Roma, 21/05/2002
IPOTESI
DI ACCORDO – CCNL COMPARTO SICUREZZA –
LE
VALUTAZIONI DELLA FP CGIL -
Lealtà e correttezza
imporrebbero, in occasioni come quelle della sottoscrizione di un contratto
collettivo nazionale di lavoro, valutazioni scevre da concessioni al populismo e
alla demagogia a cui sono irresistibilmente e costantemente tentati alcuni
sindacati autonomi della Polizia penitenziaria e del Corpo Forestale dello
Stato.
Noi siamo abituati, per
storia e cultura, a valutare i risultati avendo sempre a riferimento due
parametri: gli obiettivi ( le
piattaforme) ed il quadro più generale dentro il quale i risultati si
concretizzano.
Chiare erano le nostre rivendicazioni:
Ø
Aumenti stipendiali coerenti con la recente storia
contrattuale di questo comparto e con le strategie più generali della nostra
federazione
Ø
Articolazione retributiva che mantenesse vivo il
riconoscimento delle specificità, non già riferite al semplice “status di
polizia” , ma fortemente legate ai disagi ed ai rischi operativi ( che non
sono certamente uguali per tutti)
Ø
Una parte normativa che tentasse di affrontare e risolvere
alcuni dei tanti problemi sui quali è forte la sofferenza degli operatori della
sicurezza ( congedi parentali, missioni, tutele
individuali, ecc)
Ø
Un avanzato sistema di relazioni sindacali e di
partecipazione quale obiettivo strategico per proseguire quel lento ma costante
processo di avanzamento della democrazia di rappresentanza ( RSU) e di libertà
associativa.
Il quadro più generale di riferimento dentro il
quale si muoveva questa trattativa non era certamente dei più favorevoli:
Ø
L’assoluta assenza, nel Governo, di una pur minima
strategia credibile sul tema della sicurezza e dell’operatività
Ø
Le enormi aspettative ingenerata da un’interminabile
campagna elettorale ricca di promesse e di impegni
Ø
Il nefasto asse privilegiato Governo- Siulp-Sap-Sappe-Sapaf
Ø
Il clima, instaurato ad arte, di una sfida all’OK Korral su
tutte quelle questioni legate agli interessi consociativi tra le Amministrazioni
e certo sindacalismo di comodo.
Valutiamo
l’ipotesi di accordo comunque nel suo merito:
Ø
Gli aumenti economici definiti nell’ipotesi di accordo sono
coerenti con le nostre rivendicazioni. Mai un’organizzazione sindacale seria e
credibile deve farsi carico delle contraddizioni che esplodono nella
controparte; se i poliziotti aspettavano aumenti contrattuali da “favola” (
dalle £ 500.000 fino al 1.000.000 di cui si è sentito tanto parlare) il brusco
ritorno alla realtà e alla dimensioni terrene dovranno essere spiegate da chi
quelle favole ha raccontato e da quelle OO.SS. che hanno contribuito, anche in
campagna elettorale, ad alimentare.
Ø
Rispetto alla destinazione delle risorse ( fisso-accessorio)
questo contratto segna risultati soddisfacenti; l’aumento dell’indennità
notturna, dei servizi esterni e delle giornate lavorative prestate in giornate
festive danno il senso di un’attenzione al disagio ed all’operatività che
può definirsi compatibile con le nostre richieste.
Ø
Sulla parte normativa è del tutto evidente che l’ipotesi
di accordo affronta alcuni punti di sofferenza degli operatori; sul tema delle
missioni, ad esempio, non possono che registrarsi miglioramenti, così come
su questioni quali congedi parentali, copertura assicurativa e tutela
legale.
Molto diversa, invece, è la nostra valutazione
sulle scelte che il Governo, insieme ai suoi sindacati(ni) di riferimento, ha
operato sul tema delle relazioni sindacali.
Era manifesta , sin dall’inizio, la partita di
scambio sindacati Siulp-Sap-Sappe-Sapaf e Governo: i primi hanno taciuto sulle
promesse elettorali mancate, il secondo ha favorito privilegi, clientele ed
entrature nei meandri delle Amministrazioni.
Da qui il tentativo, sventato, di innalzare al 10 %
la soglia minima di
rappresentatività delle organizzazioni sindacali e quello, naufragato, di
introdurre un criterio di misurazione anche a livello territoriale.
Da qui i tentativi, invece riusciti, di modificare
il meccanismo di ripartizione delle risorse ( permessi sindacali) a favore delle
organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nel Comparto e quello di
reintrodurre il sistema di accreditamento annuale delle deleghe, in spregio alla
volontà espressa dai cittadini italiani nel recente referendum popolare; il
tentativo di legalizzare un vero e proprio pizzo al sindacato, anche quando il
lavoratore lo abbandona.
Noi stiamo già preparando interventi sia sulla
Corte dei Conti che sul Presidente della Repubblica affinché dichiarino
l’illegittimità di una tale previsione; e comunque, anche nella malaugurata
ipotesi di un DPR che recepisca tale previsione sarà nostra cura garantire ai
nostri iscritti il versamento della quota associativa solo fino a quando lo
decideranno.
Un approfondimento ulteriore merita la vicenda
legata al recupero del differenziale inflattivo per gli anni 2000 e 2001. La Fp
Cgil, insieme a Cisl e Uil, non ha sottoscritto il protocollo aggiuntivo perchè,
di fatto, rinviava al 2003 tale riconoscimento ;
inaccettabile che si recuperi
il potere di acquisto dei salari ( circa £ 45.000 procapite) con due
anni di ritardo.
Assordante il silenzio dei sindacati autonomi su un
tema così delicato.
La Fp Cgil rivendica il riallineamento
dell’inflazione programmata a quella reale per tutti i lavoratori sin da
subito.
Su queste valutazioni d’insieme abbiamo deciso di
sottoscrivere un ipotesi di accordo; un’ipotesi, infatti, che, a differenza di
altri, noi sottoponiamo al giudizio dei lavoratori e solo da loro trarremo gli
elementi utili per una scelta definitiva.
p. la Fp Cgil Nazionale -
Comparto
Sicurezza
Fabrizio
Rossetti