1-01- 1998

                                                          

PROGETTO DI TELELAVORO IN UN ISTITUTO SCIENTIFICO PUBBLICO:

epidemiologia ed elaborazione dati come settori pilota

 

Dr. Vecchio Daniela

biologo

Aiuto

IST

Dr. Puntoni Riccardo

biologo

Direttore

IST

Dr. Lippi Franco

 

Segretario Generale

IST

Dr. Morasso Gabriella

psicologo

Aiuto

IST

Ing. Gogioso Luca

ingegnere

Aiuto

IST

Dr. Andreucci Luciano

fisico

Direttore

IST

Dr. De Pascalis Giovanni

fisico

Aiuto

IST

Dr. Ceppi Marcello

biologo

Aiuto

IST

Dr. Molina F.

biologo

aiuto

CBA

Dr. Quaglia Alberto

medico

Specializzando

IST

Dr. De Lucia Giovanna

biologo

Contrattista

IST

Dr. Di Nicola Patrizio

sociologo

Ricercatore

Coord.ETD

Dr. Guiducci Marica

 

Resp. TL FIOM

CGIL-FIOM

Ing. Fabbri Massimo

 

 

TELECOM

Dr. Benzoni A.M.

 

 

TELECOM

Ing. Lobello Luigi

 

 

TELECOM

Campana Corrado

 

 

IST

Alloisio Sandro

diploma

capotecnico

CGIL-IRCCS

PAROLE CHIAVE

1) Telelavoro

2) Produttività

3) Ricerca scientifica: epidemiologia ed elaborazione dati

 

TRASFERIBILITA’

1) IRCCS pubblici

2) SSN ed aziende ospedaliere

3) Università e centri di ricerca

 

Responsabile Scientifico Rappresentante legale dell’IST

Dr. Daniela Vecchio Commissario Straordinario

Prof. Giorgio Dellacasa

Referente tecnico-informatico

Dr. Giovanni De Pascalis

Ing. Roberto Sacile

 

 

 

 

OBIETTIVI

- individuazione di gruppo pilota nell’ambito dei settori dell’epidemiologia ambientale ed elaborazione dati;

- definizione degli obiettivi scientifici nei diversi settori e loro congruenza con il telelavoro;

- identificazioni di nuovi parametri di valutazione dell’attività, peraltro in linea con il CNL 97 per la dirigenza, e di quantificazione dei prodotti della ricerca scientifica;

- sperimentazione gestionale ed amministrativa;

- monitoraggio continuo del personale inserito nel progetto e dei rapporti colleghi e famiglia nelle nuove modalità organizzative

- sperimentazione contrattuale in osservanza dei CCNNLL 1994/97 e in relazione al "Protocollo d’intesa sul lavoro pubblico" (12 Marzo 1997) siglato dal Governo e Sindacati ed accordi sindacali di categoria;

- definizione di parametri qualitativi di miglioramento della qualità della vita del lavoratore legata a telelavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RAZIONALE

Dati di letteratura internazionale forniscono stime di 4-8 milioni di addetti negli USA, circa 600.000 in Gran Bretagna, circa 200.000 in Francia e 10.000 in Italia.

Le previsioni degli anni ‘70 preconizzavano milioni di telelavoratori, ma fino ad ora il boom previsto non si è ancora avverato.

La produttività individuale in diversi settori già in attività ha visto un incremento medio del 13% e un generalizzato miglioramento della professionalità e del valore individuale nel mercato del lavoro.

I vantaggi sociali sono stati evidenziati in numerosi studi e convegni.

Sociologi e psicologi, pur manifestando preoccupazione per il problema delle pari opportunità e per i bassi profili occupazionali, evidenziano notevoli vantaggi per il miglioramento della qualità della vita del singolo lavoratore e della comunità.

Dalla considerazione che gli obiettivi e i fini istituzionali dell’IST permettono che alcuni settori della ricerca in esso svolta possano essere inseriti in un progetto di telelavoro, si evidenzia quanto potrebbe essere migliorato nella qualità di lavoro e di vita del personale ad esso addetto, nonché quanti annosi problemi logistici risolverebbe con notevoli risparmi.

I settori dell’IST, operanti nell’epidemiologia ambientale e nell’elaborazione dati, considerato l’alto profilo professionale e l’elevato interesse sociale delle ricerche svolte, potrebbero risultare come un ottimo gruppo pilota per la definizione di nuovi parametri di sperimentazione gestionale ed amministrativa.

 

 

 

 

RELAZIONE

 

                        PREMESSA:

DEFINIZIONE

Conosciuto nei paesi di lingua inglese come Telework o Telecommute è, fondamentalmente, un modo di lavorare rimanendo distanti dall’ufficio o dall’azienda facendo uso di sistemi informatici e telematici. E’ applicabile sia ai lavoratori dipendenti che al lavoro autonomo e ad una vasta gamma di professioni o mestieri.

 

Il telelavoro si distingue in:

* Telelavoro da casa

            Il lavoratore, utilizzando un angolo fornito di computer, fax, moden e altre attrezzature, svolge i suoi compiti da casa. L’interazione con l’ufficio può essere su base costante (ad esempio un nodo delle LAN aziendale) o saltuaria. In questo caso si riceve il lavoro da svolgere (ad esempio alcune pagine da tradurre o le specifiche di un programma da realizzare) e si invia poi il file risultante all’Ufficio.

