Roma 8 gennaio 2003
Il CSA della CISAL–FIALP (Coordinamento
Sindacale Autonomo) decide di sottoscrivere l’ accordo al
solo scopo di evitare eventuali possibili futuri contrasti – che
potrebbero limitare la piena tutela degli interessi dei propri
rappresentati – nella gestione ed
applicazione dello stipulando contratto. Ritiene
peraltro di ribadire le osservazioni già espresse al tavolo negoziale,
qui appresso sintetizzate. Il CSA della CISAL–FIALP
lamenta, innanzitutto, che sono stati disattesi
gli impegni assunti dal Comitato di Settore e dall’Aran – e
contenuti nel verbale di conciliazione (propedeutico
all’indizione di sciopero) del 21/02/01 presso il Ministero del Lavoro
– in base ai quali era stato garantito a questa Organizzazione che, ai
fini dello stipulando accordo, si sarebbero contrattati tutti gli aspetti (ordinamentali
– normativi – economici) relativi alle categorie interessate. Il CSA della CISAL–FIALP
si rammarica che, nonostante due giornate di sciopero, viceversa – a
fronte della mancanza di un nuovo atto d’indirizzo del Comitato di
Settore, dell’ostilità del precedente Governo, dell’indifferenza di
quello attuale e dell’ insipienza dell’Aran – l’ipotesi
d’accordo in esame si limita per lo più a recepire, ex art. 2 comma 3
del D.Lgs. n° 165/2001, la disciplina
di istituti contrattuali da confermare, oltre che a prevedere mere
disposizioni programmatiche senza la previsione di decorrenze
retroattive. Il CSA della CISAL–FIALP
valuta in ogni caso positivamente il recepimento,
all’ interno dell’accordo stesso, di alcune rivendicazioni perseguite da questa Organizzazione, quali: –
la
previsione di una remunerazione dell’attività prestata da
Professionisti in caso di situazioni di emergenza; –
i
probabili incrementi del fondo legati alla possibilità di sinergie e
collaborazioni inter Enti. Il CSA della CISAL–FIALP
aveva preso comunque atto
– nelle fasi conclusive della negoziazione – della mancanza
di volontà della parte pubblica di disciplinare immediatamente
istituti importanti, quali: q
la
ricollocazione dei professionisti su due
livelli retributivi, con natura di “retribuzione fondamentale” a
tutti gli effetti; q
l’assunzione
degli oneri dell’indennità di
coordinamento a carico del bilancio
degli Enti; q la perequazione
dei trattamenti economici dei Professionisti Tecnici con quelli degli
Avvocati; q
il
rinvio, per i Medici, alla
contrattazione integrativa di Ente per la ridefinizione dell’
inquadramento organico e degli incarichi, con riferimento alla disciplina
prevista dal contratto relativo al S.S.N. Il CSA della CISAL–FIALP
era infatti consapevole, o almeno auspicava (e auspica), che il futuro contratto
2002-2005 – ricollocato nella rivendicata area di negoziazione
dirigenziale – avrebbe consentito di perseverare per il raggiungimento
dei giusti obiettivi rivendicativi sopra evidenziati. Il CSA della CISAL–FIALP
si era invece irrigidito, riservandosi
di sottoscrivere l’ipotesi sottoposta alle OO.SS. quando, dopo gli
estremi inutili tentativi in sede di sottoscrizione dell’ ipotesi di
accordo, aveva verificato la pervicacia dell’Aran, che si era rifiutata
di porre rimedio all’ incoerenza dell’accordo laddove, a fronte di un contratto a costo zero, prevede
tuttavia la possibilità
d’incrementi retributivi per
le funzioni di coordinamento – d’ immediata concretizzazione e a
carico del fondo comune della retribuzione accessoria – con
ripercussioni negative dirette nei confronti di tutti i professionisti non
coordinatori, ma rifiuta
al tempo stesso l’omogeneizzazione
(richiesta solo dalla nostra Organizzazione), sia pure programmatica e
graduale, dei trattamenti economici dei Professionisti
Tecnici con quelli degli Avvocati,
perpetuando così una disparità per
tabulas. Il CSA della CISAL-FIALP
che ha fortemente voluto il contratto integrativo in esame e che ha
responsabilmente condotto la trattativa negoziale fino in fondo,
accettandone anche i richiamati risvolti negativi, auspica che il dissenso
sopra enunciato possa essere di sprone alle parti contraenti, ed
essenzialmente alla parte pubblica, per addivenire ad un accordo più
equo, almeno in occasione del Ccnl concernente il quadriennio 2002-2005.
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