NAS, chiediamo ai cittadini di monitorare gli ospedalie l’esclusività per i tutti medici pubbliciDichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
I risultati delle ispezioni dei NAS rivelano che gli ospedali pubblici sono da migliorare e non da demolire. Le irregolarità amministrative maggiori si trovano nelle Regioni con i deficit sanitari più alti, e con la maggior presenza di privato. Lo stesso privato che ritroviamo anche nelle Regioni che registrano il numero più alto di irregolarità segnalate all’autorità giudiziaria e che vedono una infiltrazione della criminalità organizzata, come la Calabria e la Sicilia. Adesso la chiusura del sipario mediatico rischia di lasciare le criticità senza risposte. Pertanto come medici impegnati a tempo pieno nella sanità pubblica, chiediamo che siano i cittadini i protagonisti di sistemi permanenti di monitoraggio e di sorveglianza degli ospedali. La qualità dell’assistenza potrà inoltre migliorare quando l’unica casa professionale, a partire da chi ha responsabilità apicali anche nei Policlinici, sarà la sanità pubblica, e nella stessa casa si dovrà poter svolgere la libera professione intramoenia, a partire dal 31 luglio 2007 così come previsto dalla Legge Bersani. La decisione dei Ministri Turco e Mussi sull’esclusività per i direttori di struttura complessa è una scelta giusta da estendere a tutti i medici pubblici, ed in primo luogo anche ai responsabili delle strutture semplici. La vera questione è però rappresentata dalla necessità di nuove regole etiche e trasparenti per la libera professione intramuraria a partire dalla scelta di equità delle tariffe, di controlli rispetto alle liste di attesa, e dall’affidamento della gestione dell’attività libero professionale all’azienda, che dovrà diventerà l’unico luogo di prenotazione delle visite attraverso il Cup, e di pagamento delle prestazioni. Chiediamo infine di porre fine ad una situazione ormai intollerabile di esternalizzazione dei servizi, di ricorso alle consulenze e di precarietà del personale, e di un sistema di appalti nell’ambito del quale il malaffare e le infiltrazioni delle organizzazioni criminali arrivano ad assorbire anche il 30% delle risorse sanitarie.
Roma, 11 gennaio 2007 |