* Telelavoro da centri satelliti

            In questo caso il lavoratore, anzichè recarsi in ufficio, si sposta presso un centro (di quartiere o di paese, ma comunque vicino alla sua abitazione) attrezzato per il Telelavoro. Da lì entra in contatto con la sua azienda, scambia dati, carica programmi e quant’altro gli sarà necessario per pianificare e svolgere il suo job. Il telecentro può essere di proprietà dell’azienda, di un consorzio di aziende, di una impresa che affitta i posti operatori o anche della pubblica amministrazione. Nel primo caso il telecentro verrà utilizzato esclusivamente da una singola impresa, negli altri sarà a disposizione di più lavoratori di imprese diverse.

* Telelavoro mobile

            Il lavoro si svolge da una posizione mobile, tipicamente composta di un PC portatile, un fax-moden e un telefono cellulare. Con questa attrezzatura il lavoratore può, ad esempio, recarsi dai clienti e, da lì, collegarsi con l’ufficio per inviare ordini, aggiornare quotazioni, fare teleconferenza con esperti e tecnici in sede.

(http://www.mclink.it/telelavoro/tw3.htm)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CARATTERISTICHE

Il telelavoro non è un fenomeno solo tecnologico, ma è un fenomeno sociale. Va quindi affrontato applicando tutte le considerazioni dovute alle trasformazioni sociali: il fattore "uomo", abitudini, cultura, mentalità, formazione; la disponibilità di infrastrutture tecnologiche; gli aspetti di sicurezza sociale, contrattuale, legale; le capacità delle amministrazioni di pianificare, investire, misurare, effettuare bilanci sociali, pena il rischio di non capire possibilità, condizioni, conseguenze di questo modo di produrre, perdere occasioni, fallire nella valutazione e nella gestione dell’impatto sociale.

Vantaggi e Svantaggi evidenziati dalle diverse componenti coinvolte

1. Gli Esperti (Aziende, Consulenti, Pubblicisti):i profeti del cambiamento.

Sono i primi nella sperimentazione del TL. Spesso coniano il lessico e gli slogan della nuova "disciplina".

Vedono nel TL l’innovazione che procura un vantaggio competitivo all’azienda, sotto varie

forme.

I vantaggi sono: risparmi di risorse (spazio, tempo, costi); nuovi modi di produrre più efficienti o redditizi, just in time, outsourcing etc. Non vedono controindicazioni di fondo al TL. Il pericolo, è applicarlo male, senza assicurarsi i prerequisiti per una conversione morbida.

I problemi non sono insiti nella tecnologia, ma nelle maggiori o minori resistenze sociali al cambiamento, contrattuali e culturali., collegate al mutamento del modo di produrre: la Azienda Virtuale, la TeleProduzione: TeleVendita, TelePrenotazioni, TeleOrdini, TeleAmministrazione, TelePosta, TeleFormazione, TeleDigitazione, TeleEtc.

Le resistenze vengono soprattutto dai Sindacati e dallo stesso management aziendale; in crisi di ruolo: in misura minore dal personale, che spesso passa al TL consensualmente; tanto più, quanto più è giovane, skillato, motivato. La preoccupazione è accelerare i tempi, spianare la strada, pianificare gli eventi, nell’ambito degli obiettivi aziendali. Premono sulle altre componenti sociali per accelerare una visione positiva e una trasformazione culturale e infrastrutturale.

2. I Pubblici Amministratori:

Vivono la sfida, a volte il dramma, di chi assiste a un fenomeno nuovo, con forte impatto sociale, e deve gestirlo in modo pragmatico, spesso in ritardo, senza dati, senza teorie consolidate, senza sapere dove si andrà a finire, cercando di sfruttare i benefici, limitare le perdite, in un bilancio che non si limita ai casi singoli, ma all’intero territorio.

I vantaggi ottenibili sono: minor traffico e inquinamento nelle zone urbane, risparmio energetico; nuove possibilità di creare occupazione in zone periferiche, evitando la emigrazione; nuove possibilità di comunicazione e aggregazione culturale nel territorio; possibilità di creare nuovi jobs in risposta al mercato (scuola e formazione professionale).

I problemi sono: pericolo di crescente frammentazione sociale, difficoltà di assicurare parità di condizioni (e di tutela) a tutte le componenti sociali e in tutto il territorio, evitando pericoli di esclusione; come creare sbocchi alternativi di occupazione di utilità sociale; offrire effettive opportunità di valorizzazioni del tempo libero (liberato dal lavoro).

Gli ostacoli sono nelle risorse (fondi, know how) per assicurare a tutti i cittadini le infrastrutture e l’accesso alle TLC.

 

 

 

3. I Sindacati.

I Sindacati costituiscono un buon osservatorio perchè hanno i dati reali dei flussi e delle dinamiche occupazionali. Per il resto la loro lista dei problemi sembra prevalere su quella dei vantaggi.

I problemi sono: i processi avvengono con grande rapidità, assegnando alla categoria un ruolo "difensivo": proteggere i livelli occupazionali e i livelli retributivi, valutare gli effettivi saldi occupazionali globali, i pericoli di outsourcing all’estero, contrattare la produttività, il tempo di lavoro, la protezione e difesa da casi di violazione contrattuale.

Teoricamente non hanno un atteggiamento negativo preconcetto, partecipano alla riflessione culturale, ma in pratica lavorano sotto l’urgenza di tempi brevi e di fatti pesanti, dovendo fare i conti con masse di lavoratori in continua mobilità. Sono già stati attuati numerosi accordi contrattuali .(Vedi all.) (http://www.fita.it/telelavoro.htm)

4. Aspetti psicologici

Definizione di parametri qualitativi di miglioramento della qualità di vita del lavoratore legati al telelavoro.

Per una valutazione dei cambiamenti nella qualità di vita dei lavoratori adibiti al telelavoro, può essere utile fare riferimento a una ricerca condotta dal Servizio di Psicologia sui lavoratori del nostro Istituto su incarico del Servizio di Prevenzione e Protezione.

