ASI n. 16 -
22Aprile 1999
CAMERA, COMM ISSIONE AFFARI SOCIALI:
IL PARERE SUL COLLEGATO ORDINAMENTALÈ DOPO
L'AUDIZIONE DELLE RELATORE
GLI IRCCS VANNO TRATTATI
COME TUTTE LE STRUTTURE DEL SSN
L'attività
assistenziale degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS)
non dovrà essere finanziata con trasferimenti statali. Gli Irccs, dunque,
dovranno essere trattati come tutte le altre strutture del Servizio sanitario
nazionale. E' la condizione alla quale la commissione Affari sociali della
Camera ha subordinato il proprio Parere favorevole, espresso il 22 aprile
scorso su proposta della relatrice Gloria Buffo (Ds) al collegato
ordina-mentale fiscale.
Il parere è
giunto dopo l'audizione delle regioni che il 20 aprile scorso, proprio alla
Commissione Affari sociali, avevano espresso il loro dissenso sui contenuti
dell'articolo 11 del collegato. La commissione, nel parere, ha inoltre avanzato
alcune osservazioni sull'opportunità di rivedere il regime fiscale dei
contributi per l'assistenza sanitaria al fine di riservarli ai fondi
integrativi del SSN, sulla necessità di norme di coordinamento con la legge
419/98 per assicurare organicità alla disciplina sull'organizzazione del
Servizio sanitario e, infine, sulla necessità che il fondo perequativo nazionale sia finalizzato a garantire livelli
essenziali di assistenza uniformi sul territorio nazionale.
La posizione delle regioni espressa nel
corso dell 'audizione "Ancora una volta - aveva dichiarato Zorzoli nel
corso dell'audizione alla Camera - le Regioni non sono state coinvolte
nell'elaborazione del provvedimento che è stato trasmesso al Parlamento. E
risulta ancora molto pronunciata l'opzione sul sistema di finanza derivata
nella parte in cui si prevede, con una certa generalità, di mantenere in vita
trasferimenti a destinazione vincolata per interventi "di rilevante
interesse nazionale". E' da rilevare - aveva sottolineato Zorzoli - la
genericità e la indeterminatezza della norma che non consente di pre-definire
chiaramente l'ammontare dei trasferimenti aboliti. le aliquote di
compartecipazione sono determinate nella misura sufficiente per la copertura
complessiva dei trasferimenti aboliti. In tal modo la norma non assicura a
ciascuna Regione di evitare il rischio di un insufficiente finanziamento delle
sue competenze. Meglio sarebbe stato considerare, la possibilità dl introdurre
quote differenziate di compartecipazioni all'IVA, al'IRPEF e all'accisa sulla
benzina, cosi da raggiungere, per ogni Regione, la copertura del suo
fabbisogno. Tale scelta avrebbe portato al superamento di meccanismi
perequativi in alcuni casi generalizzati ed immotivati. Inoltre bisogna
garantire alle Regioni virtuose in tema di accertamenti della materia
imponibile la piena titolarità del gettito extra recuperato, cosi come va
garantito che l'ipotesi perequativa si fondi sullo stimolo della virtuosità del
sistema, nel senso che le Regioni più "attente" in tema di
accertamento della base imponibile potranno condividere le risorse del fondo di
perequazione. Invece, la norma che si intende adottare - sottolineava Zorzoli -
riserva solo allo Stato la determinazione delle aliquote di compartecipazione,
ed è, quindi, possibile che le stesse annualmente vengano manovrate al ribasso
in maniera da assicurare alle Regioni un gettito pari ai trasferimenti
storicizzati o, comunque, incrementati in misura inferiore all'andamento del
gettiti. Cosi viene vanificato qualsiasi legame con la dinamica territoriale
delle entrate e disincentivato ogni sforzo regionale per l'incremento del
gettito del rispettivo territorio". "Se l'abolizione del FSN è
coerente con la soppressione del trasferimenti vincolati concludeva Zorzoli - è
invece contraddittoria la volontà dl mantenere la diretta gestione dello Stato
di una parte della spesa sanitaria corrente e cioè quella relativa al
finanziamento delle attività assistenziali degli Istituti di ricovero e cura a
carattere scientifico". Su questo punto si era particolarmente soffermato
l'Assessore Lionello Cosentino, coordinatore della materia sanità per la
Conferenza delle Regioni: "la diversificazione delle modalità dl
finanziamento fra gli Istituti dl ricovero e cura e il resto dell'attività
ospedaliera introduce una diversità nella programmazione sanitaria regionale,
che è pericolosa per il governo della spesa e dannosa per i cittadini. Sarebbe
più appropriato trattare questa materia nel Ddl di riorganizzazione degli Irccs
e stralciarla dal provvedimento sul federalismo fiscale. Diversamente c'è il
rischio dl una spinta centrifuga che può far saltare la regionalizzazione del
Servizio sanitario e, potenzialmente, portare ad una sanità dl serie A e una di
serie B".