Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
Contratto medici allarme rosso, ancora scioperi
Per il contratto dei 130.000
medici e dirigenti della sanità pubblica, scaduto il 31 dicembre 2001, la FP
CGIL Medici lancia un allarme rosso. La situazione sta per diventare esplosiva,
e rischia di far saltare il contratto.
L’estenuante ping-pong tra
Governo, Regioni ed Aran, al quale si sta per aggiungere come ulteriore
giocatore la Corte dei Conti, si sta per intrecciare con il crescente debito
della pubblica amministrazione, con una finanziaria di lacrime, e con un
allarmante deficit di risorse per la sanità che registra meno 5 miliardi di euro
per il solo 2005. Le risorse contrattuali, che le Regioni dovrebbero già avere
ad eccezione di uno 0,7 % per il secondo biennio economico che dovrebbe essere
stanziato in finanziaria, rischiano di essere solo virtuali.
I medici non possono e non devono
pagare le colpe e le responsabilità di altri, e rivendicano il diritto al
contratto.
Per questo confermiamo il sit-in
del 4 ottobre davanti al Ministero della Salute, legato alla richiesta di
approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del primo biennio economico
2002-2003 e del quadriennio normativo 2002-2004 nonché dell’atto di indirizzo
per il secondo biennio economico 2004-2005, che dovrebbe essere predisposto dal
Comitato di Settore il 21 settembre.
Per questo confermiamo lo sciopero
del 17 ottobre, legato all’apertura della trattativa per il secondo biennio
economico da concludere in brevissimo tempo.
Per questo abbiamo indetto, sempre
unitariamente agli altri sindacati, uno sciopero di 48 ore per il 14 e 15
novembre, legato al via libera definitivo del primo biennio da parte del
Consiglio dei Ministri, al di là dei possibili rilievi della Corte dei Conti, in
modo tale che per i medici possa essere applicata almeno la prima parte del
contratto a fine novembre, con il record di 47 mesi di ritardo.
Roma, 13 settembre 2005
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