L'obiettivo era quello di monitorare gli aspetti correlati alo stress lavorativo e influenti sull'attività lavorativa quotidiana. E' stato predisposto un questionario distribuito a 520 dipendenti IST (e compilato da 382 di essi) che ci ha permesso di analizzare l'incidenza di diversi fattori di stress suddivisi tra specifici (legati cioè all'attività in campo oncologico) e aspecifici (legati al lavoro in generale). Tra questi ultimi rientrano la ripetitività del lavoro, i turni, i carichi di lavoro, l'utilizzo del videoterminale.

Oltre ai fattori proposti nel questionario ed elencati sopra, i soggetti segnalano diversi altri elementi correlati al disagio lavorativo: molti di essi lamentano una non funzionale organizzazione del lavoro e soprattutto segnalano la difficoltà di operare in un ambiente lavorativo inadeguato. I fattori segnalati fanno riferimento all'ambiente fisico: spazi insufficienti, elevata densità di personale nei singoli uffici, illuminazione inadeguata, ecc.

Questi aspetti indubbiamente rientrano tra quelli per i quali il telelavoro potrebbe portare notevole vantaggio.

E' fondamentale inoltre considerare tra i principali benefici individuali legati al telelavoro una diversa organizzazione e distribuzione del tempo lavorativo oltre ad un azzeramento dei tempi necessari a raggiungere il posto di lavoro. Questo comporta un indubbio miglioramento della qualità della vita del lavoratore che si trova da un lato a poter gestire con maggiore autonomia i propri tempi lavorativi e, dall'altro a registrare un incremento del proprio tempo libero. Tutto ciò si può facilmente tradurre in una maggiore soddisfazione personale e professionale.

Un altro aspetto di non trascurabile importanza riguarda le maggiori facilitazioni nell'inserimento lavorativo di cui potrebbero beneficiare i disabili. La possibilità di eseguire il lavoro al proprio domicilio consentirebbe infatti di ampliare il numero di disabili inseriti nel ciclo produttivo oltre consentire a questa categoria di lavoratori una più agevole gestione dei compiti in un ambiente maggiormente adatto alle proprie esigenze personali.

Tuttavia, se è vero che a livello individuale gli aspetti positivi sono indubbiamente prevalenti in una prima fase restano da considerare una serie di problemi psicologici legati all'attività lontano dal posto di lavoro che possono insorgere in un secondo tempo.

Il principale tra i svantaggi può derivare dalla diminuzione dei contatti con l'ambiente di lavoro - inteso come ambiente sociale oltre che fisico. Questo fattore infatti nel tempo può fare sorgere nel lavoratore un vissuto di emarginazione e di isolamento sociale, che tende a tradursi in un aumento del disagio lavorativo, oltre che in un peggioramento della qualità della vita.

Per evitare che si verifichi questo inconveniente, è opportuno programmare fin dall'inizio una organizzazione del lavoro che preveda una certa frequenza di rientri nella sede aziendale, anche per offrire al lavoratore dei feedback diretti sul suo operato, oltre a occasioni di confronto e scambio con i colleghi.

Oltre a ciò, è fondamentale - soprattutto se il lavoro ha caratteristiche di ripetitività particolarmente marcate - offrire periodicamente al lavoratore la possibilità di frequentare presso la sede aziendale, o comunque al di fuori del proprio domicilio, delle opportunità di formazione e di aggiornamento che, oltre a fornire un approfondimento delle specifiche competenze, consentano di evitare un appiattimento delle risorse umane disponibili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATI INTERNAZIONALI

 

Gli USA sono il paese più avanzato in tale attività: le stime forniscono dati di 4- 8 milioni di addetti.

L’Europa del Nord vanta una situazione d’avanguardia. Per il particolare tipo di antropizzazione, dispersa su enormi territori, ha puntato su forti infrastrutture di reti telematiche, che collegano i cittadini nel lavoro e amministrazione. La Gran Bretagna (560.000 addetti) ha seguito a distanza l’esempio USA e ha al suo attivo importanti successi in zone di nuovo sviluppo: in Scozia, Irlanda e Isole del Nord.

In Francia (215.000 addetti) la amministrazione centrale e locale ha impugnato il problema, ha promosso sperimentazioni, ha elaborato schemi, teorie, rapporti, libri. Lo si sente dal livello delle relazioni.

L’Italia (97.000 addetti) appare invece in ritardo di qualche anno. In generale nello sfruttamento delle telecomunicazioni, in particolare nei nuovi utilizzi. Il ritardo contrasta con l’effettivo livello produttivo italiano, tra i più elevati in Europa.

In Italia abbiamo oggi su Internet 300.000 utenti e 1.500 aziende, in Germania circa 4 milioni

Più che fattore a se stante, il TL emerge come la punta di un enorme iceberg in movimento: la TeleEconomia e la TeleProduzione, il rivoluzionario cambiamento che sta avvenendo nelle società avanzate, sotto la spinta del progresso e della diffusione delle tecnologie di Informazione e di Telecomunicazione. (http://www.fita.it/telelavoro.htm)

 

Esperienza di Telelavoro per Operatore Disabile

Tra il Marzo 1993 ed il Marzo 1994, Telecom Italia ha partecipato in collaborazione con ASPHI (Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati) e la Società Netsiel di Bari produttrice di componenti di software di qualità, ad una sperimentazione assolutamente innovativa al fine di valutare la possibilità di inserimento di portatori di handicap nel processo produttivo attraverso il TL, individuato come unica tipologia operativa che può consentire un recupero socialmente produttivo di quei portatori di handicap che, per materiale possibilità, non possono recarsi quotidianamente sul posto di lavoro. (http://www.telecomitalia.interbusiness.it/Telecom/it/telelav.htm)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il telelavoro in Italia:

1.      In Italia la sua diffusione rimane a livelli estremamente limitati e secondo una ricerca finanziata dall'Unione Europea solo il 2,2% delle organizzazioni è coinvolto in progetti di telelavoro. Neanche all'estero a onor del vero c'è stata l'esplosione del fenomeno attesa, ma sia negli Stati Uniti che in paesi europei come il Regno Unito e la Francia ormai oltre il 5% delle organizzazioni ricorre del telelavoro.

