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MAR – (www.ilbisturi.it) Finanziamento della sanità, fecondazione assistita,
eutanasia, assistenza ai malati psichiatrici, devolution. Questi alcuni dei
punti affrontati dal sottosegretario alla Salute, Domenico Di Virgilio, e dalla
responsabile Sanità della Margherita, Rosy Bindi, in occasione del faccia a
faccia organizzato lo scorso 29 marzo da “Adnkronos Confronti”.
Di Virgilio e
Bindi hanno affrontato numerose questioni spinose della sanità italiana,
attraverso la linea tracciata dalle domande poste dalla conduttrice Alessia
Lautone e dagli ospiti Cesare Fassari, direttore de “Il Bisturi”, e Francesco
Maria Avitto, condirettore di Adnkronos Salute.
Il confronto
si è aperto sull’ipotesi di tornare a pensare a una revisione della Legge 40
sulla fecondazione assistita. Possibilità presa in considerazione da Bindi, che
però precisa come l’unica sede valida per riaprire una verifica sia
esclusivamente il Parlamento. “Il referendum – ha detto Bindi – non era lo
strumento giusto per confrontarsi su una legge così importante, che regola
materie sensibili nelle quali il pluralismo culturale ed etico del nostro Paese
deve trovare un momento di sintesi. Anche in Parlamento, tuttavia, non sarà
facile trovare questo punto di incontro”.
In netto
dissenso Domenico Di Virgilio, secondo il quale è “assurdo pensare a una
revisione della legge 40 a così poco tempo dalla sua entrata in vigore e dalla
bocciatura del refendum abrogativo” Inoltre, secondo il sottosegretario, la
legge 40 “tutela l’embrione, la famiglia, la donna e ogni individuo” e “solo
progressi scientifici potrebbero portare alla revisione. Ma non nell’immediato”.
Per quanto con
concerne la struttura del Servizio sanitario, Di Virgilio ha affermato che “il
centrodestra non vuole lo smantellamento della Sanità pubblica” e che questo è
dimostrato dai finanziamenti erogati negli ultimi 5 anni, così come dall’aumento
dei farmaci in fascia gratuita, “che sono passati da tre mila a oltre
quattromila”. Tuttavia, secondo Bindi la verità è che il Governo è tornato sui
suoi passi dove aver verificato che non avrebbe ottenuto il consenso popolare
per la privatizzazione della sanità. In ogni caso, “il finanziamento alla sanità
pubblica da parte del Governo non è cresciuto ed è rimasto inadeguato rispetto
alle effettive necessità”.
“Il Governo –
ha risposto Di Virgilio - non ha messo le mani nelle tasche degli italiani, non
abbiamo aumentato le tasse. Anzi. Abbiamo realizzato provvedimenti mirati alla
riduzione delle liste d’attesa, che sono la ragione principale per cui gli
italiani sono costretti a mettere mano al portafoglio”, ha aggiunto Di Virgilio
ricordando l’accordo siglato in Conferenza Stato-Regioni è per l’abbattimento
delle liste d’attesa per almeno 50 prestazioni.
Secondo Bindi,
però, “alla base delle liste di attesa ci sono problemi strutturali e i
programmi di riduzione immediata, come quello che le Regioni hanno accettato per
avere i due miliardi di euro sottratti al Fondo sanitario nazionale, ‘sfebbrano’
ma non risolvono il problema”.
Posizioni
divergenti anche per quanto riguarda la legge 180 sulla salute mentale, che per
il sottosegretario alla Salute va rivista, mentre per l’esponente della
Margherita va attuata e monitorata. Secondo Di Virgilio, dall’indagine
conoscitiva condotta dalla Commissione Sanità del Senato è emerso che “il 58%
degli italiani è scontento della legge ‘Basaglia’” e questa è la prova della
necessità di una modifica e di un aggiornamento della legge. “Non vogliamo
riaprire i manicomi – ha sottolineato - ma vogliamo venire incontro ai malati e
alle 600 mila famiglie di connazionali che la notte si chiudono a chiave in
camera per paura di gesti estremi di un loro parente affetto da qualche
psicopatologia grave. Servono strutture per far superare ai malati le fasi acute
della malattia”, ha osservato Di Virgilio ricordando che “le psicopatie gravi
sono malattie e vanno curate. E questo non significa ghettizzati i malati”.
Per Bindi,
invece, “se si dedicasse, come si dovrebbe fare, il 5% del fondo sanitario di
ogni regione alla rete dei servizi di psichiatria, non ci sarebbe bisogno di
mettere mano alla Basaglia”. “Attuare la legge 180 – ha aggiunto - significa
aggiornare e applicare il Progetto obiettivo salute mentale, che dove è
applicato non costringe le famiglie di malati psichiatrici a chiudersi a chiave
perché c’è la presa in carico del paziente da parte delle strutture, dei medici
e degli infermieri”.
Sul tema della devolution Di Virglio ha ribadito
la necessità di linee generali di riferimento, ma si è detto favorevole a un
ruolo attivo delle Regioni dal punto di vista organizzativo, “per dare risposte
appropriate alle peculiarità di ciascuna area”. “In questo contesto, però – ha
evidenziato - la Conferenza Stato-Regioni deve essere un tavolo di confronto
positivo e non di conflittualità”. Secondo Bindi, però, si assisterà a una
sanità “amministrata dalla Corte Costituzionale, che sarà continuamente chiamata
a risolvere le questioni di conflittualità tra le competenze dello Stato e
quelle delle Regioni. Tuttavia – ha aggiunto - se macchina istituzionale così
come prevista dal Titolo V funzionerà, anche la riforma avrà modo di
funzionare”.
Ultimo punto affrontato nel faccia a faccia è
stato quello dell’eutanasia, dove entrambi gli esponenti politici si sono detti
contrari alla cosidetta “dolce morte” ma hanno sottolineato la necessità di
sviluppare in Italia una vera terapia del dolore. “Il problema – ha detto Di
Virgilio - non è interrompere la vita ma sedare il dolore. Noi siamo contro
l’accanimento, ma anche contro l’abbandono terapeutico. La strada da percorrere
è quella che va nella direzione di una medicina capace di accompagnare il
paziente verso la morte naturale attraverso un’efficace terapia del dolore”.
Di opinione
simile anche Bindi, che ha sottolineato come “dire ‘No’ a eutanasia non sia però
sufficiente se il Ssn non si organizza per creare servizi e terapie in grado di
aiutare il paziente in stato terminale. Inoltre, – ha concluso Bindi – è anche
necessario superare la resistenza all’uso di alcune sostanze attraverso una
corretta formazione e informazione, in particolare del personale medico e
sanitario”.