PRIMARI, SINDACATI DIVISI
Meno introiti. Per
la CISL la fedeltà al pubblico potrebbe costare 160 milioni all’anno
Il fronte del sì. La CGIL chiede di estendere le regole a tutte le
categorie dei medici
Paolo Del Bufalo e
Manuela Perrone da “Il Sole-24 Ore” del 12/01/07
Compatti nella
difesa del Servizio sanitario nazionale e del loro lavoro, i medici si
dividono sulla decisione del Governo: estendere a tutti i primari
l'obbligo di esclusività del rapporto di lavoro. Che — azzarda qualcuno —
costerebbe al Servizio sanitario nazionale (Ssn) 160 milioni l'anno.
Per ora sono poco più di 200 i dirigenti di struttura complessa che non
lavorano in esclusiva con il Ssn. Ma rappresentano una spina nel fianco
nel disegno di riassetto della sanità. L'accordo raggiunto due giorni fa
tra il ministro della Salute, Livia Turco, e quello dell'Università, Fabio
Mussi, parla chiaro: se vorranno mantenere l'incarico, i primari dovranno
giurare fedeltà al Ssn e rinunciare alla libera professione extramoenia.
L'obiettivo del Governo è riportare nell'alveo delle strutture ospedaliere
e universitarie la libera professione dei medici, primari e “baroni” in
testa. Come? Rimettendo mano alla legge 138/2004, voluta dall'allora
ministro della Salute, Girolamo Sirchia,che ha introdotto la possibilità
di scegliere ogni anno se lavorare o meno in esclusiva col Ssn. Il cambio
di rotta è in cantiere con il nuovo disegno di legge delega per
riammodernare il Ssn, la cosiddetta "governance clinica". Sul testo stanno
lavorando ministero, Regioni e sindacati con l'intenzione di chiudere
entro fine febbraio:lunedì 22 gennaio i tavoli si apriranno con i medici
dipendenti.
Ma la strada sembra tutta in salita. Perché i distinguo sono molti e una
sola la posizione unanime. «Nessuna decisione sull'esclusività sarà
possibile senza concertazione»,hanno dichiarato i sindacati dei medici Ssn
riuniti ieri a Roma.
L'Anaao, il maggior sindacato degli ospedalieri, è favorevole all'obbligo
dell'esclusività ai primari«purché —precisa il segretario, Carlo Lusenti —
sia consentito alle Regioni di organizzare tempi e modi della libera
professione intramoenia». Il nodo,infatti,è la scadenza del 31 luglio
prossimo. Da quel momento, secondo il Dl Bersani,sarà impossibile
esercitare l'"intramoenia allargata" negli studi. «Alcune Regioni — dice
Lusenti — potranno garantire gli spazi nelle aziende, altre no. Se ne deve
tenere conto».
Di diverso avviso la Cimo. «L'esclusività non andrebbe imposta, ma
dovrebbe essere legata ai contratti individuali »,afferma il presidente,
Stefano Biasioli. «Così si rischia di far fuggire dal Ssn grandi luminari:
con l'obbligo di esclusiva,perderebbero fino a 50mila euro netti l'anno,
che il pubblico non è in grado di garantire». «Anzi — sostiene Giuseppe
Garraffo, segretario Cisl medici — obbligare tutti i primari a giurare
fedeltà al Ssn,rischia di costare alle casse dello Stato 160 milioni
l'anno.
L'ipotesi va concretizzata contrattualmente, con le opportune
rivalutazioni». D'altronde, proposte di riforma a parte,i sindacati hanno
già annunciato l'intenzione di chiedere nel prossimo contratto la
rivalutazione al costo della vita dell'indennità di esclusiva,ferma tra i
2mila euro annui lordi dei neolaureati ei 1718mila dei primari dal 2001.
Se per Armando Masucci (Uil), l'accelerata improvvisa del Governo «usa
terroristicamente l'esclusività per colpire, e non per valorizzare», per
Massimo Cozza (Cgil) è il contrario: «L'esclusività obbligatoria andrebbe
ampliata a tutti i medici pubblici». Evidente l'attrito coi primari
dell'Anpo.«L'esclusività per i primari — commenta Raffaele Perrone
Donnorso — è una vecchia storia, basata su posizioni ideologiche, che ci
piove sulla testa».
Il dialogo, dunque, si preannuncia faticoso, nonostante oggi a lavorare in
extramoenia— secondo il Conto annuale 2005 del ministero dell'Economia—
siano solo 214 primari su 10.193 (il 2% circa). E in alcune Regioni, come
Toscana ed Emilia Romagna, l'obbligo di esclusiva è già in vigore con
leggi regionali. La governance, comunque, non si ferma alla "fedeltà".
Prevede anche la rilettura dei poteri dei manager delle aziende Ssn,le
regole per il conferimento dei primariati, la revisione dei rapporti
SsnUniversità, l'organizzazione gestionale del Ssn e la formazione
continua ( Ecm)che entro sei mesi dovrà trovare una connotazione
definitiva.
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