Il rischio che corre il telelavoro è dunque quello di passare attraverso una lunga fase che ne preveda una "eterna sperimentazione".

I motivi di questa cautela nell'implementazione sono prevedibili: l'attuazione del telelavoro porta e richiede cambiamenti profondi, che interessano gli aspetti più vari della società, delle organizzazioni e dei singoli individui. Vengono messe in discussione certezze ed abitudini acquisite nel tempo, e non è ancora del tutto chiaro se gli aspetti positivi legati al fenomeno siano in grado di superare quelli negativi.

Da un accurato lavoro di analisi si è fatto il punto della situazione del fenomeno nel nostro Paese, considerando sia alcuni debutti nella grande e nella piccola impresa.

L'analisi empirica ha potuto dimostrare solo in parte i vantaggi e gli svantaggi indicati nella letteratura sull'argomento.

A livello individuale indubbiamente il telelavoro ha migliorato la qualità della vita dei lavoratori.

Le maggiori soddisfazioni riguardano la possibilità di gestire in maniera autonoma il proprio tempo e la propria attività, e tali vantaggi sono immediati sin dai primi giorni di lavoro a distanza.

Fra gli svantaggi, il rischio di isolamento viene considerato dai telelavoratori come presente ed avvertibile, seppure in modo diverso a seconda del soggetto, ma allo stesso tempo superabile. Tra le persone intervistate vi è chi ha ovviato a tale problema riservando più spazio agli interessi extralavorativi, ad esempio aumentando la frequenza dei rapporti sociali con il vicinato, o dedicando più tempo a quelli familiari. Da più telelavoratori viene sottolineata l'importanza di effettuare rientri periodici in ufficio, almeno una volta la settimana, per non estraniarsi dalla vita aziendale.

Inoltre i telelavoratori dipendenti esprimono molti dubbi sulle reali possibilità di carriera, ritenendo possibile attualmente solo un avanzamento di tipo tecnico, quale riconoscimento del livello di professionalità raggiunto. Essi comunque si auspicano che con una maggiore diffusione del fenomeno si renda possibile anche una tele-carriera.

Altri svantaggi riscontrati sono il rischio di sovraccarico da lavoro domestico e la diminuzione delle occasioni di aggiornamento informale, cioè quello derivante dagli scambi di osservazioni ed informazioni con i colleghi.

Sembra, in ogni caso, che gli svantaggi evidenziati si riducano sensibilmente all'aumentare del grado di competenza del lavoratore. Gli uomini e le donne che svolgono il proprio lavoro ad un alto livello professionale sono quelli che ottengono i maggiori benefici dal telelavoro: per essi le gratificazioni e la considerazione dell'azienda fanno in modo da ridurre al minimo il rischio di emarginazione.

Al contrario, per chi fa un lavoro a basso contenuto professionale, spesso non gratificante e di routine, il fatto di uscire di casa e di rapportarsi con gli altri può rappresentare un contorno determinante che, se viene a mancare, può togliere gran parte delle soddisfazioni personali ed aumentare il rischio di isolamento e di sovraccarico del lavoro domestico.

A livello aziendale, occorre osservare che l'attuale struttura delle imprese italiane sembra basata su criteri che non facilitano il telelavoro, basti pensare che solo nel 23% di esse si lavora per obiettivi, condizione fondamentale per il lavoro a distanza.

Nei casi di telelavoro esaminati il vantaggio principale che le imprese traggono dal telelavoro è l'aumento generalizzato della produttività del lavoro stesso, che ad esempio nel caso dell'Italtel è stata quantificata intorno al 20%.

Per quanto riguarda la riduzione dei costi delle infrastrutture, occorre fare alcune distinzioni. L'applicazione del telelavoro nelle grandi imprese, coinvolgente lavoratori dipendenti, non ha evidenziato una riduzione dei costi considerevole. Infatti ai telelavoratori è stato mantenuto il proprio spazio nell'ufficio tradizionale, ed è stata allestita a spese dell'impresa una postazione di lavoro nelle loro abitazioni. Questo ha fatto sì che a fronte di costi certi da sostenere nelle fasi iniziali vi siano vantaggi in termini di produttività che potrebbero compensarne l'investimento solo a lungo termine. Per le aziende che invece hanno selezionato per il telelavoro collaboratori autonomi dotati di una propria strumentazione e che hanno previsto per il lavoro in sede spazi condivisi, i benefici derivanti dal telelavoro sono stati enormi.

A livello sociale, solo a lungo termine e se vi sarà una diffusione del telelavoro su ampia scala, sarà possibile osservare per la società nel suo complesso gli effetti indotti dal telelavoro.

Una considerazione a parte merita l'analisi delle aree di attività idonee al telelavoro.

Di significativa importanza a tal fine è l'identificazione della presenza o dell'assenza di due variabili significative: la frequenza delle interazioni tra azienda, il lavoratore ed il grado di creatività richiesto dalla mansione da eseguire, intesa come la capacità di realizzare nel concreto idee nuove o nuove soluzioni.

