garantisca una
tutela rafforzata alle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di
allattamento ferma restando la disciplina prevista dalla legge 9
dicembre 1977, n. 903. 7.4 Definire e
proporre una nuova disciplina dei congedi parentali volta a riconoscere
a entrambi i genitori il diritto individuale di assentarsi, oltre il
periodo perinatale, per motivi inerenti alla salute o ad altre esigenze
delle figlie e dei figli. 7.5 Definire e
proporre una nuova disciplina generale sui congedi formativi, e
promuoverne l'applicazione anche attraverso la contrattazione nel
settore pubblico, in modo da garantire alle lavoratrici e ai lavoratori
la possibilità di fruire di periodi di assenza dal lavoro da dedicare
alla formazione permanente e all'aggiornamento professionale. 7.6 Favorire le
azioni volte alla riforma delle normative che regolano i tempi delle
città. 7.7 Sviluppare
e rendere periodiche le indagini sull'uso del tempo, anche al fine di
misurare il valore economico del lavoro non retribuito e di valutare
l'asimmetria dei ruoli all'interno delle famiglie. 7.8 Riconoscere
e valorizzare il lavoro di cura, anche mediante iniziative nel campo
della sicurezza e della tutela della persona. 7.9 Promuovere,
anche in relazione all'accesso ai finanziamenti pubblici, azioni
positive che prevedano modifiche dell'organizzazione del lavoro volte a
valorizzare le risorse umane, in particolare nell'ambito della pubblica
amministrazione. 7.10 Analizzare
i processi di riorganizzazione o privatizzazione delle aziende
pubbliche, anche dotandosi di appositi strumenti di osservazione, per
realizzare un monitoraggio degli itinerari professionali e di carriera
femminili. 7.11 Promuovere
la piena applicazione della legge 10 aprile 1991, n. 125, in particolare
nella parte riguardante le azioni in giudizio contro le discriminazioni
indirette. 8.
Prevenzione e tutela della salute - obiettivi strategici C.1-C.5 Tutelare la
salute delle donne e degli uomini, intesa come complessivo benessere
psicofisico; promuovere iniziative volte a sostenere la realizzazione
del desiderio di maternità e ad assicurare una procreazione libera e
responsabile. Azioni 8.1
Valorizzare, nel Piano Sanitario Nazionale, le azioni dirette alla
tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita. 8.2 Promuovere
il piano socio-assistenziale nazionale, realizzando preventivamente una
valutazione di impatto equitativo secondo il genere. 8.3 Incentivare
nel progetto obiettivo specifico per la salute materno-infantile, le
azioni mirate ai fattori di rischio, alla diagnosi precoce, alla
prevenzione, alla salute riproduttiva. 8.4 Favorire lo
sviluppo di una umanizzazione del parto, mediante l'adeguamento delle
strutture e la disponibilità del personale, per creare un luogo ove si
verifichi la sintesi razionale tra servizio sanitario pubblico e
rispetto della persona. 8.5 Predisporre
un testo unico sulla maternità, anche allo scopo di armonizzare le
normative di settore e di accrescere i livelli di tutela delle categorie
meno protette. 8.6 Sviluppare
le indagini e le rilevazioni orientate a evidenziare le differenze di
genere nella salute, con particolare riferimento a fattori di rischio,
prevenzione, cronicità, disabilità, salute riproduttiva. 9.
Prevenzione e repressione della violenza - obiettivi strategici D.1-D.3 Promuovere
efficaci iniziative di contrasto della violenza nelle relazioni
personali e della prostituzione coatta. Azioni 9.1 Sviluppare
e dare periodicità, definendo nuove metodologie di indagine, alle
rilevazioni statistiche sui fenomeni di violenza sessuale e abusi
sessuali, anche in ambito familiare, maltrattamenti, molestie e ricatti
sessuali nel luogo di lavoro. 9.2 Realizzare
un osservatorio permanente sul fenomeno della violenza sulle donne e
sulle/sui minori, anche allo scopo di effettuare un monitoraggio e una
verifica della nuova normativa in materia di reati di violenza sessuale,
e di analizzare la giurisprudenza in materia di reati sessuali e di
maltrattamenti in famiglia. 9.3 Predisporre
una nuova normativa che consenta l'allontanamento in via d'urgenza del
familiare autore di violenza domestica. 9.4 Promuovere
strategie efficaci di contrasto della prostituzione coatta, in
particolare la realizzazione di campagne di informazione e l'adozione di
misure di protezione e di ricerca di occasioni di lavoro per le donne
che vogliono sottrarsi al racket della prostituzione e allo sfruttamento
sessuale. 10.
Cooperazione e relazioni internazionali - obiettivi strategici E.1-E.4 Sviluppare
una politica estera tesa alla pace, alla cooperazione e al pieno
rispetto dei diritti umani, in cui le differenze di genere nelle diverse
culture siano occasione di ascolto reciproco e di reale confronto. Azioni 10.1 Sviluppare
iniziative volte al riconoscimento e all'effettivo rispetto dei diritti
umani delle donne e delle bambine. 10.2
Valorizzare il contributo delle donne nelle relazioni internazionali e
per la soluzione pacifica dei conflitti, utilizzando in particolare le
competenze femminili presenti nelle aree di crisi. 10.3 Sviluppare
nuove forme di cooperazione volte alla piena valorizzazione
dell'autonomia delle donne in tutte le sfere della società e
dell'economia, con particolare riguardo al ruolo che le donne possono
assumere nella lotta alla povertà.
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