Fisco più attento sulle visite private dei medici in clinica

(Il Sole-24 Ore del 4 ottobre 2006) di Paolo Del Bufalo

 

Visite e prestazioni private di medici, infermieri e professionisti sanitari non scappano al Fisco. Nemmeno se si fanno tra le quattro mura di una clinica e non nel proprio studio.

A partire da marzo 2007, secondo il disegno di legge finanziaria (articolo 5), il compenso per le prestazioni di lavoro autonomo medico e paramedico eseguite nelle strutture sanitarie private dovrà infatti essere riscosso direttamente da queste e non più, come quasi sempre accade oggi, dal professionista o dalla sua segretaria.

Le strutture dovranno poi "girare" il compenso all'operatore, registrarlo nelle scritture contabili obbligatorie che dovranno trasmettere telematicamente all'agenzia delle Entrate con l'elenco dettagliato dei compensi che ogni medico o paramedico ha incassato. Tempi e modi di trasmissione dei dati saranno fissati con un provvedimento del direttore delle Entrate. Alle strutture indadempienti si applicheranno tutte le sanzioni previste per chi tenta di evadere o far evadere il Fisco.

Un giro di vite che per i medici non si ferma qui. Per quelli che hanno sentenze in giudicato per truffa ai danni del Ssn infatti (articolo 91),le aziende potranno avviare senza attesa le procedure per il licenziamento, che scatterà automaticamente se il danno provocato supera i 50mila euro. Stessa sorte è destinata sempre dallo stesso articolo della Finanziaria ai farmacisti.
La punizione per questi è la perdita dell'autorizzazione all'esercizio della farmacia che anche in questo caso scatta subito al superamento della soglia di danno di 50mila euro.

Anche altre novità per il personale del Ssn sono in arrivo con la manovra 2007. Prima tra tutte quella che riguarda le assunzioni (articolo 60). Restano fermi, infatti, i "blocchi" previsti nelle precedenti Finanziarie, ma si dà la possibilità alle Regioni di superarli purché la cosa avvenga a costo zero per lo Stato e sia garantito l'equilibrio economico complessivo.

Meno rigidità, quindi, accompagnata da uno "sconto" sui risparmi che le Regioni dovranno realizzare sulla spesa per il personale. Questi dovranno essere dell'1,4% rispetto alla spesa 2004, contro l'1% previsto nella Finanziaria 2006. Ma per il 2007 scompare l'ulteriore risparmio indicato Regione per Regione nella manovra 2006, che in media vale ancora l'1%, portando la minore spesa rispetto al 2004 a circa il 2,5%, soglia giudicata irraggiungibile dalle Regioni anche con il blocco totale del turn over.

Le aziende, tuttavia, sono preoccupate da un'altra "finestra" sul personale che la Finanziaria apre: la stabilizzazione dei precari (articolo 59) con la possibilità di "trasformare le posizioni di lavoro già ricoperto da personale precario in posizioni di lavoro dipendente a tempo indeterminato".

E per rientrare nella spesa prevede ritocchi all'apparato amministrativo burocratico e l'utilizzo dei risparmi che derivano dai fondi dei compensi integrativi non spesi grazie al blocco del turn over. Ma mentre nel pubblico impiego un precario costa quasi come un dipendente a tempo indeterminato, tra i medici (i precari raggiungerebbero in alcune aziende anche il 13% del personale) costa tre volte meno.

Come dire: per stabilizzare un precario sarà necessario o far volare la spesa o fare a meno di tre operatori di questo tipo. Un dilemma che Salute, Funzione pubblica e Regioni dovranno risolvere e che potrebbe trasformarsi in uno dei motivi di scontro con i sindacati per il rinnovo del prossimo contratto.