Se il "traffico" delle comunicazioni fra lavoratore ed azienda, quantificabile empiricamente ad esempio dal numero totale di contatti mensili, è relativamente elevato, l'impresa avrà la convenienza a trattenere in sede il dipendente, in quanto uno scambio di informazioni superiore "alla media" farebbe sensibilmente lievitare i costi variabili d'impresa, annullando il vantaggio economico derivante dal decentramento fisico.

Con riferimento specifico al telelavoro, il basso grado di creatività fa presumere che il compito da eseguire sia del tutto o in gran parte standardizzato; ciò significa che le regole sono ben definite e che l'esecuzione del lavoro è possibile in maniera autonoma. La standardizzazione del lavoro fa sì che le responsabilità e gli imprevisti del lavoro siano ridotti al minimo. È questo il caso tipico di mansioni a basso contenuto professionale.

Se al contrario il grado di creatività è elevato, il lavoratore non ha l'esigenza di rivolgersi spesso all'azienda, ma prende da solo le decisioni sulla conduzione del proprio lavoro; gli imprevisti del lavoro sono all'ordine del giorno e rappresentano persino uno stimolo ed una sfida alla capacità creativa del lavoratore, che decide senza far riferimento a regole predefinite assumendosi le proprie responsabilità; tali caratteristiche si riscontrano solitamente nelle mansioni ad alto contenuto professionale.

La presenza di un numero basso di interazioni con l'azienda e contemporaneamente di compiti che siano completamente codificati o all'opposto completamente creativi sono le condizioni operative. Esaminando comparativamente le due aree delle attività adatte al telelavoro denominate standardizzazione e creatività, alcuni rilievi si impongono. Le professionalità dei lavoratori della prima area sono di livello molto basso; l'esecuzione di compiti a bassa variabilità e ad alta prevedibilità pone l'enfasi sulla mera esecuzione del lavoro in tempi prefissati, privilegiandone gli aspetti quantitativi (rapidità di esecuzione, evasione di grosse moli di lavoro) piuttosto che quelli qualitativi. L'azienda dimostra interesse per tali collaboratori ma non li considera essenziali perché, entro breve tempo, essi potrebbero essere sostituiti da altri con qualità simili. Questa situazione fa sì che il potere contrattuale risulti essere quasi totalmente in mano all'azienda, che stabilisce quali lavori assegnare ed in che tempi.

Nella zona di creatività vengono invece collocati lavoratori con specializzazioni professionali medio-alte, il cui apporto personale è determinante per la qualità del lavoro svolto. La funzione svolta dalle nuove tecnologie in questo caso è di supporto all'attività umana, che rimane comunque la componente predominante e di maggior importanza. La disponibilità di computer all'avanguardia permette verifiche e calcoli in tempi brevi, apporta un elevato valore aggiunto negli aspetti qualitativi del lavoro (facilitazione nella preparazione dell'input, sostegno e rapidità nell'esecuzione, migliore presentazione dei risultati). La formazione professionale dei lavoratori di quest'area può aver richiesto investimenti molto consistenti da parte dell'azienda, il che li rende di non facile sostituzione e li pone in una posizione contrattuale forte.

Sembrano dunque delinearsi diverse classi di telelavoratori, che hanno in comune solo il fatto di lavorare a distanza dal tradizionale luogo di lavoro e di far uso di tecnologie avanzate per l'esecuzione delle proprie mansioni, ma che si trovano in posizioni contrattuali nei confronti dell'azienda molto differenti.

Se in futuro saranno i lavoratori ad alta professionalità a ricorrere al telelavoro, tale forma potrà avvicinarsi all'immagine amena più volte descritta dalla stampa con notevoli benefici, forse più a vantaggio dei singoli che delle aziende. Se al contrario il telelavoro prevarrà per mansioni di basso livello o standardizzate, potranno esserci notevoli rischi e svantaggi per i telelavoratori, costretti ad una perdita del loro potere di contrattazione nei confronti delle aziende che, oltre a favorire queste ultime, introdurrà una sorta di tele-cottimo nella realtà italiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FASI del PROGETTO

(durata biennale)

I fase (sei mesi)

             fase iniziale pilota per un numero di postazioni possibili con le strumentazioni     assegnate ai ricercatori senza costi aggiuntivi.

- costituzione di un Comitato tecnico composto dai partecipanti al progetto, dal responsabile dell’ente e dalle OOSS dell’IST per la definizione e valutazione di:

* vantaggi e svantaggi sociali, aziendali, individuali

* costi

* metodologie per il monitoraggio continuo del personale mediante auto somministrazione di questionari.

* spazi e risorse private ed indennità relative

* normative generali e specifiche per tipologia di attività.

* bozza di accordo sindacale aziendale e contatti nazionali per inserimento nei CCNLL.

- adeguamento reti telefoniche preesistenti in reti ISDN e prime postazioni.

- attivazione postazioni e progetti di ricerca relativi

- valutazione critica dell’attività con evidenziazione vantaggi e svantaggi mediante monitoraggio continuo del personale inserito nel progetto con particolare attenzione ai rapporti con la famiglia, l’ente e i colleghi

- definizione di dispositivo di assistenza e manutenzione on-line dell’intera rete

- valutazione di proposte per la formazione degli addetti al TL, con particolare riferimento ai diversi settori lavorativi.

