INTESA TRA STATO E REGIONI SU PIANO SANITARIO, LISTE D'ATTESA E FONDO
SANITARIO 2006 (ANSA) -
ROMA, 28 MAR - Dopo mesi di confronto, finalmente
l'accordo e' arrivato. Governo, Regioni ed Enti locali hanno oggi dato il
via libera, in Conferenza Unificata, al Piano sanitario 2006, mentre la
Conferenza Stato-Regioni ha ratificato l'intesa sul Piano di contenimento
delle liste d'attesa e l'intesa, gia' raggiunta nei giorni scorsi tra le
Regioni, sul riparto delle risorse 2006 per la sanita'.
Erano, tutte, questioni spinose, sulle quali da tempo
erano accesi i riflettori e che, anche in vista della conclusione della
legislatura, dovevano trovare una sintesi nel confronto tra Governo ed
Autonomie.
Per quanto riguarda la questione piu' spinosa, quella
delle liste d'attesa, l'intesa prevede che sia operativo dal primo luglio
il provvedimento per tagliare le 'code' negli ospedali e nelle Asl su 50
prestazioni per le quali le Regioni hanno preso impegni precisi con il
piano di contenimento delle liste.
''Entro il 30 giugno - ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Cesare
Cursi - le Regioni dovranno chiudere la partita sul fronte organizzativo,
ad esempio attivando Cup (Centri unici di prenotazione) dove non ci sono o
potenziando quelli esistenti. Dal 1/o luglio il cittadino potra'
rivolgersi alla propria Asl e ottenere indicazioni sulle strutture a cui
rivolgersi, per ottenere analisi, visite e interventi nei tempi previsti''.
Cursi ha ricordato anche la possibilita' di appellarsi all'intramoenia a
spese della Asl.
Alle 50 prestazioni, che verranno rese note nei prossimi giorni, se ne
aggiungeranno altre 50 per le quali le Regioni hanno chiesto tempi piu'
lunghi per attrezzarsi, fino a raggiungere quota 100.
Per quanto riguarda le risorse 2006 per la sanita', che ammontano
complessivamente a 93 miliardi di euro (compresi due miliardi destinati a
vecchi ripiani e un miliardo per progetti regionali di rientro dal
disavanzo), e' stata sostanzialmente recepita dal Governo la proposta
elaborata dalla Conferenza delle Regioni. Tuttavia i presidenti delle
Regioni, guidati dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco
Errani, hanno sottolineato a piu' riprese come quest'anno vi sia una
'crescita zero' delle risorse rispetto al 2005: il Fondo resta fermo,
mentre il solo rinnovo contrattuale del comparto comportera' una spesa
aggiuntiva di 4,5 miliardi.
Infine Regioni e Province autonome hanno espresso al propria intesa sul
Piano sanitario nazionale 2006-2008, ma hanno sottolineato le difficolta'
di arrivare a un testo di Piano condiviso e hanno lamentato la mancanza di
una concertazione preventiva sulla individuazione dei principi e degli
obiettivi e l'insufficienza delle risorse.
Soddisfatto e' apparso comunque il ministro per gli Affari Regionali,
Enrico La Loggia. ''Abbiamo ratificato un'intesa di grande importanza e
questo ci fa essere fiduciosi sull'ulteriore miglioramento dell'assistenza
sanitaria ai cittadini'', ha commentato, al termine delle Conferenze
Stato-Regioni e Unificata. Per il sottosegretario alla Salute, Cesare
Cursi, ''per la prima volta e' stato posto il problema delle liste
d'attesa: e' stato Storace a porre il tema, che e' stato inserito
all'interno della Finanziaria, sono state trovate le risorse e soprattutto
e' stata trovata l'intesa con le Regioni.
Oggi - ha proseguito il sottosegretario - il cittadino sa che, rispetto ad
alcune prestazioni, nessuno puo' scherzare: il direttore generale e'
impegnato in prima persona a cercare delle soluzioni. Su quelle il
cittadino puo' rivendicare un diritto''.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Errani, ha sottolineato
invece il senso di responsabilita' delle Regioni e la scarsita' delle
risorse: ''La situazione - ha proseguito - e' molto delicata. Le Regioni
hanno fatto una scelta di cooperazione dimostrando, ancora una volta, di
essere in grado di affrontare situazioni difficili. Resta fermo il nostro
giudizio, c'e' una grave sottostima: basta ricordare che nel Dpef 2006 il
governo individuava per la spesa tendenziale 2006 per la sanita' 95,6
miliardi'', ma le risorse ad oggi sono meno.
(ANSA).
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