II fase (diciotto mesi)

- definizione di IPOTESI di ACCORDO contrattuale in base alle risultanze emerse nella fase pilota

- definizione finanziamento per tutte le postazioni previste

- attività e progetti di ricerca in telelavoro

- raccolta e analisi dati monitoraggio continuo dei Telelavoratori

- validazione e costituzione del dispositivo di assistenza on-line

- programma di formazione ed aggiornamento obbligatorio

- documento consuntivo attività

- convegno sull’esperienza del progetto con esperti esterni del settore

 

DISCIPLINA SPERIMENTALE DEL TELELAVORO:aspetti sindacali

Occorre prevedere una disciplina contrattuale del Telelavoro di natura sperimentale, da monitorare nazionalmente attraverso uno specifico osservatorio e da verificare ed eventualmente adeguare dopo il primo biennio contrattuale.

La disciplina sperimentale che dovrà trovare concreta applicazione in sede di contrattazione aziendale, dovrà basarsi sulle seguenti linee-guida:

- volontarietà e reversibilità;

- mantenimento della posizione funzionale del "telelavoratore" nella organizzazione aziendale, previsione di rientri periodici da concordare, piena garanzia della partecipazione a momenti di formazione, aggiornamento e crescita professionale;

partecipazione alla erogazione dei trattamenti economici accessori secondo le modalità individuate nella contrattazione integrativa;

- definizione tramite accordo delle forme di reperibilità e delle eventuali modalità di verifica delle prestazioni svolte;

- istituzione della posizione assicurativa presso l'INAIL ;

- attivazione delle apparecchiature a carico dell'Ente, la loro concessione in comodato d'uso (art. 1803 c.c) e rimborso delle spese energetiche;

- integrale applicazione del D.L. 626/94 e delle vigenti norme di legge, con facoltà del lavoratore di richiedere controlli ed ispezioni;

- garanzia dei diritti sindacali, sia attraverso le procedure tradizionali che tramite strumentazione di natura informatica.

 

 

 

 

 

Sono disponibili allegati cartacei e bibliografia (materiale comunque reperibile nel sito del Prof.P.Di Nicola e in MIRTI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DIMENSIONI DELLA QUALITA' DEL LAVORO

- dimensione ergonomica, legata ai bisogni psicofisici del lavoratore;

- dimensione della complessità, che attiene alle sfere della creatività, della formazione e crescita professionale, dell'esperienza;

- dimensione dell'autonomia, che corrisponde al bisogno di autoregolazione della propria mansione;

- dimensione del controllo, connessa al bisogno di controllare condizioni e destinazione del proprio lavoro.

Ogni dimensione è poi articolata in variabili (che possono cambiare in relazione al tipo di lavoro svolto) e che, combinate opportunamente in un indice forniscono una misurazione scalare della qualità del lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

telelavoro/progetto

BR/br

ORDINANZA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO

n. 573 del 31.03.1998

 

OGGETTO: Progetto di Telelavoro in Istituto: provvedimenti.

IL COMMISSARIO STRAORDINARIO

                        Premesso che, ormai da anni, si parla di "Telelavoro" come di un modo di lavorare restando distanti dall’ufficio o dall’azienda mediante l’uso di sistemi informatici e/o telematici, applicabile sia ai lavoratori dipendenti che al lavoro autonomo.

                        Rilevato che in Italia alcune importanti imprese hanno gia’ avviato rapporti di lavoro a distanza con i loro dipendenti.

                        Considerato che, anche per quanto riguarda il settore della pubblica amministrazione, e’ attualmente prevista la possibilita’ di avvalersi di forme di lavoro a distanza allo scopo di conseguire una maggiore razionalita’ relativamente all’organizzazione lavorativa e di realizzare economie di gestione, mediante l’utilizzo flessibile delle risorse umane.

                        Ravvisata l’opportunita’, in attesa dell’approvazione di idonea normativa di attuazione (e’ peraltro gia’ in fase di approvazione un disegno di legge che prevede, tra l’altro, il telelavoro nelle P.A.), di avviare progetti sperimentali di telelavoro, opportunamente regolamentati, su proposta delle pubbliche amministrazioni interessate.

                        Ritenuto che l’Istituto possa avviare un progetto come sopra indicato mediante la costituzione di un "gruppo pilota", individuando, quali componenti dello stesso, i servizi operanti nell’Epidemiologia Ambientale e dell’Elaborazione dei Dati.

                        Visto il progetto relativo alla sperimentazione del telelavoro in Istituto, allegato al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale (all. 1).

                        Preso atto che la realizzazione del progetto prevede due fasi distinte e che la prima, oggetto del presente provvedimento, dovra’ svolgersi con le seguenti modalita’ ed obiettivi:

1) Costituzione di un Comitato Tecnico composto dai partecipanti al progetto, dal Legale Rappresentante dell’Ente, dal Direttore Scientifico o suo delegato e dalle Organizzazioni Sindacali.

2) Individuazione, nell’ambito del suddetto Comitato, del Responsabile Scientifico, del Referente Tecnico-informatico e dei Gruppi di lavoro (tecnico - gestionale - di monitoraggio - formazione) e della Segreteria.

 

3) Definizione e valutazione di:

- vantaggi/svantaggi aziendali ed individuali

- numero delle postazioni possibili da attivarsi mediante utilizzo delle strumentazioni gia’ a disposizione dei ricercatori e senza costi aggiuntivi

- costi metodologia per il monitoraggio del personale

- spazi e risorse private ed indennita’ relative

- normative generali e specifiche per tipologia’ di attivita’

- bozza di accordo sindacale aziendale.

4) Adeguamento reti telefoniche preesistenti in reti IDSN e prime postazioni.

5) Attivazione postazioni e progetti di ricerca relativi.

6) Valutazione dell’attivita’ mediante monitoraggio continuo del personale inserito nel progetto.

7) Definizione delle modalita’ di assistenza e manutenzione on-line della rete.

8) Valutazione delle proposte per la formazione del personale addetto al telelavoro, con specifico riferimento ai diversi settori lavorativi.

                        Precisato che il rapporto di telelavoro dovra’ essere disciplinato secondo i seguenti principi:

- volontarieta’ delle parti;

- possibilita’ di reversibilita’ del rapporto, trascorso un periodo di tempo da definire in caso di trasformazione, ferma restando la volontarieta’ delle parti;

- pari opportunita’ relativamente a progressioni di carriera, iniziative formative od altro;

- definizione delle condizioni relative alla prestazione da espletarsi in regime di telelavoro, quali la predeterminazione dell’orario, nel rispetto dei limiti di legge e di contratto;

- garanzia del mantenimento dello stesso impegno professionale, ossia di analoghi livelli qualitativi e quantitativi dell’attivita’ svolta nell’ente, da parte del singolo lavoratore;

- esplicitazione dei legami funzionali e gerarchici, che vengono mantenuti e/o modificati rispetto a quanto esistente all’interno dell’ente, ivi compresi i rientri nei locali dello stesso;

- definizione delle modalita’ pratiche di espletamento della prestazione lavorativa di telelavoro concordate tra le parti che dovranno, comunque, risultare da apposito atto scritto, costituente l’accordo di inizio e/o trasformazione delle modalita’ di lavoro;

- informativa sindacale

                        Acquisito il parere favorevole da parte dell’Ufficio di Coordinamento, riunitosi in data 11.11.1997, relativamente al progetto in discorso (all. 2).

                        Preso atto dell’avvenuta costituzione del Comitato Tecnico, che risulta composto da:

- Dr. Luciano Andreucci fisico IST

- Dr. A.M. Benzoni TELECOM

- Dr.ssa Monica Bevegni fisico IST

- Sig. Corrado Campana amministrativo IST

- Dr. Marcello Ceppi biologo IST

- Dr.ssa Giovanna De Lucia biologo IST

- Dr. Giovanni De Pascalis fisico IST

- Dr. Patrizio Di Nicola sociologo Coord. ETD

- Sig. Eugenio Giaffreda rappresentante UIL IST

- Ing. Luca Gogioso ingegnere IST

- Dr.ssa Marica Guiducci resp. TL FIOM CGIL

- Dr. Franco Lippi Segretario Generale IST

- Dr. Marco Maggiolo Prov. ISDN Liguria TELECOM

- Dr.ssa Gabriella Morasso psicologo IST

- Dr. F. Molina biologo CBA

- Dr. Riccardo Puntoni biologo IST

- Dr. Alberto Quaglia medico IST

- Dr. Biagio Ramezzano rappresentante CISL IST

- Dr. Giorgio Reggiardo biologo IST

- Ing. Paolo Romano ingegnere CBA

- Ing. Roberto Sacile ingegnere DIST

- Prof. Leonardo Santi Direttore Scientifico IST

- Dr.ssa Daniela Vecchio biologo IST

- Sig.ra Enrica Villa rappresentante CGIL IST

                        Individuati, nell’ambito del gruppo:

- Responsabile Scientifico: Dr.ssa Daniela Vecchio

- Referente Tecnico-informatico: Dr. Giovanni De Pascalis (che operera’ in collaborazione con

l’Ing. Roberto Sacile che si occupera’ della rete di assistenza

esterna).

                        Visto il verbale del Comitato, relativo alla riunione del 14.01.1998 (all. 3), nel corso della quale, tra l’altro, si e’ provveduto alla costituzione di:

GRUPPO TECNICO:

- Dr.ssa Bevegni

- Dr. De Pascalis

- Ing. Fabbri

- Dr. Maggiolo

- Dr. Molina

- Dr. Reggiardo

- Ing. Sacile

GRUPPO GESTIONALE:

- Dr. Andreucci

- Dr. Di Nicola

- Ing. Gogioso

- Dr.ssa Guiducci

- Dr. Lippi

- Dr. Puntoni

- Dr.ssa Vecchio

- Organizzazioni Sindacali (Sig. Giaffreda - Dr. Ramezzano - Sig.ra Villa) per la discussione della bozza di accordo

 

 

GRUPPO DI MONITORAGGIO:

- Dr.ssa Alberisio

- Dr. Ceppi

- Dr. Di Nicola

- Dr. Reggiardo

- Ing. Sacile

- Dr.ssa Vecchio

GRUPPO FORMAZIONE:

- Dr.ssa Alberisio

- Sig. Campana

- Dr. Di Nicola

- Dr. Molina

- Ing. Sacile

- Dr. Molina

- Dr.ssa Vecchio

SEGRETERIA:

- Dr.ssa Bevegni

- Dr.ssa De Lucia

                        Per quanto sopra espresso.

                        Con i poteri di gestione al medesimo conferiti ai sensi del D.M. Ministero della Sanita’ assunto in data 30.06.1997.

DISPONE:

- di approvare il progetto relativo alla sperimentazione del telelavoro di cui alle premesse del presente provvedimento;

- di approvare la costituzione del Comitato Tecnico e degli organismi previsti nel suo ambito (Responsabile Scientifico, Referente Tecnico-informatico, Gruppi di Lavoro e Segreteria) citati in premessa;

- di incaricare gli organi sopracitati dell’avvio della prima fase del progetto, articolata secondo quanto riportato nell’allegato progetto;

- di conferire mandato al Responsabile Scientifico del progetto affiche’ tenga costantemente informati il Commissario Straordinario, il Direttore Scientifico, il Direttore Sanitario ed il Segretario Generale dell’Istituto degli sviluppi del progetto e di tutte le proposte e decisioni che verranno adottate dal Comitato Tecnico durante lo svolgimento della prima fase progettuale;

- di definire ed approvare, con successivo provvedimento formale, le modalita’ relative a:

a) autocertificazione del servizio svolto a domicilio come servizio esterno

b) reperibilita’ del telelavoratore

c) coperture assicurative

d) autorizzazioni relative all’utilizzo delle strumentazioni necessarie presso il proprio domicilio

e) informativa sindacale

- di rimandare altresi’ a successivi provvedimenti formali l’approvazione della relazione che verra’ predisposta dal Comitato Scientifico a consuntivo della prima fase progettuale e la conseguente approvazione della seconda fase;

- di precisare che l’attuazione delle successive fasi del progetto oggetto del presente provvedimento e’ subordinata all’inserimento della sperimentazione del Telelavoro in sede di rinnovo contrattuale.

 

 

Il Direttore Scientifico Il Commissario Straordinario

Prof. Leonardo SANTI Prof. Giorgio DELLACASA

 

Il Segretario Generale

Dr. Franco LIPPI

 

 

All.: - progetto

- approvazione Ufficio di Coordinamento

- verbale 14.01.1998

 

 

                       

 

 

 

 

 

 

 

telelavoro / seconda fase

DR/dr

ORDINANZA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO

n. 685 del 15.04.1998

 

OGGETTO: Progetto di Telelavoro in Istituto: ulteriori provvedimenti relativi alla seconda fase.

IL COMMISSARIO STRAORDINARIO

                        Premesso che, con ordinanza commissariale n. 573 del 31.03.1998 si è disposto, tra l’altro, di approvare il progetto relativo alla sperimentazione del telelavoro approvando altresì la costituzione del Comitato Tecnico e degli organismi previsti nel suo ambito (Responsabile Scientifico, Referente Tecnico-informatico, Gruppi di Lavoro e Segreteria);

                        Rilevato che con il citato provvedimento si è disposto di incaricare gli organi sopracitati dell’avvio della prima fase del progetto, articolata secondo quanto riportato nel progetto, rinviando a successivo provvedimento formale, la definizione e l’approvazione delle modalita’ relative a:

a) autocertificazione del servizio svolto a domicilio come servizio esterno

b) reperibilita’ del telelavoratore

c) coperture assicurative

d) autorizzazioni relative all’utilizzo delle strumentazioni necessarie presso il proprio domicilio

e) informativa sindacale;

                        Atteso che a seguito dell’attività degli organi come sopra incaricati, riunitisi al fine di dare attuazione alla seconda fase, sono state esaminate e discusse le modalità relative all’autocertificazione del servizio svolto a domicilio come servizio esterno, alla reperibilita’ del telelavoratore, alle coperture assicurative, alle autorizzazioni relative all’utilizzo delle strumentazioni necessarie presso il proprio domicilio e all’informativa sindacale;

                        Preso atto che, al fine di dare concreto avvio alla sperimentazione, risulta opportuno approvare l’allegato elenco relativo ai dipendenti che parteciperanno al progetto telelavoro prevedendo che l’organizzazione dello stesso verrà demandato alla responsabilità del Capo Servizio che dovrà provvedere a definire le modalità ed i tempi di esecuzione del telelavoro (All. 1);

                        Rilevato altresì che, per il medesimo fine sopra citato, risulta opportuno approvare quanto emerso nella riunione del 25.03.1998 ed in particolare:

a) per quanto riguarda l’autocertificazione del servizio svolto a domicilio come servizio esterno, presa visione della nota del Responsabile dell’U.O. del Personale in data 14.04.98, la proposta di utilizzare, con cadenza mensile, i moduli in uso in Istituto al fine della certificazione del lavoro esterno secondo l’allegato modello (All. 2);

b) per quanto riguarda la reperibilita’ del telelavoratore la proposta di quantificare la stessa in 1 h per ½ giornata e di 2 h per giornata intera;

c) per quanto riguarda le coperture assicurative, in considerazione del fatto che l’attività dei telelavoratori in questa fase di studio è considerata attività prestata per servizio esterno, gli stessi sono coperti dalle polizze in vigore e stipulate dall’Ente;

d) per quanto riguarda le autorizzazioni relative all’utilizzo delle strumentazioni necessarie presso il proprio domicilio, la proposta di prevedere una autorizzazione da parte del Responsabile del Servizio a utilizzare la strumentazione in dotazione del singolo lavoratore presso la propria abitazione previa comunicazione al U.O. Gestione Risorse;

e) infine, per quanto riguarda l’informativa sindacale, la proposta di attivare una lista per i sindacati via E-mail;

                        Per quanto sopra espresso.

                        Con i poteri di gestione al medesimo conferiti ai sensi del D.M. Ministero della Sanita’ assunto in data 30.06.1997.

 

 

DISPONE:

 

 

- di approvare l’allegato elenco relativo ai dipendenti che parteciperanno al progetto telelavoro prevedendo che l’organizzazione dello stesso verrà demandato alla responsabilità del Capo Servizio che dovrà provvedere a definire le modalità ed i tempi di esecuzione del telelavoro;

- di approvare le modalita’ proposte, così come in premessa meglio specificate, relative a:

a) autocertificazione del servizio svolto a domicilio come servizio esterno

b) reperibilita’ del telelavoratore

c) coperture assicurative

d) autorizzazioni relative all’utilizzo delle strumentazioni necessarie presso il proprio domicilio

e) informativa sindacale.

 

 

Il Direttore Scientifico Il Commissario Straordinario

Prof. Leonardo SANTI Prof. Giorgio DELLACASA

 

Il Segretario Generale

Dr. Franco LIPPI

 

 

All.: - elenco telelavoratori

- verbale 25.03.1998

- nota 14.04.1998, modulo per autocertificazione